Allergie e asma sono in aumento a causa del riscaldamento globale

allergia

Il livello del mare è in aumento, le calotte polari si stanno sciogliendo, gli uragani sono sempre più forti, e grazie al cambiamento climatico, le persone fanno più starnuti. Il rapido aumento della comparsa di sintomi allergici nel corso degli ultimi decenni può essere dovuto a mutamenti ambientali, come l’incremento dell’anidride carbonica e un ambiente più caldo.

Secondo un nuovo studio effettuato all’Università di Harvard, circa 40 milioni di americani soffrono di raffreddore da fieno, mentre 16 milioni soffrono d’asma. Anche se la genetica gioca un ruolo importante in queste condizioni, una recente ricerca ha constatato che le temperature più elevate e la grande quantità di anidride carbonica stanno peggiorando le allergie di stagione, stimolando le piante a produrre più polline e aumentando la crescita dei funghi.

L’inquinamento da pesticidi porta ad un incremento di uropatie tra neonati

neonato africano

Le donne che vivevano in villaggi irrorati con il DDT per ridurre la malaria, hanno dato vita al 33% in più di neonati con difetti urogenitali alla nascita. Questo è avvenuto tra il 2004 e il 2006, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Urology BJUI . Secondo tale ricerca, le donne che erano rimaste in casa nei villaggi disinfestati invece, avevano il 41% di possibilità in più di partorire figli con queste malattie, come la mancanza dei testicoli o problemi con l’uretra o il pene.

Gli autori suggeriscono che questo accade perché hanno passato la maggior parte del loro tempo nelle case in cui il DDT, ancora comunemente usato per uccidere le zanzare che causano la malaria, veniva spruzzato quotidianamente, anziché andare in luoghi non contaminati.

L’inquinamento aumenta i casi di appendicite

inquinamento appendicite

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista CMAJ (Canadian Medical Association Journal) suggerisce che l’inquinamento atmosferico può far scattare l’appendicite negli adulti. Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Calgary, l’Università di Toronto e dell’Health Canada, hanno esaminato 5.191 adulti ricoverati negli ospedali di Calgary in Alberta, Canada. Il 52% dei ricoveri sono avvenuti tra aprile e settembre, i mesi più caldi dell’anno in Canada, durante il quale le persone hanno più probabilità di ritrovarsi fuori casa.

La teoria dominante della causa dell’appendicite è stata l’ostruzione dell’apertura dell’appendice, ma questa teoria non spiega la differenza tra l’appendicite nei Paesi sviluppati e quella nei Paesi in via di sviluppo. I casi di appendicite infatti sono aumentati drammaticamente nei Paesi industrializzati nel secolo 19 e all’inizio del ventesimo, per poi scendere a metà e la fine del 20° secolo, in coincidenza con la legislazione per migliorare la qualità dell’aria. L’incidenza di appendicite è cresciuta nei Paesi in via di sviluppo che stanno diventando più industrializzati.

Vite a perdere, omissione di soccorso per il profondo Sud

navi a perdereTorniamo a seguire la vicenda delle navi a perdere disperse nei nostri mari. Colme di rifiuti tossici, come il relitto della Cunski, ritrovato al largo delle coste di Cetraro (Cosenza, Calabria), nel mar Tirreno. Gli interrogativi restano ancora tutti senza risposta, perchè se uno dei carichi dei veleni è stato individuato, sappiamo quasi certamente che ne restano altri da scovare, dal momento che le rivelazioni del pentito Francesco Fonti fatte nel 1992 parlano di tre navi a perdere.

L’economia già in ginocchio della costa calabrese intanto è messa ulteriormente a dura prova da questa triste, vergognosa vicenda, che ha troppi scheletri, sotto e fuori il mare. Sottovalutare la situazione sarebbe pericoloso, per non dire criminoso. Sarebbe omissione di soccorso a popolazioni che vivono in territori utilizzati come discarica, che pescano in mari contaminati, che mandano i loro figli in scuole con i tetti di amianto, costruite su discariche di rifiuti tossici. Crotone, in questi giorni, è stata interessata dall’ennesimo scandalo sullo smaltimento illecito di scorie pericolose.

La mosca tsè tsè invade l’Africa a causa del riscaldamento globale

mosca tsè tsè

La mosca tsè tsè è una della specie di insetti più pericolose al mondo. Da secoli esse vivono in Africa, nelle zone molto calde, come la savana, ma a causa del riscaldamento globale stanno cominciando a “migrare” verso le città. Fino a questo momento infatti le già travagliate cittadine dei Paesi del Terzo Mondo finivano con il vedersela, oltre che con la povertà e la guerra, anche con le zanzare ed altri tipi di insetti che trasportavano malattie come la malaria. Ma mai fino ad oggi hanno dovuto combattere con la mosca tsè tsè.

