Anche l’ecosistema marino soffre lo stress.

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L’ambiente marino del pianeta azzurro verte in una condizione di forte degrado. Inquinamento delle acque, pressione antropica sulle coste e sovrasfruttamento delle specie ittiche, sono solo alcuni dei problemi che stressano l’ecosistema marino causando gravi danni all’ambiente e a tutti gli esseri viventi, compreso l’uomo. Nel mondo, oltre la metà della popolazione vive lungo i circa 440.000 kilometri di coste, all’interno di una fascia profonda 200 km. Qui si concentrano grossi centri urbani, come Tokio, Mumbai e New York, complessi industriali e turistici, reti autostradali e aree dedicate all’agricoltura intensiva.

In Italia, in base ai dati ISTAT, oltre il 30% della popolazione (circa 18 milioni di abitanti) risiede lungo il litorale che per il 43% appare totalmente urbanizzato e per il 28% parzialmente urbanizzato. Molte zone costiere, inoltre, presentano un ampio flusso turistico. Questa pressione antropica sulle zone costiere, sia in Italia che nel resto del mondo, modifica profondamente gli equilibri naturali, provocando la scomparsa, ad esempio, di zone umide costiere come le lagune, e delle foreste di mangrovie, nelle zone tropicali, utili per la protezione delle coste.

Un motore ad acqua è possibile

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Arrivano i motori ad acqua: ma che cosa sono? Un motore ad acqua funziona come un normale motore da auto, senza ovviamente la marmitta catalitica, perchè non emette CO2, ma al massimo solo vapore acqueo. Questo motore è composto da un sistema elettrico collegato alla batteria del veicolo, che si innesta nel carburatore con normali adattatori in commercio. Il serbatoio sarà di plastica, e sarà accompagnato da un circuito di controllo, una camera di reazione, un raccordo ad alta pressione per il carburatore/sistema ad iniezione e tre manometri, da collegarsi poi al carburatore/iniettore dell’auto.
Semplice no? Anche perchè non ci sono complicati sistemi idraulici per poterlo far funzionare, ma basterà spingere il pedale dell’accelleratore per creare maggior vapore all’interno del serbatoio ed aumentarne (o diminuirne la potenza). Tecnologia futuristica direte voi. Eh no, perchè il primo ad avere questa grande idea è già morto da un pezzo, e la trovata risale ad almeno 50 anni fa. Ma attenzione, non è una macchina a vapore. Infatti la combustione è interna, si brucia ortoidrogeno, e non si raggiungono temperature elevate come nelle macchine a vapore di 200 anni fa.

Scoperta la causa dell’aridità del Sahara: il polline

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Seimila anni fa, l’Africa settentrionale era un luogo di alberi, praterie, laghi e tante tante persone. Oggi, è il Sahara – una zona desolata più ampia di tutta l’Australia.
Il lago Yoa, nel nord-est del Ciad, è rimasto un lago per millenni. Oggi invece è una piccola oasi circondata dal deserto torrido. Anche se ogni tanto cade qualche debole pioggia, il lago di Yoa si rifornisce attraverso una sacca d’acqua formatasi in una falda acquifera sotterranea.

Analizzando migliaia di strati di sedimenti in un nucleo esercitato dal fondo di questo lago, un team internazionale di scienziati ha ricostruito come fu possibile che il clima rigoglioso di una regione, come quello della savana, potesse essere cambiato in quello di una zona desertica come quella del Sahara.

Le vacanze al mare? Scegliete le bandiere blu

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Si avvicinano le vacanze, o meglio è tempo di prenotare i soggiorni nei luoghi di villeggiatura. C’è chi pensa ad avventurosi itinerari all’estero, chi preferisce la calma dei tour culturali organizzati, il vacanziero amante delle ferie in montagna e… e tutti gli altri, beh, tutti gli altri optano per le ever green vacanze al mare, tra ombrelloni, sole, tuffi refrigeranti, parole crociate, e notti che non finiscono mai.

