Aumento del livello del mare, previsto innalzamento di un metro nei prossimi cento anni

Una nuova ricerca indica che il livello del mare potrebbe salire nei prossimi 100 anni di un metro rispetto ad oggi, previsione che è tre volte superiore alla prospettiva sull’innalzamento delle acque effettuata dall’UN’s Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC. La nuova rivoluzionaria tesi deriva da una collaborazione internazionale tra i ricercatori del Niels Bohr Institute presso l’Università di Copenaghen e scienziati inglesi e finlandesi, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista di divulgazione scientifica Climate Dynamics.

Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il clima globale nel prossimo secolo sarà tra i due e i quattro gradi più caldo rispetto ad oggi , ma l’oceano è molto più lento nel trasmettere calore all’atmosfera così come le grandi lastre di ghiaccio in Groenlandia ed in Antartide sono decisamente più lente nello sciogliersi. La grande incertezza nel calcolo del futuro aumento del livello del mare deriva sostanzialmente dall’incapacità di prevedere la velocità con la quale i ghiacci che si sciolgono sulla terraferma confluiscano poi verso il mare.  Il modello impreciso di previsione di fusione del ghiaccio è alla base degli attuali pronostici effettuati dall’IPCC, che non sono in grado di rendere atto dei rapidi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni. Ecco perchè questa ricerca ha affrontato il problema con un approccio totalmente diverso.

Zolfo per raffreddare la Terra

[Foto| Flickr]. Zolfo nell’atmosfera per abbassare la temperatura della Terra. E’ la proposta avanzata recentemente al congresso di San Francisco dell’Unione geofisica americana. L’idea del Nobel per la chimica, Paul Jozef Crutzen, divide gli scienziati e scatena la polemica sui costi e sulle possibili conseguenze negative sull’ambiente.

I rischi climatici sono, prima di tutto, l’intensificazione di piogge acide e la riduzione dello strato di ozono nell’atmosfera. Però il riscaldamento globale va fermato: su questo sono (quasi) tutti d’accordo. Ma come?

Scienzati svizzeri confutano le tesi degli scettici sul riscaldamento globale

Lo scetticismo, nemmeno tanto dilagante, attorno al riscaldamento globale avrà vita breve, almeno dal punto di vista scientifico. Le tesi esposte tra gli altri anche da Franco Battaglia, su Il Giornale, sull’aumento delle temperature come fenomeno naturale iniziato nel 1700, all’epoca della rivoluzione industriale, sono state di recente confutate dagli scienziati del Centro di ricerca GKSS di Geesthacht insieme ad un team di ricercatori dell’Università di Berna, in Svizzera.

Come risposta al rapporto La Natura, non l’Uomo, governa il clima rilasciato dall’organismo internazionale N-Ipcc, gli studiosi hanno esaminato per la prima volta la frequenza di anni più caldi rispetto alla media tra il 1880 e il 2006.
Risultato: l’aumento delle temperature successivo al 1990 non è affatto casuale nè tantomeno l’uomo ne esce completamente innocente.

Crisi alimentare e cambiamenti climatici: una relazione pericolosa

La metà della popolazione mondiale potrebbe trovarsi a fronteggiare una grave crisi alimentare dovuta ai cambiamenti climatici entro il 2100. E’ quanto predetto da una recente ricerca effettuata da un team di ricercatori dell’Università di Washington, coordinato dal professor David Battisti, esperto in scienze atmosferiche.

A quanto pare, il rapido innalzamento delle temperature rischia di alterare gravemente i raccolti nelle zone tropicali e subtropicali, entro la fine di questo secolo e, senza possibilità di reazione alcuna in quanto processi irreversibili se non in milioni di anni, lascerà la metà della popolazione mondiale a dover far fronte a gravi carenze di cibo.

Riscaldamento globale, bluff o realtà?

Riscaldamento globale. Franco Battaglia, (no, non quel Franco Battaglia, fondatore della prima agenzia italiana di make-up artist e hair stylist), autodefinitosi fisico controcorrente, è uno dei quattro italiani tra i 650 scienziati firmatari dell’appello contro quella che definiscono la bugia del cambiamento climatico indotto dall’uomo. Ed è anche uno che ce l’ha pesantemente con l’ambientalismo.

Scrive oggi su Il Giornale, spiegando il suo punto di vista su quello che chiama un colossale bluff, almeno per quanto riguarda il ruolo dell’uomo: il riscaldamento globale. In un giorno che, ultimo di una lunga serie, vede l’Italia sotto la morsa del gelo, della neve, dell’ingestibilità del maltempo.

