Biodiversità, il piano di salvataggio dell’UE fissa sei punti strategici

Biodiversità: per arginarne l’incessante perdita, l’Unione Europea ha messo a punto un nuovo piano decennale che si propone il raggiungimento di sei obiettivi cruciali.
I paletti di Bruxelles, esposti oggi dal Commissario all’Ambiente Janez Potocnik, comprendono:

  1. l’attuazione scrupolosa della normativa vigente in merito di protezione della natura e delle riserve;
  2. il ripristino ed il miglioramento degli ecosistemi;
  3. politiche agricole e forestali sostenibili;
  4. protezione degli stock ittici;
  5. strategie di contenimento delle specie invasive;
  6. un maggiore contributo dell’UE al piano internazionale di protezione della biodiversità.

Ecolnet, l’ecoturismo per tutti online

E’ partito Ecolnet, il progetto europeo per l’Ecoturismo: una rete che favorisce lo scambio di informazioni tra le organizzazioni attente all’ambiente e all’ecologia, per promuovere le ecovacanze e il turismo

Biocarburanti “immorali”: chiesta moratoria all’Unione Europea

La Direttiva Energetica per le Energie Rinnovabili dell’Unione europea mira a raggiungere il 10% dei carburanti per il trasporto formato da biocarburanti entro il 2020. Come abbiamo più volte sottolineato, ci sono un sacco di problemi che riguardano il raccolto al fine di produrre biocarburanti, la maggior parte del quale, almeno fino ad oggi, proviene dalle piante che altrimenti potrebbero essere utilizzate come alimento.

Il Nuffield Council on Bioethics ha effettuato un’inchiesta, durata 18 mesi, e in occasione della presentazione dei suoi risultati ha vivamente consigliato di sopprimere immediatamente tali obiettivi perché sono considerati “immorali”. Il Consiglio per la bioetica scrive che la rapida espansione della produzione di biocarburanti, anche per quelli utilizzabili in Europa, verrà protratta nei Paesi in via di sviluppo dove provoca la deforestazione e costringe milioni di popolazioni indigene allo sfratto.

Enel Green Power: nuovo progetto eolico in Grecia

Il colosso italiano delle rinnovabili Enel Green Power ha annunciato un nuovo progetto di espansione all’estero, stavolta in Grecia dove già la società vanta una presenza significativa nel settore delle fonti rinnovabili. In particolare, Enel Green Power in data odierna, mercoledì 13 aprile 2011, ha reso noto che vicino alla città di Corinto sono stati avviati i lavori per la realizzazione di un progetto eolico avente complessivamente una potenza pari a 28 MW.

Trattasi, nello specifico, di impianti nelle aree di Profeta Elias, per 9 MW, e di Chlogos per 19 MW, che entreranno in esercizio nell’arco di pochi mesi, e precisamente nell’ottobre del 2011. A regime saranno prodotti annualmente ben 57 milioni di chilowattora di energia elettrica, tanti quanti ne servono per soddisfare il fabbisogno energetico di oltre 14 mila famiglie; il risparmio ambientale annuo è pari ad oltre 62 mila tonnellate di anidride carbonica non immesse in atmosfera.

Rinnovabili, UE raddoppia quota in un decennio

Rinnovabili nell’Unione Europea: un decennio in crescita, quello fotografato dall’Eurostat, l’ufficio europeo di statistica. I dati raccolti sono stati diffusi nell’ambito della settimana europea dell’energia sostenibile. Nel periodo compreso tra il 1999 ed il 2009, l’Europa ha visto raddoppiare il consumo di energie rinnovabili, passato dal 5,45 al 9%. In Italia, nello specifico, lo stesso periodo ha coinciso con un aumento della fetta di consumo consistente, esattamente dal 5,7% al 9,5%.

Notizie positive certamente ma il nostro Paese resta indietro e arranca dietro ai Paesi più virtuosi, molti nel Nord Europa. In cima alla classifica per consumo di energie rinnovabili troviamo la Lettonia a quota 36%, seguita a ruota dalla Svezia al 34%, dall’Austria al 27%. Più giù al 23% troviamo la Finlandia, il Portogallo a quota 19% e la Danimarca al 16,7%.

