G8 di Copenaghen, i moniti degli scienziati e le risposte dei politici

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Mancano 6 mesi alla conferenza sul clima che cambierà il mondo. Il prossimo dicembre a Copenaghen dovrebbe esserci la riunione più importante dal punto di vista ambientale della storia del genere umano. Per arrivarci preparati l’Onu ha presentato una prima bozza di testo su cui discutere, da rendere noto ai politici delle varie nazioni, ma anche agli esperti che lo dovranno valutare e migliorare. Il tempo per farlo c’è, ma non è così tanto.

Questo documento servirà prima di tutto per renderci conto a che punto siamo con gli obiettivi del protocollo di Kyoto, il quale scadrà nel 2012. Poi bisognerà porre i nuovi parametri per prolungare il controllo anche dopo tale data, i quali andranno a coprire il periodo fino al 2020, e con alcune indicazioni per arrivare fino al 2050. Come facilmente prevedibile, molti uomini politici già hanno cominciato ad esprimere le proprie perplessità, se non a protestare, mentre al contrario gli scienziati dicono che questo testo non è sufficiente ad arginare il problema, e che anzi questo va affrontato con più severità. Andiamo a capire cosa gli scienziati chiedono.

Solarexpo: l’Italia c’è, il Governo no

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Ancora una volta il Governo dimostra la sua completa mancanza di sensibilità verso la politica delle energie rinnovabili, il vero motore per uscire dalla crisi. Si è appena conclusa Solarexpo, la fiera dell’energia solare che come ogni anno si è tenuta a Verona dal 7 al 9 maggio. Una fiera che, di anno in anno, va ad incrementarsi, con nuovi padiglioni (quest’anno erano 9, tre in più rispetto alla scorsa edizione), 64 mila visitatori (record) e tante, tantissime aziende, non solo italiane, decise ad investire in questo campo.

Insomma, c’erano tutti, tranne i rappresentanti di Governo. Si attendevano il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, l’uomo che ha a cuore il nucleare, e la Ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Si attendevano, appunto. Perché si sono fatti attendere talmente tanto che si è capito che alla fine non sarebbero più venuti. Lo sconcerto non viene tanto nel sapere che i ministri del nostro Governo non si siano informati sulle nuove tecnologie rinnovabili. Il problema è che siccome con loro si muove anche una grande macchina mediatica, mancando la loro presenza, le uniche telecamere che si sono viste a Verona sono state quelle di qualche network locale, finendo con lo scomparire della notizia a carattere nazionale.

Convegno Unep di Ginevra: eliminare 9 agenti chimici inquinanti dal mondo

A Ginevra si è aperta la quarta conferenza delle Parti della Convenzione di Stoccolma. Un meeting che riunisce i rappresentanti di 150 Paesi in tutto il mondo, organizzata dalle Nazioni Unite per il programma dell’ambiente (Unep). Il tema di quest’anno sarà la lotta ai gas ad effetto serra dovuti agli agenti chimici immessi deliberatamente nell’aria.

Una prima battaglia è stata vinta negli anni passati quando fu messa al bando la famosa “sporca dozzina“, 12 agenti chimici come i pesticidi che, si è dimostrato, contribuivano ad allargare il buco dell’ozono. Ma non solo. Alcuni di essi erano stati correlati a malattie respiratorie o addirittura al cancro, oltre che ad avvelenare migliaia di persone, compromettendone il sistema immunitario e provocando disturbi di riproduzione. Può sembrare tanto, ma secondo la Fao i prodotti chimici utilizzati in agricoltura si aggirano intorno ai 70 mila, quindi eliminarne solo 12 non è un gran danno, anche se sono i più diffusi.

Principe Carlo d’Inghilterra, l’alfiere della cultura ambientale in visita in Italia

Che il Principe Carlo, erede del trono d’Inghilterra, ci tenesse all’ambiente, questo era risaputo. Vi avevamo già raccontato del mese scorso quando, in un meeting con i più importanti industriali del mondo, spiegò che al mondo restavano altri 100 mesi di tempo per invertire la rotta, per evitare di andare verso una deriva catastrofica, il cosiddetto punto di non ritorno.

