Rinoceronti di Giava, Big Brother is watching you!

I rinoceronti di Giava, una specie di mammiferi rara, rarissima. Prossima all’estinzione. Le stime parlano di solo sessanta esemplari reduci al mondo. Da qui la necessità di un monitoraggio costante che testimoni le difficoltà in cui versano questi straordinari animali in Indonesia, ma anche la bellezza, l’unicità dell’ennesimo pezzetto di biodiversità che rischiamo di cancellare per sempre ( salvo ricostruirlo geneticamente in laboratorio, come si è ipotizzato per mammut e tigre della Tasmania, ma anche per l’uomo primitivo, e di ricreare quest’ultimo lo trovo di un assurdo inspiegabile, non vedo la necessità di rivivere l’era delle caverne, non fu un periodo felice per noi umani, non che ora lo sia, però…).

Ad ogni modo una sorta di Big Brother, ben trentaquattro telecamere, sono state piazzate dal WWF nel bel mezzo della foresta indonesiana, l’unica, l’ultima, in cui ancora sopravvivono questi mastodontici mammiferi. I rinoceronti di Giava sono davvero enormi: pensate che possono arrivare a pesare ben 2.300 chilogrammi ed a raggiungere i tre metri di estensione in lunghezza.

Putin vieta la caccia ai cuccioli di foca… così è se vi pare

Ne abbiamo parlato spesso, di come la primavera non sia una stagione di risveglio per tutti, per le foche, per i cuccioli di foca, vuol dire piuttosto morte, massacro, eccidio, tremende sofferenze. Ecco perchè davanti a quella che sembra apparentemente una bella notizia, il divieto emesso dal presidente russo Putin di cacciare le foche, per un momento esultiamo.

Ma la gioia dura poco. Ci ha pensato il Wwf ad aprirci gli occhi, ancora una volta, sull’ipocrisia che si cela spesso e volentieri dietro alle scelte ecologiche dei governanti, mosse demagogiche e politiche più che seri provvedimenti a favore di animali in pericolo e tutela dell’ambiente. Ma cominciamo a raccontare questa storia dall’inizio.

Cambiamenti climatici, anche i pesci migrano al Nord…

Pare che il richiamo del Nord sia irresistibile anche per i pesci. Per ragioni differenti da quelle degli uomini, ovviamente. Scontato dirlo, visto che ormai è responsabile di numerosi danni, ma la colpa è ancora una volta del riscaldamento globale. I mutamenti climatici in corso porteranno la metà dei pesci a Sud a spostarsi nei mari nordici, lasciando semi-vuote le reti da pesca delle popolazioni meridionali del Pianeta.

E’ quanto previsto da un recente studio, effettuato da un gruppo di ricercatori dell’università della East Anglia in Gran Bretagna, coordinato da William Cheung. La ricerca, diffusa dalla rivista Fish and Fisheries, ha dedotto questi dati a dir poco allarmanti, utilizzando un modello climatico di previsione al computer, e simulando, all’andamento attuale, la temperatura delle acque e le condizioni in cui verserà il pianeta nel 2050. Secondo quanto si evince dai risultati dello studio, i pesci migreranno in massa verso Nord, per effetto del surriscaldamento eccessivo dei mari del Sud.

San Valentino ecologico: salviamo i rospi innamorati e non regaliamo rose

E’ San Valentino per tutti, anche per i bufo bufo. Come chi sono? Dietro questo nome scientifico in realtà si nasconde una specie molto comune, conosciuta da tutti noi: i rospi. Come ogni anno nella stagione degli accoppiamenti, attraversano le strade, anche in zone particolarmente trafficate del nostro Paese, per raggiungere la propria compagna. Spesso, però, questa marcia d’amore viene interrotta dalle automobili che schiacciano, più o meno inavvertitamente i piccoli animali innamorati.

A lanciare l’allarme è l’ENPA (Ente nazionale protezione animali) di Treviso, che chiede l’aiuto di volontari per salvare i bufo bufo da una morte certa. Come spiega lo stesso responsabile trevigiano dell’Enpa, Adriano De Stefani:

E’ un fenomeno che accade ogni anno in questo periodo e che riguarda soprattutto le province di Treviso, Padova e Verona.

I pinguini imperatore marciano verso l’estinzione

Tutti ricorderanno il celebre film documentario del 2005 “La marcia dei pinguini“, in cui un magistrale Luc Jacquet raccontava con semplicità e realismo dettato dall’autenticità delle immagini,  il ciclo vitale di questi meravigliosi abitanti dei ghiacci. In Italia narrato dalla voce di Fiorello, la marcia fu un successo, una testimonianza del coraggio, dell’amore e della fratellanza che guida questa specie verso la sopravvivenza e l’unione, sfidando il freddo antartico.

