Specie in via d’estinzione: un nuovo metodo individuerà le specie salvabili

Esistono già alcuni metodi ben consolidati che utilizziamo per determinare lo stato di salute delle specie. A stabilire quello ufficiale è l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, che ha redatto la famosa Lista Rossa in cui sono elencate le specie più in pericolo. Ma è abbastanza per sapere se una specie è vulnerabile, in pericolo, in pericolo critico, e così via?

Potrebbe non essere utile, agli scopi della conservazione, conoscere soltanto il grado di rischio che una specie corre per poterla salvare dall’estinzione. Per questo Un gruppo di ricercatori sta cercando di stilare un nuovo metodo, denominato “Safe into Action”, per andare oltre la classica lista.

L’ONU proclama il 2011 anno delle foreste

L’Assemblea generale dell’ONU ha dichiarato il 2011 Anno Internazionale delle Foreste. Questo “battesimo”, proprio come quello dello scorso anno, servirà per aumentare la consapevolezza della popolazione mondiale su come migliorare la salute di tutti i tipi di foreste, che coprono il 31% della superficie della Terra. L’Anno Internazionale delle Foreste inizierà ufficialmente il 24 gennaio con il Forum delle Nazioni Unite sul tema che si terrà a New York.

Le foreste del mondo permettono la vita di diverse creature in tutto il pianeta, e di conseguenza possono aiutare l’umanità a sopravvivere, ma anche a realizzare alcuni dei suoi più grandi obiettivi: ridurre la povertà, lottare contro i cambiamenti climatici e raggiungere uno sviluppo sostenibile, secondo quanto dichiarato dalla Lega Internazionale per la Conservazione della Natura.

Rischio estinzione specie acquatiche Africa, l’allarme dell’IUCN

La perdita della biodiversità è uno dei problemi più impellenti che i Governi di tutto il mondo devono affrontare in questo periodo, forse anche più rispetto all’inquinamento. Fare a meno della biodiversità significa infatti perdere risorse basilari per il sostentamento umano, significa perdite economiche, e soprattutto messa in pericolo di intere aree geografiche.

La situazione poi diventa ancor più preoccupante quando si tratta dell’Africa, come sottolinea l’ultima ricerca pubblicata dall’IUCN (Unione mondiale per la conservazione della natura), la quale ha stabilito che oltre una specie su cinque (circa il 21%) che abita le zone umide del Continente nero è a forte rischio di estinzione.

UNESCO, 6 nuovi siti Patrimonio dell’Umanità

Il Comitato UNESCO si è riunito a Brasilia nelle giornate dal 25 luglio al 3 agosto per iscrivere nuovi siti nell’elenco dei beni Patrimonio dell’Umanità. Sono in tutto 6 i nuovi siti della Natura da oggi protetti e tutelati dall’UNESCO. Come ha dichiarato Tim Badman, dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN)

Sono stati aggiunti alcuni siti naturali eccezionali alla lista del Patrimonio dell’Umanità e il loro riconoscimento è anche il segnale del bisogno di un’azione di conservazione. Minacce come i cambiamenti climatici rappresenteranno una sfida significativa in futuro per la maggior parte di loro.

Barometro della vita: costi e metodi per salvare le specie in via d’estinzione

rana dagli occhi rossiPer la prima volta gli scienziati hanno effettuato una stima di quanto costerebbe conoscere lo stato di conservazione di milioni di specie, alcune delle quali devono ancora essere identificate. Il prezzo è 60 milioni di dollari, secondo un team di scienziati, compresi quelli dell’IUCN e del Conservation International, che hanno presentato lo studio sulla rivista Science in un articolo intitolato “Il Barometro della Vita”.

Le nostre conoscenze sulle specie e sui tassi di estinzione è ancora scarsa, e questo ha conseguenze negative per il nostro ambiente e l’economia. Ampliando l’attuale Lista Rossa IUCN delle specie minacciate per includere fino a circa 160.000 specie ben scelte, avremmo un buon barometro per influenzare le decisioni a livello globale

dice Simon Stuart, presidente della IUCN’s Species Survival Commission. Ad oggi, quasi 48.000 specie sono state valutate nella Lista Rossa IUCN, che costa circa 4 milioni di dollari ogni anno. La maggior parte di questo lavoro è svolto da migliaia di volontari in tutto il mondo.

Allarme estinzione: a rischio la metà delle specie dei primati

lemure di madagascar

I primati sono un’ordine molto ampio, di cui fa parte, tra gli altri, anche l’uomo. I suoi rappresentanti sono miliardi, e le specie che si possono contare oggi sono 630. Peccato però che la metà di queste rischia di estinguersi nell’arco di pochi decenni.

A lanciare l’allarme è il Primate Specialist Group dell’Iucn, che indica il paradosso che vuole l’uomo come unico primate a continuare ad aumentare di numero, fino a raddoppiare i propri rappresentanti nel giro di poco più di un decennio, mentre tutte le altre specie vedono diminuire i propri esemplari, fino al rischio di sparizione definitiva per 300 di esse. Tra queste, ben 25 rischiano di diventare solo un ricordo in un lasso di tempo davvero breve.

2010, anno Internazionale della biodiversità

biodiversitàBiodiversità vuol dire vita, equilibrio, sopravvivenza. L’estinzione di numerose specie negli ultimi anni e la minaccia progressiva e continua di centinaia di altri organismi viventi mette a rischio gli ecosistemi di tutto il Pianeta. Per chi fosse poco attento e scarsamente interessato alle esigenze e alle tematiche della flora e della fauna terrestre, questo non significa soltanto la scomparsa di qualche animaletto inutile all’uomo, bensì implica profonde ripercussioni sull’umanità intera.