Evidentemente quel 100 non era detto così per dire, perché a distanza di un mese, in visita a Roma, Carlo ha ribadito che mancano 99 mesi al punto di non ritorno. Praticamente un count-down. Magari in questo modo lo prendono sul serio. Il cruccio principale che tormenta il futuro Re d’Inghilterra è il pensiero che un giorno i suoi nipoti potranno vivere in un mondo climaticamente sconvolto, e possano pensare che all’epoca (cioè oggi) i suoi antenati non hanno fatto niente, o non hanno operato a sufficienza, per evitare questo disastro.

G8: il ministro dell’ambiente brasiliano attacca: “Respinte le misure concrete”

Come abbiamo potuto vedere negli articoli precedenti a questo, durante tutto il g8 di Siracusa si sono usate tante belle parole come tutela della biodiversità, incremento nell’utilizzo delle energie rinnovabili, taglio delle emissioni di CO2, ecc. Ma poi, come spesso accade in politica, queste parole sono rimaste tali, e non si sono presi provvedimenti concreti per raggiungere quegli obiettivi.

Un impegno il Ministro dell’Ambiente del Brasile, Carlos Minc, l’aveva proposto. Anzi, più di uno, ma di fronte alla concretezza, molti “grandi capi” sono scappati a gambe levate. Dopo la chiusura del meeting la nostra Ministra Prestigiacomo si è affrettata a precisare che le proposte di Minc sono rimaste tra le possibili soluzioni “da discutere“, ma che non sono state inserite nelle conclusioni o negli impegni da prendere. Minc intanto, da parte sua, si dice deluso del trattamento, anche perché il suo Paese, da sempre al centro di molti problemi legati all’ecologia, sta prendendo già da qualche tempo delle misure per contrastare l’inquinamento e la deforestazione, ma vista la reticenza degli altri Paesi, si sente un po’ isolato. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

G8: ecco la carta di Siracusa sulla biodiversità

A 24 ore dalla chiusura dei lavori del g8 di Siracusa, ecco diffuso il comunicato ufficiale sull’accordo trovato dai ministri dell’ambiente dei Paesi partecipanti (Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, Canada e Russia) insieme ad altri ministri che hanno accompagnato i lavori (Australia, Brasile, Cina, Repubblica Ceca, Egitto, India, Indonesia, Messico, Repubblica di Corea, Sud Africa, Svezia), i quali si sono assunti l’impegno di perseguire politiche planetarie in favore dell’ambiente, ed in particolare della biodiversità.

Il documento ufficiale è possibile consultarlo tramite questo link. Noi intanto proviamo a riassumere i 24 punti fondamentali su cui si basa l’accordo. Essi partono tutti dalla premessa di riconoscere l’importanza della biodiversità (la quale non è una cosa scontata, visto che sono in molti a darle poca importanza), dalla volontà di porre le basi per uno sviluppo parallelo dell’economia con l’ambiente, e per una partenza da un punto comune per i prossimi trattati, come quello di Copenaghen o di Hokkaido.

G8: accordo sulla biodiversità

La terza giornata del g8 sull’ambiente si conclude con un impegno da parte di tutti i ministri dell’ambiente su uno dei punti fondamentali dell’ecologia attuale: la tutela della biodiversità. In chiusura del meeting di Siracusa si è trovato l’accordo, ratificato con una sorta di trattato, suddiviso in 24 punti, in cui è spiegato cosa si farà per tutelare le specie in via d’estinzione, gli animali che vivono nelle zone a rischio deforestazione, ecc.

In particolare le prime anticipazioni sul trattato, che pubblicheremo domani nella sua forma ufficiale, parlano di 4 maxi-categorie nelle quali rientrano gli accordi presi questa mattina. Esse sono il rapporto tra biodiversità e clima; biodiversità ed economia; biodiversità e ecosistemi; ed infine scienza e ricerca.

