Studenti modificano Vespa per farla andare ad acqua

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Si sente spesso parlare di vetture che funzionano ad acqua, anche se le leggende metropolitane che si inseguono su questo tema sono sempre in circolazione. Ma pare che stavolta sia vera. Un ragazzo “normale”, quindi nè un’azienda di autoveicoli nè qualche cervellone dell’intelligence militare, è riuscito ad inventare un carburatore speciale nel suo garage: un carburatore che va ad acqua. Speriamo che i diritti di brevetto non vadano ad una compagnia petrolifera, visto che, e questa è più di una leggenda metropolitana, è capitato che acquistino i brevetti di idee così geniali per poi sopprimerle per non rovinare il mercato della benzina.

Vi è certamente il potenziale per aumentare l’efficienza totale del carburante dei veicoli alimentati ad ICE (internal combustion engine), iniettando a bordo dell’idrogeno generato. Idealmente, l’idrogeno sarebbe generato catturando l’energia di scarto, come questo che sfrutta l’uscita dall’alternatore sottoutilizzato per idrolizzare l’acqua. L’ICE esiste già in veicoli a idrogeno in commercio. Essi emettono solo vapore come scarico, e si vede specialmente d’inverno quando unisce l’ossigeno dell’aria con il combustibile a idrogeno, il quale non ha più il nome di “idrocarburo” (le raffinerie attualmente aggiungono milioni di tonnellate di idrogeno ogni anno in distillazioni intermedie in quello che è conosciuto come un processo “di prim’ordine”).

L’idrogeno ora si può estrarre anche dalle acque reflue

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La prima dimostrazione di un metodo con fonti rinnovabili per la produzione di idrogeno da acque di scarico mediante un sistema di elettrolisi microbica è in corso presso la Napa Wine Company a Oakville. Il  generatore di idrogeno delle dimensioni di un frigorifero riceverà le acque reflue, e utilizzando batteri e una piccola quantità di energia elettrica, per trasformare il materiale organico in idrogeno.

Questa è una dimostrazione che possiamo continuano a generare l’idrogeno rinnovabile studiando i fattori che influenzano le prestazioni di ingegneria del sistema. L’idrogeno prodotto sarà ventilato ad eccezione di una piccola somma che verrà utilizzata in una cella a combustibile a idrogeno

ha spiegato Bruce E. Logan, docente di ingegneria ambientale alla Penn State University. La Napa Wine Company desidera utilizzare l’idrogeno per dare energia ai veicoli.

Tre studenti risalgono l’Hudson a bordo di una nave ad idrogeno, un futuro senza inquinamento è possibile anche nel trasporto marino

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Un gruppo di studenti ambiziosi del Rensselaer presto risalirà il fiume Hudson, con un motore non inquinante con celle a combustibile a idrogeno. Sicuramente la più chiara visione per un mondo più pulito. La loro barca, la 6 metri New Clermont, è in grado con un paio di celle di carburante da 2,2 kilowatt di trasportare l’equipaggio di tre persone, risalendo l’intero fiume Hudson, il fiume più famoso di New York, in 4 giorni.

Il gruppo sta progettando di fare più fermate lungo il percorso, in modo da mettere in mostra la loro nave, parlare con la gente interessata, ed illustrare i molti potenziali benefici ambientali ed economici della costruzione di un’economia basata sull’idrogeno.

Quasi pronta l’auto ad idrogeno, ecco le caratteristiche della Riversimple Urban Car

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Una concept car che tenta di eludere i tre principali ostacoli per il sogno delle autostrade alimentate ad idrogeno è stata presentato a Londra pochi giorni fa. Come le altre vetture ad idrogeno, la Riversimple Urban Car (RUC) è alimentata da una cella a combustibile che combina l’idrogeno con l’ossigeno dall’aria e libera energia e nulla di tossico, ma solo acqua.

