Per i Francesi una tassa su petrolio, gas ed elettricità: la proposta di Rocard

rocard-tassa-petrolio-elettricitaTassare le energie sporche, caricando di ulteriori oneri, a parte i già esosi costi, petrolio, gas ed elettricità. Ci pensano in Francia, dove si è formata una commissione di periti che dovrà valutare la possibilità concreta di un simile provvedimento. Il presidente della conferenza di periti sulla tassa carbonio, Michel Rocard, stima che la fattura si stabilirebbe intorno a 300 euro all’anno per poco più della metà delle case.

La Contribution Climat Energie (CCE), o  più semplicemente “tassa carbonio”  dovrebbe applicarsi alle energie fossilipetrolio, gas, carbone – così come all’elettricità già a partire dall’anno 2010, come ha indicato mercoledì, durante il meeting della commissione di esperti, lo stesso Michel Rocard:

L’idea è di tassare un certo numero di comportamenti, principalmente quello che consiste nell’utilizzare delle energie di origine fossile che sono responsabili dell’emissione di gas ad effetto serra, causa del riscaldamento climatico. La fattura si stabilirà intorno a 300 euro per anno per poco più della metà delle case.
La riflessione sull’elettricità è stata invece più complicata per il comitato di periti e non si è ancora giunti ad un accordo su questo punto.

Los Angeles vuole liberarsi dal carbone entro 10 anni. Ce la farà?

los-angeles-inquinata

Ieri, il sindaco di Los Angeles Antonio Villaraigosa ha annunciato la sua intenzione di rendere la città completamente priva di carbone entro il 2020, e svoltare verso l’energia pulita e rinnovabile. L’intenzione è buona, ma secondo molti osservatori sarà di difficile attuazione.

Villaraigosa ha affermato durante il suo secondo discorso di inaugurazione:

E’ giunto il momento di lanciare la sfida al carbonio. Il nostro secondo obiettivo per i prossimi quattro anni è quello di mettere LA su un percorso che spezzi definitivamente la nostra dipendenza dal carbone. Il carbone rappresenta attualmente circa il 40% della produzione energetica cittadina. Rompere con il carbone è un obiettivo a lungo termine che richiede un impegno a lungo termine. Per questo l’intenzione è di richiedere investimenti con pagamenti a rate.

Los Angeles produce il 40% della sua energia con il carbone, una bella cifra significativa, soprattutto considerando che ci sono 4 milioni di persone in città. Come Triple Pundit ricorda, è praticamente impossibile che LA si stacchi dal carbone, perché fra dieci anni si avrà un enorme (e ancora in crescita) domanda di energia.

Greenpeace e Legambiente contro la riconversione di Porto Tolle

Ipnotizzati dalla parola “carbone pulito“, molti burocrati che di ecologia ci capiscono poco o nulla, pensano che costruire una centrale con quella tecnologia sia favorevole per l’ambiente. Secondo molti politici e sedicenti imprenditori ambientali, esisterebbe un carbone che non si sa da dove viene, e che nella combustione non rilascia anidride carbonica.

Per questo, speriamo in buona fede, da anni l’Enel continua a chiedere al Governo di poter riconvertire la centrale a olio pesante di Porto Tolle (Ro) in centrale a carbone pulito. Dopo 4 anni di pressioni, sembra che il colosso dell’energia abbia ottenuto ciò che voleva, visto che il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha annunciato di voler firmare il decreto di compatibilità ambientale che di fatto autorizza la riconversione.

Dicevamo in buona fede perché, secondo il ministero:

dal punto di vista ambientale, con la riconversione si ottiene una sostanziale riduzione delle emissioni rispetto al passato.

Nulla di più falso, come hanno tentato di fargli capire i volontari di Greenpeace e Legambiente, che forse di inquinamento ne capiscono un po’ di più del Ministero.

Parte la corsa allo stoccaggio di Co2 e alle centrali a carbone pulito

Sembrava dovesse trattarsi solo di fantascienza, ed invece sta diventando realtà. La future centrali a carbone pulito stanno per essere effettivamente realizzate. Dopo mesi di polemiche, esperimenti ed ipotesi, i primi due Paesi ad iniziare la corsa in questa direzione sono Germania ed Australia, che hanno, nella giornata di ieri, annunciato di voler far partire i primi esperimenti.

Per partire con la spiegazione di come funzioneranno, bisogna prima di tutto cominciare con il chiarire, una volta per tutte, cosa significa centrale a carbone pulito. A differenza di quanto accennato dai nostri politici sottovoce, in quando non capiscono nulla di nuove tecnologie energetiche, non esiste alcun carbone pulito. Il carbone che si utilizza oggi e che si utilizzerà domani per produrre energia elettrica sarà lo stesso identico carbone che si usava anche 100 anni fa.

La centrale a carbone pulito significa che ha un sistema di recupero della CO2, la sostanza che viene rilasciata dopo la combustione del carbone, in maniera da non farla disperdere nell’ambiente e non aumentare l’inquinamento. Una volta recuperata la CO2, bisogna immagazzinarla da qualche parte in cui non possa far danni, e qui sono cominciate le polemiche sul come e dove farlo.

Stop al carbone 2009 o il conto dell’Ue per l’Italia sarà salato

Stop al carbone 2009. Questo il titolo, che è tutto un programma, del dossier stilato e diffuso da Legambiente, nell’ambito della Settimana amica del clima (13-20 febbraio). Un documento che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inutilità e l’arretratezza, per quanto riguarda il risparmio e l’efficienza energetica, delle centrali a carbone attive sul territorio italiano.

Ma vediamo quali sono i principali argomenti tirati in ballo dalla nota associazione ambientalista contro lo sfruttamento delle centrali a carbone per produrre energia: prima tra tutti, l’ingente quantità di emissioni provocata da questo genere di impianti. Un’immensa mole di CO2 che si riversa nell’atmosfera che, al di là delle conseguenze drammatiche sul riscaldamento globale e i cambiamenti climatici, rappresenterà anche un conto salato da pagare per l’Italia.

Il carbone ci costa 360 miliardi di euro all’anno

Secondo il rapporto di Greenpeace, stilato in collaborazione con “Ce-Delft“, un istituto indipendente olandese, il costo che grava sull’intero pianeta per l’utilizzo del carbone, attualmente, è di circa 360 miliardi di euro all’anno, molto di più di quello che i vari Governi di tutto il mondo ci vogliono far credere.

Infatti quei Paesi che puntano su questa risorsa spesso si trincerano dietro la frase “il carbone costa di meno rispetto alle altre fonti energetiche”, giustificandolo come un risparmio che conviene anche ai cittadini. Tutto questo è falso. Infatti il carbone è il combustibile fossile più inquinante al mondo (paradossalmente anche più del petrolio), dato che da solo contribuisce al 41% delle emissioni di gas serra imputabili all’uomo.

Inaugurata la prima centrale a carbone pulito d’Italia

Inaugurata ieri la prima cetrale a carbone pulito d’Italia a Torrevaldaliga, vicino Civitavecchia, tra mille polemiche. Dopo le numerose proteste dei “No Coke“, che si oppongono al ritorno all’utilizzo del carbone come fonte per produrre energia elettrica, il Ministro Scajola ha lanciato una delle sue solite perle di saggezza, definendo questo evento con queste parole:

“Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si è costruito questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro”.

Il cattivo gusto del Ministro si conferma, non solo nelle scelte politiche, ma anche in quelle delle parole da usare nelle conferenze. Comunque, mettendo momentaneamente da parte le gaffes, vediamo in cosa consisterà questa centrale “pulita”, di proprietà dell’Enel.

La Cina in testa alla classifica dei Paesi con più emissioni di biossido di carbonio

la-cina-in-testa-alla-classifica-dei-paesi-con-piu-emissioni-di-biossido-di-carbonio-foto.jpg
Visione notturna della Terra: i Paesi illuminati sono quelli industrializzati e maggiormente inquinanti

Per qualche tempo lo scomodo primato di Paese con più emissioni è stato “conteso” tra Stati Uniti e Cina, ma ora è ufficiale che ad occupare il primo posto è lo Stato orientale.
I dati sulla quantità di biossido di carbonio emanato dai vari Paesi sono stati raccolti da un’analisi promossa dal governo olandese.

Nel rapporto si legge che la Cina ha evidentemente superato gli USA, aumentando le emissioni di anidride carbonica dell’8% nel solo 2007.
Questo incremento ci sembra inaccettabile: è così che in Cina si lavora alla riduzione del riscaldamento globale?
Se diminuire le emissioni costa troppo in termini economici e di impegno ecologico, sarebbe sufficiente e sensato se almeno non si peggiorasse l’attuale situazione.

Il fallimento della CO2 sotterranea e del carbone pulito

cleancoal.jpg

Per risolvere uno dei più grandi problemi dell’ambiente, l’emissione selvaggia di CO2, si era inventato un metodo per ridurla senza diminuire i consumi. Un pò come si fa per una cosa che non si vuole che gli altri vedano, così si è pensato bene di nascondere la CO2….sottoterra.

Risultato: ad oggi questa tecnologia è immatura, costosa e rischiosa. Questo processo avviene grazie al cosiddetto CCS, un processo mediante il quale si cattura CO2 prodotta dalle centrali termoelettriche e lo si immagazzina nel sottosuolo. La “magagna” sta nel fatto che le centrali giustificano la loro produzione di di inquinamento attraverso il processo CCS, ma in realtà in nessuna parte del mondo questo processo avviene sul serio, e ad oggi non esiste alcun esempio di CCS applicata a impianti di scala industriale.

Sconvolgimenti globali a causa delle emissioni di CO2

co2.jpg

Una ricerca finanziata dall’UE ha rivelato che con l’aumento delle emissioni di CO2 il suolo delle foreste tropicali potrebbe rilasciare nell’atmosfera una quantità maggiore del carbonio da esso immagazzinato.

Tali sconvolgimenti nell’equilibrio del carbonio potrebbero rivelarsi particolarmente importanti ai tropici, poiché le foreste tropicali custodiscono quasi il 30% del carbonio globale del suolo, il che le rende una componente essenziale del ciclo globale del carbonio

aggiungono i ricercatori.

Come si spiega questo paradosso? La causa principale si trova nella lettiera.

Poiché la caduta di lettiera rappresenta un importante flusso di carbonio dalla vegetazione verso il suolo, le variazioni nell’apporto di lettiera avranno probabilmente conseguenze di vasta portata per la dinamica del carbonio del terreno. Esistono importanti legami fra i processi che avvengono sopra e sotto la superficie del suolo e occorre comprendere tali legami per poter valutare l’impatto del cambiamento globale e dei turbamenti provocati dall’uomo sugli ecosistemi naturali

spiegano i ricercatori dell’Università di Cambridge del Regno Unito e dello Smithsonian Tropical Research Institute di Panama nel loro articolo pubblicato sulla rivista PLoS One.

Enel firma accordi in Cina per la riduzione delle emissioni di co2

cina.png

Enel ha firmato ieri a Pechino presso l’ ambasciata italiana in Cina due accordi di cooperazione per l’abbattimento delle emissioni ad effetto serra. I documenti siglati si inseriscono nell’ambito del Piano di Cooperazione italo-cinese avviato già nel 2001 con l’obiettivo di individuare un percorso di sviluppo sostenibile nel paese asiatico. Gli accordi prevedono un Memorandum of Understanding tra il gruppo dell’ad Fulvio Conti ed il ministero delle Scienze e della Tecnologia della Cina al fine di promuovere l’utilizzo di ‘clean coal technologies’ facendo leva sull’esperienza già maturata in Italia. Le tecnologie in questione determinerebbero per le centrali a carbone cinesi il 50% di efficienza in più e la riduzione di un terzo della CO2 prodotta per MWh generato.