Ecosia, il motore di ricerca ecologico

Navigare nella rete e nello stesso tempo proteggere le foreste pluviali? Da oggi si può grazie ad Ecosia, il motore di ricerca ecologico, sostenuto da Yahoo, WWF e Bing.  Quasi l’80% dei profitti ricavati grazie alle nostre ricerche su Ecosia finanzieranno infatti un progetto del WWF in Amazzonia. Le stime parlano di una media di due metri quadri di foresta pluviale messi in salvo per ogni singola ricerca.

Un motore di ricerca ecologico non solo per la quasi totale destinazione dei proventi alla lotta contro la deforestazione, ma anche per l’alimentazione ad energia verde dei server.

Venezia città sostenibile-modello?

venezia

Venezia, ci dà un suggerimento per un ambiente pedonale veramente possibile e stimolante.

Queste parole sono state usate da Richard Register, il fondatore della Ecocity Builders, un paio di anni fa. La città veneta gli sembrava un esempio di ecocittà da seguire per tutti, ma Venezia è veramente degna di un tale riconoscimento?

La natura della città che non permette l’uso delle automobili è, ovviamente, quello che più piace a chi sogna uno sviluppo urbano sostenibile.

La prima cosa che si incontra quando ci si avvicina a Venezia è la realtà irrevocabile di dover rinunciare alla propria auto

scrive Daily Kos, che lavora con l’organizzazione Ecocity.

Animalisti speronati dai bracconieri del mare, in nome della scienza (video)

nave attivisti distrutta

Né il kevlar rinforzato, né la vernice anti-radar sono state sufficienti a proteggere il trimarano Ady Gil da ciò che nel gergo marinaresco si chiama “un attacco non provocato“, quando cioè la nave giapponese Shonan Maru n. 2 ha “deliberatamente speronato e provocato danni catastrofici”.

L’emittente ABC è riuscita a procurarsi il video che mostra come i balenieri giapponesi hanno continuato a sparare i cannoni ad acqua sull’equipaggio dell’Ady Gil, anche dopo aver speronato e distrutto la prua della nave, rischiando anche di far morire annegati gli attivisti. Immediatamente il video è stato caricato su You Tube, e le crude immagini sono riproposte alla fine dell’articolo.

Una nuova tecnologia laser rende le turbine eoliche più produttive e longeve

lidar

Se uno dei problemi per cui la tecnologia eolica ancora non si è diffusa come meriterebbe, è l’instabilità delle correnti. Oggi però questo dilemma potrebbe essere risolto da un team di scienziati danesi. L’Università di Risø ha recentemente completato il primo test su una turbina eolica con un anemometro laser incorporato, al fine di aumentare la produzione di energia elettrica.

I risultati dimostrano che questo sistema può prevedere la direzione del vento, raffiche di vento e turbolenza. Quindi si stima che le turbine a vento del futuro potranno aumentare la produzione di energia riducendo al contempo i carichi estremi utilizzando questo sistema laser, che noi chiamiamo LIDAR

afferma Torben Mikkelsen, docente della Risø. Questa nuova tecnologia laser danese significa che le turbine a vento sono in grado di “vedere” il vento, prima che colpisca le lame. Dal momento in cui sarà in grado di “predire” il vento, la turbina eolica sarà anche in grado di ottimizzare la sua posizione e regolare le pale in modo che il vento venga utilizzato in modo più efficiente, e la turbina possa avere una vita più lunga.

Le migliori “green tech” che il 2009 ci lascia in eredità

auto elettrica

Anche se i governi del mondo, riuniti a Copenaghen, hanno tentato di concordare un piano d’azione per limitare le emissioni di biossido di carbonio, le innovazioni della tecnologia verde sono il mezzo migliore, o forse l’unico, per riuscire a raggiungere l’obiettivo.

I trasporti hanno continuato ad essere un grande obiettivo in questo senso, nonostante periodi di congiuntura difficile. Negli Stati Uniti il settore è il secondo contribuente alle emissioni, responsabile del 28% del totale delle emissioni del Paese. Di queste, il 60% sono prodotte dai veicoli stradali, ma anche nel resto del mondo i dati non si discostano tanto da quelli americani.

Per fortuna però questi sembrano destinati a cambiare presto. Una vasta gamma di possibili soluzioni sono state esposte a Las Vegas, Nevada, il mese scorso, in merito al concorso Automotive X Prize. Il premio andava a quelle squadre che producevano veicoli già oggi utilizzabili, in grado di viaggiare per 100 miglia con l’energia equivalente di un gallone di benzina (160 km con 3,79 litri, o 42 km con un litro).