Google sempre più solare: annunciata centrale in Germania da 18,65 Mw

Fino ad oggi Google, una delle aziende IT più impegnate al mondo nel campo dell’ecologia, aveva incanalato il suo impegno, e milioni di dollari, in investimenti che potessero rendere la sua attività più green. Ad esempio aveva investito molto, come spiegato anche su queste pagine, in server alimentati dalle rinnovabili, in sedi ad alta efficienza energetica o nel trasporto sostenibile dei suoi dipendenti.

Ora pare che l’azienda di Mountain View abbia deciso di allargare il suo campo d’azione al di fuori delle attività strettamente legate all’informatica, e vuol investire in vere e proprie centrali elettriche. Ovviamente alimentate dalle rinnovabili. Per farlo ha deciso di iniziare dall’Europa, ed in particolare nel Paese che più di tutti sembra impegnarsi nel campo, la Germania. Google ha infatti annunciato di voler avviare una centrale solare fotovoltaica da 18,65 Mw.

Automobili: l’Ue pensa di bandire diesel e benzina entro il 2050

Le auto elettriche o con combustibili alternativi non riescono a decollare? Allora è bene forzare la mano. In solo quattro decenni la Commissione europea ha intenzione di realizzare una proposta ambiziosa: eliminare le automobili a benzina e diesel entro l’anno 2050, nel tentativo di ridurre la congestione del traffico e ridurre drasticamente l’impronta di carbonio del Continente.

Sicuramente il piano troverà forti opposizioni specialmente dalle lobby del petrolio, ma forse solo così si potrà riuscire a risolvere il problema della dipendenza dalle fonti inquinanti che invece continuano ad aumentare la loro presenza nella nostra vita di giorno in giorno.

Nucleare: l’Europa prepara gli stress test

La riunione straordinaria del Consiglio europeo dell’energia di lunedì scorso, tenuta a Bruxelles, ha deciso che l’Europa deve capire quanto sono sicure le sue centrali nucleari. La valutazione è stata denominata “stress test” perché simulerà eventi casuali stressanti, per vedere il grado di resistenza delle centrali di fronte ad una serie di fattori, come ad esempio l’attività sismica, le inondazioni, e la perdita di potenza dei reattori, ma si prenderanno in considerazione anche altre eventualità non naturali come disastri aerei o attacchi informatici.

Un’iniziativa importante, ma non sufficiente secondo molti gruppi ambientalisti, anche perché, secondo le prime indiscrezioni come quelle provenienti dal Ministro per lo Sviluppo dell’Ungheria, pare che i risultati non saranno pronti prima della fine dell’anno.

Nucleare: seconda esplosione in Giappone, Germania e Svizzera decidono di chiudere le centrali

Ormai siamo alla resa dei conti. Se al primo incidente nella centrale di Fukushima i cittadini dei Paesi che hanno centrali nucleari in casa propria sono scesi in piazza per dire basta all’atomo, dopo la seconda esplosione sono i politici a fare un passo avanti, prendendo provvedimenti seri. Ed ora che in Giappone si rischia una nuova Chernobyl, le politiche energetiche dovranno essere rivoluzionate sul serio.

Ma cominciamo dalla situazione giapponese, com’è doveroso che sia. Dopo il reattore numero uno, anche il numero 3 ha ceduto ieri. Una nuvola di fumo bianco, come quella “ammirata” pochi giorni fa, contenente iodio 131 e cesio 137, si è sprigionata nell’aria, portando a 30 km il raggio di evacuazione delle case. Ma durante la notte italiana il Premier Naoto Kan, colui che aveva negato qualsiasi incidente radioattivo, ha ammesso che anche il reattore numero 2 ha ceduto, e la fuga radioattiva “non è da escludere”.

Esplosione centrali nucleari in Giappone, le reazioni dell’Europa

Dopo la seconda esplosione in una centrale nucleare giapponese, a seguito del terribile terremoto di pochi giorni fa, decine di migliaia di persone hanno preso parte ad una manifestazione anti-nucleare nella Germania meridionale. La manifestazione era stata programmata da tempo, ma dopo la notizia dell’emergenza nucleare giapponese, gli organizzatori sono stati travolti da una folla di circa 50.000 persone, molte di più di quelle che speravano potessero arrivare al momento dell’organizzazione.

