Anche il cioccolato subisce i danni del riscaldamento globale e rischia l’estinzione. La notizia, che mette in allerta tutti i golosi d’Italia e del mondo, è stata diramata dall’International Center for Tropical Agriculture, un ente di ricerca degli USA, che ha preso in esame 19 diversi modelli climatici e li ha applicati alle più comuni piante di cacao, concentrate per lo più in Ghana e Costa d’Avorio. Dallo studio emerge che le piante non si adattano a climi troppo aridi e, se i cambiamenti climatici non si fermeranno, gli stati dell’Africa non avranno più terreni adatti alla coltivazione del cacao.
Uova di Pasqua, fiere del cioccolato di Perugia, ma anche cioccolatini e dolci al cacao potrebbero divenire un lusso solo per pochi, a causa dei cambiamenti climatici. La temperatura della Terra sta aumentando in modo vertiginoso negli ultimi decenni e le alte temperature stanno stravolgendo gli ecosistemi. Se da un lato i ghiacciai del Polo Nord si sciolgono, dall’altro i terreni fertili si impoveriscono e divengono aridi, lasciando spazio al deserto. Questo è quello che potrebbe accadere in Ghana e in Costa d’Avorio, stati che da soli producono oltre il 50% del cacao impiegato nelle industrie dolciarie del Pianeta. Lo studio, promosso dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, ha stimato che con l’aumento delle temperature di 2,5 gradi previsto per il 2050 la quasi totalità dei terreni destinati alla coltivazione del cacao non sarà più adatta alla pianta. Il declino e l’impoverimento del suolo inizierà già nel 2030, quando la temperatura globale aumenterà di 1 grado. Come ha spiegato lo studioso Peter Laderach
Stiamo già vedendo gli effetti della crescita della temperatura in aree marginali e con i cambiamenti climatici queste aree aumenteranno progressivamente. In un momento in cui la domanda globale di cioccolata sta crescendo velocemente, particolarmente in Cina, questo porterà prima o poi a un aumento dei prezzi.
Una delle soluzioni proposte, ossia quella di spostare le coltivazioni di cacao in aree con clima temperato e di selezionare i ceppi resistenti alle elevate temperature, non è certo tra le migliori perché non va a risolvere realmente il problema.
[Fonte: Ansa]
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