Il mistero dei leoni di mare spariti nel nulla

leoni di mare a san francisco

Già nel mese scorso, sono stati stimati in almeno 1.500 i leoni di mare al largo del famoso Pier 39 di San Francisco, uno dei più famosi centri commerciali del mondo. Ora, sembra che siano del tutto scomparsi. Dove sono andati a finire? La domanda preoccupa non poco gli animalisti, visto che i leoni di mare sono famosi per la loro pelliccia pregiata.

Gli esperti non si dicono certi, ma sembra che siano spariti per inseguire una fonte di cibo. The Associated Press spiega:

La maggior parte della mandria probabilmente ha seguito i loro cibi preferiti, sardine e acciughe. Gli animali cominciarono a lasciare [il molo] in massa il giorno dopo il Ringraziamento, quasi come se qualcuno avesse emesso un ordine. Ma il fatto che i leoni di mare siano rimasti lì per così tanto tempo è ancora più strano della loro scomparsa.

Nonostante la natura insolita di entrambe le situazioni, gli esperti non sono particolarmente preoccupati.

Le tecnologie rinnovabili del futuro testate in Antartide

ebase

L’isola King George, uno dei punti più settentrionali del continente Antartico, era una volta una base di caccia e pesca popolare, ma ora è sede di piccoli avamposti di scienziati provenienti da dodici Paesi. Le stazioni russe e cilene, Eduardo Frei e Bellingshausen, sono separate solo di pochi metri, e formano una piccola comunità. Sul versante cileno, c’è una scuola per i bambini delle famiglie che vi abitano, mentre, sul versante russo, una piccola chiesa ortodossa che si trova in cima ad una collina.

Una breve passeggiata al di là della chiesa e si trova l’E-base, una capanna di ricerca come tutte le altre, tranne che per i tubi solari termici, celle fotovoltaiche, turbine eoliche e altro. Il rifugio è diventato famoso nel 2008 per l’aver saputo dimostrare che la tecnologia delle energie rinnovabili è pronta già ora, non lo sarà “un giorno”. In Antartide, le condizioni, si sa, sono estreme, e ottenere anche le energie rinnovabili è più complicato che altrove. Eppure questi scienziati ci riescono.

EcoSnoop, la nuova applicazione ecologica di iPhone

ecosnoop-screen

EcoSnoop è inteso come uno strumento per una forma leggera di consapevolezza

spiega uno dei creatori dell’applicazione iPhone chiamata appunto Ecosnoop. Ancora una volta torniamo su una delle tante invenzioni che questo telefonino (che tutto sembra tranne che un telefono) ci fornisce per cercare di essere un po’ più “verdi”.

Quante volte siete in un locale pubblico o in un palazzo di uffici, e si vedono cose che non sono propriamente ecologiche (rubinetti che gocciolano da tre giorni, uso sospetto di una sostanza chimica, un bidone della spazzatura pieno di oggetti riciclabili gettati a casaccio, ecc.). Se volete fare in modo che qualcosa cambi, o suggerire alternative, ma non avete idea di come fare, in questo vi viene in aiuto l’applicazione.

Inventata bioplastica da materiali rinnovabili

bioplastica coreana

Un team di scienziati sudcoreani ha prodotto dei polimeri utilizzati per produrre la plastica di tutti i giorni attraverso la bioingegneria, piuttosto che attraverso l’uso di combustibili fossili a base di sostanze chimiche. Si ritiene che la tecnica possa ora consentire la produzione di plastica eco-friendly che è biodegradabile ed a basso contenuto di tossicità.

La ricerca si è concentrata sull’acido polilattico (PLA), un polimero biologico che può servire per la produzione di materie plastiche mediante risorse naturali e rinnovabili. I polimeri sono molecole presenti negli oggetti della vita quotidiana sotto forma di materie plastiche e gomme.

Il poliesteri ed altri polimeri che usiamo tutti i giorni sono per lo più derivati da oli fossili prodotti tramite la raffineria o un processo chimico. L’idea di produrre polimeri da biomasse rinnovabili ha attirato molta attenzione a causa delle crescenti preoccupazioni dei problemi ambientali e il carattere limitato delle risorse fossili. PLA è considerata una buona alternativa alla plastica derivata dal petrolio, in quanto è biodegradabile ed ha un basso tossicità per l’uomo

ha spiegato il professor Sang Yup Lee, che ha guidato la ricerca.