Riscaldamento globale, cambiamento climatico: parole al centro di analisi, politiche, preoccupazioni, smentite. Scrive  Battaglia:

I freddi globali – e sottolineo globali – di questi giorni non sconfessano la balla più di quanto l’afa di luglio non confessi che esso balla non è. E anche perché il pianeta sta effettivamente attraversando una fase di riscaldamento globale: ciò che balla è – colossale, gigantesca balla – è che l’uomo abbia un qualche ruolo sul riscaldamento e, men che meno, sul clima

La scoperta, batteri presenti nel ghiaccio registrano i cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici in corso hanno una portata vastissima e interessano una varietà e una pluralità di fenomeni inimmaginabili, essendo legati consequenzialmente a tutto quello che sta accadendo sulla Terra, disastri geologici, estinzione di numerose specie animali e vegetali, tornado, cicloni, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello dei mari.
Ebbene cosa hanno a che fare mutamenti così importanti e di proporzioni così enormi con i microorganismi più piccoli ed all’apparenza non determinanti per l’equilibrio terrestre come i batteri?

Pare che siano proprio questi piccolissimi organismi viventi a fungere da registratore dei cambiamenti climatici, fornendo alla scienza un’idea più precisa delle conseguenze dell’aumento delle temperature. E’ quanto ha scoperto in un recente studio il professor YAO Tandong insieme ad un team di ricercatori della ITP (Tibetan Plateau Research), della Xiamen University e della Chinese Academy of Sciences.

Cambiamenti climatici, Groenlandia tallone d’Achille

E’ la Groenlandia il tallone d’Achille della Terra nel dissesto ambientale provocato dall’innalzamento delle temperature. E’ quanto ha affermato Hans Joachim Schellnhuber, direttore dell’Istituto di Potsdam per le ricerche sul clima nonchè consigliere per l’ambiente del governo tedesco.
Intervistato dal quotidiano tedesco Saarbruecker Zeitung, lo studioso non ha nascosto la gravità della situazione attuale in cui versa il Pianeta, illustrando quelli che sono i rischi di un ulteriore incremento del surriscaldamento terrestre.

Per quanto riguarda gli effetti dei cambiamenti climatici, secondo Schellnhuber, non bisogna affatto sottovalutare le conseguenze dell’aumento delle temperature: le previsioni parlano di devastanti e tragici stravolgimenti negli equilibri globali, pronti a scatenarsi anche soltanto con la registrazione di due gradi in più rispetto ad oggi.

Cambiamenti climatici, ecco gli effetti delle precipitazioni

Non è semplice capire come i cambiamenti regionali delle precipitazioni, che dovrebbero derivare dal cambiamento climatico globale, possano incidere sugli approvvigionamenti di acqua. Ora, una nuova analisi guidata da ricercatori del MIT ha rilevato che i cambiamenti nelle acque sotterranee potrebbero in realtà essere molto maggiori rispetto alla modifiche delle precipitazioni stesse.

Ad esempio, in luoghi dove le precipitazioni annuali possono aumentare del 20% a causa dei cambiamenti climatici, le acque sotterranee potrebbero subire un incremento del 40%. Al contrario, l’analisi ha evidenziato, in alcuni casi, che ad una diminuzione del 20% delle precipitazioni potrebbe corrispondere una riduzione del 70% delle falde acquifere, un colpo potenzialmente devastante in regioni aride e semi-aride.

Cambiamenti climatici, futuro a rischio per i meccanismi migratori dei pesci

In Europa, la maggior parte delle specie di pesci migratori che completano il loro ciclo tra il mare e il fiume sono attualmente in pericolo. Sebbene i programmi di recupero e salvaguardia siano stati avviati da tempo, il futuro nella distribuzione di queste specie può subire delle drastiche modifiche a causa dei cambiamenti climatici. Al Bordeaux Cemagref, gli scienziati hanno sviluppato dei modelli biogeografici per prevedere quale potrebbe essere la loro effettiva distribuzione nel 2100.

Lo studio dei pesci migratori è degno di nota in quanto per completare il loro ciclo vitale usano sia il mare che gli ambienti d’acqua dolce. A partire dal’ultima era glaciale 18.000 anni fa, questo ha permesso loro di colonizzare progressivamente tutta l’Europa. Tuttavia, la pesca eccessiva, lo sviluppo delle attività marittime e fluviali e il conseguente inquinamento delle acque hanno contribuito a far regredire le popolazioni di pesci migratori con il risultato che oggi la maggior parte di queste specie è in serio pericolo.

L’aumento delle piogge? Colpa del riscaldamento globale

Il riscaldamento globale mette a rischio la salute della Terra. Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase. Sembravano soltanto teorie basate su dati statistici ed osservazioni correlate da ipotesi di scienziati, esperti e non. Adesso arrivano i dati, e sono dolori.