G8 ambiente: si comincia dal rinnovabile

La notizia sensazionale che trapela dai primi incontri del g8 sull’ambiente di Siracusa è che il nostro Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha finalmente cominciato a parlare di energie rinnovabili. La ministra che non ha fatto una grinza in Parlamento quando si è parlato di nucleare, quando si è fatto uno scempio nella gestione dei rifiuti, e quando sono stati tagliati i fondi per l’edilizia ecologica; ma davanti agli altri ministri dell’ambiente del mondo ha incentrato il suo discorso sulla necessità di puntare sul rinnovabile.

In particolare sull’eolico, ma anche sul sole. La discussione sulla veridicità dei dati sul riscaldamento globale e sull’impatto ambientale dell’uomo per fortuna non è stata nemmeno aperta, dato che finalmente nessuno più mette in dubbio i dati sul clima. Nobuo Tanaka, responsabile dell’agenzia internazionale dell’energia, ha aperto il congresso con dei dati a dir poco tragici: se continuiamo così, senza prendere provvedimenti ambientali, entro il 2030 le emissioni di CO2 aumenteranno del 45%, con un aumento della temperatura globale di 6 gradi.

Earth Day, 10 punti su cui riflettere

Oggi si inaugura l’Earth Day, così vogliamo dare un’occhiata allo stato di salute della Terra e dei suoi abitanti. Un checkup planetario per vedere come vanno le cose e analizzare alcune aree di miglioramento. Dai poli alle profondità del mare, cerchiamo di capire il nostro impatto sul pianeta e su noi stessi.

  1. Fusione dell’Artico. Dopo il dramma delle ultime estati artiche che hanno assottigliato i ghiacciai, alcuni scienziati sono sempre più preoccupati per la futura sopravvivenza del ghiaccio del mare Artico. Uno studio recente ha stimato che quelle acque potrebbero non avere più ghiacci nei prossimi 30 anni, molto prima rispetto alle precedenti stime che indicavano in un secolo la scadenza;
  2. Crollo dell’Antartico. L’Antartide ha visto il suo ghiaccio fondersi come accaduto per il ponte di ghiaccio del Wilkins Ice Shelf. Questa è una delle nove piattaforme di ghiaccio antartico che si sono perse negli ultimi decenni, una risposta ai “negazionisti” del riscaldamento globale;

The Awakening, un gigante di alluminio al G8 Ambiente di Siracusa

Si chiama J. Seward Johnson Jr. ed è il più famoso scultore contemporaneo negli Stati Uniti. E’ lui l’autore di The Awakening, un gigante di alluminio che accompagnerà i lavori del G8 Ambiente, in programma a Siracusa dal 22 al 24 aprile prossimi, su iniziativa della presidenza italiana.
Il meeting che vedrà protagonisti i ministri dell’ambiente degli otto Grandi, per l’Italia l’onorevole Stefania Prestigiacomo, affronterà in primis i temi caldi dei mutamenti climatici e della conservazione della biodiversità, ma non mancheranno proiezioni, mostre, esposizioni ed eventi collaterali patrocinati dal Ministero dell’Ambiente per il G8 Ambiente.

Il programma dei lavori e delle manifestazioni che animeranno il capoluogo siciliano è disponibile on-line. Ma oggi vogliamo parlarvi in particolare di RestArt, una delle tante mostre prevista in apertura dei lavori e dedicata agli artisti del riciclo, simboleggiati magistralmente proprio dall’enorme scultura in alluminio che verrà esposta nella centralissima Piazza Duomo.

G-20, ecco cosa è stato deciso per l’ambiente

Il vertice del G-20 di Londra si è appena concluso. I leader del mondo si sono riuniti per discutere ed attuare strategie economiche a livello mondiale per combattere la recessione. E mentre molti si auguravano che l’ambiente potesse svolgere un ruolo più importante tra le priorità dei provvedimenti governativi, gruppi di ecologisti di tutto il mondo stanno già parlando di una “occasione perduta” per affrontare il cambiamento climatico in maniera significativa.

