I cinghiali radioattivi rinvenuti in Valsesia, in Piemonte, hanno destato allarme e anche una notevole curiosità scientifica tanto tra gli esperti quanto tra la popolazione. Come è possibile che si siano rinvenute tracce dell’isotopo Cesio 137? Ecco che giungono nuove ipotesi dagli esperti.
I 27 cinghiali radioattivi ritrovati in Valsesia continuano ad alimentare dibattiti. Tra le comunicazioni di gran lunga più interessanti che si sono succedute negli ultimi due giorni troviamo quella di Arpa Piemonte:
I risultati dei monitoraggi, ad oggi, effettuati da Arpa Piemonte indicano anche che tale contaminazione ambientale non è attribuibile alla presenza dei siti nucleari dismessi di Trino e Saluggia.
Quella che a caldo sembrava poter essere la spiegazione più probabile, una contaminazione dovuta ai siti nucleari dismessi della zona, non appare più sostenibile. Da ciò deriva il forte ritorno dell’ipotesi che in effetti tali tracce possano essere collegate al noto incidente della centrale nucleare di Chernobyl verificatosi nel 1986. In merito sono risultate particolarmente chiare le parole di Stefano Ciafani, il vicepresidente di Legambiente:
Il Cesio 137, l’isotopo fuoriuscito dal reattore esploso dall’incidente di Chernobyl e caduto sui territori italiani, è infatti ancora presente in molti terreni e può concentrarsi in alcune specie vegetali e animali, come funghi e selvaggina. Per questo è importante stringere la maglia dei controlli anche sui prodotti alimentari, perché la vicenda dei cinghiali ci ricorda che la coda avvelenata del disastro di Chernobyl non si è ovviamente esaurita.
I cinghiali radioattivi sono quindi stati contaminati con il Cesio 137 in maniera indiretta attraverso l’ingestione di altre sostanze? L’ipotesi si fa sempre più concreta, mentre la possibilità che si siano verificate perdite nei siti piemontesi di Trino e Saluggia appare decisamente più improbabile di quanto si fosse pensato. Tuttavia siamo ancora lontani da avere la certezza assoluta sulla causa delle contaminazioni dei 27 cinghiali analizzati.
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mario 10 Marzo 2013 il 3:20 pm
Che ne dite delle centrali francesi che si trovano a pochi km dai luoghi interessati e che pare non sempre informino la gente del posto quando incappano in qualche momento di criticità?
mario 10 Marzo 2013 il 3:21 pm
mario ha detto: