Pannelli Solari: Oggi più facili di quanto pensiamo

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Una fonte di risparmio energetico ancora poco sviluppata nel nostro paese ma molto valida è sicuramente quella data dall’utilizzo dei pannelli solari. I pannelli solari termici ci permettono di trasformare l’energia solare in elettricità che può essere utilizzata per la produzione di acqua calda nell’uso domestico riscaldando quindi l’acqua delle nostre case senza utilizzare elettricità o l’uso di gas. Ne segue un secondo utilizzo molto valido che è quello di impiegare i pannelli fotovoltaici per il riscaldamento delle nostre abitazioni.

Usufruendo quindi a pieno dell’energia solare possiamo subito pensare ai vantaggi per la salute del nostro ambiente oltre che al risparmio diretto di energia elettrica, quantificabile nella nostra bolletta personale.
Ad oggi l’uso dei pannelli solari è sicuramente poco sviluppato soprattutto per colpa dei costi di acquisto e installazione ancora molto elevati e perché probabilmente si crede ancora poco all’efficacia dell’utilizzo della nostra fonte più forte di energia naturale:il sole. Gli stessi impianti richiedono personale specializzato e nello stesso tempo pensare di installare pannelli nei vecchi edifici e nelle vecchie abitazioni comporta molti problemi già a livello architettonico, infatti le nostre vecchie case non sono certamente predisposte per l’impianto di pannelli sui tetti e troppi lavori di compensazione e di cambiamenti edilizi significativi, contro un’ incertezza nella riuscita, portano l’utente ad optare per i più usuali sistemi di riscaldamento.

Allarme diossina in Campania: Rischio sempre più alto

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In Campania si fa sempre più alto il rischio diossina. Non si riesce a risolvere il problema rifiuti, c’è chi cerca di cancellare il problema a modo proprio, ovvero appiccando il fuoco all’enorme massa di spazzatura che ormai i Campani si ritrovano come paesaggio naturale. I roghi così causati, provocano allarme creando diossina e altre polveri sottili come piombo e cadmio, facendo male ancora una volta al nostro ambiente e a tutti noi.
L’allarme diossina, così, sale di giorno in giorno e crea tensione sia tra gli ecologisti, che conoscono bene il pericolo che può avere l’ennesima nube tossica sul nostro pianeta, e sia nel popolo, perchè cresce il dilagarsi di malattie tumorali che già oggi affliggono in gran parte la popolazione. Ma ritorniamo alla nube tossica composta dalla diossina, che è il più potente cancerogeno sintetico. La diossina contamina l’ambiente per secoli, poichè si accumula nelle falde acquifere rendendo in questo modo pericoloso ogni tipo di prodotto agricolo.

Tagli all’acqua, a causa del riscaldamento globale

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Non c’è più acqua, o almeno non ce n’è più come un tempo. Un articolo pubblicato su Science (1 febbraio 2008) da un gruppo di esperti di idrologia e climatologia richiama l’attenzione su un fenomeno che rischia di essere sottovalutato.

Spiega uno dei coautori Tennis Lettenmaier, professore di ingegneria civile alla University of Washington:

«Con il cambiamento climatico, gli anni passati non sono necessariamente rappresentativi per il futuro», «Questo lavoro dimostra che il modo in cui sono stati condotti gli affari nel passato non funzionerà a lungo con un clima che cambia».

Quando parla di affari Lettenmaier si riferisce a quelli degli Stati Uniti, e in particolare ai 500 miliardi di dollari annui per le infrastrutture idriche. Questi calcoli andavano bene finchè reggevano gli schemi classici di una variazione costante nelle risorse idriche. Ma l’interferenza umana ha prodotto grandi cambiamenti nel clima del nostro pianeta. Pioggia, neve, correnti: tutto è cambiato, fenomeni fondamentali per chi deve gestire le risorse di acqua e calcolare i periodi di siccità o la probabilità di una qualche catastrofe legata al clima, come inondazioni o uragani.
I risultati della ricerca si estendono dunque ben al di là dei confini statunitensi, e investono l’intero pianeta. «Storicamente, guardare alle osservazioni passate si è rivelato un buon metodo per stimare le condizioni future», interviene Christopher Milly, idrologo del Us Geological Survey. «Ma il cambiamento climatico moltiplica le possibilità che il futuro porti inondazioni mai riscontrate nelle vecchie misurazioni».

Il passato è morto, dicono in sostanza i ricercatori, e anche se riuscissimo a ridurre di molto le emissioni di gas serra, il riscaldamento persisterà e lo schema globale delle acque continuerà a mostrare comportamenti mai visti in precedenza.
Naturalmente la situazione cambia a seconda della regione geografica: «Le nostre stime migliori attualmente ci dicono che la disponibilità d’acqua crescerà sostanzialmente nel nord dell’Euasia, in Alaska, in Canada e in alcune regioni tropicali, e decrescerà sostanzialmente in Europa, nel Medio Oriente, nel sud dell’Africa e nel Nord America sudoccidentale», dice Milly.