la raccolta differenziata: un dovere per il presente, un diritto per il futuro

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La raccolta differenziata è un sistema di ripartizione dei rifiuti, in base ai materiali da cui sono composti, in modo da semplificare il recupero degli elementi riciclabili e da facilitare lo smaltimento di quelli non riutilizzabili. Un decreto legge del 1997 ha stabilito che il sistema della raccolta differenziata dovesse essere obbligatorio in tutte le citta’ italiane, tuttavia non in tutte le regioni questo sistema è stato applicato ed infatti ci sono zone del nostro paese, come la Campania, che vivono una vera e propria emergenza rifiuti, poiche’ le discariche sono stracolme.

Per organizzare una raccolta occorrono fondi ed una gestione precisa del sistema di differenziamento, occorrono cassonetti differenti, dislocati nelle diverse aree urbane, per consentire a tutti i cittadini di fruirne, occorre stabilire orari di raccolta precisi, per evitare che i cassonetti siano stracolmi nei centri abitati.

Punteruolo Rosso: continua l’attacco alle nostre palme

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La presenza del Punteruolo Rosso (Rhynchophoreus Ferrugineus) il coleottero che uccide le palme, è sempre più dannosa. Il suo arrivo in Italia dall’Egitto risale al 2004 circa, quando la sua presenza fu documentata in Campania e Toscana, per essere poi scoperto in Lazio, mentre ora è la Sicilia ad essere attaccata.

La pericolosità del Punteruolo Rosso è evidenziata nelle liste dell’EPPO e, sebbene per la Comunità Europea non sia un animale da quarantena, bastano le stragi sui nostri litorali e classificare il suo arrivo alla stregua di un’emergenza fitosanitaria per le palme, soprattutto per il genere Palma della Canarie (Phoenix), la più diffusa lungo le coste del mediterraneo.

Tornado a Buenos Aires: colpa dei cambiamenti climatici?

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Mentre il mondo va avanti per la sua strada, i cambiamenti climatici mandano un altro segno della loro presenza: Buenos Aires, nel mezzo delle sua settimana di tempo pazzo, di piogge torrenziali e sole spaccapietre, ha visto un tornado passare sul Rio de la Plata, nelle zone limitrofe alla capitale.
Il fenomeno è raro nella zona e, sebbene nessuno abbia imputato il tornado ai cambiamenti climatici, si è avuto dopo l’estate più calda che la capitale Argentina ricordi. Senza parlare del fatto che lo scorso luglio ha invece nevicato abbondantemente, cosa che non succedeva da novant’anni.

I pinguini imperiali e la lunga marcia dell’amore

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Il 21 marzo uscirà nei cinema italiani La volpe e la bambina, film girato nel Parco Nazionale dell’Abruzzo. Il regista Luc Jacques sembra essere particolarmente sensibile al tema del rapporto fra l’uomo e la natura, considerando che già qualche anno fa ci aveva incantato con l’ormai celebre film-documentario La marcia dei pinguini. (Se non lo avete ancora visto correte a noleggiarlo! Ne vale la pena).

E’ sempre di un regista francese, Jacques Perrin, un altro capolavoro sui teneri abitanti dell’Antartide, Il popolo migratore, e anche questo merita pienamente di essere visto.
Ma cosa avranno di speciale i pinguini imperiali, da suscitare così tanto interesse nel genio creativo di chi fa cinema?

Le conseguenze della deforestazione nell’isola di Sumatra

Secondo uno studio realizzato dal WWF in una delle province di Sumatra, esiste uno stretto rapporto tra il fenomeno della deforestazione, i cambiamenti climatici e l’estinzione di specie rare come la tigre di Sumatra.
Più di 4 milioni di ettari di foresta tropicale sono stati distrutti negli ultimi 25 anni, e i dati si riferiscono alla sola provincia di Riau!
Il nostro Paese è, purtroppo, uno tra i principali importatori di legname.

Il disboscamento provoca un’alta immissione di CO2 nell’atmosfera, con gravi conseguenze per il clima dovute all’effetto serra.
La distruzione delle foreste comporta la scomparsa degli habitat di alcuni animali, seriamente a rischio estinzione.
Riau ha perso il 65% del totale delle sue foreste e di conseguenza l’84% degli elefanti e il 70% delle tigri.
Attualmente a Riau ci sono soltanto 210 esemplari di elefanti e 192 tigri.

