Tutte le multinazionali del telefonino si dicono pronte ad affrontare la sfida del futuro, quella dell’ecologia, ma poi in realtà chi prende seri provvedimenti sono molto pochi. Più specificatamente la rivista Altroconsumo ha voluto prendere in considerazione 19 telefonini a caso, tra i più diffusi, suddivisi in monoblocco e a scorrimento, e i risultati sono stati più confortanti del previsto, ma non molto soddisfacenti.
Va infatti sottolineato che nessuno dei cellulari analizzati va contro le direttive ambientali mondiali. Tutti i prodotti e le tecniche utilizzate per costruirli, trasportarli, smaltirli, ecc., sono tutte previste dalla legge. Il problema però è proprio qui: la legge ci va un po’ troppo leggera. Secondo Altroconsumo infatti è proprio questo l’anello debole di tutta la catena, dovuto a legislazioni poco attente agli aspetti ambientali e un po’ troppo permissive.
Sul banco degli imputati principalmente c’è l’utilizzo di materiali nocivi come il piombo, il mercurio e altre sostanze dannose, non tanto per gli utenti che utilizzano l’apparecchio, quanto poi per chi lo dovrà smaltire. Essendo beni di rapido consumo (è stata calcolata la vita media di un cellulare intorno ai 18 mesi), uno degli aspetti più preoccupanti è che non ci sono politiche di riciclo dei materiali. Nella maggior parte dei casi i cellulari vengono smaltiti nelle discariche come un comune rifiuto, e qui vengono liberate quelle sostanze dannose che potrebbero causare guai a chi ne viene a contatto.
12 modelli su 19 presentano questo genere di problematica, aggravata da vernici e materiale scadente che favoriscono allergie ed altri tipi di problematiche per la salute anche degli utenti stessi. Altro problema è rappresentato proprio dalla fase del riciclo, il quale è facilitato nel caso di telefoni “smontabili”, facili da fare a pezzi nel vero senso della parola, ma complicatissimo nei modelli monoblocco. Ma ancora, sono inutili enormi libretti di istruzioni, meglio ridurli o metterli on-line; sarebbe buono anche vendere separatamente gli accessori, visto che nella maggior parte dei casi essi non vengono utilizzati. Questo porterebbe ad un minore utilizzo di materiale (per ogni 100 grammi di telefono si consumano 30 kg di materiali), con un risparmio in emissioni e nel costo finale del prodotto. Buone sono anche le idee di quei telefonini che fanno utilizzare la doppia sim, per evitare che si acquistino più cellulari, ed infine sarebbe positivo se, a fine vita, il cellulare fosse ritirato dalla casa produttrice, magari per “rottamarlo” come si fa con le auto, per acquistare un nuovo telefono.
Ecco la classifica:
Nella categoria dei monoblocco, il miglior telefonino analizzato si è dimostrato il Motorola W230, unico ad essere valutato come “buono”. La sufficienza invece l’hanno raggiunta Sony Ericsson J120i, Sony Ericsson T280i, Lg Kp130, Lg Kp100, Nokia 1650, Samsung Sgh-M110, Samsung Sgh-C180. Il peggiore, tra quelli analizzati, e considerato “Mediocre” è stato il Nokia 2600 Classic. Tra quelli a scorrimento l’unico “Accettabile” è Lg Kf 600, mentre nessuno è considerato accettabile. Tutti gli altri sono stati valutati “Mediocri” e sono Samsung Sgh-F330, Motorola RizrZ8, Samsung Sgh-U700, Sony Ericsson W580i, Nokia 6210 Navigator, Sony Ericsson W760i, Lg Km500, Motorola MotoZ10, Nokia 7610Supernova.
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