Il G-20 si è concluso con un comunicato in cui si parlava di uno stanziamento di mille miliardi di euro (di cui 750 miliardi andranno al Fondo monetario internazionale, e 250 per l’aiuto al commercio e per regole più severe, soprattutto per quanto riguarda le banche). Ma per quanto riguarda l’ambiente? Bè, il problema è stato lì, ma non esattamente in prima linea. Gordon Brown ha discusso la necessità di costruire una economia verde. Ha infatti dichiarato al Los Angeles Times:

Stiamo avviando un accordo senza precedenti sull’espansione fiscale, che farà risparmiare e creare milioni di posti di lavoro che altrimenti sarebbero stati distrutti. Entro la fine del prossimo anno, l’importo di 5 mila miliardi di dollari aumenterà la produzione del 4%, e accelererà la transizione verso una economia verde.

Principe Carlo: “Abbiamo 100 mesi per evitare la catastrofe”

Parlando ad oltre 150 dirigenti d’azienda, al convegno sulle misure da adottare per combattere la crisi economica a livello mondiale di Rio de Janeiro, il principe Carlo ha lanciato un avvertimento agghiacciante: il tempo per salvare il pianeta sta scadendo.

Le proiezioni più ottimistiche ci dicono che abbiamo meno di 100 mesi (poco più di 8 anni, ndr) per modificare il nostro comportamento, prima che i cambiamenti climatici comportino rischi catastrofici ed orrori inimmaginabili. Le difficoltà che il mondo affronta oggi saranno nulla in confronto ai concreti effetti che il riscaldamento globale avrà sull’economia mondiale. I primi risultati sono che in vaste aree del mondo moltissime persone sono costrette sin da ora a fuggire da inondazioni o siccità. C’è incertezza sulla produzione di cibo e sulla mancanza di acqua e, naturalmente, sulla crescente instabilità sociale e di potenziali conflitti. Essa incide sul benessere di ogni uomo, donna e bambino sul nostro pianeta.

Il principe poi ha ribadito che solo lo sviluppo sostenibile, in particolare alla luce della crisi economica attuale, è la strada migliore per l’umanità.

Fa la cosa giusta: la fiera dell’ecologia d’Italia

Si apre dopodomani, 13 marzo, la quinta edizione di uno degli appuntamenti più ecologici del nostro Paese. Si chiama “Fa la cosa giusta“, ed è una fiera che si terrà a Milano per tre giorni, e che riguarderà i nuovi prodotti della moda, del commercio equo e solidale, dell’energia e del turismo, tutti rigorosamente ecologici.

Un esempio? Gli accessori ricavati dalle gomme delle auto. Prodotte da Hell’s Kitchen, sono tante idee provenienti dalle camere d’aria delle ruote di automobili, biciclette e quant’altro. Questa gomma infatti, ripulita da odori e sporcizia della strada, si è rivelato un materiale tessile ottimale per costruire borse, zaini, taccuini, fino addirittura al casco da moto. Tutto 100% ecologico, in quanto si sa che smaltire questo genere di rifiuti è difficile e scomodo. Ed invece in questo modo il riciclo avviene in modo intelligente.

World Future Energy Summit: la speranza per un nuovo mondo ecologico

Ad Abu Dhabi, la città più ricca del pianeta, la vita è da sogno. La media di reddito procapite ammonta all’incirca intorno ai 17 milioni di dollari. Questo è dovuto dal fatto che i ricchi cittadini arabi sono seduti su un’immensa fortuna nera chiamata petrolio (circa un decimo di quello presente su tutta la Terra). Ma nonostante ciò, anche questi magnati del petrolio sono interessati alle energie rinnovabili. Può sembrare un controsenso, ma è così.

La sfida dei prossimi anni, accettata da tutti questi miliardari, è di investire enormi quantità di denaro nel nuovo settore dell’economia basato sull’energia pulita. Gli stessi leader si rendono conto infatti che, anche se di petrolio ce n’è ancora a sufficienza, esso non ci sarà per sempre. Per questo motivo meglio premunirsi e farsi trovare pronti all’eventualità che i rubinetti rimangano improvvisamente a secco.