Questi ditteri africani trasportano il virus responsabile della tripanosomiasi, la cosiddetta “malattia del sonno“, una condizione che attacca il sistema nervoso e, se non curata, porta al coma e alla morte. Secondo l’Oms tale malattia colpisce ogni anno dalle 50 alle 70 mila persone, ma a breve potrebbe aumentare a dismisura il suo contagio, in quanto la mosca che la trasmette sta cominciando a popolare le città.

Inquinamento e malattie polmonari, l’esposizione da bambini provoca danni a lungo termine

polveri-sottili-tumore-ai-polmoniStephania Cormier, Professore Associato di Farmacologia presso l’LSU Health Sciences Center di New Orleans, ha dimostrato per la prima volta che l’esposizione precoce e persistente ai radicali liberi contenuti nelle polveri sottili colpisce a lungo termine la funzione polmonare. I risultati della sua ricerca sono stati presentati nel corso dell’11° Congress on Combustion By-Products and Their Health Effects svoltosi all’Environmental Protection Agency Conference Center in Research Triangle Park, N.C.

La Cormier ha effettuato ricerche per determinare come l’inalazione e l’esposizione a fattori ambientali quali allergeni, inquinanti e virus respiratori durante l’infanzia porti a sviluppare malattie infiammatorie e respiratorie, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva e l’asma da adulti.

La biodiversità tiene lontane le malattie dagli uomini

biodiversita-malattie-infettiveMantenere la biodiversità sulla Terra è un obiettivo fondamentale non solo per rispettare gli equilibri degli ecosistemi ma anche per proteggerci dalla diffusione di numerose malattie. Proprio così. A scoprire la relazione tra molteplicità di specie viventi e incolumità dell’uomo è stato un gruppo di scienziati al lavoro in un campo di ricerca a Panama.

Gli studiosi hanno individuato un aumento nei tassi di hantavirus nei roditori appartenenti a specie scarsamente diversificate. Gli hantavirus provocano malattie spesso fatali che possono diffondersi dai roditori alle persone.
Questo studio rafforza l’ipotesi già abbastanza diffusa nel mondo scientifico che la riduzione della biodiversità incrementi il rischio di patologie trasmissibili dagli animali all’uomo.

L’aria si fa irrespirabile, i più a rischio sono i bambini piccoli

problemi-respiratori-cambiamento-climatico-bambiniIn un futuro ormai prossimo i cambiamenti climatici potrebbero causare gravi problemi respiratori nei bambini piccoli, che risultano già  tra i soggetti più esposti e maggiormente sofferenti a causa dell’aria pressocché irrespirabile di molte città.
Un recente studio, realizzato dai ricercatori della Mount Sinai School of Medicine, è giunto ad infauste previsioni che vedono nei prossimi dieci anni un aumento allarmante dei bambini ricoverati in ospedale per colpa di problemi alle vie respiratorie. Aumento dovuto, secondo gli studiosi, proprio al previsto cambiamento climatico.

In particolare, la causa dei disturbi alle vie aeree sarebbe provocato da un aumento nei livelli di ozono dell’atmosfera, generato dal riscaldamento globale. Più le temperature si innalzano, maggiori quantitativi di ozono vengono liberati nell’atmosfera. Un componente altamente nocivo, che ha effetti negativi sulla salute del sistema respiratorio, e che andrebbe a colpire, secondo le stime, in particolar modo i bambini in tenera età, al di sotto dei due anni.

Una città senza smog garantisce 5 mesi di vita in più

20 anni fa il livello di inquinamento in America cominciava a diventare preoccupante. Per questo motivo alcune metropoli, come Pittsburgh e Buffalo, decisero di imporre metodi di riduzione del traffico, in maniera tale da ridurre lo smog che circolava nell’aria, e che ogni giorno finiva nei polmoni di milioni di cittadini.

Secondo alcuni ricercatori della Brigham Young University e della Harvard School of Public Health i dati di oggi danno ragione a quelle decisioni dei sindaci prese negli anni ’80: la vita media degli abitanti di quelle zone è aumentata di 2,72 anni. Ma le città odierne pare non abbiano ancora raggiunto il punto di non ritorno. Sempre secondo la stessa ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine, se i sindaci di oggi decidessero un blocco dello smog, i loro cittadini potrebbero recuperare dai 5 agli 8 mesi di vita, mica male.

