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L’Africa, continente dalle bellezze incomparabili ed ineguagliabili, rischia di perdere le sue caratteristiche uniche al mondo, a causa delle profonde devastazioni in atto e dei bruschi cambiamenti climatici.
Questo è l’allarme lanciato dall’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, in un atlante che documenta le trasformazioni subite dal continente nero nel corso degli ultimi anni.

L’azione distruttrice dell’uomo è testimoniata da centinaia di foto ed immagini satellitari, che mettono a confronto il prima ed il dopo, prendendo in esame le mutazioni fisiche degli ultimi 30 anni.
L’evidenza tra ciò che c’era e ciò che resta è sconcertante: laghi scomparsi nel nulla, foreste rase al suolo, costruzioni o meglio devastazioni umane con pretese di creare civiltà che hanno deturpato il paesaggio, feriscono la vista di chi l’Africa la immaginava incontaminata, in quelle foto di tramonti stupendi con leoni ed elefanti rivolti verso orizzonti dorati.


Le 400 pagine del rapporto Onu mostrano com’è cambiato il volto dell’Africa a causa degli interventi dell’uomo.
I ghiacciai dell’Uganda si stanno restringendo sempre più velocemente; la foresta pluviale del Congo è stata deturpata dalla costruzione di fitte reti stradali; la città di Dakar è divenuta una metropoli, sconvolgendo gli equilibri preesistenti.

cera-una-volta-lafrica-ora-ce-luomo-foto1.jpgAlla base di questi rovinosi cambiamenti fattori come la siccità, l’intervento dell’uomo, l’urbanizzazione scriteriata, i conflitti interni, i cambiamenti climatici causati dall’inquinamento terrestre, la deforestazione.
Tutte conseguenze provocate dall’animale più intelligente: l’uomo.
Che forse sarà il più intelligente a compiere disastri, questo è certo.

L’agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente ha inteso raggiungere, con questo atlante, un duplice scopo: lanciare un allarme e, nello stesso tempo, un appello per fermare i cambiamenti in Africa.
Non tutto è infatti perduto.
In Niger, ad esempio, nella regione Tahouhah, negli ultimi anni sono stati ripiantati e curati gli alberi, e oggi la situazione è nettamente migliorata.
Ma non basta ancora a salvare il continente africano dalla rovina.
Come riportato da Repubblica, i campanelli d’allarme sono molti:
Dagli spettacolari ghiacciai del Kilimangiaro che nel 2020 potrebbero scomparire, alla deforestazione selvaggia e alla biodiversità a fortissimo rischio in almeno trenta Paesi del continente. Il monito dell’agenzia internazionale è netto: l’Africa perde oltre quattro milioni di ettari di foreste l’anno, il doppio rispetto alla media mondiale. Erosione e uso di prodotti chimici hanno degradato il 65 per cento le terre arabili. In più, la popolazione in continua crescita costituisce una nuova, crescente minaccia per l’ambiente.
Cliccate qui per vedere la gallery delle immagini scattate dal satellite sulle devastazioni in Africa.

Commenti (2)

  1. Quest’anno Al Gore ha ricevuto l’Oscar per il suo film inchiesta Una Scomoda Verità, credo che tutti abbiano l’obbligo morale di guardarlo almeno una volta. Purtroppo dall’anno della sua pubblicazione ad oggi, le variazioni climatiche hanno operato catastrofi ben peggiori rispetto alle aspettative degli scienziati che sono coinvolti nello studio di questo argomento prioritario su tutto il resto delle attività umane. Sulla catena dell’Himalaia i ghiacciaia si sono ristreti spaventosamente veloce (e non si sta facendo allarmismo gratuito), a quota 4700 metri non esiste nemmeno un cubetto di ghiaccio e a quota 5000 non esiste nemmenop la neve che quando cade resiste solamente un paio di giorni. La temperatura al Polo Nord si è alzata di 0,5 gradi e la calotta si è ridotta scomparendo del tutto durantre l’estate, e si spera si ricomponga nell’inverno (che i glaciologhi dicano “speriamo” è tutto dire…). I laghi africani dell’entro terra sono spariti nella maggior parte dei casi (il Ciad non esiste più ed era chiamato mare…). In asia il mar Caspio è più che dimezzato. Le regioni sentinella (i poli) sono i più impresionanti, ma quello che ancora tardano a diffondere come notizia, è l’innalzamento delle acque degli oceani. Il Bangladesh, per esempio, è sotto 50 cm di acqua per due motivi: lo scioglimento dei ghiacciai Imalaiani trasportano verso valle miliardi di tonnellate alla settimana di detriti e sabbia depositandole lungo i due più grandi fiumi indiani e innalzando ai loro delta barrierer di sabbia che trattengono le acque. Questo scioglimento ha creato una moltitudine di laghi ad alta quota pronti a riversarsi sulle popolazioni a valle; per sono trattenuti da barriere moreniche, le quali sono formate da terreno molto instabile e pronto a cedere entro un paio d’anni. I monsoni che soffiano maggiormente e gli uragani che imperversano (sul Bangladesh ne sono arrivati due in rapida successione) hanno letteralmente allagato l’entro terra, i contadini si sono convertiti da agriocoltori in allevatori di gamberetti. Più di 9.000.000 di kilometri quadrati di entro terra sono sotto 20-30 centrimetri di acque salmastre, si è formato un immenso lago interno e ramificato. Le coste atlantiche della Francia sono leggermente arretrate e si teme per i Paesi Bassi. La Florida sta cambiando orografia per le stesse ragioni, beh…ce n’è di che stare allegri. Ormai i modelli delle variazioni climatiche studiati circa un vent’ennio fa, non hanno più alcun valore perchè i climatologhi stanno lavorando, ormai, da un anno con l’altro data l’elevata velocità del cambiamento globale in atto; eppure si grida evviva perchè il Bush ha detto di aver salvato gli orsi polari (si quelli allo zoo di Berlino nati, no, nato in cattività).

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