Australia, nasce la riserva marina più grande del mondo

Nasce in Australia la riserva marina più grande del mondo: una vasta rete di parchi che si stende lungo il perimetro dell’intera isola, ponendo finalmente dei limiti allo sfruttamento delle acque australiane. La riserva marina copre oltre 2,3 milioni di km quadrati, ovvero quasi un terzo dell’intera superficie delle acque territoriali australiane.

Australia a caccia dei cammelli inquinatori

Probabilmente in questi giorni vi sarà capitato di leggere una notizia che poteva sembrare un pesce d’aprile fuori stagione, ma da quanto apprendiamo da fonti australiane, pare che non ci sia davvero nulla da scherzare. I cammelli selvatici che vivono in Australia stanno diventando un grosso problema e, per risolverlo, il Governo ha deciso di risolvere la questione alla radice, sterminandoli.

Pare infatti che il Governo australiano stia valutando una sorta di regime di “carbon credits” (crediti di carbonio) da aggiudicare con l’uccisione di cammelli nell’entroterra perché possono essere un pericolo per le specie autoctone, e perché…inquinano troppo.

Alluvioni in Australia, Niña e riscaldamento globale (video)

Basta aprire qualsiasi giornale o telegiornale in questi giorni per rimanere scioccati dalle immagini delle inondazioni che arrivano dal Queensland, in Australia, dove 12 mila case sono state alluvionate, 118 mila edifici sono rimasti senza energia elettrica e 2 milioni di persone rischiano di vedere la propria città, Brisbane, completamente distrutta.

Il motivo di tutto questo disastro è attribuito ad una insolitamente forte “La Niña“, un fenomeno climatico periodico, che porta più pioggia nel Pacifico occidentale, e meno nel Sud America e Pacifico orientale. Si tratta di un evento che nei secoli è sempre accaduto, ma mai con una potenza così devastante.

Un cimitero zero emissioni, bare ecologiche e Gps per trovare i defunti

eco cimiteroLa tomba dell’ecologia ovvero un sepolcro ecologico. Avevamo già parlato tempo fa delle soluzioni per morire ecologico in Olanda. Oggi, invece, ci spostiamo dall’altra parte del globo, a Sidney, Australia: in campo un’idea, quella di non inquinare in vita né oltre la vita. E’ così che nasce l’ecocimitero, diverso da quello che siamo abituati a vedere, oseremmo dire rivoluzionario.
Niente lapidi né pietre tombali: per registrare la posizione esatta e localizzare successivamente il defunto c’è il GPS. Le coordinate del ricordo ci verranno in aiuto nelle nostre visite e c’è chi giura, Ecologiae incluso, che questo sarà il cimitero del futuro.

Il cimitero ecologico a impatto zero è il St. Francis Field (deve il suo nome a San Francesco di Assisi), presso il cimitero di Kemps Creek nella periferia ovest di Sydney. Attualmente ha una capienza di 300 persone, 300 veri e propri ecodefunti che ridurrano la loro impronta sull’ambiente in vita come in morte. Come?

E’ l’Australia la nazione meno ecologica al mondo

australia canguri

Se si pensa alle nazioni più inquinanti del mondo, il pensiero che viene subito è diviso tra Stati Uniti e Cina. Ed invece è l’Australia che continua a vincere grandi “trofei”, in termini di impatto ambientale. Peccato che siano trofei negativi. La più grande nazione dell’Oceania può “vantare”:

  • Il più alto tasso di estinzione di mammiferi nel mondo sviluppato;
  • Il più alto tasso mondiale di emissioni di anidride carbonica pro capite;
  • Le più grandi case del mondo;
  • Il debito più alto al mondo, tra le nazioni sviluppate.

A quanto pare l’Australia batte ora l’America anche per la quantità di tempo perduto a causa dei sempre maggiori ingorghi del traffico.

Un iceberg di mezzo chilometro ha quasi raggiunto la Nuova Zelanda

enorme iceberg

L’idea che tutti abbiamo della Nuova Zelanda è di un posto solare, “estivo”, con palme e spiagge che lo fanno sembrare alla stregua delle Maldive o degli altri Paesi tropicali. Ed invece il Paese oceanico si sta preparando per accogliere alcuni rari visitatori che lo stanno raggiungendo.

