Wall-e diventa vero, il robot spazzino esordisce in Italia

Sicuramente è stato uno dei film d’animazione più visti e apprezzati al mondo. Il robot-spazzino inventato da Disney Pixar è entrato nel cuore di milioni di persone, non solo sotto i 14 anni. Wall-e è diventato un eroe che però presto potrebbe uscire dagli schermi cinematografici e diventare realtà.

La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con un gruppo di ricercatori giapponesi, ha dato vita a Dust Cart, un robottino in grado di fare la raccolta differenziata porta a porta vero, in metallo e circuiti. Esso verrà sperimentato il prossimo 9 maggio a Pontedera, in provincia di Pisa, e dopodiché sbarcherà anche a Peccioli e Massa, per poi continuare la sua sperimentazione anche all’estero, nelle citta di Orebro in Svezia e Bilbao in Spagna.

Si tratta di un robot alto un metro e mezzo per 77 cm di larghezza, dotato di un sistema GPS e sensori che gli permetteranno, per ora, di percorrere 24 km ad una velocità massima di 16 km/h. La sua funzione sarà di “accorrere” a casa di un abbonato, il quale lo chiamerà inviandogli un sms con la via ed il numero civico, per immagazzinare nella sua grande pancia fino a 30 chili di spazzatura.

Nuovo metodo per lo smaltimento dei rifiuti in mare: le conchiglie

Alcuni ricercatori in Vietnam hanno recentemente completato i test su un nuovo modo per rimuovere i metalli pesanti dalle acque. Il segreto, nell’era delle super-tecnologie, non è nulla di altamente tecnologico. Si tratta delle normalissime (quanto antichissime) conchiglie di mare. Le fabbriche alla periferia di Ho Chi Minh City hanno contaminato l’acqua pulita con metalli tossici come il cadmio, zinco, piombo e ferro, afferma Stephan Kohler della University of Technology di Graz, in Austria, che ha condotto lo studio insieme ad un team di ricercatori. Eppure il livello di inquinamento non è così alto come ci si poteva aspettare.

Il team di Kohler ha rilevato che la colata di metallo, carica di acido, versata nell’acqua su un letto di mitili e conchiglie, fornisce una semplice correzione dell’acidità. Le conchiglie sono fatte di aragonite, una forma di carbonato di calcio (CaCO3), che prontamente emette del calcio per modificare gli atomi dei metalli pesanti, bloccandone la forma solida. Le conchiglie, allo stato naturale di base, si sciolgono quando raggiungono un pH di 8,3. Fino a quella soglia sono utili per lo smaltimento.

Il cnr contro le eco-mafie: possibile la tracciabilità dell’immondizia

Uno dei maggiori business delle mafie, come abbiamo potuto vedere recentemente in Campania, è sicuramente il commercio illegale di rifiuti. Secondo l’Europol ogni anno sono 20 milioni le tonnellate di rifiuti che vengono smaltiti illegalmente, con conseguenti danni all’ambiente. Questo smaltimento comporta un giro d’affari di 22 miliardi di euro, un regalo alle eco-mafie che la giustizia non è più intenzionata a sopportare.

Per questo, tra le varie idee al vaglio della Commissione Europea per tentare di bloccare questi traffici, ce n’è anche una italiana. Più precisamente è stata “partorita” dal Cnr di Bari, e comporta la recente tecnologia del gps, in grado di monitorare lo spostamento dell’immondizia.

Problema rifiuti: le 10 proposte di Legambiente

Da quando si è risolto (in parte) il problema dei rifiuti a Napoli, questo genere di problema è letteralmente scomparso dai notiziari nazionali di ogni tipo. Ma questo non significa che il problema sia stato risolto. Legambiente sta tentando in tutti i modi di far riemergere la problematica agli occhi dell’opinione pubblica, perché come capita spesso in Italia, se nascondiamo i problemi sotto il tappeto, prima o poi questi escono tutti insieme e provocano danni enormi.

Secondo quanto afferma l’associazione ambientalista infatti l’Italia, in controtendenza rispetto a molti altri Paesi europei, anziché diminuire la sua produzione di rifiuti (ridotta altrove con il riciclo e il riutilizzo) la sta aumentando (8,4% negli ultimi 4 anni), senza contare le due grandi piaghe della società italiana, e cioè lo smaltimento illecito (19,7 milioni di tonnellate sono letteralmente scomparse nel solo 2005) e lo smaltimento in discarica a causa della mancanza di impianti di alcun genere, che in alcune Regioni come il Molise e la Sicilia superano di gran lunga il 90% dello smaltimento.

4 consigli per diminuire i rifiuti da imballaggio

Uno dei campi di maggiore sviluppo ecologico è senza dubbio quello dei rifiuti. Dalle bottiglie alle tasse sugli imballaggi, niente può essere tralasciato per combattere il fenomeno che, soprattutto in Italia, è sempre al centro dell’attenzione. Il sito TreeHugger.com ha elaborato quattro soluzioni radicali che potrebbero contribuire a ridurre il problema. Queste non sono le uniche soluzioni, ed anzi invitiamo gli utenti ad aggiungerne di altre, ma potrebbero essere un buon inizio.