Ebbene, pare che la marcia dei pinguini stavolta non sia verso la vita, ma verso la morte. I pinguini imperatore sarebbero destinati ad estinguersi prima della fine di questo secolo. E’ quanto si evince da una relazione stilata da un gruppo di ricercatori della Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) e pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America.

Un orso polare sul Tamigi…

Un’orso polare sul Tamigi. E’ soltanto la foto di una scultura, bizzarra, paradossale, incredibile, inverosimile. Eppure efficace. Ha un terribile impatto sull’immaginario comune e serve a ricordarci continuamente che gli orsi sono in pericolo. L’idea di una campagna di sensibilizzazione basata sul potere suggestivo delle immagini è dell’Eden, un nuovo canale digitale che si dedica alla storia naturale e vuole mettere in evidenza le disastrose conseguenze dei cambiamenti climatici in atto.

Il ghiaccio al Polo si fa sempre più sottile. C’è chi dice che siano bufale, che gli orsi sono in aumento, sono gli stessi, pochi scienziati che negano il fenomeno del riscaldamento globale come imputabile all’uomo, riconducendolo ad un processo geologico del tutto naturale. Ma la maggioranza del mondo scientifico, ambientalisti a parte, è convinto che l’impronta dell’uomo su quanto sta accadendo sia tutt’altro che irrilevante.

Pinguino imperatore rischia l’estinzione in meno di un secolo

Ve lo ricordate il pinguino imperatore, l’uccello dell’Antartide di un fortunato film-documentario di un paio di anni fa? Probabilmente quello sarà l’unico documento, o uno dei pochi, che i nostri nipoti potranno utilizzare per vedere com’era fatto uno degli animali più affascinanti al mondo.

Il pinguino Imperatore sta letteralmente perdendo il suo regno, e di conseguenza anche la sua vita. Nello scorso ottobre uno studio del WWF stimò che, se le temperature globali si elevassero di soli due gradi, il 50% degli Imperatori e il 75% dei pinguini Adelie morirebbero. La brutta notizia è che questa stima è sin troppo ottimista.

Italia “pirata” come Cina e Panama

Un’altra umiliazione al nostro Paese, e a tutti i suoi abitanti, ce la regalano i nostri pescatori. Non tutti ovviamente. Non bastava il poco impegno verso le energie rinnovabili, verso la riduzione dell’inquinamento o l’arretratezza nel riciclo. A consegnare l’ennesima maglia nera all’Italia ci si mette anche la pesca, quella che passa per legale e viene addirittura finanziata dallo Stato, ma che è di legale alla fine ha ben poco.

Ad aggravare la situazione ci si mette la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), che oltre alla Francia, unico Paese “civile” nella lista, affianca all’Italia anche Libia, Cina, Panama e Tunisia, mettendole tutte sullo stesso piano, a causa della “pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata”. Una comunicazione che in molti si aspettavano ma che purtroppo fa male all’immagine del nostro Paese.

Sarah Palin contro le balene Beluga

Non è più diventata vicepresidente, ma Sarah Palin ha deciso di non farsi dimenticare dal mondo, e con delle decisioni impopolari continua a rimanere sulla cresta dell’onda. Anche se il suo partito ha perso le elezioni, lei è rimasta ugualmente la governatrice di uno degli Stati ecologicamente più in pericolo, l’Alaska, un’area che ospita molte specie in via d’estinzione e che mantiene ancora gli equilibri termici in bilico, ma che è sempre più in pericolo a causa del riscaldamento globale.

Il Governatore dell’Alaska è famosa anche per essere un’appassionata cacciatrice, ed uno super-scienziato segreto (che forse tanto super non è). Nei giorni scorsi ha annunciato che il governo federale ha sbagliato a mettere il balene Beluga nella lista delle specie minacciate dall’estinzione. Ovviamente, la Palin deve aver fatto un enorme quantità di studio scientifico indipendente per arrivare a questa conclusione. Più probabile che sia stata manovrata da qualche lobby del petrolio e del gas interessata alle trivellazioni, di cui ci siamo già occupati in passato, e che hanno usato questo escamotage per aggirare l’ostacolo.

eBay bandisce la vendita di avorio, basterà a salvare gli elefanti?

Finalmente una buona notizia per gli elefanti: qualcosa si muove infatti a loro favore niente poco di meno che dal popolare ed internazionale sito di vendite on-line eBay. Già lo scorso anno il popolare megastore telematico aveva annunciato di voler fare qualcosa per salvare gli esemplari della specie, limitando la vendita di prodotti d’avorio provenienti in gran parte dal mercato illegale. Ora però il bando per l’avorio e i suoi derivati è entrato effettivamente in vigore, con l’arrivo del nuovo anno, e chissà che non serva a far tirare un sospiro di sollievo anche ai poveri animali, braccati dai cacciatori di frodo.