Per chi ha intenzione di non rinunciare alla classica settimana al mare, è bene sia informato su quali sono le acque più pulite e le spiagge premiate quest’anno dalla Bandiera blu, il vessillo che svetta sul mare doc.
A questo proposito, in controtendenza con gli altri anni, c’è un netto incremento dei riconoscimenti alle spiagge italiane.

Un uso più consapevole dell’acqua per la salvaguardia di un bene prezioso

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L’Italia nonostante la favorevole piovosità ( con una media annuale di 1000 millimetri d’acqua contro i 650 millimetri della media europea) sembra caratterizzata da una perenne carenza idrica che, durante il periodo estivo, si manifesta con tale evidenza da costringere gli Enti preposti ad erogare acqua a giorni alterni o a restrizioni ancora più severe in numerose zone della Penisola. Entro trent’anni “la grande sete”, salvo interventi immediati, colpirà anche il nostro Pese, che per la politica dell’acqua si colloca nell’area di Grecia,Spagna e Nord Africa.

Nei paesi industrializzati il consumo di acqua e le quantità utilizzate sono di proporzioni enormi, con l’inevitabile conseguenza di un grave impatto sull’ambiente. A volte basta davvero poco per evitare di arrecare dei danni ingenti, salvaguardando così l’ambiente ed aumentando la possibilità per tutti di usufruire di questo bene prezioso. Forse molti di noi rimangono mezz’ora sotto la doccia per il semplice gusto di farci coccolare, o ci laviamo le mani consumando 10 litri di acqua..

Energia idroelettrica, la fonte alternativa più snobbata d’Italia

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Ultimamente non si fa altro che parlare di energia fotovoltaica, e a volte anche di eolico, rendendole portabandiera dell’energia alternativa.
Quello che però non sappiamo è che c’è un’altra energia alternativa che non ha bisogno di grossi investimenti, è sempre presente, e soprattutto è molto utilizzata in Italia già da decine di anni: l’energia idroelettrica.

L’energia idroelettrica è quel tipo di energia che sfrutta la trasformazione dell’energia potenziale gravitazionale (posseduta da masse d’acqua in quota) in energia cinetica nel superamento di un dislivello, la quale energia cinetica viene trasformata, grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina, in energia elettrica.

Wikipedia recita così alla voce “energia idroelettrica”, ed ecco la spiegazione per quanti non hanno capito cosa significa.

L’energia potenziale gravitazionale è quell’energia che si sprigiona all’impatto di un corpo con un altro dovuto alla caduta del primo da una grossa distanza (ad esempio le cascate); l’energia cinetica deriva dal suo movimento (ad esempio un corso d’acqua), alternatore e turbina sono componenti che servono a “tradurre” quest’energia in elettricità.

Trovata la causa delle basse temperature della primavera, si chiama “La Niña”

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Per chi si preoccupava del riscaldamento globale, la natura ha previsto una soluzione. Si chiama “La Niña”, ed è il contrario del vecchio “El Niño“, cioè il processo di riscaldamento dei venti e dei mari.

Se vi state chiedendo come mai quest’anno la primavera sembra non arrivare mai, la risposta la danno gli esperti dell’Organizzazione Metereologica Mondiale, con sede a Parigi. Secondo i loro dati, quest’anno sarà un’anomalia rispetto agli ultimi. Infatti oltre alla primavera in cui saremo costretti ad indossare i cappotti, anche l’estate sarà meno afosa del solito, dato che sono previste temperature ben al di sotto della media.

Diossina: quali sono i veri rischi sulla salute?

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Da giorni si sente parlare del pericolo “diossina“, del suo effetto inquinante e dei rischi che comporta per la salute, ma che cos’è la diossina? In maniera corretta, dovremmo parlare di diossine, in quanto appartengono a questa categoria un gruppo di circa 200 sostanze, piu’ o meno tossiche, che si liberano nell’aria, in acqua e che si depositano sul suolo, derivate dalla combustione di sostanze organiche in presenza di cloro. La diossina non si sprigiona solo dagli inceneritori e dai roghi di rifiuti, ma anche dalle industrie, dalle centrali termoelettriche, dalla combustione di legno e di materiale non biodegradabile, di carbone e di rifiuti speciali (quelli ospedalieri).

