Come ve la immaginate la città sostenibile del futuro? Pensiamola in grande, come hanno fatto gli architetti svedesi di We are progettando i piani per lo sviluppo di Jönköping, da qui al 2050. Una città in cui non sono le biciclette ad essere progettate per la città, bensì la città ad essere progettata per le biciclette. Utopia? Chi può dirlo. Intanto sogniamo e vediamo cos’hanno in mente questi architetti.
Il loro progetto si chiama Jönköping by Bike e nasce dalla collaborazione con Super sustainable city. Il comune di Jönköping ha presentato tre strategie per lo sviluppo futuro e la crescita della città fino al 2050. Jönköping diventerà una delle principali stazioni ferroviarie lungo la nuova linea ad alta velocità, “Götalandsbanan”. Inoltre sarà collegata alle principali città d’Europa, conferendo alla città una posizione unica nella regione. I treni, che viaggeranno a 300 km/h ridurranno le distanze, creando la possibilità di usufruire del pendolarismo tra Jönköping e grandi città come Stoccolma, Göteborg e Copenaghen.
Piuttosto che puntare su strategie che estendano la città verso la periferia, il principio guida della quarta strategia, quella proposta al comune da We are e Sustainable city, è quello di densificare la città il più vicino possibile al centro già esistente. Gli architetti vogliono occuparsi nello specifico dell’area a sud di Munksjön, “il lago della città”.
La pianificazione urbana mira a creare quartieri di piccole dimensioni ognuno con la sua identità, abitazioni alternate ad uffici in modo che le persone vadano a vivere il più vicino possibile al loro posto di lavoro, tram e piste ciclabili che collegano tutti i punti della città, facciate verdi, bar immersi nel verde, tutti i punti del centro copribili in bicicletta ad un tempo massimo di dieci minuti per quelli più lontani tra loro, percorsi principali con caratteristiche differenti, variazione delle esperienze spaziali, possibilità d’una vita sana e rispettosa dell’ambiente.
E, naturalmente, tutti gli abitanti si sposteranno in bicicletta, anche perché le bici saranno gratis, a disposizione di tutti 24 h su 24, con punti per riparare o gonfiare le gomme lungo il percorso, e la predisposizione di tettoie coperte da pannelli solari sulle piste ciclabili per proteggere dalla pioggia e dalle intemperie i ciclisti anche d’inverno. Che ne pensate?
[Fonte: ArchDaily]
[Foto: WeAre]
Luca M 16 Settembre 2010 il 6:32 pm
Credo che l’unico modo per rendere una città totalmente e sempre ciclabile
sia la presenza di tettoie per i ciclisti, forse l’investimento in tettoie può essere “ammortizzato” dall’impiego di pannelli. Non so negli altri Paesi, ma in Italia, in totale penuria di soldi (specialmente oggi!) la prassi è far costruire ai privati fornendo loro delle garanzie. Esempio: costruisco 2/3 palazzi con annesso parcheggio pubblico sotterraneo…il costo di progettazione e realizzazione è interamente della ditta di costruzioni che in cambio dopo tot anni potrà sfruttare a suo piacimento il parcheggio. Ancora una volta, in Italia, si stanno procrastinando i problemi e svendendo il suolo pubblico per avere del materiale per l’elettorato. Detto questo, al di la del progetto in se e per se, che credo di difficile realizzazione, spero che in Svezia le cose vadano diversamente, ma ne dubito.
Paola Pagliaro 16 Settembre 2010 il 9:09 pm
è vero, anch’io sogno una città con le piste ciclabili coperte da tettoie, sarebbe semplicemente fantastico poter andare a lavoro o a fare la spesa in bici anche quando piove, e diciamolo, in un anno di giorni piovosi ce ne sono troppi per poter pensare di usare sempre e soltanto la bici per spostarsi.
Per la cementificazione dell’Italia, io credo che il problema sia anche un altro, ci sono tanti edifici e case vuote nelle città perché costano troppo e allora che si fa? Si continua a costruire in periferia dove gli appartamenti o villette nuove sono più abbordabili per le nuove famiglie… bisognerebbe riqualificare gli edifici esistenti e cercare di piazzarli sul mercato a prezzi ragionevoli. E’ l’unico modo per evitare la continua esplosione delle città…
Luca M 17 Settembre 2010 il 9:54 am
@Paola: il problema è che i comuni non hanno fondi per poter ristrutturare tutto quello che è stato fatto negli anni passati per il semplice motivo che sono stati creati dei debiti che tutt’ora devono essere ripianati (basti vedere la costruzione di residenze pubbliche…da 30 anni a questa parte è approssimativamente pari a zero!). Hanno scommesso su una crescita del PIL a 2 cifre, cosa irrealizzata. Hanno perso la scommessa e ora sono le nuove generazioni ad avere i debiti contratti dai genitori. Questa non è sostenibilità, ma si continua a fare così, anche se in misura minore.
