Una grande movimentazione del forum Salviamo il paesaggio ha portato all’invio di una richiesta di censimento del consumo di suolo a 8101 comuni italiani, da compilare cortesemente entro sei mesi. Il problema del consumo del suolo, come ben sanno gli ambientalisti, è una problematica centrale in Italia, ma i grandi sforzi degli ambientalisti non hanno ottenuto molto, purtroppo, dai comuni italiani: solo (o quasi) silenzio.
La regolamentazione del consumo di suolo in Italia, come in moltissimi altri stati, è una questione di vitale importanza per l’ambiente e l’agricoltura. A maggior ragione duole quindi vedere i risultati di una grande campagna per il censimento del consumo di suolo proposta dal forum Salviamo il paesaggio: non dati più negativi del previsto, ma disinteresse, disinteresse, disinteresse. Purtroppo, a ciò si abbina anche la farraginosa burocrazia italiana, a impedire una semplice raccolta dati “non imposta”. E tuttavia, la burocrazia conta fino a un certo punto: tra le risposte più frequenti troviamo anche una sorta di invocazione alla privacy che non deve essere violata, seppur nella tabella del censimento si parla del numero di appartamenti sfitti e di null’altro. E di fatti, commenta il coordinatore del Forum Salviamo il paesaggio Alessandro Mortarino:
Non vogliamo credere che le amministrazioni davvero non dispongano di questi dati, perché vorrebbe dire che fanno i piani di governo del territorio (Pgt) senza gli elementi fondamentali per una programmazione del territorio. Sapere a che punto siamo sul consumo del suolo italiano è importante per capire dove vogliamo andare e quale sviluppo è ancora possibile. Per questo non ci fermiamo e insisteremo finché ogni Comune non abbia restituito la sua scheda.
A riprova della bontà dell’iniziativa, nonostante la riottosità della maggior parte dei comuni italiani, la richiesta di proroga dei termini da parte di alcuni e la puntualissima consegna della tabella da parte di altri. Forse il problema, in tutto questo, sono proprio i motivi a causa del disinteresse manifestato dai più: la dimensione politica locale che potrebbe, e dovrebbe, interessarsi delle problematiche riguardanti il proprio territorio e il proprio paesaggio, sembra essere ben lontana da quel ruolo attivo, ricettivo e propositivo che ci si augurerebbe ricoprisse.
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