L’OMM, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, propone il suo nuovo quadro sullo stato mondiale del clima: tra l’intensificazione continua degli eventi estremi, lo scioglimento dei ghiacci e le pessime prospettive future c’è davvero di che preoccuparsi.
Come è noto se la temperature resteranno particolarmente alte nell’ultimo scorcio dell’anno il 2012 potrebbe diventare l’anno più caldo di sempre, e lo scioglimento di ghiacci e ghiacciai, specialmente nell’Artico, pone le basi per un ulteriore incremento di crescita per il riscaldamento globale. Il segretario generale dell’OMM Michel Jarraud ha ribadito che “il clima sta cambiando sotto i nostri occhi e continueràa farlo a causa dei gas a effetto serra”, sottolineando come
L’estensione del ghiaccio artico ha raggiunto un nuovo minimo record. La banchisa si e’ sciolta a un ritmo allarmante, che mette in luce i profondi cambiamenti che si verificano negli oceani e nella la biosfera.
Rilevazioni estremamente allarmanti riguardo allo scioglimento dei ghiacci artici si sono moltiplicate nel corso dei mesi durante il 2012, e anche i ghiacciai montani hanno subito ridimensionamenti notevoli, con numerosi rapporti preoccupanti proposti per i maggiori rilievi italiani (e così anche altrove, ovviamente, Himalaya compreso). Ma c’è molto altro di cui preoccuparsi anche a brevissimo termine: gli eventi meteorologici estremi continua a moltiplicarsi in svariate parti del globo a causa dei mutamenti climatici, e l’Italia ne sa, purtroppo, più che qualcosa. Al di là delle naturali variazioni di temperatura dovute a fenomeni come La Nina, che quest’anno ha peraltro contribuito a un lieve abbassamento delle temperature, non vi è alcun dubbio, ripetono ancora una volta gli esperti OMM, che cause antropiche siano al centro dei mutamenti climatici legati al riscaldamento globale. E così le prospettive future non possono che essere pessime: da nuove ondate di calore a nuovi uragani (poiché la generazione degli uragani è legata alla temperatura degli oceani). Tutto questo può essere arrestato solo con decisioni rapide e di grande spessore da parte di tutti gli stati, peraltro in questi giorni riuniti a Doha per la nuova conferenza mondiale ONU sui cambiamenti climatici.
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