Preservare la biodiversità si può, e delle volte si viene anche premiati

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Ieri abbiamo parlato del rischio di perdita della biodiversità nel nostro Paese, come una delle emergenze principali per il nostro futuro. Ovviamente non si tratta di un problema solo italiano, ma in tutto il mondo ogni anno si rischia di perdere decine di specie animali e vegetali, senza che nessuno se ne interessi. O quasi nessuno.

Nella giornata di ieri infatti, nel corso delle celebrazioni della giornata mondiale per la difesa della biodiversità, in Campidoglio sono stati premiati i cosiddetti “custodi della biodiversità“. Quelle persone cioè che si sono battute per tutta la loro vita per salvare alcune specie vegetali e che oggi possono vedersi assegnato il merito di averle salvate dall’estinzione.

Pierce Brosnan alla Casa Bianca per salvare le balene

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Pierce Brosnan continua la sua lotta ambientalista inaugurata oltre dieci anni fa, portandola fino a Washington, durante una visita alla Casa Bianca per incontrare alcuni membri del Congresso per promuovere un nuovo progetto di legge sulla salvaguardia delle balene.

Nonostante l’esistenza di una moratoria sulla caccia commerciale alla balena, l’impostazione delle quote della caccia alla balena è ormai completamente nelle mani dei cacciatori. Il resto del mondo non ha voce in capitolo

ha spiegato l’ex James Bond al pubblico in occasione di una manifestazione organizzata dal Fondo internazionale per il benessere degli animali , presso il Capitol Visitor’s Center. Il disegno di legge, denominato Whale Conservation and Protection Act of 2009, chiama tutte le agenzie governative a proteggere le balene dai cacciatori di Giappone, Norvegia e Islanda che le cacciano senza regole.

La biodiversità tiene lontane le malattie dagli uomini

biodiversita-malattie-infettiveMantenere la biodiversità sulla Terra è un obiettivo fondamentale non solo per rispettare gli equilibri degli ecosistemi ma anche per proteggerci dalla diffusione di numerose malattie. Proprio così. A scoprire la relazione tra molteplicità di specie viventi e incolumità dell’uomo è stato un gruppo di scienziati al lavoro in un campo di ricerca a Panama.

Gli studiosi hanno individuato un aumento nei tassi di hantavirus nei roditori appartenenti a specie scarsamente diversificate. Gli hantavirus provocano malattie spesso fatali che possono diffondersi dai roditori alle persone.
Questo studio rafforza l’ipotesi già abbastanza diffusa nel mondo scientifico che la riduzione della biodiversità incrementi il rischio di patologie trasmissibili dagli animali all’uomo.

La Lega ripropone la legge-vergogna sulla caccia, ancora peggiorata

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Un paio di mesi fa la Lega Nord aveva timidamente proposto una legge di modifica della precedente che riguardava la caccia, la quale avrebbe fatto inorridire anche la persona più senza cuore del mondo. Questa era talmente indecente che anche dai banchi della maggioranza, gli alleati della stessa Lega, si alzarono i cori dei no, tanto che alla prima votazione questo disegno fu stracciato senza il minimo dubbio.

Poi ci fu un’infelice frase di Berlusconi, il quale ammise che la Lega avrebbe fatto cadere il Governo, se l’avesse voluto, e da allora Bossi e compagni si sono sbizzarriti nel proporre, una dietro l’altra, una serie di leggi vergognose che sapevano sarebbero dovute passare per forza, perché il Carroccio aveva il coltello dalla parte del manico. Tra le tante leggi da Terzo Mondo, c’è anche la riforma della caccia. Essa ripropone nuovamente l’abbassamento dell’età per cacciare a 16 anni, la possibilità di cacciare anche ad agosto ed anche gli animali in via d’estinzione, ma non solo.

Uccelli: la lista rossa si allunga, il cambiamento climatico colpisce ancora

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Si aggiungono nuove specie di volatili alla Lista Rossa dell’IUCN, l’International Union for Conservation of Nature. L’ultima stima effettuata sulla popolazione di uccelli di tutto il mondo ha infatti rivelato un aumento degli esemplari che rischiano l’estinzione. Nel libro nero ci sono circa 1.227 specie appartenenti al “regno dei cieli”. La minaccia per loro è  ancora una volta determinata dai cambiamenti climatici in corso o dagli stravolgimenti territoriali operati dall’uomo, che devastano interi ecosistemi, minacciando la sopravvivenza di molte specie viventi.

