Una pecora si evolve a causa dei cambiamenti climatici

pecora-di-soay

Alcune pecore che vivono su una remota isola al largo della costa della Scozia stanno diminuendo da circa 20 anni. Sembra che gli inverni più brevi causati dai cambiamenti climatici siano i responsabili di questa estinzione.

Le pecore di Soay sono una razza primitiva di ovini domestici, che vivono sull’isola di pecore di Hirta, nell’arcipelago di St. Kilda, senza interferenze umane. Dal 1955 in poi, la popolazione è stata attentamente studiata. Negli ultimi 20 anni, la popolazione media delle pecore è diventata sempre più piccola, ma è stato chiaro che il motivo alla base di questo cambiamento è stata la selezione naturale che tende a guidare lo sviluppo di organismi più grandi.

Per studiare gli effetti dei cambiamenti ambientali e della selezione naturale, Timothy Coulson dell’Imperial College di Londra e colleghi hanno modificato il cosiddetto “Prezzo d’equazione”, che è utilizzato per descrivere come avvengono le modifiche della selezione naturale di una popolazione da una generazione a quella successiva.

Yahoo! diventa il paladino delle zero emissioni dell’industria hi-tech

yahoo-data-center

Le compensazioni di carbonio hanno il loro posto nel sistema di riduzione delle emissioni di imprese ad alta intensità energetica. Ma non dovrebbe essere usato al posto della reale riduzione delle emissioni di carbonio, soprattutto quando si tratta di data center che devono essere resi più efficienti sotto il profilo energetico. Yahoo! sembra d’accordo, ed il sui ultimo passo nella corsa verso la creazione di data center verdi alimentati dalle energie rinnovabili va proprio in questa direzione.

La società sta lavorando per costruire un data center super efficiente, alimentato esclusivamente dall’energia generata dalle cascate del Niagara, insieme ad altri obiettivi, come le compensazioni di carbonio, che per ora non fanno ancora parte del piano.

CO2 e siccità mettono a rischio le coltivazioni

coltivazioni-siccita-co2La sicurezza degli approvvigionamenti alimentari mondiali è duramente messa alla prova dai cambiamenti climatici in atto. Le vecchie piante non sono infatti abituate a temperature così torride e la mancanza di acqua, con l’avanzare della desertificazione, non fa che rendere ancora più arida la terra coltivabile. Motivo per il quale gli scienziati si stanno adoperando al fine di trovare piante più resistenti al riscaldamento terrestre e meno sensibili all’alta quantità di CO2 immessa nell’atmosfera dalle attività umane e non.

Un nuovo clima esige nuove colture. Continuare ad ignorare il problema potrebbe risultare pericolosamente deleterio, dal momento che gli studiosi hanno scoperto che le piante cresciute in ambienti aridi e/o inquinati, con alti tassi di CO2, avrebbero meno principi nutritivi rispetto alle altre e valori elevati di sostanze tossiche per l’organismo. Un recente studio, effettuato da un team di ricercatori della Monash University di Victoria (Australia), ha infatti individuato un incremento di composti tossici e una diminuzione del contenuto proteico nelle piante coltivate in territori con alto tasso di inquinamento.

Innalzamento del livello del mare: troppo tardi per fermarlo

inondazione

In tutto il mondo i Governi si stanno attrezzando per tentare di fermare l’inquinamento che, tra le sue conseguenze, ha l’innalzamento dei livelli del mare. Un innalzamento catastrofico perché spazzerebbe intere città costiere, e che già in alcuni Paesi ha fatto vedere ciò che è capace di fare, sommergendo definitivamente alcuni villaggi e isole.

Secondo i dati elaborati dal Centro nazionale di oceanografia di Southampton (Nocs), e dell’Università di Tubinga, in Germania, abbiamo raggiunto un livello di concentrazioni di CO2 nell’atmosfera per cui il livello del mare è destinato a salire di 25 metri entro i prossimi 2000 anni, molto di più di quanto previsto inizialmente dagli scienziati di mezzo mondo, le cui previsioni parlavano di non più di 7 metri. E se già 7 metri sarebbero bastati per far sparire città come Venezia, figuriamoci cosa potranno fare i 25 prospettati da questi scienziati.

Migrazione climatica: più vicina di quel che si pensa

migrazione-climatica

Ecco gli ultimi pronostici su come l’impatto climatico potrà domani cambiare le nostre vite, senza più permetterci di girare la testa dall’altra parte.

I rifugiati climatici non possono permettersi di spostarsi molto lontano quindi noi dobbiamo solo rendergli le cose più facili. Vi è una crescente preoccupazione per il fatto che il cambiamento climatico spinga centinaia di milioni di persone a migrare, ma molti politici vedono questo solo come un problema quando in realtà può essere un elemento chiave della soluzione.

Questo non l’ha dichiarato un ambientalista, ma il portavoce dell’Istituto internazionale per l’ambiente e lo sviluppo americano, citato da una relazione dal titolo: ” Un radicale cambiamento è necessario per porre fine all’allarmismo sulle migrazioni legate al clima”.

Barracuda e sarago faraone: l’Italia si sta popolando di pesci tropicali

barracuda

L’Italia sta diventando sempre più un Paese tropicale, ma sono ancora poche le persone che se ne sono accorte. Mentre sulla terraferma alcune zone si stanno cominciando a desertificare, segnali più forti stanno provenendo dal mare.

Il primo di questi è stato l’aumento improvviso della popolazione delle meduse, uno degli animali più fastidiosi della Terra, le quali fino a circa un decennio fa non esistevano nemmeno, o erano piuttosto rare, nei nostri mari. Invece oggi tra il riscaldamento globale e lo sterminio delle specie che proprio delle meduse si cibano, questi celenterati stanno diventando i padroni dei nostri mari. A testimoniare ulteriormente, se ce ne fosse bisogno, che le nostre acque stanno diventando sempre più calde (e di conseguenza lo diventa anche la terraferma), stanno arrivando molte specie che in Italia erano presenti fino a qualche anno fa solo negli acquari, primo fra tutti: il barracuda.

La fame nel mondo continua ad aumentare, le nuove cause sono siccità, crisi economica e inondazioni

bimbi-affamati

Nel 2009, la popolazione di persone malnutrita si calcola sia superiore ad un miliardo per la prima volta in base alle nuove stime pubblicate dalla FAO. È difficile immaginare 1 miliardo di persone, e per questo si tende a sottovalutare tale dato. Il più recente aumento registrato dalla FAO non è la conseguenza della scarsa raccolta di cibo a livello mondiale, ma è dovuto in larga parte alla crisi economica mondiale che ha portato ad abbassare ulteriormente il reddito delle famiglie e ad incrementare la disoccupazione.

Il secondo problema che riguarda la sicurezza alimentare è la desertificazione, le inondazioni, l’adattamento delle comunità alla tecnologia moderna, la stagionalità delle colture alimentari e le corrispondenti scarsità dei raccolti. Ma c’entra anche la qualità dell’alimentazione, che vede un incremento di mancanza di ferro, con conseguente anemia, e tabù che inibiscono le persone a mangiare cibi che sono ancora disponibili (ad esempio le mucche in India).

Inventato l’albero sintetico che cattura la CO2

albero-sintetico

Gli scienziati negli Stati Uniti stanno sviluppando un “albero sintetico” in grado di raccogliere circa 1.000 volte più velocemente il carbonio dall’aria rispetto a quelli reali. Quando il vento soffia sulle foglie di plastica, il carbonio rimane intrappolato in una camera, compresso e stoccato in un liquido di biossido di carbonio.

La tecnologia è simile a quella utilizzata per la cattura del carbonio nelle centrali termoelettriche a carbone, ma la differenza è che l’albero sintetico cattura carbonio in qualsiasi momento, ovunque. Spiega il professor Klaus Lackner, professore presso il Dipartimento di Ingegneria per l’ambiente e la Terra alla Columbia University:

La metà delle tue emissioni provengono da piccole e ben distribuite fonti, dove il recupero è impossibile o impraticabile. Il nostro obiettivo è recuperarle specialmente per la benzina delle auto o degli aerei.

La siccità australiana provoca acidificazione nel terreno e problemi di salute

lago-prosciugato

Non appena il livello d’acqua di due laghi australiani scende, la minaccia dell’inquinamento da polveri di acido solforico aumenta. I funzionari stanno cominciando a preoccuparsi del fatto che per pompare l’acqua dolce artificiale nei due laghi per proteggere la foce del fiume Murray, si mantengono i livelli dei laghi sotto la sufficienza d’acqua. In più diminuendo i livelli delle acque, il letto dei laghi rilascia degli acidi che si trasformano, con l’esposizione all’aria, in un disastro ecologico, e una minaccia per la salute delle persone che vivono vicino ai laghi stessi.

EcoWorldly riporta un articolo che affronta i grandi problemi del prosciugamento dei laghi al di là della semplice perdita di acqua dolce. Il problema è che quando vengono esposte all’aria, le sostanze presenti nei suoli composte per larga parte da acido solforico, non possono essere mantenute artificialmente elevate a causa dei problemi di siccità. Il Governo sta cercando di risolvere il problema attraverso un “biorimedio“, un’iniziativa che include l’impianto di alcune specie di vegetali che diffondono particelle di calcare nei terreni esposti.

La Cina Olimpica era più inquinata di quello che ci hanno fatto credere

inquinamento-cina

Alla fine delle Olimpiadi, Pechino ha ricevuto la medaglia del bilancio ambientale. Ma appena i riflettori del mondo si sono spenti, l’inquinamento atmosferico della città ha ripreso a spingere nuovamente verso pericolosi livelli. Due nuovi rapporti sottolineano che l’inquinamento durante i Giochi è stato nascosto da misurazioni scarse e più attenuate grazie ad un massiccio intervento del Governo.

