Grattacielo eolico senza impatto visivo a Chicago

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Uno dei problemi principali con cui devono confrontarsi gli architetti che operano nell’ambito della bioedilizia, è quello dell’impatto visivo.
Anche se sembra irrilevante per coloro che hanno a cuore l’ecoenergia, l’estetica di palazzi e costruzioni ecologiche non è un particolare trascurabile per molti.

Gli sforzi della bioarchitettura si stanno orientando proprio verso il superamento di questo ostacolo, probabilmente per dimostrare che non necessariamente le costruzioni che sfruttano l’energia eolica e solare sono antiestetiche.
Gli architetti Adrian Smith e Gordon Grill, muovendosi in questa direzione, hanno progettato un nuovo grattacielo eolico senza impatto visivo.

Investimenti nelle rinnovabili per 50 miliardi di euro

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Dallo studio promosso da AGICI Finanza d’Impresa, sotto la guida di Andrea Gilardoni dell’Università Bocconi, arrivano i dati relativi agli investimenti dei principali gruppi elettrici europei e italiani, nel periodo che va dal 2008 al 2015. Lo studio riguarda tutti i maggiori player europei (Atel, Centrica, Edf, EdP, Enel, E.On, Iberdrola, Rwe, Statkraft, Suez e Gdf considerati sia singolarmente che post fusione, Vattenfall, Verdbund, A2A, Acea, Edison, Erg, Iride, Sorgenia). Con uno sforzo finanziario di oltre 50 miliardi di euro e un tasso di crescita al 285%, i 14 gruppi europei considerati porteranno la loro capacità produttiva da rinnovabili da 13 mila megawatt nel 2007 a 50 mila megawatt nel 2015 (escludendo l’idroelettrico tradizionale).

Anche Bush si schiera contro il gas serra

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Finalmente una presa di posizione degli Stati Uniti contro il gas serra. Il presidente Bush, uno dei pochi a non aderire da subito al protocollo di Kyoto, evidentemente vuol lasciare un buon ricordo di sè come presidente degli Stati Uniti e, a 9 mesi dalla scadenza del suo mandato, decide di iniziare l’ultima battaglia, quella contro l’inquinamento.

Bush ha dichiarato che le emissioni di gas serra devono essere fermate entro il 2025, e ha invitato i due più grandi produttori di inquinamento del mondo, Cina e India, a fare lo stesso, eliminando le barriere commerciali in materia di energia e di introdurre tecnologie per raggiungere questo scopo.

Le energie alternative generano un aumento di posti di lavoro e valorizzano l’imprenditoria locale

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Dai dati emersi dal “Renewable 2007 Global Status Report” (Ren21) l’industria eolica statunitense ha oltrepassato nel 2007 i 17 GW di potenza installata negli impianti eolici, circa un terzo dell’intera produzione mondiale di energia dal vento. Gli Stati Uniti d’America archiviano quindi una forte crescita nelle energie rinnovabili. L’ economia americana in recessione e petrolio alle stelle hanno portato ad investire nelle energie alternative: il caro-petrolio avvantaggia tutte le fonti di energia (rinnovabili e non).

L’uso delle fonti energetiche rinnovabili genera un aumento di posti di lavoro superiore a quello prodotto da un investimento analogo in fonti energetiche di tipo tradizionale (fossile e nucleare). A dirlo è il centro ricerca statunitense RAEL (“Renewable and Appropriate Energy Laboratory“) dell’università di Berkeley nel suo recente rapporto tra energia rinnovabile e occupazione. Nel rapporto viene anche dimostrato come le regolamentazioni ambientali non sono la causa della perdita di lavoro nel settore dell’energia tradizionale. Lo sviluppo delle tecnologie per le energie rinnovabili e pulite rappresentano un’opportunità concreta straordinaria a favore di occupazione e valorizzazione dell’imprenditoria locale. L’uso dell’energia rinnovabile permette di avviare un interessante ciclo di innovazione-investimento-occupazione, una scintilla per lo sviluppo locale per molte aree depresse.

Energia Eolica: la situazione italiana

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Dopo aver parlato dettagliatamente dell’energia eolica e dei suoi vantaggi, andiamo ad analizzare la situazione in cui versa oggi la sua produzione in Italia.

Nel 1971, anno in cui gli impianti eolici moderni (che attenzione, sono diversi dai vecchi mulini a vento) hanno iniziato a prendere piede nel nostro paese, la produzione di energia alternativa era di 10,2 tonnellate equivalenti al petrolio (unità di misura che calcola la quantità di energia comparabile a quella derivata dal petrolio). Quella produzione non era dovuta completamente all’eolico, ma esso era comunque la maggior parte delle energie rinnovabili esistenti, dato che sia le biomasse che l’energia fotovoltaica erano ancora allo stato embrionale.

L’Unione Europea e l’ecoenergia: il futuro è nell’eolico

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Al via i lavori della conferenza europea sull’energia eolica. La European Wind Energy Conference & Exhibition (31 marzo. 3 aprile), si svolge a Bruxelles ed è organizzata dalla EWEA, l’Associazione europea per l’energia eolica.
Tema principale del dibattito saranno le proposte legislative sulle energie rinnovabili, argomento caldo e mai come ora profondamente attuale ed urgente. Se l’Europa utilizzasse il 20% di energia alternative per coprire i suoi consumi, sarebbe un risultato non da poco, con effetti positivi sulla salute dell’intero pianeta.

Il presidente dell’Ewea Arthouros Zervos, ha presentato un’analisi sul futuro dell’eolico. Il rapporto si intitola ”Pura Energia: scenari dell’energia eolica fino al 2030′‘ e prende in considerazione gli eventuali sviluppi di un programma eolico, periodizzandone gli effetti.