Rifiuti tecnologici: dove vanno a finire?

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Nel rapporto Toxic tech: non nel nostro cortile, Green Peace denuncia il grave problema ecologico dei rifiuti elettronici.
In base ai dati delle vendite globali di prodotti elettronici e di alta tecnologia, si è ricavata la corrispettiva quantità di rifiuti prodotta dall’industria tecnologica.

I dati emersi sono a dir poco preoccupanti: la quantità di questi rifiuti cresce in maniera esorbitante e nel contempo diminuisce il loro riutilizzo e riciclaggio.L’ONU ha stimato che ogni anno si producono tra i 20 e i 50 milioni di tonnellate di rifiuti tecnologici, che corrisponderebbero a circa il 5% della produzione globale di rifiuti solidi.

Corpi di plastica: dagli States una nuova preoccupante scoperta

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I nostri corpi contengono residui delle materie plastiche usate in cucina.
E’ la nuova scioccante rivelazione di alcuni studiosi del governo federale statunitense.
Il bisfenolo A (BPA), il maggior componente molecolare dei prodotti di plastica, sarebbe presente negli organi e nei tessuti degli americani, grandi e piccoli, senza esclusioni.
Il BPA viene legato in lunghe catene, chiamate polimeri, per trasformare il policarbonato in plastica.

La parte interna di molti contenitori di cibo, bevande ma anche piccoli elettrodomestici e il biberon dei bambini, sono fatti da policarbonati. L’uso e il riscaldamento possono provocare la rottura e lo scioglimento dei polimeri che entrano così a contatto con il cibo e, da lì, nell’organismo.

WWF Italia e Birdlife Malta insieme per le cicogne

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Al via un progetto per la protezione delle cicogne e dei rapaci in migrazione sullo Stretto di Messina. L’iniziativa è stata promossa dal WWF Italia in collaborazione con l’Associazione Mediterranea per la Natura e Birdlife Malta.
Organizzato un campo internazionale le cui date in Sicilia vanno dal 12 aprile al 25 maggio, e a Malta dal 14 al 19 aprile.

L’intervento nasce a tutela delle centinaia di rapaci e cicogne che ogni anno vengono uccise, mentre passano sullo Stretto di Messina. Questa carneficina va avanti da molti anni, nonostante la legge vieti gli appostamenti fissi, e avviene anche in periodi in cui la stagione della caccia è chiusa.

Dall’Amazzonia dipende il nostro futuro

L’Amazzonia è qualcosa di più di un ecosistema, di una grande foresta, di un immenso paese da proteggere: l’Amazzonia è il nostro futuro. Questo l’appello-monito di Greenpeace per il più grande polmone verde della Terra. Solo poco più di un quinto delle foreste originarie del pianeta è rimasto preservato, di quelle che restano almeno la metà è seriamente minacciata dalle attività minerarie ed agricole dell’uomo, ma soprattutto dallo sfruttamento ai fini dell’estrazione commerciale del legname.

Con i suoi 370 milioni di ettari l’Amazzonia brasiliana rappresenta la più grande estensione al mondo di foresta primaria, un terzo delle foreste totali di tutto il pianeta. Le multinazionali del legname oggi stanno mettendo a repentaglio l’integrità di questo patrimonio naturale. Dopo aver devastato le risorse forestali del Sud Est asiatico e dell’Africa Centrale, le grandi compagnie del legname asiatiche, nordamericane ed europee si stanno ora spostando sull’Amazzonia brasiliana.
Si tratta di compagnie che hanno una pessima fama per i loro abusi sociali ed ambientali.

Gemellaggio fra Italia e Congo per proteggere il gorilla della montagna

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Ricordate la foresta del film Gorilla nella nebbia? E’ al via un progetto di finanziamento per la tutela di questo grande patrimonio boschivo e del suo habitat. La cooperazione avverrà in gemellaggio tra Congo ed Italia ed in particolare tra le Oasi Regionali del Wwf e quelle della Regione del Kivu. Saranno piantati circa 100.000 alberi.