Più di 100 iceberg sono stati individuati al largo della costa dell’Isola Macquarie, territorio australiano a circa 900 miglia a sud-est della Tasmania, i quali si calcola possano essere a soli 200 chilometri dalla costa meridionale della Nuova Zelanda.

Questa è solo la seconda volta in 78 anni che dei grandi iceberg antartici sono avvistati così vicini. L’unico precedente è stato alla fine del 2006, quando un iceberg è stato avvistato nella costa orientale della Nuova Zelanda. Secondo il National Institute of Water and Atmospheric Research (Niwa), il monitoraggio effettuato via satellite ha mostrato che l’iceberg più grande misuri circa 500 metri di larghezza, 50 metri di altezza ed abbia uno spessore totale di 350 metri.

Australia: il Parlamento si blocca sulla riforma ecologica. Quando questo accadrà in Italia?

parlamento australiano

Il Governo laburista australiano vuole, prima del congresso di Copenaghen, approvare una nuova legge che applichi un regime di scambio di emissioni, approvato dal Parlamento. I partiti liberale e nazionale dell’opposizione sono in fermento, e non credono che il Governo sia in grado di attuare una svolta simile.

Sanno infatti che gli australiani vogliono qualche azione sul cambiamento climatico. Il leader dell’opposizione, Malcolm Turnbull, ha anche dichiarato pubblicamente (e forse profeticamente),

Io non guiderò un partito che non è impegnato ad intervenire in modo efficace sul cambiamento climatico come lo sono io.

Turnbull è ben consapevole che l’azione sul cambiamento climatico è una parte significativa della ragione per cui l’Australia ha votato il primo ministro Kevin Rudd e il suo partito due anni fa. Eppure molti esponenti dell’opposizione sono ardenti scettici del riscaldamento globale. Ma se votassero contro il progetto di legge del governo, esso potrebbe utilizzare questo come pretesto per sospendere il Parlamento e indire una nuova elezione nazionale. Pare però che il popolo australiano sia ancora schierato con il Governo.

Australia: aumentano i livelli dei mari e la gente è “sfrattata” dalla costa

costa australiana

Un nuovo rapporto sugli effetti del cambiamento climatico sulla vasta costa dell’Australia sta costringendo il Paese a prendere in considerazione l’impensabile: la vita senza il surf. La vita sulla spiaggia costituisce gran parte dell’identità della nazione, con circa l’80% delle persone che vive lungo la costa. Ma un comitato ambientale del governo australiano avverte che migliaia di chilometri di coste dell’Australia sono minacciati dal livello dei mari.

Il rapporto, pubblicato ieri dopo 18 mesi di studio, suggerisce di prendere in considerazione la possibilità di vietare alle persone di vivere nelle zone vulnerabili.

La commissione concorda sul fatto che questo sia un tema di importanza nazionale e che il momento di agire è adesso

ha scritto il Comitato permanente della Camera dei Rappresentanti per i cambiamenti climatici, l’acqua, l’ambiente e le arti. La relazione fa 47 raccomandazioni su come l’Australia potrà prepararsi meglio agli effetti del cambiamento climatico, comprese le revisioni dei piani di evacuazione, revisione delle norme edilizie al fine di garantire case robuste, ed il ruolo che il governo assume per aiutare le comunità costiere ad adattarsi al livello del mare.

La “tempesta rossa” austaliana aiuterà a ridurre la CO2 nell’atmosfera

tempesta rossa australia

Notizie stravaganti arrivano dall’Australia, attraverso uno studio di Geoingegneria negli Oceani del Sud. Un enorme carico di polvere pieno di ossido di ferro, proveniente dalla zona del Lago Eyre, un bacino situato nel centro dell’Australia, è stato sversato nel mare, ricoprendo la superficie dell’oceano dalle coste australiane fino alla Nuova Zelanda.

Il ferro gettato nell’oceano così è venuto su all’improvviso, tanto che anche Greenpeace, presente all’evento, è stata presa in contropiede. Pare essere una buona notizia perché ci sarà più cibo per i pesci, visto che questo sversamento di ferro aumenterà il plancton al largo della costa australiana.

