Saranno Bergamo e Pistoia gli apripista d’Italia nell’esperimento dei cosiddetti “nasi elettronici“. Un esperimento, effettuato in collaborazione tra Università de L’Aquila, Telecom Italia ed i rispettivi Comuni, per cercare di capire, letteralmente, “che aria tira”. A breve 60 vigili estratti a sorte in ognuna delle due città verranno dotati di questi sensori portatili, da installare sulle auto o da portare in mano, che serviranno per campionare l’aria di tutta la città.
Ognuno di questi piccoli dispositivi è una specie di super computer in grado di rilevare tutte le concentrazioni dei vari gas che appestano l’aria cittadina, meglio dei sensori che di solito vengono utilizzati per questo scopo, che hanno il difetto di stare fissi, e che quindi rilevano l’aria soltanto del punto in cui vengono installati e non danno una fotografia più completa dell’intera città. Vista la capillarità, questi dispositivi “spiegheranno” agli osservatori quali sono i punti della città più inquinati e quali tipi di gas destano particolare attenzione.
È stato presentato il progetto di rilevazione della condizione dell’aria progettato da Telecom e Università. È stato scelto il nostro convegno proprio perché gli agenti, data la loro attività quotidiana in strada, sono considerati “sentinelle” ideali
ha spiegato il comandante dei vigili urbani Paolo Cianciotta. A lui si aggiunge il parere dell’assessore all’Ambiente Massimo Bandera che ha spiegato che le centraline non verranno rimosse, ma questi nasi elettronici serviranno per integrare i dati, già particolarmente dettagliati, che derivano dalle installazioni che sono già presenti in tutte le città d’Italia. Se poi l’esperimento dovesse dare buoni risultati, presto questi dispositivi portatili verranno distribuiti anche agli altri Comuni per capire se e dove c’è bisogno di agire, se è il caso di chiudere le strade al traffico, quali sono gli agenti inquinanti e se una decisione del sindaco può essere più indicata rispetto ad un’altra. La sperimentazione durerà un anno, dunque nel 2013 avremo il responso.
[Fonte: Corriere della Sera]
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