I suoi effetti giungono all’uomo attraverso la respirazione, attraverso la via alimentare, cioe’ tramite vegetali, carni e derivati contaminati. La diossina si deposita e penetra nel suolo e quindi contamina le coltivazioni, a loro volta vengono contaminati gli animali da pascolo e quindi anche la carne e il latte da essi derivati. Negli ultimi anni le pecore sono diventate gli indicatori ambientali dell’inquinamento da diossine, infatti nelle aree piu’ a rischio, morivano in agonia, un numero impressionante di ovini, con conseguente preoccupazione degli abitanti di queste zone. Ma quali sono i rischi concreti per la salute dell’uomo? Prima di tutto le diossine hanno un effetto cancerogeno potentissimo, soprattutto la 2378, ritenuta causa di linfomi e tumori ai tessuti molli, data la tendenza ad accumularsi nelle cellule adipose e, determina alterazioni epatiche, neurologiche e polmonari.

22 Marzo 2008: La Giornata Mondiale dell’Acqua

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Nel 1992 è stata scelta la data del 22 Marzo per istituire la Giornata Mondiale dell’acqua, il bene piu’ prezioso che l’umanita’ abbia a sua disposizione. E’ tuttavia necessario sottolineare che non tutti i popoli della terra possono usufruirne allo stesso modo, soprattutto in Africa, in alcune regioni del Sud-America e tra le etnie piu’ isolate.
Per miliardi di esseri umani oggi i servizi igienici e l’acqua rappresentano ancora un lusso, la possibilità di poter bere ad una fonte potabile comporta viaggi quotidiani di chilometri, da parte di donne con i loro piccoli al seguito. I dati sulla situazione in Africa sono stati resi noti dal rapporto Oms-Unicef, in preparazione della Giornata del 22 Marzo.

Nei paesi occidentali si è abituati a ritenere l’acqua come un servizio dovuto, ma non si ha rispetto nell’utilizzarla, infatti è evidente che gli stati piu’ ricchi sono quelli in cui si compiono piu’ sprechi, a livello industriale, cittadino e domestico.
Il sostenere che senza l’acqua la vita sia impossibile, non è una banalità, è la realta’, poichè tutto funziona, si nutre, cresce grazie a questo bene preziosissimo. Il nostro corpo è composto per il 90% da acqua, le piante sono costituite da acqua, attraverso essa noi possiamo nutrirci, puo’ crescere la vegetazione, abbiamo i servizi igienici, possiamo garantire la pulizia delle nostre abitazioni. Ma perchè questo immenso patrimonio non puo’ essere distribuito ad ogni singolo abitante della terra in egual misura?

Il Teleriscaldamento si diffonde anche in Italia

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Finora abbiamo trattato in questo blog di energia fotovoltaica, di eolico e di nucleare pulito. Ora facciamo la conoscenza di un nuovo sistema di produzione energetica alternativa. E’ un sistema di cui se ne parla ancora poco, ma alcuni comuni italiani se ne sono già attrezzati. Stiamo parlando del “Teleriscaldamento“.

Questo nuovo metodo di produzione energetica prevede che, al livello comunale, venga costruito un impianto centralizzato il quale, attraverso tubature speciali, faccia passare acqua calda o energia elettrica direttamente nel sottosuolo, fino a farla arrivare nelle case. In senso pratico questo significherebbe un grosso risparmio energetico a livello individuale, in quanto arrivando già l’acqua calda, si risparmierebbe sulle caldaie, che producono una quantità molto elevata di CO2. Ma anche energia elettrica per i frigoriferi o gas che va ad alimentare i termosifoni.