Mentre i livelli di inquinamento sembravano raggiungere un livello storicamente basso per Pechino, l’aria era effettivamente 3,5 volte peggio di quello di città come che di recente hanno ospitato le Olimpiadi come Atene, Atlanta e Sydney, e spesso superiori a quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene sicuro.

Una relazione di Steve Andrews, pubblicata dal Wilson Center, ribadisce che la Cina ha fatto una campagna di disinformazione pubblica sull’inquinamento, sulle polveri sottili inquinanti, sul PM 2,5 e l’ozono. Pechino e altre città cinesi si basano su un indice di inquinamento dell’aria (API) in cui un punteggio di 100 o inferiore indica la qualità dell’aria, come “buona”. Durante i giorni di eventi olimpici a Pechino e nei 274 giorni del 2008 la qualità dell’aria era considerata ottima.

Caccia scientifica, moratoria balene a rischio

baleneIslanda e Giappone rischiano di far saltare la moratoria sulla caccia alle balene per scopi commerciali. L’allarme è stato lanciato in questi giorni da Greenpeace, dopo la notizia di una richiesta per la riapertura della caccia alle megattere, che verrà presentata dalla Danimarca, per conto, della Groenlandia, sul tavolo della 61/a sessione annuale della Commissione baleniera internazionale (Iwc), che si riunisce dal 22 al 26 giugno a Madeira in Portogallo.

Le megattere sono specie protetta dal 1963 e fungono da modelle per il whale watching. A quanto pare, la Groenlandia vorrebbe poter cacciare 10 megattere all’anno in acque territoriali europee per motivi di sussistenza. Ma, sempre secondo Greenpeace, si tratterebbe di motivazioni false, perchè gli esemplari uccisi ogni anno dalle popolazioni locali soddisfano appieno il fabbisogno del Paese, tanto da non sfruttare nemmeno la totalità delle quote consentite. Ma a preoccupare gli animalisti è soprattutto la ripresa della caccia in Giappone e Islanda.

Antica estinzione degli ecosistemi: colpa del riscaldamento globale

fossile-specie-estinta

Un gruppo di scienziati irlandesi ha trovato la prova di un’improvvisa estinzione nella biodiversità vegetale. Uno scrigno di 200 milioni di anni che conteneva foglie fossili raccolte nella parte Orientale della Groenlandia racconta la storia custodita per milioni di anni. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Science.

I ricercatori si sono sorpresi nello scoprire che un probabile candidato responsabile per la perdita della vita vegetale è stato un piccolo aumento di gas a effetto serra di biossido di carbonio, che ha causato un’incremento della temperatura della Terra. Il riscaldamento globale è stata a lungo considerato come il colpevole dell’estinzione di diverse forme di vita, e questa potrebbe esserne una prova.

Secondo Jennifer McElwain della University College di Dublino, autrice dello studio, il biossido di zolfo, dovuto ad ampie emissioni vulcaniche, può essere stato una delle cause delle estinzioni. Esso può aver contribuito all’incremento dell’anidride carbonica.

Il riscaldamento globale comincia già a colpire l’America

riscaldamento-globale

Estreme condizioni meteorologiche, siccità, forti piogge e alte temperature sono sempre più comuni in molte parti degli Stati Uniti. Secondo i ricercatori, questo è dovuto all’attività umana che porta ai cambiamenti climatici. Questi ed altri cambiamenti continueranno probabilmente ad aumentare di intensità in futuro. Per la regione sud-ovest degli Stati Uniti, che comprende la California, il rapporto prevede un clima più caldo e più secco con effetti significativi sull’ambiente, l’agricoltura e la salute.

I ricercatori in rappresentanza di 13 agenzie degli Stati Uniti, le grandi università e gli istituti di ricerca hanno prodotto un grande rapporto intitolato “Global Climate Change Impacts in the United States”. Esso parla di effetti come le variazioni dei modelli di precipitazioni, siccità, incendi, uragani atlantici, e gli effetti sulla produzione di cibo, gli stock ittici e sugli animali selvatici, l’energia, agricoltura, approvvigionamento idrico, e comunità costiere.

La relazione dipinge uno minacciosa immagine dei potenziali impatti, a cui però c’è ancora tempo per trovare rimedio. Questo può essere fatto attraverso un equilibrato mix di attività volte a ridurre le emissioni di gas-serra e di adattamento.

Il castagno americano è la soluzione per l’assorbimento del carbonio

castagni

Uno studio della Purdue University ha mostrato che l’introduzione di un nuovo castagno ibrido americano non solo riporterebbe in vita le specie estinte, ma servirà anche per diminuire l’ammontare di carbonio nell’atmosfera della Terra.

Douglass Jacobs, professore associato del settore forestale e delle risorse naturali, ha rilevato che il castagno americano crescerà molto più velocemente e di più rispetto alle altre specie di legno duro, consentendo loro di assorbire più carbonio rispetto agli altri alberi nel corso dello stesso periodo. Gli alberi di castagno americano sono più spesso utilizzati per l’alta qualità nei prodotti in legno duro, come ad esempio i mobili, ma anche per la carta o altri materiali derivati dal legno.