Salviamo Stresa dal cemento

Salvare Stresa dal cemento che rischia di inondarla deturpando proprio quell’immagine che è fonte di reddito e di attrazione per i tanti turisti che la scelgono come meta per le loro vacanze. Un appello a cui non possiamo rimanere indifferenti perché particolarmente sensibili alla cementificazione selvaggia che sta distruggendo il nostro bellissimo territorio. A lanciare l’allarme per il lungolago è il gruppo consiliare Insieme che è fortemente preoccupato per la variante al Prg che, pensate che devastazione, consentirà di costruire 150 mila metri cubi di “alberghiero”, a dispetto di quanto prevede, ed in netto contrasto anzi, con quanto stabilito attualmente dal Piano Paesaggistico Regionale.

Diffondiamo l’appello inviatoci da Giovan Battista Vecchi, capogruppo consiliare di Insieme:

Salviamo Stresa prima che sia troppo tardi: 158mila metri cubi di volumetria alberghiera, se realizzati fronte lago, distruggerebbero il paesaggio che ha reso famosa nel mondo la Perla del Lago Maggiore.

La variante urbanistica che verrà presentata dalla giunta Di Milia prevede 158mila metri cubi di nuova capacità edificatoria alberghiera, spiegano dall’associazione, a fronte di soli 98 mila ancora disponibili nel piano vigente.

La preoccupazione ci ha spinto a chiedere un incontro presso la Soprintendenza perché si prospetta innanzitutto un danno irreparabile a un paesaggio unico, come quello di Stresa, e perché questa soluzione è in aperto contrasto con il Piano Paesaggistico Regionale, che prevede, sul tratto di costa interessato, il mantenimento delle soluzioni di continuità del costruito.

Gli alberghi andrebbero a sostituirsi ai parchi di ville storiche come la Castelli e Villa Elisa sottraendo territorio e dunque respiro all’attuale visuale del paesaggio che finirebbe soffocato dal cemento. Per Insieme bisogna promuovere le strutture ricettive ma sempre tenendo bene in mente il territorio e quella che è l’identità paesaggistica che attira i turisti, un’identità che non si può andare a scalfire colmandola di cemento. Le ville stesse, d’altra parte, potrebbero avere valenza ricettiva senza andare ad intaccare nuovo territorio.