Riscaldamento globale accelera la diffusione di epidemie e virus in Europa

Tra i vari aspetti negativi del riscaldamento globale, ultimo ma non da meno, è quello relativo alla diffusione più veloce delle epidemie e dei virus, riscontrata di recente nel territorio europeo. In particolare, pare che sia la propagazione della malattia virale nefropatia epidemica (NE) ad essere favorita dalle temperature in costante aumento e dagli inverni più miti. Recenti ricerche hanno infatti studiato il legame tra il picco della patologia e gli effetti del surriscaldamento terrestre.

Il dottor Jan Clemente del Department of Microbiology & Immunology del Belgium’s Rega Institute (University of Leuven) ha lavorato con un team di medici e ricercatori per studiare i focolai di nefropatia epidemica in Belgio. Il Dott. Clement ha fondato nel 1985 il Belgian Hantavirus Reference Centre, ed ha rilevato che dei 2200 casi registrati da allora, 828 (il 37,6% del totale) si è verificato solo in questi ultimi tre anni, tra il 2005 e il 2007. L’epidemia si è inoltre estesa anche ai Paesi vicini: Francia, Germania, Paesi Bassi e Lussemburgo.

Inquinamento atmosferico e contaminazione delle acque tra i principali pericoli per la salute dell’uomo

L’inquinamento atmosferico e la contaminazione delle acque figurano in cima all’elenco dei fenomeni più pericolosi per l’uomo, secondo quanto riportato da una recente relazione stilata dai ricercatori del Blacksmith Institute negli Stati Uniti, in collaborazione con la Switzerland Green Cross.

Entrambi i gruppi di studio internazionali, che si occupano di ambiente, hanno rilasciato una lista dei dieci problemi relativi all’inquinamento terrestre più deleteri per l’umanità e soprattutto più urgenti da risolvere prima che le cose precipitino ulteriormente. Gli agenti inquinanti presenti nell’aria si sono rivelati tra i principali responsabili di malattie e mortalità. Lo studio ha inoltre evidenziato gli effetti spropositati dell’inquinamento dell’aria sulla salute dei bambini, gravemente compromessi nello sviluppo proprio per l’aria irrespirabile e suscettibili di patologie respiratorie, come l’asma e le allergie.

“Taranto la città malata”, dall’Ilva alle pecore contaminate da diossina

Risale al 2005 il video shock realizzato da Vittorio Vespucci, un tarantino che vive a Treviso dal 1995, dal titolo cupo come una nube tossica:”Taranto, la città malata“. Immagini crude di cieli inquinati dal mostro, lo stabilimento dell’ILVA, che da solo produce elevate quantità di diossina.
In questa città della Puglia, il numero delle morti per tumori è aumentato di oltre il 100% dal 1971 ad oggi. Pensate che l’Ilva di Taranto è responsabile da sola di ben il 9% delle emissioni totali di diossina prodotte in tutta Europa.

A distanza di tre anni da quel filmato di denuncia, vogliamo ripubblicare quelle immagini di degrado ambientale e abbandono del territorio. Oggi, infatti, si ritorna a parlare dell’ILVA dopo le recenti proteste dei cittadini, tra l’altro mai placatesi, che mirano più che a far chiudere la fabbrica, che da’ migliaia di posti di lavoro alla popolazione locale, a trovare soluzioni alternative, come l’adeguamento a parametri e a norme meno inquinanti e più rispettose non solo dell’ambiente, ma della salute degli abitanti del posto, gravemente compromessa dalle emissioni.

Previsto un programma comune contro le malattie da riscaldamento

Gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno sentire, anche se in maniera diversa, in tutte le aree del Pianeta.
La scomparsa di molti habitat naturali e di conseguenza di innumeroli specie animali e vegetali, l’inquinamento, l’innalzamento delle temperature dovuto all’effetto serra, hanno completamente stravolto gli equilibri degli ecosistemi terrestri e perciò di tutti i suoi abitanti.

Le conseguenze per la salute degli esseri umani provocate dall’inquinamento e dal riscaldamento globale  non sono affatto un fenomeno trascurabile.
Qualche giorno fa, ad esempio, parlavamo dei tumori causati tra le popolazioni costiere dalle emissioni della navi da carico. Ma è solo uno dei molteplici danni arrecati all’uomo dalle eccessive emissioni. Inquinamento, riscaldamento globale, effetto serra, scioglimento dei ghiacciai e salute dell’uomo sono fattori strettamente legati e dipendenti l’uno dall’altro. La salute dell’ambiente è la salute dell’uomo.
Per far fronte, tra l’altro, proprio all’emergenza delle malattie da riscaldamento qualche giorno fa a Roma si è svolta la Giornata mondiale dell’alimentazione che ha visto insieme l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), l’ Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms) e l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa).