Energy globe award all’ecoedificio della Savno di Conegliano, interamente ricavato dai rifiuti

Un premio prestigioso quello aggiudicatosi dalla Savno di Conegliano, una ditta specializzata nello smaltimento di rifiuti che ha vinto l’Energy Globe Award grazie alla costruzione di un edificio interamente ricavato grazie al riciclo dei materiali. La consegna dell’ambito riconoscimento avverrà a Praga il prossimo 13 aprile, rendendo onor di merito ad un’azienda che ha puntato sull’eco-sostenibilità, cercando di dare il buon esempio proprio in quanto opera nel campo dei rifiuti. L’eco-edificio della Savno è infatti divenuto la sede principale della stessa azienda, dimostrando che esistono molti modi per liberarsi in maniera ecologica e anche utile dell’onere della spazzatura. Tutto si crea, nulla si distrugge.

Il commento soddisfatto del presidente della ditta non si è fatto attendere e alla notizia della vittoria dell’Energy Globe Award Riccardo Szumski ha rilasciato in una dichiarazione le motivazioni alla base della costruzione dell’eco-sede che gli è valsa il premio:

Quando abbiamo costruito la nostra eco-sede con materiali provenienti da raccolta differenziata abbiamo voluto fare una scommessa: se invitiamo i cittadini a riciclare dobbiamo dimostrare che la raccolta differenziata non è una cosa vana, e dare loro il buon esempio. E con i rifiuti raccolti siamo riusciti a creare non solo un palazzo, ma anche un simbolo della sostenibilità.

4 consigli per diminuire i rifiuti da imballaggio

Uno dei campi di maggiore sviluppo ecologico è senza dubbio quello dei rifiuti. Dalle bottiglie alle tasse sugli imballaggi, niente può essere tralasciato per combattere il fenomeno che, soprattutto in Italia, è sempre al centro dell’attenzione. Il sito TreeHugger.com ha elaborato quattro soluzioni radicali che potrebbero contribuire a ridurre il problema. Queste non sono le uniche soluzioni, ed anzi invitiamo gli utenti ad aggiungerne di altre, ma potrebbero essere un buon inizio.

1. Tasse sugli imballaggi non-standard: uno dei motivi per cui così poche cose sono riciclabili è perché esiste una grande varietà di forme di confezionamento, diversi materiali e stili. Se l’imballaggio diventa più standardizzato, una maggiore quantità di rifiuti può essere riciclata. La soluzione è creare una norma fiscale che colpisca quei prodotti che vengono imballati in maniera non standard, così da facilitarne il riciclo.

La buona notizia: aumenta il riciclaggio della plastica

Secondo la 18a relazione annuale post-consumo sul riciclaggio delle materie plastiche, redatta dall’American Chemistry Council (ACC) e dall’Associazione dei consumatori e ricliclatori di plastica, il riciclaggio da parte dei consumatori è aumentato 124 milioni di euro nel 2007. Questo aumento del 5,2% negli Stati Uniti ha permesso di raggiungere un record di oltre 2 miliardi e mezzo di euro all’anno solo per il riciclo.

Siamo lieti di vedere che il riciclaggio delle materie plastiche continua ad aumentare. Il riciclaggio continua a crescere perché la gente riconosce che le materie plastiche sono una risorsa preziosa, troppo preziosa per diventare rifiuti.

Queste le parole di Steve Russell, managing director dell’ACC della Divisione Plastica. Poiché l’indagine è iniziata nel 1990, i dati indichano che il riciclaggio è aumentato ogni anno. Secondo il rapporto, il tasso di riciclaggio delle bottiglie è leggermente aumentato, ma in generale è rimasto costante per i primi anni, con un incremento improvviso ed un’oscillazione intorno al 24% soltanto negli ultimi.

Notizie dal futuro: plastica “verde” biodegradabile dalle piante

Più di 20 milioni di tonnellate di plastica sono accumulate nelle sole discariche degli USA ogni anno. Miliardi in tutto il mondo. Ma le cose possono cambiare, basterebbe realizzare della plastica verde biodegradabile che non lascia tracce e che contribuirebbe a sgombrare non poche discarische dai rifiuti.

E’ quello che stanno cercando di fare i ricercatori dell’Università del Missouri che in un recente studio hanno evidenziato come la plastica a base di petrolio potrebbe presto essere sostituita da un materiale plastico non inquinante, rinnovabile, ottenuto da particolari piante. Lo scopo è quello di ridurre l’impronta ecologica dell’uomo e la dipendenza dal petrolio estero, ma questa nuova alternativa verde può anche fornire un’ulteriore fonte di guadagno dal raccolto per gli agricoltori.