Il progetto di cooperazione denominato PEVì-Kacheche è stato avviato tra Abruzzo e Repubblica Democratica del Congo ed è finanziata dalle oasi del Wwf in Abruzzo (Lago di Penne, Lago di Serranella, Diga di Alanno, Calanchi di Atri, Gole del Sagittario, Sorgenti del Pescara e Cascate del Rio Verde) e dall’Ufficio Cooperazione Internazionale della Regione Abruzzo nell’ambito del bando annuale 2007. Le azioni principali previste dal piano sono due:

  • la tutela del Parco Nazionale dei Monti Virunga, sito che è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco e reso famoso dal film Gorilla nella nebbia, attraverso l’innesto di 100.000 alberi che formeranno una fascia tampone intorno al parco, creando nuovi posti di lavoro per gli indigeni con la costituzione di un vivaio e ricostituendo gli habitat forestali oggi distrutti.
  • la formazione professionale di 5 operatori congolesi dell’Istituto per la Conservazione della Natura del Congo (Iccn, Institute Congolais pour la Conservation de la Nature) che saranno ospitati nella nostra regione e parteciperanno ad incontri, seminari e laboratori pratici nelle oasi del Wwf dell’Abruzzo.

Bici elettrica al posto dell’auto: i cinesi sembrano pensarla così

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Nelle nostre città l’uso della bicicletta è sicuramente limitato dalla pericolosità delle strade e dalle scarse piste ciclabili. Qualche avventuriero che ha scelto il mezzo a due ruote totalmente non inquinante, si trova a dover affrontare il rischio di essere investito dalle auto che poco considerano i ciclisti e provando a salvarsi la pelle, usando magari anche i marciapiedi, si ritrova a sua volta a rischiare di rendere pericolosa la passeggiata ai pedoni.

Solo recentemente la bici a pedali è stata sostituita da qualche bicicletta elettrica, ma qui in Italia anche se alcuni la trovano sicuramente comoda perché meno faticosa, i più, continuano a preferire il vecchio veicolo a due ruote spinto dalla forza umana.

Questa idea della bicicletta elettrica sembra invece essere stata presa molto sul serio in Cina.

Dalla Nuova Zelanda un progetto contro l’emissione di gas serra: usare il bioetanolo

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Arriva dalla Nuova Zelanda un’ interessante sperimentazione che potrebbe portare nuovi sviluppi alla lotta contro le emissioni di gas serra nell’ambiente.

Una recente prova fatta con un nuovo prodotto definito “Gull Force 10 biofuel” che risulta essere una miscela di benzina a cui è stato aggiunto un 10% di etanolo ha dato buoni risultati.

In Nuova Zelanda, l’etanolo viene ricavato dal latte, nello specifico dal siero del latte che nell’industria del paese è già molto utilizzato.

Squali verso l’Antartide: colpa del riscaldamento globale

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Nuovi studi dei biologi marini hanno determinato che il riscaldamento globale potrebbe spingere gli squali a spostarsi presto verso l’Antartide. I biologi riuniti per la conferenza annuale dell’Associazione americana per l’avanzamento della scienza (AAAS), hanno avvertito che il ritorno dei predatori nell’Antartide potrebbe rivelarsi devastante per l’ecosistema sottomarino.
Le acque circostanti l’Antartico sono troppo fredde per gli squali -ha spiegato Cheryl Wilga, professore di biologia all’Università di Road Island -ma il riscaldamento globale potrebbe renderle ospitali per gli squali nei prossimi cento anni.
Le conseguenze sarebbero devastanti poichè il mare antartico, dopo la scomparsa dei temibili predatori, ha sviluppato un ecosistema dominato da molluschi, invertebrati ed un ambiente che è unico al mondo. Questo equilibrio potrebbe essere minato dal ritorno degli squali, con conseguenze deleterie.

Le acque antartiche dovrebbero rimanere al di sopra dello zero per far diventare abitabile l’ambiente per alcune specie di squali, e alla velocità con cui sta aumentando la temperatura, potrebbe accadere già in questo secolo– ha continuato il professor Wilga.
Una volta arrivati nell’Antartico, niente sarebbe più come prima e l’intero ambiente marino ne sarebbe completamente devastato e sconvolto.

Piantiamo nuovi alberi: da solo, un albero, ci fornisce 4kg e mezzo di ossigeno

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Inizia da Roma, la campagna nazionale di forestazione che per combattere l’inquinamento, in particolare le emissioni di CO2 nell’aria, porterà ad essere piantati in tutto il territorio, 250 mila alberi in un anno.

Si è stimato che solo nel primo anno con questa iniziativa si potrà ottenere una diminuzione dell’emissione di CO2 di ben 175.000 tonnellate; questo deriva dal fatto che un albero, con il suo ciclo di vita distrugge ben 700 chili di CO2.