L’Australia fissa l’obiettivo del 20% della produzione energetica dalle rinnovabili entro il 2020

idroelettrico

Il parlamento australiano ieri ha approvato una legge che fissa al 20% l’elettricità del Paese che dovrà provenire da fonti rinnovabili entro il 2020, in linea con gli obiettivi europei. La legge porterebbe a quadruplicare la quantità di energie rinnovabili fissata dal precedente Governo nel 2001 e fornirà abbastanza energia pulita per dare elettricità a 21 milioni di australiani.

Ma non tutti sono contenti, anzi pare che alcuni funzionari più “aggressivi” chiedano ulteriori tagli alle emissioni di gas serra. Il progetto di legge è stato approvato dopo che il Governo ha raggiunto un accordo con l’opposizione con l’intento di aumentare l’assistenza alle industrie che consumano molta elettricità, creando anche delle garanzie per gli investimenti in materia di carbone e per l’industria mineraria.

La siccità australiana provoca acidificazione nel terreno e problemi di salute

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Non appena il livello d’acqua di due laghi australiani scende, la minaccia dell’inquinamento da polveri di acido solforico aumenta. I funzionari stanno cominciando a preoccuparsi del fatto che per pompare l’acqua dolce artificiale nei due laghi per proteggere la foce del fiume Murray, si mantengono i livelli dei laghi sotto la sufficienza d’acqua. In più diminuendo i livelli delle acque, il letto dei laghi rilascia degli acidi che si trasformano, con l’esposizione all’aria, in un disastro ecologico, e una minaccia per la salute delle persone che vivono vicino ai laghi stessi.

EcoWorldly riporta un articolo che affronta i grandi problemi del prosciugamento dei laghi al di là della semplice perdita di acqua dolce. Il problema è che quando vengono esposte all’aria, le sostanze presenti nei suoli composte per larga parte da acido solforico, non possono essere mantenute artificialmente elevate a causa dei problemi di siccità. Il Governo sta cercando di risolvere il problema attraverso un “biorimedio“, un’iniziativa che include l’impianto di alcune specie di vegetali che diffondono particelle di calcare nei terreni esposti.

Smart Light Sidney, un altro evento della città più impegnata del mondo nell’ecologia

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Sydney, in Australia, è stata una delle città in prima linea durante l’Earth Hour, la famosa manifestazione in cui si spegnevano contemporaneamente tutti i monumenti e i punti simbolo delle città di tutto il mondo. Sidney spense le sue luci per evidenziare il problema energetico ed il conseguente dilemma del cambiamento climatico. Ora, e per le prossime tre settimane, le luci rimarranno spente per la stessa causa. Smart Light Sydney sta celebrando la manifestazione “innovazioni sostenibili e il futuro del design a basso consumo”.

La manifestazione fa parte di un evento più vasto legato al Vivid Sydney Festival. Smart Light Sydney (che letteralmente dovrebbe significare Sidney con la luce intelligente) si svolge con una illuminazione ecologica, in una sorta di fiera cittadina in cui vengono presentate nuove tecnologie, come i LED, nano-materiali e software avanzati di progettazione dei programmi che stanno rivoluzionando la progettazione degli impianti d’illuminazione per il loro utilizzo in città.

Il diavolo della Tasmania rischia di finire…all’inferno

Sono diventati famosi grazie ad un cartone animato degli anni ’90. Il nome scientifico è Sarcophilus harrisii, ma è meglio conosciuto come diavolo orsino o meglio ancora “Diavolo della Tasmania“. Questo bellissimo animaletto australiano, rischia di far estinguere non solo la sua specie, ma tutto il suo genere, dato che rimane il suo unico rappresentante.

L’allarme lo sta lanciando uno zoologo australiano, Jeremy Austin, che sta studiando un modo per evitare questa tragedia, che secondo le previsioni potrebbe avvenire nei prossimi 20 anni. Ebbene, questo marsupiale, già scomparso dalla gran parte dell’Australia a causa della deforestazione, si è rintanato proprio nell’area che gli ha dato il nome, la Tasmania, da cui adesso rischia di essere sfrattato, e stavolta per sempre.