I manifestanti, che si sono disposti in una catena di 45 km intorno alla centrale elettrica di Neckarwestheim (Stoccarda), chiedevano che il Governo tedesco prendesse le distanze dal nucleare. Il Cancelliere Angela Merkel, che ha esteso la durata della vita delle centrali nucleari in Germania, ha convocato i ministri per una riunione d’emergenza.

Unione Europea e Unep, nuovo accordo per rilanciare green economy e rinnovabili

L’Unione Europea di certo sta facendo la sua parte per combattere il riscaldamento globale, l’inquinamento e promuovere le nuove tecnologie pulite, ma come sempre da soli non si va da nessuna parte. Per questo c’è bisogno del sostegno di tutti i Paesi del mondo, anche quelli più piccoli e poveri, e siccome non si può pretendere da loro gli investimenti possibili in Occidente, ecco che interviene l’Unep, il programma ambientale delle Nazioni Unite, da sempre al fianco dell’Europa.

Ieri è stato siglato un nuovo accordo tra questi due organi che prevede l’intervento in Paesi in via di sviluppo come molti africani, ma anche i Caraibi ed i Paesi del Pacifico, per incentivare ed avviare progetti di green economy. Negli ultimi tre anni sono stati avviati 60 progetti per un totale di 50 milioni di euro, e dato che queste iniziative hanno già cominciato a dare risultati, sarebbe un peccato non svilupparle. Così si inquadra il nuovo accordo 2011-2013.

Sostanze chimiche pericolose, l’Ue chiede il bando per altre 7

Dopo il successo nella messa al bando del BPA, questa settimana l’Unione Europea ha proposto di aggiungere sette sostanze chimiche all’elenco delle sostanze estremamente pericolose (SVHC). L’aggiunta di una sostanza chimica alla lista SVHC permette di bandirla dal mercato, a meno che non sia dimostrato che i rischi siano adeguatamente controllati, oppure se la sostituzione non sia fattibile ed i benefici socio-economici derivanti dalla sostanza giustifichino il rischio.

L’Agenzia europea delle sostanze chimiche metterà sotto osservazione le sostanze fino al 7 aprile 2011 prima di agire nell’iscrizione nell’elenco delle sostanze estremamente pericolose. Di seguito la lista.

Bisfenolo A nei biberon, vietata produzione dal primo marzo

Bisfenolo A, BPA, nei biberon: il divieto di produzione entrerà in vigore dal primo marzo del 2011. Lo ha deciso la direttiva 2011/8/UE della Commissione Europea, approvata il 25 novembre scorso e pubblicata sulla Gazzetta dell’Unione del 29 gennaio 2011. Un addio certamente privo di rimpianti per consumatori ed associazioni che da tempo si battono per l’eliminazione della sostanza tossica, in grado di interferire con il sistema endocrino, da prodotti di uso comune per i neonati come lo sono per l’appunto i biberon.

Dal primo giugno 2011, sempre secondo quanto stabilito dalla stessa disciplina, vigerà il divieto di immettere sul mercato ed importare nei confini dell’Unione

materiali e oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari che non sono conformi alla presente direttiva.

Green Economy europea, obiettivo taglio emissioni al 95% entro il 2050

Basta giochi di palazzo, se speriamo di trovare un accordo tra i vari Capi di Stato e di Governo di tutto il mondo per tagliare le emissioni, non ci riusciremo mai, e allora meglio imporre un piano che tutti dovranno seguire. C’è quest’idea alla base del nuovo piano dell’Unione Europea che verrà presentato il prossimo mese da José Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea che ha come principale obiettivo la riduzione delle emissioni.

L’economia europea, per poter ripartire, dovrà tingersi di verde, perché è questo il campo del futuro, e grazie a questa scelta si calcola che si otterranno due risultati eccezionali: risparmio, soprattutto in termini monetari, e riduzione dell’inquinamento. Per avere un’idea di ciò che Barroso ha in mente, basti dire che l’obiettivo principale che questo piano si propone è di tagliare le emissioni di almeno l’80%, ma si spera di arrivare al 95%, entro il 2050.