Caccia, riapertura della stagione venatoria 2010: le novità della legge Comunitaria

Il 1 settembre è fissata la pre- apertura della stagione della caccia, ma già si alzano le polemiche delle associazioni ambientaliste per contestare l’applicazione da parte delle regioni della nuova legge Comunitaria, la legge 42, che modifica la precedente legge 157/1992 sulla caccia approvata nei mesi scorsi, a maggior tutela degli animali.

I cambiamenti più significativi introdotti dalla nuova legge Comunitaria riguardano la possibilità di prolungare la caccia per i primi 10 giorni di febbraio, posticipando però la riapertura a settembre; e il divieto di caccia agli uccelli in periodo di migrazione e alle specie in periodo di riproduzione, assistenza ai cuccioli e accoppiamento. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha divulgato alle regioni un documento con le novità introdotte dall’art. 42 e le linee guida per la stesura dei calendari venatori.

Incendi in Russia, un danno da 238 miliardi di euro

Quello che è accaduto quest’estate in Russia è senza dubbio uno dei peggiori disastri ambientali a livello mondiale della storia. Ancora la stima dei danni precisa è impossibile da fare, e probabilmente non lo sarà mai a causa delle troppe variabili da conteggiare, ma stando ai calcoli degli ultimi giorni, quando pare che il peggio sia passato, il danno quantificabile in termini economici dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 miliardi di dollari, o 238 miliardi di euro.

A stabilirlo sono stati un gruppo di ecologisti russi, i quali si oppongono ai dati forniti dal Governo russo. Anche secondo organizzazioni internazionali come WWF e Greenpeace Russia, le stime del Governo vanno al ribasso di almeno 5-10 volte, e così hanno tentato di stimare i danni con i loro mezzi.

Lucciole morte come pegno d’amore, un gesto romantico made in Cina

Ci risiamo. Tra il mercato delle bacchette di avorio che alimenta il massacro degli elefanti, il vigore sessuale e gli usi medicinali di parti di tigre, la cui richiesta sta portando alla profanazione delle riserve protette e la zuppa di pinne di squalo che è all’origine della barbara pratica del finning, non è inconsueto puntare ancora una volta il dito contro la Cina. Stavolta il problema è il business sorto intorno alle lucciole, donate come pegno d’amore, in quanto simbolo di romanticismo.

Vanno a ruba tra fidanzati e amanti, stando a quanto riportato dallo Shanghai Daily. Ma la cosa non piace al WWF, che critica l’ennesima pratica, moda o dir si voglia a scapito degli animali, e che stavolta colpisce nello specifico i luminosi insetti.

WWF lancia il progetto cetacei a “impatto zero”

Cetacei a “impatto zero” è il nuovo progetto di salvaguardia di delfini, balenottere e capodogli lanciato da WWF in Italia e approvato da Costa Crociere, una delle principali compagnie di navigazione marittima, già da anni sostenitrice del WWF, per salvaguardare i cetacei del mare Nostrum.

Il programma è stato lanciato dall’associazione ambientalista francese Souffleurs d’Ecume in occasione dell’anno della Biodiversità e sarà attivo sin da questa estate.

Stabilimenti balneari, WWF: in Italia spiaggia libera è un miraggio

Si intitola Sabbia: l’oro di tutti a vantaggio di pochi, il dossier diffuso ieri dal WWF che punta il dito contro gli stabilimenti balneari italiani. Sono troppi, deturpano la costa con piscine e strutture poco eco-friendly e fanno sì che la spiaggia libera sia ormai diventata un miraggio nel nostro Paese. Questa la denuncia dell’associazione ambientalista contro quello che viene definito lo scandalo delle concessioni degli stabilimenti balneari.

Uno scandalo per diverse ragioni. Primo perché sono davvero troppi, pensate  che in meno di dieci anni il numero di stabilimenti è più che raddoppiato, e che quasi un quarto della costa italiana idonea per la balneabilità, ovvero 900 km su 4.000 km complessivi, è oggi occupata da 12.000 stabilimenti. In media ce n’è uno ogni 350 metri, con un’occupazione complessiva di circa 18 milioni di metri quadri.
Il canone per i gestori è di soli 50 centesimi al mese per metro quadro, in più non devono rilasciare scontrini fiscali per le attività connesse, e l’evasione fiscale, come reso noto di recente dalla Guardia di Finanza, è all’ordine del giorno.