1. Tasse sugli imballaggi non-standard: uno dei motivi per cui così poche cose sono riciclabili è perché esiste una grande varietà di forme di confezionamento, diversi materiali e stili. Se l’imballaggio diventa più standardizzato, una maggiore quantità di rifiuti può essere riciclata. La soluzione è creare una norma fiscale che colpisca quei prodotti che vengono imballati in maniera non standard, così da facilitarne il riciclo.

La buona notizia: aumenta il riciclaggio della plastica

Secondo la 18a relazione annuale post-consumo sul riciclaggio delle materie plastiche, redatta dall’American Chemistry Council (ACC) e dall’Associazione dei consumatori e ricliclatori di plastica, il riciclaggio da parte dei consumatori è aumentato 124 milioni di euro nel 2007. Questo aumento del 5,2% negli Stati Uniti ha permesso di raggiungere un record di oltre 2 miliardi e mezzo di euro all’anno solo per il riciclo.

Siamo lieti di vedere che il riciclaggio delle materie plastiche continua ad aumentare. Il riciclaggio continua a crescere perché la gente riconosce che le materie plastiche sono una risorsa preziosa, troppo preziosa per diventare rifiuti.

Queste le parole di Steve Russell, managing director dell’ACC della Divisione Plastica. Poiché l’indagine è iniziata nel 1990, i dati indichano che il riciclaggio è aumentato ogni anno. Secondo il rapporto, il tasso di riciclaggio delle bottiglie è leggermente aumentato, ma in generale è rimasto costante per i primi anni, con un incremento improvviso ed un’oscillazione intorno al 24% soltanto negli ultimi.

Rifiuti pericolosi, blitz del Noe ai termovalorizzatori di Colleferro

Un blitz del Noe ha smascherato la notte tra l’8 ed il 9 marzo un giro di rifiuti sporchi provenienti dalla Campania, che venivano smaltiti illecitamente nei due termovalorizzatori, ora sotto sequestro, situati a Colleferro, alle porte di Roma.
I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Roma hanno arrestato tredici persone, con l’accusa di associazione per traffico illecito di rifiuti e truffa allo stato. A coordinare le operazioni di sequestro il capitano Pietro Rajola Pescarini. Tra i finiti in manette ci sono anche i dirigenti del consorzio che si occupa dello smaltimento e alcuni responsabili dell’Ama per il ciclo dei rifiuti.

Le accuse che hanno scatenato gli arresti dopo una serie di accurate indagini parlano di violazione di tutte le norme previste per i termovalorizzatori. In pratica a Colleferro finiva nei termovalorizzatori immondizia di ogni genere, senza alcun tipo di selezione, rifiuti pericolosi inclusi. Questi ultimi fatti arrivare apposta apposta, e non ce ne stupiamo, dalla Campania, per una volta però anzichè entrare nella regione meridionale tristemente nota per gli smaltimenti di rifiuti illeciti, ne uscivano nel flusso verso il Lazio.

Il Sud? Solo discariche!

A quanto pare usare la parola emergenza vicino a rifiuti non ha più alcun senso. Quello dello smaltimento dei rifiuti per il nostro Paese, in particolare per il Sud, usato come discarica da tutte le altre regioni, non è un più un caso isolato che scoppia a Napoli piuttosto che a Catania, e che in pochi giorni, settimane, anche uno o due mesi viene risolto, come dovrebbe essere per le vere “emergenze”, quelle per cui i governi si mobilitano e stanziano fondi per uscirne il più velocemente possibile. Quello dei rifiuti è un vero e proprio cancro, che non basta risolvere al pronto soccorso, ma per il quale occorre una lunga degenza e se necessario ripetuti inteventi per evitare che si riformi.

Oggi un rapporto di Legambiente parla di clamoroso ritardo impiantistico del Sud, che tradotto significa che nelle regioni meridionali del nostro Paese la maggior parte della spazzatura va a finire ancora nelle discariche, ad accumularsi e ad imputridirsi, che siano abusive, legalizzate, pseudolegalizzate, improvvisate, sempre di cumuli di detriti stiamo parlando. A finire nella grande pattumiera del Sud è ben il 54% dei rifiuti.

Scoperto traffico di rifiuti hi-tech dall’Europa all’Africa

Greenpeace colpisce ancora, e stavolta con metodi d’indagine degni della Cia, ha scoperto un giro d’affari enorme fatto dalle multinazionali della tecnologia europee, americane e asiatiche ai danni dell’Africa. 3 anni fa la sezione inglese di Greenpeace nascose, all’interno di un televisore rotto, un ricevitore Gps, e lo portò in un centro di riciclo di materiale tecnologico.

Da lì, per legge sarebbe dovuto essere trasportato in qualche centro riciclaggio inglese, dove sarebbe stato smembrato e smaltito. Invece, seguendo il ricevitore satellitare, Greenpeace si è resa conto che quel televisore ha fatto un giro incredibile, varcando decine di confini mondiali, fino a terminare la sua corsa in Nigeria. Lì effettivamente avviene una sorta di riciclo, ma fatto in condizioni barbare.

