Immaginate un futuro dove i cortei di bici del Critical Mass sono la regola nelle strade. Immaginate una città a misura di ciclista, con linee metro e tram capillarmente diffuse nel tessuto urbano, dotate di parcheggi scambiatori di bike sharing o aperte al carico delle bici private, una città con poche, pochissimi strade carrabili di servizio.
Una città dall’aria pulita, con strade sgombre dai veicoli, in transito come da quelle parcheggiate, strade restituite al passo dell’uomo, alle attività collettive, attraversate dalla presenza silenziosa delle bici e quindi attrezzate con tettoie e piantate di alberi che offrano ombra a ciclisti e passanti in estate. Se non ci riuscite provate a leggervi l’ultimo saggio di Marc Augè “Il bello della bicicletta”, dove una situazione simile è ben descritta con un fiduciosissimo tempo futuro. Questo futuro è ancora più prossimo di quanto non riuscite ad immaginare.
Infatti sappiate che una cittadina svedese, sinora famosa per la sua industria di fiammiferi e per la vivace e cosmopolita vita universitaria, si è impegnata ad abolire tutti i flussi di macchine al suo interno entro il 2050 ed a plasmarsi in funzione dei pedoni e delle bici.
Il progetto, elaborato nell’ambito dei piani per lo sviluppo della città, si chiama Jönköping by bike, ve ne avevamo già accennato sulle pagine di Ecologiae, e nasce dalla collaborazione dello studio di architettura We Are con Super Sustenaible city. Per conseguire l’ambizioso obiettivo gli architetti hanno elaborato alcune semplici linee guida.
Poichè le cause principali che inducono all’utilizzo delle automobili sono: la suburbanizzazione e la dissociazione tra zone residenziali, relegate nelle più tranquille periferie e non servite dai mezzi pubblici a causa delle basse densità abitative, e zone di lavoro, collocate nei superaffollati centri amministrativi, gli urbanisti di We Are risolvono il problema alla radice. La città non si espanderà oltre il perimetro della città esistente.
Lo sviluppo si concentrerà nell’area a sud di Munksjön, dove si costruirà negli interstizi disponibili, si demoliranno e ricostruiranno gli edifici inadeguati o meglio si recupereranno gli edifici esistenti.
Case e uffici rimarranno vicini a distanze tali da essere agevolmente coperte a passeggio, si creeranno tanti piccoli quartieri dotati di una propria identità. In questo modo, tanto semplice quanto ancora oscuro a “noi altri” si risolvono alla radice anche il problema del consumo di suolo, quello della tutela del paesaggio agrario, quello del disegno del margine della città, ma soprattutto quello della qualità della vita, che nelle città pare essere sempre più scarsa.
La città sarà innervata di piste ciclabili lungo le quali saranno disseminati punti di bike sharing gratuiti per tutti, e pit stop per riparare piccole forature, gonfiare le gomme, sostituire le catene il tutto all’ombra di tettoie fotovoltaiche che riparano dalla pioggia, dalla neve e dal sole delle estati che il cambiamento climatico ha reso torride anche in Scandinavia.
Per andare da Jönköping alle principali città d’Europa si userà il treno. La cittadina ha infatti ottenuto, proprio forse grazie all’iniziativa Jönköping by bike unita alla sua posizione geografica strategica ai fini della viabilità, di ospitare una delle principali stazioni ferroviarie lungo la nuova linea ad alta velocità, la “Götalandsbanan” . I treni, che viaggeranno a 300 km/h, ridurranno le distanze, garantendo ai pendolari di fare la spola tra Jönköping e le grandi città come Stoccolma, Göteborg e Copenaghen senza troppi problemi.
Quest’operazione, dal carattere promozionale per nulla trascurabile, come per nulla attaccabile, porterà alla cittadina grandi ricchezze economiche, attirando abitanti da mezza Europa con la promessa di una vita più pulita e meno stressata. Mentre l’ultimo Rapporto Ecosistema Urbano ci ha fornito la fotografia di un’Italia piena di città inquinate e invivibili, mentre a Roma si progetta di costruire un secondo G.R.A., mentre le campagne si popolano di outlet e di centri commerciali raggiungibili solo in macchina, mentre le nostre periferie crescono a dismisura, la Svezia dà un’altra lezione al mondo di intelligenza strategica ecologica ed economica.
[Fonte: supersustenaible city]
Commenti (3)