LAV (Lega Anti Vivisezione) ha dato vita alla prima certificazione italiana di prodotti 100% vegetali. Con un certo orgoglio la Onlus che da anni si batte per la salvaguardia degli animali ha presentato a Milano la nuova certificazione green, ottenuta grazie alla collaborazione con l’Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale (ICEA). Come si legge sul sito della LAV, 100% vegetale vuol dire che il prodotto confezionato prevede:
- l’assenza di ingredienti di origine animale durante tutte le fasi della produzione fino al confezionamento;
- l’assenza di impiego di OGM;
- l’assenza di test sugli animali per testare additivi e altre sostanze chimiche;
- l’assenza di contaminazione del prodotto da altri prodotti o sostanze di origine animali.
Il metodo di etichettatura non lascia dubbi sulle diverse fasi della produzione, fornendo indicazioni indispensabili per chi vuole acquistare e consumare solo prodotti con certificazione 100% vegetali, come ha spiegato Roberto Bennati, vicepresidente della LAV
Una certezza in più per i cosumatori, una scelta qualificante per l’azienda che potrà decidere di certificare singoli prodotti. Il logo 100% vegetale, caratterizzato dal simbolo della forchetta verde, sarà apposto sl prodotto certificato, ovvero che avrà soddisfatto tutti i requisiti previsti dal disciplinare tecnico, e questo garantirà l’assenza di qualsiasi contaminazione di sostanze di origine animale, senza dover leggere gli ingredienti in etichetta, peraltro spesso non di semplice interpretazione.
La scelta di acquistare prodotti 100% vegetali ha un significato ben preciso per il consumatore sostenibile vegetariano, oggi il 6,3% della popolazione italiana, consapevole che gli allevamenti sono responsabili per il 18% delle emissioni di gas serra totali e consapevole del fatto che non mangiare carne di bovino e di agnello vuol dire limitare i danni causati dalle emissioni di CO2 e l’effetto serra. Difatti, come informa la LAV le carni di bovino e di agnello sono quelle più dispendiose sotto il profilo ecologico, generando rspettivamente 27 e 39,2 Kg di CO2 per Kg di alimento. Gli esempi forniti da LAV per abbattere i gas serra non si esauriscono qui: se un uomo decidesse di sostituire 1 hamburger a settimana con un piatto a base di proteine vegetali, a livello di emissioni di anidride carbonica, è come se avesse percorso 515 km in meno con la propria vettura.
[Fonte e foto: LAV]