Giornata Mondiale dell’Acqua: un bene prezioso sempre più sprecato

Chi si sognerebbe di sprecare dell’oro, delle pietre preziose o, visti i tempi che corrono, del petrolio? Nessuno, verrebbe da dire. E allora perché si spreca un bene altrettanto prezioso (se non di più) come l’acqua? E’ a causa di questo cattivo comportamento umano che, sin dal 1992, ogni anno ricordiamo quanto sia preziosa questa risorsa in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, voluta dalle Nazioni Unite, che ricorre oggi.

Con lo slogan di “Acqua per tutti, tutti per l’acqua!”, l’iniziativa di quest’anno prevede più progetti che si svolgeranno, per la prima volta, non soltanto in un solo giorno, ma anche in quelli successivi. Ed anzi, a dir la verità alcune iniziative sono già state attuate come la rassegna cinematografica Sguardi sull’Acqua che si è tenuta il 16-18 marzo a Torino.

Acqua for Life, quando la solidarietà è firmata Armani

Si chiama Acqua for Life, il progetto charity nato dalla collaborazione tra la maison Giorgio Armani e Green Cross International, una campagna internazionale di solidarietà con la mission, ambiziosa ed ammirevole, di promuovere l’accesso all’acqua potabile in aree del mondo in cui è risorsa tanto preziosa quanto rara.

L’obiettivo è la raccolta di almeno 40 milioni di litri di acqua, più di una goccia per il mare di individui, 900 milioni, che oggi vivono senza risorse idriche sicure.
Lo start lo darà l’iniziativa Smart water for Green Schools nei villaggi rurali del Ghana, dove il 40% della popolazione non ha accesso all’acqua potabile.

Acqua, deve rimanere bene comune

Dopo il convegno Dammi da bere-giornata sull’acqua, organizzato da Greenaccord al centro Euro Mediterraneo di Roma, sono seguiti interventi e commenti sul bene più prezioso che abbiamo, l’acqua.

Il tema dell’acqua come bene comune non privatizzabile è quanto mai attuale visto che trra il 15 aprile e il 15 giugno 2011 saremmo chiamati a votare nel referendum sulla privatizzazione del servizio idrico.

Clima e Mediterraneo, piogge in calo del 20%

Gli  scenari climatici del Mediterraneo indicano una graduale riduzione delle piogge che va dal 10 al 20% nei prossimi 50 anni. Questo in sintesi quanto emerso dal convegno Dammi da bere-giornata sull’acqua, tenutosi al centro Euro Mediterraneo di Roma per conto dell’associazione Greenaccord. Antonio Navarra, direttore del centro di ricerca, ha affermato che la regione del Mediterraneo è una delle più critiche per la massiccia presenza dell’uomo

con decine di milioni di presenze turistiche lungo le sue coste, e di infrastrutture come ad esempio industrie, porti e oltre che essere attraversata da numerosi traffici marittimi umana.

Fiumi italiani, inquinati 26 su 30

L’allarme arriva dal WWF, nell’ambito del Convegno Fiumi d’Italia che si è svolto giovedì a Roma a Palazzo Valentini: 26 corsi d’acqua su 30 nella nostra penisola sono inquinati.
E considerando che la Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE prevede che entro il 2015 venga raggiunto l’obiettivo di un buono stato ecologico degli ecosistemi d’acqua dolce, non occorre un matematico per calcolare quanto siamo lontani da questa mèta e quanto si stia facendo poco per perseguire un fine ambizioso, come tanti previsti in sede comunitaria e presi spesso alla leggera dal nostro Paese, che poi ne paga le conseguenze.

Nel suo intervento in apertura dell’incontro, Stefano Leoni, presidente del WWF Italia, ha sottolineato come sia indispensabile ed urgente, in questa fase, un impegno più deciso di tutte le istituzioni sul fronte inquinamento dei fiumi.

Sudan: le pompe solari daranno l’acqua al popolo più povero del mondo

Il Sudan negli ultimi tempi è al centro delle attenzioni di tutto il mondo per via del referendum secessionista tra Nord e Sud del Paese. Ma qualsiasi siano i risvolti politici di quest’azione, una cosa non cambierà tanto in fretta: la carenza di acqua. La siccità è una delle tante cause, ma forse la più importante, che hanno portato l’area ad essere una delle più povere del pianeta.