La Honda FCX Clarity sarà la prima auto che sperimenterà commercialmente quest’idea, ma per la produzione su scala mondiale dovremo aspettare fino al 2018, mentre i primi prototipi della Riversimple si potranno ammirare già nel 2011 e nel 2013.

Utilizzare l’idrogeno nelle automobili significa tagliare l’inquinamento urbano e le emissioni di carbonio, ad un costo minore del petrolio, visto che l’idrogeno è una fonte rinnovabile. A parte la mancanza di distributori, i tre principali problemi per le auto ad idrogeno sono le costose celle a combustibile di platino, la difficoltà nella costruzione di un veicolo convenzionale, e la difficoltà nel conservare ed utilizzare grandi quantità di idrogeno.

Veicoli comunali ad idrogeno, il primo passo verso le auto pulite

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Empa e l’Istituto Paul Scherrer si sono uniti con Bucher Schoerling, Proton Motor, BRUSA Elektronik und Messer Schweiz AG, e hanno sviluppato un veicolo ad idrogeno per la pulizia delle strade comunali, presentato al pubblico il 14 maggio scorso a Basilea. Il veicolo, chiamato “Bucher CityCat H2“, è il primo veicolo comunale al mondo alimentato da una tecnologia di celle a combustibile.

Per i prossimi 18 mesi sarà testato nel suo utilizzo quotidiano. Le celle a combustibile sono considerate fonti energetiche pulite adatte alle nostre future esigenze di mobilità. Esse convertono direttamente l’idrogeno in corrente elettrica, che viene poi usata per guidare un veicolo a motore elettrico. Il grande vantaggio è che non è inquinante, non emette gas di scarico, ma solo vapore acqueo prodotto dalla reazione chimica tra idrogeno e ossigeno nelle celle a combustibile.

Veicoli a idrogeno in carreggiata, in Norvegia la prima autostrada dedicata

autostrada-hynor-veicoli-idrogenoUn’autostrada riservata esclusivamente ai veicoli a idrogeno. E’ stata realizzata in Norvegia, lungo un percorso che si snoda per ben 580 chilometri e che è valso al Paese scandinavo un meritato primato nel campo dello sviluppo dei mezzi di trasporto con alimentazione fuel cell.

L’autostrada HyNor, che collega le città di Oslo e Stavanger, è sorta grazie all’omonimo progetto co-finanziato dal governo norvegese e dall’industria privata. L’obiettivo raggiunto ha dello straordinario per più di una ragione: si tratta infatti di un’infrastruttura a emissioni totali zero, della prima autostrada ad accesso consentito solo ai mezzi alimentati ad idrogeno, inoltre il percorso non è certo breve e finalmente garantisce ai veicoli non inquinanti la possibilità di usufruire di stazioni di rifornimento in maniera del tutto adeguata alle loro esigenze.

Fusione nucleare a confinamento inerziale, l’energia del futuro proviene dal laser

Una nuova energia rinnovabile si staglia all’orizzonte, e questa promette di essere molto rivoluzionaria. Si chiama “fusione nucleare a confinamento inerziale” ma attenzione, non vi fate prendere dal panico dalla parola nucleare, non ha nulla a che fare con le centrali nucleari che oggi conosciamo.

In comune con quelle infatti ha soltanto il nome ed il costo, circa 10 miliardi di dollari, ma per il resto è tutto diverso. Non c’è uranio, non c’è rischio di esplosione con conseguenti radiazioni, ma soprattutto non ci sono scorie radioattive, probabilmente il punto debole principale di questo genere di tecnologia.

Questa energia viene prodotta nel Nif (National Ignition Facility), una centrale grande quanto tre campi di calcio circa, composta da un’enorme laboratorio con 192 laser giganteschi, capaci di produrre un’energia di 50 volte superiore a quella finora prodotta da altri sistemi simili. Questi enormi laser hanno la funzione di essere puntati, come in un film di fantascienza, tutti in un unico punto. In quel punto al centro del laboratorio sarà posta una pillola. Più precisamente si chiama pellet, ha le dimensioni di una pillola ed è formato esternamente da normalissima plastica, mentre all’interno è riempito da idrogeno congelato.