Riciclare gli elettrodomestici: i vantaggi del recupero dei Raee

Riciclare i cosiddetti elettrodomestici bianchi. E’ questa la nuova frontiera ecosostenibile del riciclaggio. Non solo plastica, carta, vetro ma anche frigoriferi, condizionatori, lavatrici e forni. Uno studio condotto dall’istituto Ambiente Italia, “Raee, il contributo del riciclo agli obiettivi di Kyoto” ha evidenziato i numerosi vantaggi derivanti dal corretto riciclo degli elettrodomestici bianchi. L’Italia, secondo quanto riportato dallo studio, con lo smaltimento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, oltre a recuperare enormi quantità di alluminio, ferro, rame, plastica, acciaio e vetro, riuscirebbe a ridurre ogni anno del 3% le emissioni di Co2. Inoltre, un corretto recupero dei Raee (rifiuti elettrici ed elettronici) favorirebbe un notevole risparmio energetico pari a circa 120 tonnellate di petrolio.

Moto W233 Renew: arriva l’eco-cellulare realizzato con plastica riciclata

La nuova frontiera della tecnologia è l’eco-sostenibilità. Cresce, infatti, l’attenzione dei grandi dell’hi-tech verso l’ambiente e verso prodotti sempre più ecologici. La Motorola, leader della telefonia mondiale ha, infatti, presentato in occasione della CES 2009, la Fiera dell’elettronica di Las Vegas un nuovo cellulare eco-compatibile. Si chiama Moto W233 Renew ed è un telefonino realizzato completamente con plastica riciclata delle bottiglie d’acqua e, quindi, a sua volta totalmente riciclabile. Il nuovo Moto W233 ha dimensioni pari a 111 x 45 x 14,7 mm e un peso di circa 83 grammi. Il display è ampio 1,6″ e possiede una risoluzione di 128 x 128 pixel per 65.000 colori. La batteria, inoltre, consente 9 ore di autonomia in conversazione.

Impariamo a riciclare l’umido

La civiltà del consumismo è anche la civiltà dello spreco. E probabilmente non c’è un simbolo migliore dello spreco dei rifiuti “umidi“. Chiamati così perché si tratta di composti organici, l’umido è una delle raccolte differenziate più snobbate in quanto, mentre ad esempio il vetro o la plastica sono più facili da individuare, e nella coscienza civile stanno cominciando a finire automaticamente nei cestini della raccolta differenziata, per quanto riguarda questa categoria, siamo sempre abituati a gettarla nell’immondizia indifferenziata.

Nell’umido rientrano tutti i composti organici, quindi bucce di frutta, avanzi del pranzo (ed in questi giorni chissà quanti ce ne saranno), ma non necessariamente si tratta di avanzi alimentari, dato che vi può rientrare ad esempio anche la pelle degli abiti, i fondi di caffè ed anche foglie e rami tagliati dal proprio giardino. Forse non ne siamo consapevoli, ma i rifiuti organici sono da soli un terzo di tutta l’immondizia che produciamo oggi, ed è questo il motivo principale per cui essi vanno riciclati.

Alluminio, come e perché riciclarlo

Non si sa come mai ma l’alluminio è uno dei materiali meno riciclati in assoluto. Eppure questo è strano, dato che è uno dei più utili, visto che con esso si possono costruire un gran numero di oggetti. Potenziale immondizia d’alluminio ci passa tra le mani tutti i giorni senza accorgercene, e con un pò più di attenzione potremmo dare una mano in più all’ambiente.

Un esempio? Il più classico sono le lattine delle varie bevande, ma sono di alluminio anche i fogli che avvolgono la cioccolata, il coperchio del vasetto di yogurt, le bombolette spray e le vaschette per alimenti, oltre ad una enorme quantità di oggetti, compresi quelli in ferro. Tutti però, per essere gettati nel cassonetto della differenziata dell’alluminio, devono riportare il simbolo “AL”, altrimenti potrebbe trattarsi di qualcosa che assomiglia all’alluminio, ma non lo è.

Riciclare, riutilizzare, riproporre, ripensare: quattro R per un Natale ecosostenibile

Si avvicinano a grandi passi le festività Natalizie e visti i tempi che corrono più che un Bianco Natale sarà per molti un Natale bianco, o meglio al verde. Se invece vogliamo continuare con i giochi di parole, è bene che questo Natale sia verde, inteso come ecologico e il più ecosostenibile possibile.

I consigli per rispettare l’ambiente e non mandare in vacanza anche la nostra coscienza ecologica, arrivano niente meno che dall’American Chemical Society (ACS), una delle maggiori associazioni scientifiche, che in collaborazione con l’ACS Green Chemistry Institute, ha redatto una lista di accorgimenti per non trasformare il Natale nell’ennesima festa di consumismo e scempio ambientale. L’ACS Green Chemistry Institute opera proprio per favorire la scoperta e la progettazione di prodotti chimici e nuovi processi che siano in grado di eliminare la generazione e l’utilizzo di sostanze pericolose.

