Girovagando nella rete veniamo a sapere che è in produzione un altro parco eolico cinese da record, con 240 turbine che producono 648 megawatt. Ma questo non avviene in Mongolia, ma in Texas. Questa fattoria eolica da 1,5 miliardi dollari, una joint venture cinese/americana pagata in parte dalle banche cinesi, non sarà costruita con le turbine dei soliti americani, ma con le macchine cinesi della A-Power.
Inutile dire che, la maggior parte dei posti di lavoro verdi del progetto sarà creato in Cina. Da qui si spera di ottenere il 30% (o 450 milioni di dollari) del finanziamento dai fondi di stimolo degli Stati Uniti. Insomma, per farla breve, tecnologia cinese, lavoratori cinesi, guadagno cinese, fondi americani. Non c’è niente di strano?
Cappy McGarr, Managing Partner della società che sta finanziando il progetto con la Cina Shenyang Power Group, ha detto in un comunicato stampa che il progetto potrebbe
incentivare la crescita eccezionale nel settore delle energie rinnovabili e creare direttamente centinaia di posti di lavoro altamente remunerativi.
In realtà, il progetto creerà poco più di 300 posti di lavoro americani, ma la maggior parte di loro sarà temporaneo. In Cina invece i posti di lavoro saranno duemila. Insomma, anche gli Stati Uniti stanno cominciando a vivere il dramma lavorativo italiano.
La centrale eolica è un simbolo della Cina che promette un’economia verde. Gli sforzi della Cina sono da lodare per il loro impatto sul mercato interno. Il Paese infatti è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo principale contro il cambiamento climatico, che è un 20% di riduzione dell’intensità energetica entro la fine del prossimo anno. E se continuerà a costruire le più grandi centrali a carbone ad alta efficienza al mondo, è probabile che soddisfi anche l’obiettivo del 15% della sua energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2020, quando 150 gigawatt di energia eolica installati saranno oltre cinque volte quello che l’attuale governo USA ha stabilito. Ma non solo. Una casa ogni 10 in Cina ha già pannelli solari, un numero che cresce del 20% ogni anno.
Ma sul mercato globale, se per uno sviluppo di tecnologie pulite può andar bene la concorrenza, la Cina è largamente percepita come una grave minaccia per la “green tech” di tutto il mondo. Naturalmente, con i giusti incentivi, una vivace concorrenza sul mercato può essere avviata nella produzione e nei prezzi, ma il fatto è che non ci sono eque condizioni di concorrenza. La Cina è largamente percepita come un luogo dove la tecnologia occidentale verde viene “rubata”.
Il progetto in Texas genererà tanta energia quanto una centrale a carbone di grandi dimensioni. Ma in un momento in cooperazione USA-Cina è la chiave per costruire una economia a basso consumo di carbonio. Sperando in una concorrenza quanto più leale possibile.
Fonte: [Treehugger]