I Natural Balancers: tra ecologia e città

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Lo stile urbano e le sue esigenze possono convivere con un’attenzione a tutto ciò che riguarda l’ambiente. Uno stile di vita che comprende l’ alimentazione , ma non tralascia l’arredamento e gli accessori per la casa, i tessuti utilizzati per i capi di abbigliamento e persino i gadgets di alta tecnologia. Sono i “Natural Balancers”, coloro che hanno deciso di coniugare gli elementi tipici della vita contemporanea con il benessere del corpo e della mente che viene dalla naturalità.

Chi appartiene a questa tribù metropolitana trascorre più tempo all’aria aperta rispetto alla media nazionale (54% contro il 49%), ama la cucina e il cucinare (58%, contro il 44%), si tiene in forma (34% contro il 30%). Oltre ad avere una spiccata sensibilità ecologica e per la sana alimentazione, i Natural Balancers, quando non possono realizzare il sogno di una full immersion nella natura, si accontentano anche di aree verdi all’interno della città (70%), avere animali domestici (55%) e circondarsi, quanto più è possibile di materiali e prodotti naturali: ad esempio con oggetti di arredo “natural style” (46%).

Grattacielo eolico senza impatto visivo a Chicago

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Uno dei problemi principali con cui devono confrontarsi gli architetti che operano nell’ambito della bioedilizia, è quello dell’impatto visivo.
Anche se sembra irrilevante per coloro che hanno a cuore l’ecoenergia, l’estetica di palazzi e costruzioni ecologiche non è un particolare trascurabile per molti.

Gli sforzi della bioarchitettura si stanno orientando proprio verso il superamento di questo ostacolo, probabilmente per dimostrare che non necessariamente le costruzioni che sfruttano l’energia eolica e solare sono antiestetiche.
Gli architetti Adrian Smith e Gordon Grill, muovendosi in questa direzione, hanno progettato un nuovo grattacielo eolico senza impatto visivo.

Terra Futura in arrivo! Festival della sostenibilità globale a Firenze

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Terra Futura, perchè è un convegno di respiro internazionale, una fiera che parla a tutti con un linguaggio semplice, un luogo dove s’incontra e discute chi ci tiene al futuro del pianeta, ma anche chi, nel suo piccolo, vuole vivere meglio.

Terrafutura è giunta quest’anno alla 5° edizione e si terrà dal 23 al 25 maggio a Firenze, presso la Fortezza da Basso. L’evento torna con progetti ed esempi concreti di un vivere diverso che spaziano dalla tutela dell’ambiente alle energie alternative rinnovabili, dall’impegno per la pace alla cooperazione internazionale, dal rispetto dei diritti umani alla finanza etica, e ancora commercio equo, turismo responsabile, edilizia sostenibile, responsabilità sociale d’impresa.

Smarthouse Mabo: ad Arezzo inaugurata la prima casa ecologica montabile in due mesi!

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Ancora da Arezzo, la città che si sta muovendo verso l’idrogeno, una buona econotizia: la prima abitazione in Italia interamente ecologica.

Si chiama Smarthouse Mabo ed è stata inaugurata martedì scorso a Poppi (Arezzo), davanti al Castello dei Conti Guidi.
Il progetto, con un investimento di circa un milione e mezzo di euro in due anni, è frutto del lavoro di Mapo Group, in collaborazione con il dipartimento di energetica dell’Universita’ di Firenze.

Fab tree hab: la “pianta” della casa ecologica, ovvero coltivare un’abitazione!

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Non ci crederete mai, eppure è proprio questo l’ambizioso progetto, che più verde non si può, degli ecoarchitetti statunitensi Mitchell Joachim e Javier Arbona: piantare una casa, che cresca direttamente dai semi nel terreno.
Sarebbe bellissimo, ci sentiremmo tutti un po’ mitiche creature degli alberi, ed al posto di grigi palazzi tutti uguali, avremmo foreste di alberi-dimora a far da villaggio. Sogno, utopia, chimera?

Sarà anche impossibile da realizzare, ma crederci non fa male e, quando vi avrò illustrato i dettagli tecnici delle case vegetali, non sembrerànno poi così belle impossibili.
Al progetto della casa viva e vegeta partecipa anche l’ingegnere ambientale Lara Green (il cognome non vi sembra azzeccatissimo?) che, insieme ai due prima citati ecoarchitetti, hanno studiato il modo di far nascere un albero che possa ospitare al suo interno una casa.

Come sarà la Terra fra cento anni? Ce lo spiega Legambiente

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Visti i buoni risultati che si stanno ottenendo con le iniziative di Legambiente, del WWF e di altre associazioni ambientaliste, la stessa Legambiente ha fatto una previsione in cui descrive come vede la Terra tra cento anni.
Il dossier, che si intitola “La Terra nel 2108” è un pò ottimistico, ma forse tiene conto del fatto che se non si prendono in considerazione i consigli degli ambientalisti, e non si cerca di rispettare un pò di più l’ambiente, si rischia che l’anno 2108 la Terra non lo vedrà mai.