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Energia verde e clima: l’Italia può fare di più

energia-verde-clima-obiettivi-italiaSono tanti gli studi a livello nazionale ed internazionale dai quali emerge la seguente ed importante conclusione: l’Italia ha tutte le potenzialità per poter basare la propria politica energetica sulle rinnovabili riducendo, di conseguenza, l’utilizzo dei combustibili fossili, ma anche la dipendenza dall’estero in materia di approvvigionamento energetico.

A dichiararlo congiuntamente nel corso di una conferenza stampa sono stati nei giorni scorsi il Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, Mariagrazia Midulla, il Direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, ed il Presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, dopo la presentazione, da parte del Governo italiano, del piano di sviluppo delle fonti rinnovabili. In particolare, secondo i tre esponenti delle Associazioni, che hanno presentato le proprie proposte sul clima e sull’energia verde, l’Esecutivo in materia di rinnovabili dovrebbe puntare più in alto nell’ambito dello scenario di sviluppo verso il 2020, così come a livello europeo WWF, Legambiente e Greenpeace chiedono l’innalzamento al 30% del target di riduzione dei gas serra.

Wwf e TAR Abruzzo salvano il Monte Greco

Monte GrecoUn’altra vittoria quella che il Wwf ha annunciato in questi giorni: grazie alla sentenza del TAR Abruzzo il Monte Greco, un’area ai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, un’area vasta quanto ricca dal punto di vista della biodiversità, non sarà più soggetta a ruspe e cemento.
Le piste da sci e gli impianti scioviari previsti per il Monte Greco non saranno più costruiti. Il Wwf festeggia la sua terza vittoria legale in difesa dell’Ambiente e della Biodiversità, pubblicando una galleria fotografica di scatti meravigliosi e suggestivi, a testimoniare la bellezza dei luoghi, ora protetti, abitati dall’orso bruno, simbolo dell’Abruzzo e del vicino Parco Nazionale, cervi, fringuelli alpini e coturnici.
Il consigliere nazionale del World Wide Fund for Nature, Dante Caserta, ha dichiarato:

In questi anni il WWF ha condotto una battaglia a tutti i livelli per garantire che Monte Greco non fosse sfregiato da piloni, sbancamenti e cemento per la realizzazione di due mega cabinovie, impianti di risalita e piste da sci.

WWF: Paesi ricchi spreconi, consumano il 78% delle risorse della Terra

spreco di cibo

Che l’Occidente fosse sprecone, era risaputo, ma probabilmente nessuno poteva immaginare che lo fosse così tanto. Secondo un nuovo rapporto redatto dal WWF, in collaborazione con l’Università la Sapienza di Roma ed edizioni Ambiente, denominato “State of the World“, la fotografia che ne esce parla di 65 Paesi che si mangiano quasi tutte le risorse mondiali, ed il primo fra tutti, gli Stati Uniti, che spreca una quantità immane di risorse, le quali potrebbero risolvere i molti problemi che affliggono il mondo.

Il primo dato allarmante è questo: 65 Paesi usano il 78% delle risorse mondiali, ai restanti 140 Paesi circa rimangono le briciole del 22%. Una disparità che fa ancora più rabbia se si calcola che mentre l’Europa, che di certo è tra le aree “sprecone”, calcola un consumo medio di 43 kg di risorse giornaliere procapite, gli Usa ne consumano 88 kg a testa, più del doppio. Eppure le esigenze degli americani non sono di certo tanto diverse dalle nostre.

Earth Hour: i numeri e le immagini di un mondo al buio (video e gallery)

Dalla Nuova Zelanda alle Isole Samoa, la lunga giornata dedicata alla Terra si è conclusa con un successo straordinario. Si è cominciato alle 7:45 (ora italiana) con lo spegnere tutte le luci delle isole Catham in Nuova Zelanda, e man mano, di ora in ora, si spegnevano tutte le luci dei successivi 126 Paesi in cui, di volta in volta, l’orologio faceva scoccare le 20:30, e cioè l’ora della Terra di sabato scorso.

Il WWF ha tentato di effettuare una stima degli incredibili numeri che, di anno in anno, continuano a crescere per renderci conto della partecipazione mondiale all’evento, ma quello che non si è riuscito a calcolare è stato il numero di persone che è rimasto al buio, sicuramente oltre il miliardo, dato che sono stati coinvolti quasi tutti i Paesi al mondo, dai più poveri africani ai più ricchi del Nord Europa, dai più tradizionalisti come quelli del Medio Oriente (si è spenta persino Islamabad) a quelli più avanguardisti e che puntano tutta la propria economia sull’elettricità come il Giappone o la città di Las Vegas.

