In principio fu l’inquinamento. Il Novecento probabilmente passerà alla storia come il secolo “sporco”, in quanto in questo periodo sono stati emessi gas e scorie nocive in quantità industriali, distruggendo l’ambiente. Per tentare di arginare questo fenomeno ad inizio anni ’60 nacque il movimento ambientalista, che aveva come principi cardine “difesa, rispetto e miglioramento”.
La prima vera azione fu compiuta nel 1962 con la pubblicazione del libro Silent Spring, di Rachel Carson, in cui vengono inseriti i punti cardine della difesa dell’ambiente e si narrano le prime manifestazioni degli anni precedenti contro l’inquinamento. Da allora le azioni si sono susseguite e hanno tentato di limitare i danni che hanno sconvolto il mondo nell’ultimo mezzo secolo.
Il sito Mother Nature Network segnala le 8 catastrofi mondiali in cui l’ambientalismo ha avuto un ruolo fondamentale, ma di certo è troppo riduttivo parlare solo di 8 azioni, in quanto i vari movimenti, dai più famosi come Greenpeace e WWF, ai meno noti che lavorano solo su piccole aree, si sono impegnati in battaglie sempre più continue tanto da far diventare l’azione un vero e proprio lavoro.
La catastrofe peggiore che ha visto in prima linea l’azione degli ambientalisti è senza dubbio il disastro della petroliera Exxon Valdez. La maggior parte di voi probabilmente non lo ricorderà, dato che è avvenuto nel 1989, ma accadde che, urtando una scogliera in Alaska, riversò in mare 42 mila metri cubi di petrolio greggio, uccidendo più di 250 mila uccelli marini, 2.800 lontre, 300 foche, 250 aquile, 22 orche e miliardi di uova di pesci.
Ma come non ricordare il disastro di Cernobyl, 1986, quando esplose la centrale nucleare ucraina uccidendo 65 persone direttamente, e circa quattromila indirettamente. Secondo le stime di Greenpeace le persone che moriranno nei 70 anni successivi a causa delle leucemie e per gli altri problemi causati dalla fuga di radazioni saranno almeno 6 milioni.
Ma ancora, gli ambientalisti sono intervenuti nello sversamento, durante la prima Guerra del Golfo (1991) di diversi milioni di litri di petrolio nel mare, a cui si aggiungeranno successivamente i 3 milioni di barili bruciati dagli iracheni; ma ancora, la nube tossica in India dell’84 (25 mila morti), il disastro dei rifiuti chimici nel “Love Canal” nei pressi del Niagara; fino alle più recenti catastrofi, come quella del 2008 in cui oltre un miliardo di litri di cenere di carbone, composta da piombo, mercurio, arsenico e altri metalli pesanti mortali, fuoriuscirono dalla centrale del Tennessee Valley Authority di Kingston e finirono con l’inquinare i campi e i fiumi circostanti.
Ma le battaglie di certo non finiscono qui. Che dire delle lotte per combattere l’inquinamento da plastica, la deforestazione, la caccia alle balene, o anche azioni più circoscritte, come per ultima quella che ha riguardato lo sversamento di diversi litri di petrolio nel fiume Lambro, in cui il pronto intervento delle varie associazioni, con in testa Legambiente, ha evitato conseguenze peggiori.
Di certo la battaglia è ancora lunga, ma il solo pensiero che tutte queste catastrofi sarebbero potute essere ben peggiori senza l’intervento degli ambientalisti ci consente di augurare al movimento di festeggiare ancora tanti compleanni per il futuro.
Fonte: [Ansa]
gg 10 Aprile 2010 il 3:44 am
piu scorie radiattive gettano nel mar ionio piu
propabile che nasca un virus che potrebbe distruggere gli esseri viventi
di questo pianeta .
le scorie radiattive procurano ingenti danni economici
e si manifestano dopo dieci anni nella catena alimentare
e nelle economie globali . sars aids ecc…
Roland 1 Marzo 2017 il 1:19 am
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