Riciclare gli elettrodomestici: i vantaggi del recupero dei Raee

Riciclare i cosiddetti elettrodomestici bianchi. E’ questa la nuova frontiera ecosostenibile del riciclaggio. Non solo plastica, carta, vetro ma anche frigoriferi, condizionatori, lavatrici e forni. Uno studio condotto dall’istituto Ambiente Italia, “Raee, il contributo del riciclo agli obiettivi di Kyoto” ha evidenziato i numerosi vantaggi derivanti dal corretto riciclo degli elettrodomestici bianchi. L’Italia, secondo quanto riportato dallo studio, con lo smaltimento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, oltre a recuperare enormi quantità di alluminio, ferro, rame, plastica, acciaio e vetro, riuscirebbe a ridurre ogni anno del 3% le emissioni di Co2. Inoltre, un corretto recupero dei Raee (rifiuti elettrici ed elettronici) favorirebbe un notevole risparmio energetico pari a circa 120 tonnellate di petrolio.

Maldive: un Paradiso inquinato

Anche le isole tropicali hanno i loro problemi di inquinamento. Anzi, forse sono ben peggiori dei nostri. Chi pensa che stare alle Maldive sia la cosa più bella del mondo, forse non sa in che condizioni vivono alcuni abitanti di quei luoghi, specialmente quelli meno accessibili ai turisti. Tutte le isolette della Repubblica asiatica infatti stanno avendo sempre più problemi con lo smaltimento dei rifiuti, tanto addirittura da sommergere alcune di esse, fino a non lasciare nemmeno un lembo di terra incontaminata.

La situazione peggiore è a Thilafushi, un’isoletta dell’atollo di Kaafu la quale, nonostante sia molto vicina alle zone turistiche, è letteralmente immersa dalla spazzatura, tanto da diventare l’isola dei rifiuti più grande del mondo. Tutto ciò è dovuto a due fattori fondamentali: il primo è che la raccolta differenziata o il riciclo non esistono. Queste parole sono letteralmente sconosciute in una terra che viene fatta rimanere volontariamente arretrata; e poi perché, data la sua assenza di turismo, concentrato su altri atolli, viene utilizzata come discarica a cielo aperto. Prima vi convergeva l’immondizia della sola capitale Malé, vista la vicinanza; oggi arriva quella di tutta la Repubblica (circa 300 tonnellate al giorno).

Capelli umani e compost come fertilizzanti per le piante

I rifiuti prodotti ogni giorno da parrucchieri e barbieri di tutto il mondo, peli della barba, capelli, potrebbero presto trovare un possibile reimpiego come fertilizzante per le piante uniti a compost.
E’ quanto afferma una recente ricerca condotta da un team di studiosi della Mississippi State University, coordinato da Vlatcho D. Zheljazkov, con la partecipazione di Juan L. Silva, Mandar Patel, Jelena Stojanovic, Youkai. Lu, Taejo Kim, e Thomas Horgan.

Lo studio intitolato Human Hair as a Nutrient Source for Horticultural Crops è stato pubblicato su HortTechnology ed apre una nuova strada ecologica nel campo dei concimi naturali.
La produzione agricola vegetale si basa ora sull’utilizzo di materiali provenienti dal compostaggio dei rifiuti e di sottoprodotti come rifiuti solidi urbani, letame, il tutto serve a fornire alla piante le sostanze nutritive necessarie alla loro crescita e sostentamento.

Natale 2008, le regole contro lo spreco di carta

Tra pochi giorni ci saranno milioni di cenoni di Natale e milioni di regali da scartare. Purtroppo però c’è la prospettiva anche di milioni di tonnellate di immondizia. Se però stiamo un pò attenti, ci rendiamo conto che potremmo evitare molta di questa spazzatura, e anzi potremmo anche riciclarla.

Secondo il Comieco (Consorzio nazionale per il recupero ed il riciclo degli imballaggi a base cellulosica), se tutti gli italiani evitassero di gettare nell’indifferenziata la carta utilizzata in questo giorno di festa, potremmo risparmiare all’ambiente lo smaltimento di 10 mila tonnellate di immondizia tra carta e cartone, praticamente quanto produce la sola Lombardia in una settimana. Se non ci credete, ecco l’esempio.

Operazione Quattro mani, traffico rifiuti pericolosi continua, alti i guadagni

Benvenuti in Italia. Sotto ai cartelli di ingresso alle frontiere, andrebbe aggiunto un sottotitolo: discarica dei rifiuti tossici. Il Paese dei controllori amici dei controllati segna un altro punto di demerito a suo favore. Continua infatti il traffico di spazzatura smaltita illegalmente, da un capo all’altro della penisola. Le regioni se la passano come fosse una patata bollente, con la differenza che non si tratta di un gioco, i soldi in ballo sono tanti.

L’operazione Quattro Mani, le cui indagini sono state coordinate dalla Procura di Chieti e condotte dai Carabinieri del Noe di Pescara, ha fatto scattare le manette per cinque persone in Abruzzo, sgominando un giro d’affari sporchi (doppiamente sporchi, è proprio il caso di dirlo) del valore di 3 milioni di euro.