Il concetto che si è insinuato da circa un decennio a questa parte in Cina è quello della “crescita a tutti i costi”. Questa follia prevede che per far registrate tassi di PIL sempre più alti ogni anno che passa, si può essere disponibili a pagare qualsiasi prezzo, anche avvelenare l’acqua, espropriare terreni agricoli e ridurre l’aria ad un concentrato di smog. Tutto questo ha portato il Paese ad essere il più inquinato del mondo, ma in alcune zone la situazione è davvero spaventosa. Il livello di distruzione ha raggiunto proporzioni tali da aver fatto ribattezzare alcune aree “villaggi del cancro”.
Si tratta di villaggi in cui l’ambiente è talmente devastato che l’aria, l’acqua ed il suolo contengono talmente tanti agenti tossici da condannare la popolazione ad una morte per tumore sicura. Il Governo, in questo periodo in cui ha i riflettori contro, ha dovuto ammettere l’esistenza di questi villaggi, stimandoli in un centinaio. Secondo osservatori indipendenti invece sarebbero come minimo 400.
La situazione peggiore è quella dei corsi d’acqua, praticamente tutti contaminati dagli scarichi industriali. La giornalista Deng Fei ha recentemente lanciato un appello al popolo cinese in cui chiede di fotografare la situazione dei fiumi vicino a casa propria, e postare le foto su internet. L’accusa afferma che i corsi d’acqua sono avvelenati due volte: dagli scarichi delle industrie chimiche e dalla contaminazione della falde acquifere legate alle discariche. Attualmente in Cina sono attivi 40 mila impianti tra chimici e petrolchimici, e tutta l’area nel raggio di 5 chilometri intorno ad ognuna di queste centrali è considerata pericolosa per l’uomo.
Secondo la denuncia di Deng Fei, il Governo cinese avrebbe già speso 112 miliardi di dollari in operazioni di ripulimento delle falde acquifere e dei corsi d’acqua, ma il 43% dell’acqua monitorata risulta ancora pericolosa per l’uomo. E che dire dell’aria? A Pechino negli ultimi 10 anni i tumori al polmone sono aumentati del 60%, nonostante il numero dei fumatori sia rimasto stabile. Secondo l’Accademia Cinese delle Scienze il problema in città si chiamerebbe “smog fotochimico”, un fenomeno che si è registrato a Los Angeles tra gli anni ’40 e ’50 e che è ritenuto responsabile della morte di 800 persone. I numeri in Cina sono molto peggiori e secondo i ricercatori sarebbero 800 milioni i cittadini che rischiano di morire non solo nei 400 villaggi del cancro, ma in qualsiasi zona inquinata del Paese.
[Fonte: Qz]
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