Paola Pagliaro 18 Settembre 2010 il 2:54 pm
Sul comportamento sconsiderato delle generazioni precedenti ce ne sarebbe da dire 😉 sono gli stessi che ora puntano il dito contro un non meglio specificato concetto di “giovani di oggi”, figli del consumismo… e il padre del consumismo dov’è?
A parte tutto, con quest’atmosfera stagnante non si va lontano… non mi aspetto che lo facciano i Comuni, ma che ci sia spazio per investimenti privati nella mobilità sostenibile… così come paghiamo il pedaggio in autostrada, pagheremmo per fittare le bici e usufruire dei percorsi al coperto… è utopia, lo so…
Nuova Mobilità 21 Settembre 2010 il 6:12 pm
Il problema della mancanza di fondi può essere superato anche senza l’intervento dei privati. Spesso ci si dimentica che gli spazi pubblici sono delle risorse che dovrebbero essere meglio sfruttate. Già l’idea di piste ciclabili fotovoltaicizzate potrebbe ridurre drasticamente le spese per energia elettrica delle amministrazioni pubbliche.
Poi c’è da considerare il fatto che in Italia troppo spesso si dà per scontato che per avere un’auto non sia necessario possedere un garage perchè si può lasciare la macchina in strada, sfruttando uno spazio pubblico a fini privati. Da che mondo è mondo i servizi dei quali usufruiscono i privati si pagano. Per cui si dovrebbe cominciare a far pagare il parcheggio su strada a tutti, residenti e non, a prezzi di mercati, crescenti dalle periferie ai centri cittadini, finanziando con i proventi la realizzazione di infrastrutture per la ciclabilità dolce (es. piste ciclabili fotovoltaiche ma anche miglioramento dei servizi di trasporto pubblico in generale – dagli autobus, ai tram al bike sharing e car sharing etc -) favorendo una loro integrazione grazie alla massiccia introduzione delle nuove tecnologie che permettono spesso servizi on demand. In questo modo si dovrebbe arrivare ad ottenere una mobilità sganciata dalla necessità di utilizzo e addirittura di possesso dell’auto.
Nel tempo la domanda di parcheggi verrà a diminuire, ma questo anzichè essere un punto debole (calo delle entrate dagli affiti per i posti auto) rappresenta una ulteriore risorsa (si liberano ulteriori spazi per usi diversi da quelli automobilistici) e il calo dei proventi dai parcheggi sarà più che compensato dalla nascita di nuove attività economiche nelle aree soggette a queste modificazioni (es. negozi facilmente raggiungibili e posti in zone molto abitate) che, oltre a contribuire a migliorare le finanze delle amministrazioni locali attraverso il gettito fiscale, contribuiranno a ridurre gli spostamenti automobilistici verso i centri commerciali delle periferie, riducendo il traffico anche in queste zone.
Quello che manca è semplicemente la volontà politica che deve sostenere una visione strategica di questo tipo. Ma non penso che la colpa sia dei politici (manca anche in paese molto meno malmessi del nostro); i politici per mestiere devono pensare ad essere rieletti. Il problema è che manca una mentalità diffusa che porta ad appoggiare progetti del genere. Cosa pensereste se vi proponessero di pagare per il posto auto sul quale lasciate la macchina la sera?
Paola Pagliaro 21 Settembre 2010 il 10:20 pm
ho vissuto in centro lo scorso anno e posso assicurarti che il posto auto lo pagavo caro, nel senso che se non vuoi girare a vuoto due ore ogni sera conviene fittare un parcheggio privato e le cifre sono esorbitanti… certo, più ci si allontana dal centro e più i posti auto gratuiti aumentano e lì mi collego al tuo discorso. Ottima analisi. Sfruttare i fondi raccolti dai parcheggi (e le piste ciclabili coperte fotovoltaicizzate) per sostenere progetti per una mobilità sostenibile sarebbe un’ottima soluzione. E’ un po’ lo stesso principio usato dalla Merkel per le rinnovabili, tassare il nucleare e con gli introiti raccolti finanziare nuovi progetti per transitare gradualmente verso un futuro 100% rinnovabili. Processi lunghi ma da qualche parte bisogna pur iniziare…