Il WWF dimostra come la salute delle foreste è legata alla salute umana

deforestazione

Il degrado ambientale sta causando gravi ripercussioni sulla salute dell’uomo, ma la tutela degli habitat naturali può invertire questo fenomeno e fornire ad essa dei benefici. A spiegare tutto ciò è un nuovo rapporto del WWF, che tramite Chris Elliot, direttore esecutivo del WWF, spiega che

La nostra ricerca conferma ciò che noi sappiamo istintivamente: la salute umana è indissolubilmente legata alla salute del pianeta.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che tra il 23 e il 25% del carico delle malattie globali potrebbe essere evitato con una migliore gestione delle condizioni ambientali. Il rapporto, pubblicato in occasione della prima Giornata mondiale sulle foreste del 21 marzo scorso, individua nella deforestazione la causa principale dell’impatto sulla salute umana.

WWF: appello verde ai candidati per le Regionali

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Mancano ormai poche settimane alle elezioni regionali, e il disastro del petrolio nel Lambro riporta a galla un vecchio problema, spesso dimenticato, ma con cui veniamo a contatto tutti i giorni: la tutela del territorio. E quale miglior momento per prendere degli impegni in favore dell’ambiente, se non la campagna elettorale?

Per questo il WWF coglie la palla al balzo e presenta due richieste ai candidati delle 13 Regioni che si daranno battaglia all’ultimo voto. Prima di tutto si chiede che si adotti un decalogo verde da seguire durante il proprio mandato, e poi che si produca una mappa delle emergenze, per monitorare gli interventi da attuare per ripristinare la situazione in quelle zone che hanno subìto (o rischiano di subire) disastri ambientali.

Una mappa del WWF ci spiega il pericolo d’estinzione che corre la tigre

mappa tigre

L’allarme ha ormai fatto il giro del mondo: praticamente ovunque le tigri che si trovano in natura, sono nei guai. Motivo per cui una mappa interattiva che educa la gente sui problemi può rivelarsi uno strumento utile. Piuttosto che semplicemente indicare le aree in cui questi felini vivono, la mappa prodotta dal WWF è una finestra

sulle numerose minacce alle tigri selvatiche, sia di quelle per il loro habitat che delle attività che in alcune parti del mondo che hanno un impatto su di loro.

Scorrendo in una zona evidenziata, è possibile aprire una finestra con delle informazioni preliminari e un link per ulteriori informazioni sulle tigri in quel luogo. Il WWF rileva che le tigri selvatiche occupano solo il 7% del loro storico habitat. E con solo poche migliaia di esemplari rimasti, la speranza è che questa mappa e le risorse che collega possa aiutare i governi e le ONG che hanno la forza di farlo, ad ottemperare a degli sforzi di conservazione durante il Global Tiger Summit di Vladivostok che si terrà nel settembre 2010.

Ecosia, il motore di ricerca ecologico

Navigare nella rete e nello stesso tempo proteggere le foreste pluviali? Da oggi si può grazie ad Ecosia, il motore di ricerca ecologico, sostenuto da Yahoo, WWF e Bing.  Quasi l’80% dei profitti ricavati grazie alle nostre ricerche su Ecosia finanzieranno infatti un progetto del WWF in Amazzonia. Le stime parlano di una media di due metri quadri di foresta pluviale messi in salvo per ogni singola ricerca.

Un motore di ricerca ecologico non solo per la quasi totale destinazione dei proventi alla lotta contro la deforestazione, ma anche per l’alimentazione ad energia verde dei server.

Le 10 specie più in pericolo per il WWF

panda giganti

Qualche giorno fa abbiamo riportato l’appello del WWF per salvare la tigre. Nonostante la sua immagine così forte, in realtà per l’associazione animalista si tratta della specie più fragile di tutte. Così fragile da rischiare di sparire per sempre. Ma purtroppo non è l’unica.

Con l’inizio del nuovo anno il WWF ha voluto stilare una specie di triste classifica delle 10 specie più a rischio nel 2010. E se il primo posto della tigre vi ha sorpreso, rimarrete a bocca aperta anche in altri casi. La posizione più bassa spetta al panda gigante. L’animale, che è il simbolo vivente degli animali a rischio estinzione, è presente nella lista praticamente da sempre. Quest’anno però lascia i primi posti perché, grazie all’azione di molti, ha ricominciato a riprodursi. Ad oggi si contano circa 1.600 esemplari in tutto il mondo. Non sono tantissimi, ma la situazione è migliore di qualche decennio fa.