Secondo uno studio condotto dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, durato 5 anni, in cui sono stati rilevati migliaia di dati, pare che le tempeste, piogge e grandinate in aumento negli ultimi tempi siano causate proprio dal riscaldamento globale. Infatti, si legge nel rapporto, che a causa dei mutamenti climatici le nubi cominciano a formarsi più in alto nell’atmosfera, portando a questa e ad altre conseguenze.

Arriva la prima spiaggia fredda del mondo, l’ennesimo insulto all’ambiente

Non smetteremo mai di scandalizzarci per quanto accade ai danni della Natura, vittima di un carnefice spietato quale può essere il genere umano. E forse, quella di indignarsi, è l’unica protesta che non potrà mai esserci tolta, insieme alla libertà di pensiero. D’altra parte, la distinzione tra buoni e cattivi è ormai caduta in disuso, la fanno solo i moralizzatori più accaniti, specie rara oggi. Però esiste un’evidenza innegabile: tra gli uomini la razza peggiore sono i ricconi, i magnati del denaro che credono di poter comprare tutto e persino di modificare il corso naturale delle cose a loro piacimento.

Ed è infatti proprio per gente straricca e strafica che è stata pensata, progettata, creata la prima spiaggia fredda della Terra, a Dubai, da sempre paradiso terrestre per i Paperon de Paperoni. Per non bruciare i piedini delicati dei ricchi signori, quando si alzano dalla sdraio per raggiungere l’acqua (mettersi le ciabatte come i comuni mortali no, eh?), nel complesso alberghiero del Palazzo Versace Hotel, sono stati predisposti dei grandi refrigeratori costruiti sotto la sabbia che raffreddano la temperatura, che solitamente nella città araba sfiora i 40-50° C.

Salvate la neve, lo chiedono i campioni di sci

Tutti a Poznan. Anche i campioni di sci di tutto il mondo si sono dati appuntamento nella cittadina polacca in cui si sta tenendo la conferenza mondiale sul clima, per rendere partecipi i grandi del pianeta della loro preoccupazione circa il riscaldamento globale, che sta mettendo in pericolo il futuro del loro sport, del lavoro proprio e di migliaia di persone che vivono di neve. Proprio quella neve che manca sempre di più, sostituita da un’irritante neve artificiale (che tra l’altro per essere sparata inquina anche non poco).

Appena fuori dalla sede della conferenza si sono incontrati i campioni delle varie discipline invernali, dai campioni di sci Ted Ligety e Julia Mancuso, ai campioni polacchi Magdalena Gwizdon e Tomasz Sikora, fino all’intera squadra finlandese di ski jump, tutti uniti in risposta all’appello lanciato dal WWF per salvare il pianeta.

Edifici grigi addio! Cambiamenti climatici e carburanti verdi coloreranno le città di muschio e licheni

Il colore dei palazzi di numerose metropoli e città del mondo è destinato a cambiare da un grigio cupo e spento a toni più accesi, come il verde, il giallo, l’arancione. Sembra, infatti, che l’era delle stufe a carbone e dei carburanti ricchi in solfati stia per lasciare il posto ad un nuovo green time, fatto di serbatoi più ecologici e meno inquinanti e che questa scelta possa avere ripercussioni profonde sull’aspetto cromatico delle nostre città.

Ma a spodestare il grigiore dai vecchi edifici saranno anche i cambiamenti climatici in atto: le piogge più frequenti laveranno via letteralmente la fuliggine accumulata sulle facciate delle costruzioni antiche, mentre le temperature più alte favoriranno la crescita di muschi e licheni negli angoli e nelle crepe dei muri, dando un tocco di verde qua e là.
Queste previsioni sono il frutto di un recente studio condotto dai ricercatori Peter Brimblecombe e Carlotta Grossi dell’università dell’East Anglia e pubblicato sulla rivista Science of the total environmental.

Il livello del mare si sta alzando più velocemente del previsto

New York come Venezia? C’è il rischio che sia anche peggio. A lanciare l’allarme sono gli scienziati del IPCC (il gruppo di studio sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite) al congresso sull’ambiente di Poznan, i quali hanno intravisto per il futuro del mondo un rischio di innalzamento dei livelli del mare molto più rapido rispetto alle previsioni.

Le previsioni, considerate ottimistiche, di qualche anno fa, le quali prevedevano un innalzamento delle acque di mezzo metro rispetto ad oggi nel 2100 rischiano di essere spazzate via come di fronte ad una tempesta tropicale. Il riscaldamento globale ha portato a diverse conseguenze catastrofiche sulla natura, come i cambiamenti delle condizioni fisiche e chimiche degli oceani, o l’innalzamento delle temperature globali, che mettono a rischio molte delle specie marine, ma anche le nostre città.