Centrali a Carbone, il WWF nel dossier “Il carbone in Italia” ribadisce come, al momento, nel nostro paese siano in funzione due dei peggiori mostri d’Europa, siti rispettivamente a Brindisi sud e a Civitavecchia. Sono entrambi nella top 15 degli impianti più inquinanti di tutto il continente.
In occasione, ieri, della giornata contro il carbone si torna a parlare di questa vecchia e sporca forma energia. Perché in Italia il carbone non è certo morto, al contrario: a Brindisi sud è presente la nona centrale più inquinante d’Europa, a Civitavecchia la 14ma più inquinante del continente, due mostruosità che emettono la bellezza di 23 milioni di tonnellate di CO2. E purtroppo i problemi non si limitano alle centrali a carbone esistenti: vi è infatti già il progetto (come molti sanno) di trasformare la centrale di Porto Tolle nel Parco del Delta del Po in un impianto a carbone, di aumentare le dimensioni della centrale di Vado Ligure, nonché di aprirne una del tutto nuova a Saline Ioniche.
In Italia oggi, sempre secondo il dossier WWF Il carbone in Italia, risultano funzionanti e attive ben 13 centrali a carbone che, stando al 2010, in quell’anno hanno prodotto energia pari all’11,6% del fabbisogno elettrico italiano. Questo 11,6% lo abbiamo pagato con 35 milioni di tonnellate di CO2, ovvero con il 30% delle emissioni di CO2 complessive del sistema elettrico italiano.
La richiesta del WWF, che noi ovviamente condividiamo, è di fermare alcune delle peggiori centrali a carbone che continuano ad ammorbare la nostra aria, ma anche di bloccare i nuovi progetti di espansione e di nuove costruzioni, nuovi progetti di cui peraltro non si sente affatto la necessità nel nostro paese, “in un sistema elettrico che vede le centrali tradizionali già sovrabbondanti, con una capacità addirittura doppia rispetto al massimo picco di domanda mai raggiunto”.
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