Ora il Comitato internazionale della Croce Rossa si è messo al lavoro su un progetto che attenuerà il problema, iniziando per adesso solo in una città, Akobo, nella speranza che l’esperimento venga replicato nelle altre regioni in caso di successo: le pompe per l’acqua ad energia solare.

Referendum acqua pubblica e nucleare, ammissibili per la Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale si è pronunciata ieri sull’ammissibilità dei referendum abrogativi inerenti tre temi caldi per il Paese: la questione dell’acqua pubblica, il ritorno al nucleare ed il legittimo impedimento.

Precisamente, sono stati approvati quattro dei sei quesiti referendari presentati: due del Forum dei movimenti dell’acqua contro la privatizzazione del servizio idrico, quello contro il nucleare italiano dell’Italia dei valori ed il referendum per l’abrogazione della legge sul legittimo impedimento. Inammissibile invece la ripubblicizzazione degli acquedotti targata sempre IdV ed il secondo quesito avanzato dal Forum.
Si va alle urne, il voto probabilmente si svolgerà entro giugno.

Lontre e salmoni nel cuore di Londra: così il Tamigi torna a vivere

Il Tamigi, dichiarato biologicamente morto già 50 anni fa, sta tornando a vivere. Il fiume lancia un messaggio di speranza, ci ricorda che la vita ha una forza pulsante che tende a colonizzare e ri-colonizzare ogni spazio sottrattole, ci ricorda che esiste il miracolo della resilienza dell’ecosistema ovvero quella capacità che l’ecosistema ha di ricostituire un nuovo equilibrio in seguito all’azione di un disturbo (più o meno catastrofico, naturale o antropico) equilibrio che tende a minimizzare gli effetti del disturbo stesso.

Come dopo un incendio in una pineta costiera quando le pigne quiescenti liberano, aperte dal fuoco stesso, una gran quantità di semi e le piccole plantule crescono vigorose sulle ceneri delle piante madri di modo che il bosco non perda l’area conquistata, nel Tamigi sono apparsi prima i salmoni, poi le lontre e le sogliole, poi timide le foche e persino alcune colonie di ippocampi, sensibilissimi all’inquinamento e quindi bioindicatori di qualità dell’acqua. L’Old Father Thames, con le sue 125 specie ittiche attuali, ha vinto il Thiess River Prize, il premio internazionale per i progetti di recupero dei corsi d’acqua.

Un altro motivo per abbandonare il petrolio: riduce le riserve d’acqua

L’estrazione e la raffinazione del petrolio è un processo che costa acqua. Ogni Paese che estrae l’oro nero è costretto a sprecare miliardi di litri di un bene ancora più prezioso. Le compagnie petrolifere della contea di Kern, in California, hanno calcolato che servono otto barili di acqua per produrre un barile di petrolio. Anche un bambino della scuola elementare arriva a capire che non ci andiamo a guadagnare molto.

Sempre le stesse compagnie hanno consumato l’83% della distribuzione delle risorse idriche del distretto lo scorso anno, e poi ci sorprendiamo che il bene comune per eccellenza arrivi a costare così tanto. Un paradosso se consideriamo che i nuovi dati provenienti da High Country News spiegano che la California sta diventando un posto sempre più soggetto a siccità, in cui alle compagnie petrolifere è stato permesso di aspirare la maggior parte delle fonti d’acqua restituendo acque reflue inquinate. Secondo il network, le acque reflue minacciano l’agricoltura dal momento che questo liquido inquinato finisce nel sistema delle acque sotterranee.

Purificazione dell’acqua: il modo più ecologico? Le bucce di banana

Le bucce di banana hanno eluso qualsiasi tentativo di riutilizzo per secoli. Nell’immaginario comune sono ormai il simbolo dei rifiuti, visto che non si riesce a trovare un modo per riciclarle, ma dopo un tentativo rimasto ancora a livello sperimentale di utilizzarle per il riscaldamento domestico, ora pare siano in grado di ripulire l’acqua sporca.