La ricerca, presentata durante l’Earth Day da Pietro Cambi, prevede l’utilizzo di tecnologie super avanzate legate soprattutto al risparmio energetico e alle risorse rinnovabili, e gli animali, salvi dall’estinzione, che vivranno in armonia con l’uomo.

Gli 8 principi della bioarchitettura

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Finora abbiamo trattato di convegni, mostre e fiere della bioarchitettura. Abbiamo illustrato come anche la Chiesa ci tenga alle costruzioni ecologiche, e alle grandi opere di architetti famosi in tutto il mondo che si dedicano alle abitazioni “verdi”. Oggi scopriamo che non ci vuole una laurea in ingegneria per rendere la propria casa ecologica, e che ognuno può costruirsi da solo la propria bioarchitettura.

Ecco a voi i principi per una bioedilizia fai-da-te.
Primo principio: salvare l’ecosistema. Costruendo una casa che si basa sul risparmio energetico, con acqua calda tutto l’anno senza caldaie né termosifoni, grazie ad un involucro altamente coibentato, vetri a sud e un sistema di ventilazione controllato che permetta una minore dispersione di calore e un azzeramento dell’utilizzo di caldaie, termosifoni e impianti di aria condizionata. Il costo iniziale può essere fino a un quarto in più di quello delle normali case, ma questo poi verrà ammortizzato col tempo, grazie al risparmio appunto sul riscaldamento (che ogni anno diventa sempre più caro).

Le piante carnivore e il loro mondo affascinante

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Le piante carnivore suscitano sempre curiosità, riportando alla mente raffigurazioni fantastiche di piante “mangiatrici di uomini”, ma rassicuriamoci, queste immagini appartengono solo a una fervida fantasia: alcune arrivano a catturare piccoli vertebrati quali rane e topi di piccole dimensioni, ma le piante carnivore si nutrono soprattutto di insetti. Queste meravigliose piante hanno studiato e messo a punto un sistema di cattura e digestione incredibilmente avanzato, in modo da poter assorbire dalle proprie prede le sostanze nutritive essenziali per poter vivere. Le piante carnivore crescono prevalentemente in torbiere, su terreni estremamente poveri di sostanze nutritive come l’azoto, e sono costrette quindi a nutrirsi grazie alle loro “battute di caccia”.

Molti avranno tentato la coltivazione di queste piante, ma molto probabilmente la morte è sopraggiunta dopo pochi giorni dall’acquisto. La causa principale è la scarsa informazione che viene data e le credenze che vi sono su queste piante. Il 90% delle piante carnivore è fortemente sensisbile all’acqua calcarea o di rubinetto, che le porta nel giro di poco tempo a morte certa. Altro problema spesso è la mancanza di acqua, o la scarsa esposizione ai raggi solari. Le piante carnivore adorano grandi quantità di acqua e abbondante esposizione solare.

Anche le Chiese diventano Eco

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L’ambiente è di tutti, dai singoli cittadini alle più grandi istituzioni mondiali. Tutti dobbiamo amarlo e rispettarlo, perchè se facciamo male a lui, lo facciamo a noi. Ma finora questa frase non valeva per tutti. Erano in molti a non curarsene, ma qualcosa sta cambiando. D’ora in avanti anche l’istituzione meno “terrena” del mondo rispetterà l’ambiente.

Lo ha dichiarato la Cei, per bocca del presidente del Pontificio consiglio per la Cultura, Gianfranco Ravasi, che vuol premiare gli sforzi compiuti da tutti i governi del mondo al fine di proteggere l’ambiente, e rappresentando uno di essi, il Vaticano, ha deciso di adeguarsi.
L’annuncio è molto semplice: le future Chiese e istituti religiosi saranno costruite con materiali, strutture e in spazi eco-compatibili. Un bel passo avanti per il governo più conservatore della Terra.

Bioarchitettura amica dell’uomo: sostenibilità e costi

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La bioarchitettura è una pratica architettonica rispettosa dei principi della sostenibilità, ha l’obiettivo di instaurare un rapporto equilibrato tra l’ambiente ed il costruito, soddisfacendo i bisogni delle attuali generazioni senza compromettere, con il consumo indiscriminato delle risorse, quello delle generazioni future. Tutto ciò privilegiando la qualità della vita ed il benessere psico-fisico dell’uomo, impiegando risorse naturali (acqua, vegetazione, clima), evitando di causare emissioni dannose (fumi, gas, acque di scarico, rifiuti), prevedendo un diffuso impiego di fonti energetiche rinnovabili ed utilizzando materiali e tecniche ecocompatibili, preferibilmente appartenenti alla cultura materiale locale. Una casa fatta con materiali naturali, che non sono pericolosi per chi li produce e per chi ci deve abitare è una casa ecologica. La bioarchitettura, da questo punto di vista, si pone all’avanguardia nel superamento dagli eccessi della tecnologia, per la capacità di mostrare che un’architettura amica della natura è amica dell’uomo.

Riconoscimento al rifuto: Riarteco 2008, la più grande mostra in Italia dedicata al riciclo

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Per presenza di opere e flusso di pubblico Riarteco è davvero la più grande mostra in Italia dedicata ai rifiuti, riassemblati e ri-usati e ri-pensati fino a creare opere d’arte e oggetti d’uso quotidiano. La mostra è allestita ed ospitata all’interno di APRE, evento dedicato all’Architettura sostenibile e per il rispermio energetico.

L’evento si tiene a Firenze, a partire da oggi, 6 aprile 2008, e le porte della mostra saranno aperte fino al 15 aprile. Dalle h.10.00 alle h.19.00 artisti, organizzatori ed espositori vi aspettano in piazza della Neve, ex Murate.

Readymade lancia la versione on-line per amanti del vivere sostenibile

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Quando ho ricevuto sulla mia casella e-mail il primo numero di Readymade on-line ho pensato che ci vuole davvero poco a condividere trucchi e informazioni sulla vita di tutti i giorni da parte di chi sceglie di tutelare l’ambiente e di condurre un’esistenza sostenibile.

Ho pensato a chi ha scelto l’architettura sostenibile come professione, e a chi è solo appasionato di ecodesign, a chi si diletta e riciclare gli oggetti e a crearne dei nuovi con materiali di scarto, a chi sceglie il fai-da-te in linea con la natura per la cura del proprio corpo e della propria bellezza, a chi prima di fare shopping si chiede se i cicli di produzione dei capi rispettano l’ambiente.

 

Ad Imperia la mostra sulla casa eco-logica

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Ad Imperia, nella Riviera del ponente ligure, si terrà dal 28 al 30 Marzo, la Mostra sulla “Casa eco-logica“, la piu’ imponente manifestazione sulla bioedilizia, sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili. Essa è stata realizzata dall’Energie und Umweltzentrum (Centro per l’Energia e l’Ambiente) ad Hannover in Germania, ed è una mostra itinerante che ha toccato tutti i cinque continenti, con picchi di visitatori di circa 350’000 persone, tra cui studenti, esperti del settore, imprenditori e gente non addetta ai lavori. Il Centro si occupa di bioedilizia e di fonti rinnovabili dal 1981 ed, ogni anno ripropone l’esposizione con aggiornamenti ed approfondimenti.

L’intera struttura della mostra rappresenta una vera e propria abitazione, allestita con tutti i sistemi piu’ innovativi, dai pannelli solari, al riscaldamento, ai materiali da costruzione, in modo che i visitatori possano osservare direttamente l’utilita’ del progetto. L’esposizione si divide nei sistemi di alimentazione energetica, nella bioedilizia, nel risparmio idrico e nei materiali isolanti, il tutto corredato da decine di cartelloni illustrativi. Nella Casa Eco-Logica tutti gli elettrodomestici (frigo, lavastoviglie, televisore, ferro da stiro, etc.) sono alimentati dalla corrente continua ed alternata, generata dal fotovoltaico, dall’eolico e dal termico solare per la produzione di acqua calda. La cottura dei cibi avviene in un forno solare, la cui temperatura raggiunge i 250°C.

Abu Dhabi: una meraviglia ecologica nel deserto!

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Nel 2009 nascera’ un’opera grandiosa, nei dintorni di Abu Dhabi, la piu’ grande capitale dei sette Emirati Arabi Uniti, dove opulenza e ricchezza sono i denominatori comuni. Questa citta’ è stata ribattezzata eco-city, infatti all’interno di questo progetto Masdar Iniziative, rientra la volonta’ di impiegare impianti che utilizzino fonti rinnovabili con strutture che siano un esempio di ecoarchitettura. Abu Dhabi sarà una vera oasi nel deserto arabo, un centro in cui innovazione scientifica e tecnologica andranno di pari passo con l’ambiente. Senza dubbio le immense disponibilita’ economiche hanno reso possibile anche la realizzazione di progetti impensabili, quali la costruzione di uno stabilimento cinematografico, ad alimentazione solare, con un investimento di oltre 300 milioni di dollari, per richiamare il business e l’attenzione di addetti ai lavori impegnati nell’ecologia.
La citta’ sara’ autosufficiente in tutto e per tutto, integrando energia eolica, solare, le risorse derivate dalle piantagioni e dalle fattorie. L’intera citta’ si alimenterà energeticamente grazie ad impianti fotovoltaici, mentre l’acqua, verra’ dal mare e sarà trattata da un impianto di dissalazione ad energia solare. Inoltre grazie al sistema di riciclaggio l’impatto dei rifiuti nell’ambiente sara’ nullo, come le emissioni di gas inquinanti, minimizzati dal sistema di trasporti urbani, e da incentivi ai mezzi ecologici.