BirdLife International, che ha condotto la ricerca per conto dell’IUCN, ha potuto verificare che il 12% delle specie dei volatili sarebbe a rischio. La buona notizia è che queste specie potranno ancora essere salvate, non appena si darà il via ad una serie di azioni volte a proteggerne e a garantirne la sopravvivenza.
La Lista Rossa IUCN ora elenca nella fascia più alta di rischio 192 specie di uccelli, due in più rispetto all’aggiornamento più recente che risale allo scorso anno.

Legge sulla caccia, rimane tutto invariato

Gli ambientalisti hanno ottenuto una mezza vittoria, i parlamentari della maggioranza una gran confusione. Il testo della nuova legge sulla modifica delle regole sulla caccia è stato definitivamente respinto dal Parlamento, ed ora non si sa più con chi prendersela.

C’è da dire infatti che sin dall’inizio alcuni parlamentari della stessa maggioranza si erano opposti alla proposta di modificare la legge, ed oggi, al momento in cui essa è stata respinta, non si capisce chi l’abbia proposta. La cosa importante però è che adesso non cambierà nulla nelle regole prima vigenti. In particolare si è evitato di dare troppa autonomia alle Regioni le quali, secondo questa nuova normativa, avrebbero potuto decidere autonomamente su quando attivare la stagione della caccia, prolungando il periodo settembre-gennaio, potenzialmente per tutto l’anno.

Il Governo dà la caccia agli animali in via d’estinzione

Non c’erano solo le associazioni ambientaliste a protestare. Recentemente anche l’Unione Europea aveva chiesto all’Italia di rivedere le sue regole sulla caccia perché considerate pericolose. La stagione della caccia, fanno sapere da Bruxelles, è troppo lunga (va dal 1 settembre al 31 gennaio) e senza regole, cioè non tiene conto di quelle specie in via d’estinzione, ma permette di cacciare indiscriminatamente tutto ciò che si muove, anche gli uomini, come abbiamo visto in passato.

E il Governo italiano cosa fa? Pensate che si adegui? Niente affatto. Non l’ha fatto sulle regole più importanti, pensate che lo possa fare sulla caccia? Anzi, se possibile, è riuscito a peggiorare la situazione. Se l’Unione Europea ci accusa di avere una stagione venatoria troppo lunga, noi facciamo meglio, la aboliamo, così ognuno potrà cacciare quando vuole.

Vessati dai bracconieri gli scimpanzè della Repubblica democratica del Congo

[Photo: Clive Hicks]

I bracconieri della Repubblica democratica del Congo (RDC) minacciano l’esistenza di quella che è la più grande popolazione di scimpanzè rimasta al mondo. A giungere a questa conclusione, lanciando l’allarme a livello internazionale, è stato lo studioso Cleve Hicks, sulla base di osservazioni fatte nel corso delle sue ricerche, durante l’anno 2007-2008, visitando le città, i villaggi e le foreste nella regione del Paese africano denominata Buta-Aketi.

Hicks, che lavora presso l’Università di Amsterdam, descrive la situazione difficile in cui versano le scimmie e le altre creature della foresta congolese in un nuovo e-book che è stato pubblicato da appena qualche settimana. Insieme ai suoi colleghi, Hicks è stato in grado di salvare cinque scimpanzé rimasti orfani, che saranno presto condotti in una riserva nel Congo orientale.

Il riscaldamento globale sta uccidendo gli alberi

Riscaldamento globale, ancora lui, il primo indiziato in quella che è una vera e propria scia di morte e distruzione della flora e della fauna terrestre. Recenti studi hanno infatti indicato che gli alberi stanno subendo un vero e proprio massacro a causa degli stravolgimenti climatici in corso e dell’aumento sconsiderato e progressivo delle temperature.

Le foreste stanno morendo, con tutto quello che ne consegue per l’uomo e per il mantenimento degli equilibri negli eco-sistemi terrestri. A quanto pare anche un aumento di soli quattro gradi della temperatura vede moltiplicarsi di ben cinque volte il rischio di morte degli alberi in condizioni di siccità.

La “febbre” del Mediterraneo uccide spugne e coralli

L’ennesimo conto da pagare per i danni da riscaldamento globale è la mortalità di massa di spugne e coralli del Mediterraneo. L’estate marina si è infatti allungata di circa un mese se si considerano i dati registrati nel 1974 e secondo gli ultimi rilevamenti, che risalgono al 2006, le temperature delle acque sono aumentate considerevolmente, provocando la scomparsa da molti fondali di microorganismi particolarmente esposti e sensibili ai cambiamenti climatici.