Se soltanto le cose fossero così semplici! In realtà dalla Cina continuano a provenire all’Africa sempre più richieste di avorio, in particolare destinate alle preziose bacchette che i cinesi utilizzano per mangiare, e le regole contro la violazione delle riserve vengono ripetutamente infrante. La fame, che incombe in molti villaggi africani, certo non contribuisce a sviluppare una coscienza ecologica nelle popolazioni indigene, che per sostentare la numerosa prole, sono disposte ad uccidere e vendere i poveri elefanti. E la proliferazione nel commercio illegale di specie protette è stata facilitata proprio mediante l’utilizzo di Internet come canale di vendita e scambio.

Gli orsi polari stanno morendo di fame

Nuovo allarme per gli orsi polari, anche se in realtà la soglia di guardia degli scienziati non si è mai abbassata e i mammiferi dei ghiacci non hanno mai cessato di essere in pericolo. Stavolta a preoccupare gli esperti è la dilagante denutrizione registrata su un vasto campione di esemplari, causata dallo scioglimento dei ghiacciai in conseguenza dell’aumento delle temperature.

Le lastre di ghiaccio sempre più sottili, sempre più frammentarie e il riscaldamento delle acque che provoca una diminuzione anche nella fauna ittica, mettono a rischio l’approvvigionamento alimentare degli orsi, che risultano denutriti e provati dalla caccia infruttuosa. Pensate che il numero di orsi sottoalimentati è triplicato negli ultimi 20 anni.

L’acidificazione degli oceani potrebbe avere gravi effetti sugli ecosistemi marini

Le preoccupazioni per l’aumentata acidificazione degli oceani si sono spesso focalizzate sui potenziali effetti del fenomeno sulla barriera corallina, ma una più ampia interruzione dei processi biologici nei mari e negli oceani può avere ripercussioni ancora più profonde sugli ecosistemi marini. E’ quanto afferma Donald Potts, professore di ecologia e biologia evolutiva presso l’Università di California Santa Cruz, nonchè profondo conoscitore della barriera corallina e della biodiversità marina.

Potts ha discusso sul tema “Geobiological Responses to Ocean Acidification” nel corso del Fall Meeting of the American Geophysical Union (AGU) svoltosi a San Francisco il 17 dicembre scorso.
L’acidificazione degli oceani è uno degli effetti collaterali della crescente concentrazione di biossido di carbonio nell’atmosfera terrestre a causa della combustione di combustibili fossili.

Cambiamenti climatici, futuro a rischio per i meccanismi migratori dei pesci

In Europa, la maggior parte delle specie di pesci migratori che completano il loro ciclo tra il mare e il fiume sono attualmente in pericolo. Sebbene i programmi di recupero e salvaguardia siano stati avviati da tempo, il futuro nella distribuzione di queste specie può subire delle drastiche modifiche a causa dei cambiamenti climatici. Al Bordeaux Cemagref, gli scienziati hanno sviluppato dei modelli biogeografici per prevedere quale potrebbe essere la loro effettiva distribuzione nel 2100.

Lo studio dei pesci migratori è degno di nota in quanto per completare il loro ciclo vitale usano sia il mare che gli ambienti d’acqua dolce. A partire dal’ultima era glaciale 18.000 anni fa, questo ha permesso loro di colonizzare progressivamente tutta l’Europa. Tuttavia, la pesca eccessiva, lo sviluppo delle attività marittime e fluviali e il conseguente inquinamento delle acque hanno contribuito a far regredire le popolazioni di pesci migratori con il risultato che oggi la maggior parte di queste specie è in serio pericolo.

Sai che pesci pigliare? Guida del WWF per “esonerare” le specie a rischio dai Cenoni natalizi

Se non sapete che pesci pigliare per allietare i banchetti natalizi senza andare ad aumentare l’impatto negativo sulle specie già fortemente provate e a rischio, ci pensa il WWF, con una guida ad acquisti consapevoli che non rischierà di mandarvi alla cieca davanti al bancone del pescivendolo. Si chiama appunto Sai che pesci pigliare, la mini-guida disponibile anche on-line, che fornisce indicazioni sulle specie che si possono acquistare in tutta tranquillità, evitando ulteriori scompensi alla fauna ittica a rischio di estinzione.

L’iniziativa, che mira a sviluppare un consumo intelligente e a formare una coscienza ecologica negli acquirenti, che siano privati o ristoranti, è già stata avviata con successo in molti altri Paesi del mondo: Sud Africa, Francia, Germania, Polonia, Finlandia, Norvegia, Indonesia, Olanda, Danimarca. E finalmente grazie al WWF giunge anche in Italia, che si sa, non è molto rispettosa della fauna ittica, dal momento che tra pesca di frodo e violazione delle specie protette, dei metodi consentiti per la pesca, e altre infrazioni simili non possiamo proprio definirci amanti degli abitanti dei mari. Ebbene, almeno a Natale, facciamo un’eccezione e seguiamo i consigli degli ambientalisti.