Pannelli Solari: Oggi più facili di quanto pensiamo

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Una fonte di risparmio energetico ancora poco sviluppata nel nostro paese ma molto valida è sicuramente quella data dall’utilizzo dei pannelli solari. I pannelli solari termici ci permettono di trasformare l’energia solare in elettricità che può essere utilizzata per la produzione di acqua calda nell’uso domestico riscaldando quindi l’acqua delle nostre case senza utilizzare elettricità o l’uso di gas. Ne segue un secondo utilizzo molto valido che è quello di impiegare i pannelli fotovoltaici per il riscaldamento delle nostre abitazioni.

Usufruendo quindi a pieno dell’energia solare possiamo subito pensare ai vantaggi per la salute del nostro ambiente oltre che al risparmio diretto di energia elettrica, quantificabile nella nostra bolletta personale.
Ad oggi l’uso dei pannelli solari è sicuramente poco sviluppato soprattutto per colpa dei costi di acquisto e installazione ancora molto elevati e perché probabilmente si crede ancora poco all’efficacia dell’utilizzo della nostra fonte più forte di energia naturale:il sole. Gli stessi impianti richiedono personale specializzato e nello stesso tempo pensare di installare pannelli nei vecchi edifici e nelle vecchie abitazioni comporta molti problemi già a livello architettonico, infatti le nostre vecchie case non sono certamente predisposte per l’impianto di pannelli sui tetti e troppi lavori di compensazione e di cambiamenti edilizi significativi, contro un’ incertezza nella riuscita, portano l’utente ad optare per i più usuali sistemi di riscaldamento.

Tagli all’acqua, a causa del riscaldamento globale

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Non c’è più acqua, o almeno non ce n’è più come un tempo. Un articolo pubblicato su Science (1 febbraio 2008) da un gruppo di esperti di idrologia e climatologia richiama l’attenzione su un fenomeno che rischia di essere sottovalutato.

Spiega uno dei coautori Tennis Lettenmaier, professore di ingegneria civile alla University of Washington:

«Con il cambiamento climatico, gli anni passati non sono necessariamente rappresentativi per il futuro», «Questo lavoro dimostra che il modo in cui sono stati condotti gli affari nel passato non funzionerà a lungo con un clima che cambia».

Quando parla di affari Lettenmaier si riferisce a quelli degli Stati Uniti, e in particolare ai 500 miliardi di dollari annui per le infrastrutture idriche. Questi calcoli andavano bene finchè reggevano gli schemi classici di una variazione costante nelle risorse idriche. Ma l’interferenza umana ha prodotto grandi cambiamenti nel clima del nostro pianeta. Pioggia, neve, correnti: tutto è cambiato, fenomeni fondamentali per chi deve gestire le risorse di acqua e calcolare i periodi di siccità o la probabilità di una qualche catastrofe legata al clima, come inondazioni o uragani.
I risultati della ricerca si estendono dunque ben al di là dei confini statunitensi, e investono l’intero pianeta. «Storicamente, guardare alle osservazioni passate si è rivelato un buon metodo per stimare le condizioni future», interviene Christopher Milly, idrologo del Us Geological Survey. «Ma il cambiamento climatico moltiplica le possibilità che il futuro porti inondazioni mai riscontrate nelle vecchie misurazioni».

Il passato è morto, dicono in sostanza i ricercatori, e anche se riuscissimo a ridurre di molto le emissioni di gas serra, il riscaldamento persisterà e lo schema globale delle acque continuerà a mostrare comportamenti mai visti in precedenza.
Naturalmente la situazione cambia a seconda della regione geografica: «Le nostre stime migliori attualmente ci dicono che la disponibilità d’acqua crescerà sostanzialmente nel nord dell’Euasia, in Alaska, in Canada e in alcune regioni tropicali, e decrescerà sostanzialmente in Europa, nel Medio Oriente, nel sud dell’Africa e nel Nord America sudoccidentale», dice Milly.