Un chimico brasiliano, Milena Boniolo dell’Università Federale di São Carlos, nei pressi di São Paulo, ha fatto una scoperta che potrebbe salvare migliaia di bucce di banana dal cestino della spazzatura. Una volta essiccata e macinata in polvere, dice Boniolo, la buccia acquisisce la capacità di ripulire l’acqua inquinata.

Auto pulite: Tata finanzia ricerca sul motore ad acqua

Il primo a parlarne in Italia tanti anni fa fu Beppe Grillo quando, in uno dei suoi spettacoli, anticipò l’esistenza di un prototipo di motore in grado di far muovere un’automobile utilizzando come combustibile l’acqua. Poi, come molte scoperte scientificamente importanti, ma che non piacciono alle lobby del petrolio, è scomparsa.

Oggi la ritira fuori dal cassetto Tata, il colosso indiano delle automobili tra i primi ad inserire sul mercato l’auto elettrica e divenuto famoso per produrre auto efficienti a basso costo. Ora Ratan Tata, il proprietario dell’azienda, ha annunciato di aver investito 15 milioni di dollari solo per la fase iniziale di start-up di un progetto del professor Daniel Nocera del MIT, il quale pare sia pronto a sviluppare il primo motore per automobili alimentato ad acqua.

EcoArt, pure water vision, il concorso di arte contemporanea promosso da ACEA

Sono state pubblicate questa settimana le opere che parteciperanno a EcoArt, il concorso di arte contemporanea promosso da Acea. Sono oltre 600 i nomi degli artisti provenienti da ogni parte del mondo che prenderanno parte a questo grande progetto di Arte ambientale.

La piattaforma culturale EcoArt Project, giunta alla sua 2^edizione, ha come tema per quest’anno l’acqua, il ciclo dell’acqua e il rapporto tra acqua, uomo e ambiente, in poche parole sviluppo sostenibile. Come si legge nel bando, scaduto il 31 ottobre 2010, gli artisti potevano estendere la loro riflessione su più tematiche legate all’acqua: inquinamento, acqua come fonte di vita, ma ancora acqua come energia rinnovabile e pulita, acqua come desertificazione ed emergenza idrica. L’obiettivo è quello di

Stimolare, attraverso il linguaggio universale e metaforico dell’arte una serie di riflessioni su cosa c’è dietro l’apparente semplicità dell’elemento acqua, di cosa accade prima e dopo la distribuzione di questa preziosa risorsa che scorre dai rubinetti delle nostre case attraverso un viaggio tra sorgenti, acquedotti, reti fognarie e impianti di depurazione.

Acqua al petrolio in Abruzzo, la denuncia di WWF e Legambiente

Navigano in cattive acque le risorse idriche della Regione Abruzzo. Fiumi, falde, aree costiere sono infatti esposte da tempo al rischio di inquinamento da petrolio, senza che nell’attuale Piano di Tutela adottato dall’amministrazione regionale si faccia minimamente cenno agli idrocarburi.

La denuncia è contenuta nel dossier stilato da WWF e Legambiente, dal titolo Acqua a rischio petrolio! Modificare il Piano Tutela delle Acque della Regione Abruzzo per far fronte alla petrolizzazione della Regione.
Per le associazioni ambientaliste, che chiedono di fermare quella che viene definita una deriva petrolifera, è essenziale che

il Piano di Tutela delle acque debba prevedere divieti alle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi riguardo alla tutela dei corpi idrici sotterranei e dei corsi d’acqua.

Arsenico in acqua potabile, Legambiente: “inqualificabili omissioni”

Imperdonabili sottovalutazioni, inqualificabili omissioni e la solita tentazione di risolvere “all’italiana” un problema importante e già noto da anni, che si poteva affrontare e risolvere definitivamente con interventi per certi versi banali di potabilizzazione.

Così Legambiente nel dossier Acque potabili, il pasticcio delle deroghe, commenta la presenza di arsenico fuori dai limiti riscontrata in ben 128 comuni italiani. Il 28 ottobre scorso, la Commissione europea ha stabilito di non concedere ulteriori deroghe all’Italia, imponendo il rispetto del valore massimo previsto di 10 microgrammi per litro e dichiarando di fatto fuorilegge le acque del rubinetto di oltre un milione di cittadini.