Quali sono le città più vivibili del mondo? Una classifica ce la restituisce l’analisi dell’Economist Intelligence Unit, basata su parametri chiave per la qualità della vita dei cittadini, quali la tutela ambientale, la sicurezza, il sistema sanitario, la promozione di attività culturali. Gli analisti hanno preso in considerazione in totale 140 località. Sul podio troviamo Melbourne in Australia, seguita a ruota da Vienna, in Austria, e da Vancouver, in Canada.
Vancouver è certamente una città estremamente vivibile visto il posto di tutto rispetto che occupa nella classifica dell’Economist, eppure è meno vivibile rispetto agli ultimi dieci anni, dal momento che ha sempre occupato, negli ultimi report, la prima posizione ed ora viene scalzata da Melbourne.
Australia e Canada, ad ogni modo, oltre a figurare con due delle loro grandi città nelle prime tre posizioni, contano altre voci di merito proseguendo nella classifica, ottenendo buoni punteggi, con diverse altre località. Il punteggio di vita ideale si calcola su una base di 100 e pensate che Melbourne ha totalizzato 97,5 punti, quasi a rasentare la perfezione per una città dal punto di vista della vivibilità.
Immediatamento dopo Vancouver, in quarta posizione dunque, troviamo Toronto, seguita da Calgari e Sydney, e ancora Helsinki, Perth e Adelaide, e a chiudere la top ten la città di Auckland. Londra si conferma non molto vivibile come città classificandosi, pensate un po’, solo al 53esimo posto. Honolulu occupa la posizione 26 della classifica.
In Europa, si legge nella presentazione del report, a causa delle difficoltà nella zona euro, c’è stato un lieve deprezzamento anche in vivibilità, soprattutto in Grecia, dove le misure di austerità e le proteste dei cittadini hanno portato ad un calo del 2,5% nel punteggio conseguito da Atene. Di conseguenza, pensate un po’ a che livello si scende, Atene ora ha un rating inferiore a quelle di San Juan a Puerto Rico e Montevideo in Uruguay. Per saperne di più sulle altre posizioni consultate la classifica completa pubblicata dall’Economist Intelligence Unit.
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