E’ tornata a parlare di nucleare, oggi, il ministro dell’Ambiente italiano Stefania Prestigiacomo, nel corso dell’inaugurazione della centrale solare Archimede dell’Enel Priolo Gargallo nel siracusano. Lo ha fatto esprimendosi a favore di una convivenza di energie, tradizionali, nucleare e rinnovabili, sul modello di non meglio specificati “tutti i Paesi” e sottolineando come l’energia nucleare non sia da intendersi come un’alternativa alle fonti rinnovabili:
L’energia nucleare non è alternativa alle fonti rinnovabili. Tutti i Paesi si stanno orientando sul mix energetico che vede una metà provenire da fonti tradizionali con l’uso del petrolio e il restante 50% che è un’ulteriore mix tra nucleari e energie rinnovabili.
La Prestigiacomo ha poi proseguito plaudendo alla centrale solare termodinamica Archimede di Siracusa, un impianto in grado di produrre energia anche di notte:
Questa centrale Archimede dell’Enel a Siracusa è la testimonianza ulteriore di come stiamo facendo grandi passi avanti e di quanto il governo anche con le correzioni alla finanziaria, intende sostenere con convinzione un settore in forte crescita in tutto il mondo, e l’Italia non può perdere la corsa verso le fonti rinnovabili. Ma le fonti rinnovabili e il nucleare costituiscono insieme il 50% del mix energetico non dipendente dalle fonti tradizionali che rappresenta il futuro.
Per il ministro dell’Ambiente italiano, la costruzione di una centrale solare in un territorio martoriato dai danni ambientali provocati negli ultimi cinquant’anni da quello che è il polo di raffinazione del greggio più grande d’Italia, ha un valore più che simbolico, malgrado restino ancora profonde ferite da rimarginare nell’area:
A Priolo ci sono ancora molte ferite da rimarginare ma oggi diventa avanguardia della ricerca e della produzione di energia pulita.
Tornando alla centrale solare Archimede, in un comunicato, l’Enel fornisce i principali dati sulle caratteristiche tecniche e sul risparmio di petrolio e CO2, insieme a qualche curiosità e “primato” dell’impianto. Iniziamo dal nome che si deve agli specchi parabolici caratteristici della centrale che ricordano in qualche modo gli specchi ustori di Archimede. Durante la guerra punica del 212 a.C. lo scienziato incendiò le navi romane che assediavano Siracusa, proprio avvalendosi degli specchi. La speciale tecnologia utilizzata nell’impianto di Priolo si deve agli Archimede dell’Enea che hanno impiegato, per la prima volta, come fluido vettore i sali fusi, composti da una miscela di nitrati di sodio e potassio, capaci di trattenere a lungo il calore solare.
Il fluido è contenuto in 5.400 metri di tubazioni sulle quali viene convogliata la luce solare raccolta da circa 17.300 pannelli a specchi (collettori parabolici) disposti su una superficie di 30.000 metri quadrati. L’energia termica raccolta produrrà vapore ad alta pressione che verrà convogliato nelle turbine della centrale, producendo energia elettrica.
La capacità dell’impianto solare centrale è di circa 5 MW di energia elettrica, il risparmio di petrolio è stimato in 2.100 tonnellate, le riduzioni sulle emissioni di CO2 sono quantificate dall’Enel in circa 3.250 tonnellate.
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