E’ nata prima l’auto o la stazione di rifornimento? Ecco perchè il mercato dell’idrogeno non decolla

Il problema del mancato boom dell’idrogeno per auto sta diventando come il mistero se sia nato prima l’uovo o la gallina. La nuova domanda è: Le stazioni ad idrogeno sono ubicate in maniera conveniente agli angoli delle strade in tutto il mondo? E quali sono gli ostacoli del marketing che bloccano lo sviluppo dei veicoli ad idrogeno?

Secondo un articolo apparso su Technovation (un periodico internazionale di innovazione tecnologica) ci sono due barriere che ostacolano l’efficienza delle infrastrutture dell’idrogeno: l’essere economicamente accessibili e pubblicamente accettabili.

Veicoli a idrogeno: il futuro si avvicina

Due milioni di auto a idrogeno potrebbero essere sulle strade a partire dal 2020.
Sono queste le ottimistiche previsioni contenute nel rapporto “Transitions To Alternative Transportation Technologies: A Focus On Hydrogen” stilato dal National Research Council.
Il passaggio all’idrogeno sembra essere una tappa obbligata per la riduzione delle emissioni e dell’inquinamento provocato dal trasporto su quattro ruote, ma rendere i veicoli a idrogeno competitivi sul mercato automobilistico, secondo gli esperti, non sarà affatto facile.

Malgrado l’innovazione tecnologica nel campo delle auto a idrogeno abbia fatto grandi conquiste negli ultimi decenni, le sfide da superare sono ancora tante.
Prime tra tutte l’abbattimento dei costi, ancora troppo elevati per imporsi sul mercato come automobile del futuro.

A luglio partirà la Mini centrale idroelettrica dell’Environment park a Torino

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Inizierà a funzionare da luglio 2008 la Mini centrale idroelettrica installata all’interno dell’Environment Park della città di Torino. L’impianto idroelettrico per produrre energia sfrutta le acque del Canale Meana, che compiendo un salto di circa 5,5 metri, faranno girare la turbina, di tipo Kaplan, nella centrale per produrre l’energia. Si stima che ogni anno verrà prodotta energia pari a 3.800.000 kWh.

La struttura della centrale, per ridurre l’impatto sul paesaggio circostante, è rivestita all’esterno con delle lamelle di legno. Creata, inoltre, intorno alla turbina, una zona vetrata dalla quale i visitatori potranno osservare e comprendere le varie fasi della produzione di energia. L’impianto idroelettrico verrà utilizzato sia di giorno che di notte.

Catturare CO2 per ripulire l’aria, ridurre il riscaldamendo terrestre e produrre carburanti

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Rimuovere dall’aria l’anidride carbonica per far fronte al riscaldamento terrestre. Ne sono convinti alcuni scienziati americani che stanno lavorando a progetti mirati alla cattura di CO2, prima causa del trattenimento del calore solare. Klaus Lackner, fisico della Columbia University, ha ideato un dispositivo, chiamato Scrubber, in grado di intrappolare l’anidride carbonica. Il prototipo, grande come un container, è composto da un pannello radiatore ventilato che raccoglie una tonnellata di Co2 al giorno e la intrappola in una particolare resina a scambio ionico.
L’idea di catturare l’anidride carbonica non è, però, una novità. Nonostante sia comunque difficile estrarre CO2 dall’aria, poiché è una delle molecole più stabili, già negli anni 40 alcuni sottomarini militari, per farlo, usavano taniche di potassio. Il problema fondamentale riguarda la procedura di separazione dell’anidride carbonica dai composti chimici, o dalle resine, a cui si combina una volta catturata.