Ad appurare le conseguenze della febbre dei nostri mari è stato un recente studio spagnolo effettuato da un team di ricercatori del Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche (CSIC), e pubblicato sulla rinomata rivista di divulgazione scientifica Proceedings dell’Accademia nazionale di scienze statunitense.
Gli episodi di mortalità fuori dalla norma di organismi invertebrati sono stati registrati dagli studiosi nel Mar Ligure e nella gran parte del Mediterraneo nord occidentale.

Le 10 specie animali più in pericolo d’estinzione

Secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) molte popolazioni di alcune specie animali al mondo sono diminuite, o sono in diminuzione, dell’80% entro tre generazioni. Questa è l’ultima tappa prima di dichiarare come estinti questi animali che oggi vivono allo stato selvatico. Altro che protezione della biodiversità quindi.

Esistono centinaia di specie animali che rischiano la vita, ma non si tratta soltanto di specie minori. Molto spesso questi animali sono molto conosciuti perché si vedono negli zoo, nei documentari, e delle volte anche nei cartoni animati. Abbiamo provato a racchiudere le 10 specie maggiormente in pericolo in questa presentazione, ma essi sono soltanto una piccola parte delle specie che possono svanire per sempre già nei prossimi anni.

I diluenti per eliminare il gasolio dal mare sono più dannosi del gasolio stesso

Un nuovo studio della Queen’s University dimostra che i detergenti usati per ripulire gli sversamenti di gasolio nel mare in realtà aumentano la tossicità per i pesci, il che li rende più nocivi. Spiega il professore di biologia Peter Hodson:

I detergenti possono essere il modo migliore per trattare i versamenti a lungo termine, perché la dispersione del gasolio viene diluita e degradata. Ma a breve termine, aumentano la biodisponibilità e la tossicità del combustibile fino a 100 volte.

I detergenti sono disperdenti del petrolio che diminuisce la tensione superficiale tra olio e acqua, e permette di mescolare il petrolio galleggiante con l’acqua in piccole goccioline. Il dr. Hodson ed il suo team hanno rilevato che la dispersione riduce l’impatto potenziale del gasolio sulla superficie abitata dagli animali, mentre questo dovrebbe migliorare la biodegradazione, creando anche una maggiore riserva di petrolio nella colonna d’acqua.

Effetto clima e biodiversità, a rischio dieci grandi specie dagli orsi alle tigri… all’uomo

Allarme del Wwf, l’ennesimo appello contro la minaccia alla biodiversità messa in atto dall’uomo e dalle attività umane: sono a rischio le grandi specie. Non parliamo di animali pseudosconosciuti, specie rare, che si trovano solo in pochi zoo del mondo. Qui si sta rischiando di perdere il patrimonio delle specie conosciute da tutti, quelle che popolano i libri di infanzia per bambini, quelle che alla voce animali nel popolare gioco “nomi, cose, città” ci vengono per prime in mente.

Si tratta di pinguini, orsi polari, tigri, elefanti africani, tartarughe marine, balene, delfini, albatross, canguri, oranghi, barriere coralline. Non possiamo certo dire di non conoscerli o di non averne mai sentito parlare. Abbiamo tutti avuto almeno un pupazzetto a forma di orsacchiotto, o un poster con le acrobazie di un delfino, abbiamo visto almeno una volta nella vita al circo o allo zoo un elefante, o una tigre. Ebbene, tra qualche anno, potremmo solo ricordarceli questi animali, magari vederli soltanto imbalsamati al museo di storia naturale, come ora guardiamo gli scheletri dei dinosauri.

I rumori umani causano la morte di migliaia di animali marini

I suoni generati dagli esseri umani hanno le potenzialità per incidere in misura significativa sulla vita degli animali acquatici. Finora questo era risaputo per quanto riguardava i delfini e le balene, i quali confusi dai rumori, finivano col perdersi e molto spesso spiaggiarsi. Secondo una nuova ricerca pare che questo però avvenga anche in specie ben diverse da quelle più grandi e che meglio conosciamo.

L’incisività da parte dell’uomo sui singoli animali è in larga misura sul loro benessere, fino alla riproduzione, la migrazione e mette in pericolo persino la sopravvivenza della specie stessa. Secondo questo studio, gli animali marini potrebbero subire effetti negativi che vanno dalla perdita dell’udito ad una maggiore influenza nella propria vita a causa dei rumori ambientali, in modo non dissimile per gli esseri umani e per gli animali terrestri. Come se il vostro vicino decidesse di utilizzare per tutto il giorno un martello pneumatico per tutta la vita. Voi come vi sentireste?