Anche il più piccolo ed apparentemente insignificante essere vivente, anche un microbo, ha impatto sulle nostre vite. La scomparsa dei grandi mammiferi, l’estinzione di molte specie di piante ed uccelli, la morte di barriere coralline e pesci, la morìa che colpisce le api, tutto questo e altro ancora incidono eccome sul nostro futuro. Quindi, animalisti o meno, c’è poco da gioire quando ci liberiamo anche del più fastidioso insetto perchè si è estinto.

Uccelli: la lista rossa si allunga, il cambiamento climatico colpisce ancora

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Si aggiungono nuove specie di volatili alla Lista Rossa dell’IUCN, l’International Union for Conservation of Nature. L’ultima stima effettuata sulla popolazione di uccelli di tutto il mondo ha infatti rivelato un aumento degli esemplari che rischiano l’estinzione. Nel libro nero ci sono circa 1.227 specie appartenenti al “regno dei cieli”. La minaccia per loro è  ancora una volta determinata dai cambiamenti climatici in corso o dagli stravolgimenti territoriali operati dall’uomo, che devastano interi ecosistemi, minacciando la sopravvivenza di molte specie viventi.

BirdLife International, che ha condotto la ricerca per conto dell’IUCN, ha potuto verificare che il 12% delle specie dei volatili sarebbe a rischio. La buona notizia è che queste specie potranno ancora essere salvate, non appena si darà il via ad una serie di azioni volte a proteggerne e a garantirne la sopravvivenza.
La Lista Rossa IUCN ora elenca nella fascia più alta di rischio 192 specie di uccelli, due in più rispetto all’aggiornamento più recente che risale allo scorso anno.

Le 10 specie animali più in pericolo d’estinzione

Secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) molte popolazioni di alcune specie animali al mondo sono diminuite, o sono in diminuzione, dell’80% entro tre generazioni. Questa è l’ultima tappa prima di dichiarare come estinti questi animali che oggi vivono allo stato selvatico. Altro che protezione della biodiversità quindi.

Esistono centinaia di specie animali che rischiano la vita, ma non si tratta soltanto di specie minori. Molto spesso questi animali sono molto conosciuti perché si vedono negli zoo, nei documentari, e delle volte anche nei cartoni animati. Abbiamo provato a racchiudere le 10 specie maggiormente in pericolo in questa presentazione, ma essi sono soltanto una piccola parte delle specie che possono svanire per sempre già nei prossimi anni.

Un mammifero su quattro rischia l’estinzione, new entry nella lista rossa

Attività umane, sfruttamento sconsiderato delle risorse negli habitat naturali, surriscaldamento globale, aumento della temperatura degli oceani, inquinamento, bracconaggio, stupide usanze. Sono solo alcune delle cause che stanno portando alla scomparsa di molte specie animali. A guardarli uno per uno, risulta subito evidente che dietro ognuno dei fattori sopracitati c’è sempre e comunque l’uomo, con la sua forza distruttiva.

Ad essere particolarmente a rischio di estinzione sono i mammiferi, con molte nuove entrate nella lista rossa degli animali in pericolo, stilata dall’IUCN (Unione mondiale per la conservazione della natura) e resa nota a Barcellona in occasione del IV Congresso mondiale dell’organizzazione che tutela, tra gli altri obiettivi a favore dell’ambiente, la preservazione delle specie animali.

8 new entry nei siti protetti dall’Unesco

Nonostante in molte parti del mondo si stia cercando di distruggere la cultura e la Terra stessa, l’Unesco continua a lavorare alacremente per stabilire nuovi siti da salvare, perchè sono patrimonio dell’umanità. Qualche giorno fa ha reso note le 8 nuove meraviglie naturali da tutelare, che così si vanno ad aggiungere alle 870 già esistenti (nel complesso 679 di esse sono culturali, tipo centri storici, chiese, piramidi, ecc.), 174 sono naturali e 25 miste, suddivise in 145 nazioni.

L’Italia è la nazione che può vantare più siti in tutto il mondo, ben 41 dal 1979 ad oggi. Tra le altre, giusto per citarne alcune, compaiono il Cenacolo di Leonardo da Vinci dipinto su una parete del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, molti centri storici come quelli di Firenze o di Napoli, i sassi di Matera, i trulli di Alberobello, la Reggia di Caserta, la costiera amalfitana e tante altre ancora. Ora andiamo a vedere quali sono le nuove 8 entrate.

Il valore della natura ora diventerà un film

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Quanto ci costa la natura? Se lo sono chiesti alcuni autori televisivi che hanno deciso di mandare in onda, a partire dal 13 giugno scorso sulla Bbc, una nuova serie TV sul valore, in soldoni, della fornitura di servizi che l’ambiente offre agli esseri umani. E le cifre sono da capogiro: si stima intorno ai 60 mila miliardi di dollari il valore della natura, ovviamente molto di più del PIL mondiale.

I dati provengono da uno studio dell’Università del Vermont Robert Costanza, rielaborati da alcuni economisti che hanno tradotto i servizi naturali in termini monetari, valutandoli più consistenti di quelli messi a disposizione da tutte le economie mondiali messe insieme.