Impariamo a riciclare la plastica

Bottiglie, confezioni per alimenti, pacchi e pacchetti. Quanta plastica transiterà sotto le nostre mani in questi giorni di festa, e quanta anche nei mesi successivi. La plastica è uno dei materiali più pericolosi al mondo perchè, per quanto utile, è molto inquinante. Proviene dal petrolio, e come tutte le cose che provengono dal petrolio ci mettono secoli per biodegradarsi (dai 100 ai 1000 anni) e danneggiano l’ambiente in maniera impressionante.

Anche per questo materiale, e forse in special modo per questo, il consiglio di Ecologiae è di riciclarlo, e adesso chiariremo anche come farlo. Infatti vanno specificati alcuni punti. Il materiale riciclabile, quello che può essere inserito nel cassonetto della raccolta differenziata con la scritta “plastica”, è quello che arreca le sigle PE, PET e PVC. In questi rientrano contenitori di liquidi o cibi solidi, flaconi di detersivi, shampoo, fino alle buste della spesa e centinaia di altre cose. Da evitare assolutamente è l’inserimento di quei contenitori edulcorati, quelli che ad esempio contenevano vernici o materiali tossici che possono rimanere attaccati alla plastica, piatti e bicchieri, custodie per cd e anche video e audiocassette, perchè contengono il nastro che non è di plastica.

Discarica vuol dire energia

Sembra strano, e sconosciuto ai più, ma nella città di Milano c’è una discarica da 450 mila tonnellate di rifiuti che non solo non è dannosa per la cittadinanza, ma anche utile. I gas che vengono emessi dai rifiuti sono a tutti gli effetti metano il quale, raccolto e stoccato, dà energia elettrica a circa 250 mila persone.

Una cosa che in pochi, e forse neanche coloro che ne usufruiscono, sapevano, ma che andrebbe tenuta in considerazione quando si parla di smaltimento dei rifiuti. Perchè molto spesso si parla di termovalorizzatori, di discariche a cielo aperto e di chissà quali altre forme fantasiose per eliminare la nostra immondizia, ma purtroppo viene dimenticato che questa può tornare utile alla cittadinanza, e anche all’ambiente.

I cellulari più riciclati del mondo

Quando decidete di cambiare il vostro telefonino, i modi per disfarvi di quello vecchio sono tanti. Quello più comune, e sbagliato, è di gettarlo nel cestino insieme a tutto il resto dell’immondizia. Questa è la scelta più sbagliata perchè i pezzettini di metallo e i vari componenti di un telefonino cellulare sono molto inquinanti, contengono molti degli agenti nocivi più pericolosi in commercio, e poi anche perchè da alcune parti dei vecchi cellulari se ne possono ricavare di nuovi.

In passato vi avevamo già indicato come fare, e cioè si può scegliere tra il metterlo in un cassetto per eventuali emergenze come un guasto al telefono vecchio, o il regalarlo a qualche cuginetto al suo primo cellulare, rivenderlo, fino appunto al riciclarlo. La compagnia ReCellular, che smaltisce e ricicla telefonini in tutto il mondo, ha stilato una classifica dei cellulari più riciclati del 2008. Andiamo a vedere se c’è anche il vostro.

Energia pulita: arrivano i pannelli solari biodegradabili

Vivere ecologico significa usare le energie rinnovabili come il sole. Vivere ecologico significa anche utilizzare materiali biodegradabili per non creare grandi quantità di rifiuti. Quando poi queste due opportunità convergono nello stesso oggetto, questo sì che significherebbe mettere davvero l’ecologia al primo posto nella propria vita.

L’invenzione arriva come al solito dagli Stati Uniti, e più precisamente dalla dottoressa Diane Hinkens, neolaureata all’Università del South Dakota, che è riuscita a risolvere il “problema” dell’inquinamento creato dallo smaltimento dei pannelli solari dismessi, costruiti con il silicone usualmente, inventando un materiale biodegradabile capace di accumulare energia solare.

7 regole per rendere ecologico il vostro ufficio

Abbiamo parlato di come rendere ecologica la vostra casa, la vostra vita e addirittura le vostre vacanze. Ora che tutti abbiamo ricominciato a lavorare, cerchiamo di capire in che modo è possibile rendere ecologico anche il nostro ufficio. Naturalmente queste sono regole che vanno bene per chi ha un ufficio personale. Ma adattate in maniera corretta potrebbero andar bene (non tutte ovviamente) anche per chi lavora in grossi spazi aperti o condivide la stanza con altre persone.

1) Acquistare (o chiedere di acquistare) un distributore automatico. Le ragioni per farlo sono tante, a partire dal risparmio in termini di denaro, a quello in termini di tempo e di inquinamento, dato che si evita di andare fino al bar vicino all’ufficio, o nella peggiore delle ipotesi prendere la macchina per raggiungere un punto di ristoro.