Meccanismi di recupero Co2 esclusi dal ciclo di riduzione delle emissioni

recupero emissioni

Stop ai furbetti. La cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) non verranno aggiunti alla lista di tecnologie su cui i Paesi industriali potranno investire per compensare le loro emissioni. A deciderlo è stato l’Onu, dopo che alcuni Paesi hanno espresso riserve durante i colloqui sul clima di Copenaghen.

I negoziatori hanno discusso se accettare o meno la cattura di CO2 da impianti industriali e lo stoccaggio sotto terra come mezzo per contribuire alla riduzione delle emissioni. Ma rinviata ogni decisione in attesa del prossimo anno, questa è stata negata, in quanto nessun consenso è stato raggiunto. Alcuni Paesi hanno proposto di aggiungere il CCS al meccanismo di sviluppo pulito delle Nazioni Unite (CDM), che consente alle imprese dei Paesi ricchi di soddisfare una parte dei loro obblighi climatici investendo in riduzioni delle emissioni nei Paesi in via di sviluppo.

Una nuova tecnica potrebbe abbattere i costi dei materiali per le tecnologie verdi

turbina eolica

L’agguerrita concorrenza sulle materie prime per le nuove tecnologie “verdi” potrebbe diventare un ricordo del passato, grazie ad una scoperta degli scienziati dell’Università di Leeds. I ricercatori della facoltà di Ingegneria hanno scoperto il modo per recuperare notevoli quantità di ossidi rari dalla terra, presenti nei minerali di biossido di titanio. Queste rarità, che sono indispensabili per la fabbricazione di turbine eoliche, l’illuminazione più efficiente, e le macchine elettriche o ibride, vengono estratti o rigenerati da materiali di rifiuto di un altro processo industriale.

Se considerato in scala industriale, il nuovo processo potrebbe finire per spostare l’equilibrio del potere in un’offerta globale, rompendo il monopolio della Cina su queste scarse ma preziose risorse. La Cina detiene attualmente il 95% delle riserve mondiali di metalli terrestri rari in un mondo in cui la domanda è in costante crescita.

Questi materiali sono anche ampiamente utilizzati nei motori delle automobili e nell’elettronica, la difesa e le industrie nucleari. Essi, infatti, trasversalmente forniscono tante tecnologie d’avanguardia, la domanda aggiuntiva dei dispositivi e delle applicazioni relative è maggiore dell’offerta

ha detto il professor Animesh Jha, che ha guidato la ricerca.

I tetti verdi assorbono Co2

tetto verde

Vi sono molti vantaggi dall’avere i cosiddetti “tetti verdi“, cioè quei tetti che, come i Giardini Pensili di Babilonia, hanno al posto di mattonelle e cemento, terreno e alberi. Questi vantaggi vanno dall’aiutare a mantenere l’appartamento fresco d’estate e caldo d’inverno, al creare habitat per gli uccelli e insetti, fino al fornire, per i più intraprendenti, anche ortaggi e frutta.

Da oggi a questa lista si aggiunge un altro vantaggio, e cioè la capacità di recuperare le emissioni di CO2. Naturalmente, non tutti i tetti verdi sono capaci di farlo, ma solo quelli che hanno abbastanza spazio per metterci piante a sufficienza.

I ricercatori della Michigan State University hanno misurato quanto ci vuole. Secondo quanto afferma Enrique Gili, il quale ha studiato 10 modelli attuali di tetti verdi e piante, c’è bisogno di 20 metri quadrati. Ha preso in considerazione per l’esperimento le tipologie di piante più comuni ed il più fine dei tetti verdi. Questo è considerato uno dei più resistenti, ed ha spiegato anche di aver piantato solo quello che sapeva sarebbe cresciuto, grazie all’aiuto del ricercatore Kristen Getter dell’Università del Michigan che sta guidando il Green Roof Research Program.

Gli alberi diventano “obesi” per assorbire l’inquinamento

betulle

Fino a poco tempo fa si pensava, e qualcuno lo pensa ancora oggi, che aumentando le emissioni, il mondo è destinato a collassare in maniera direttamente proporzionale. Se da un lato è vero che un eccesso di inquinamento può distruggere il mondo, dall’altro la Natura ancora una volta ci sorprende, e ribalta la nostra visione limitata del mondo.

Non è vero infatti che questo avviene in maniera proporzionale. Alcuni ricercatori americani dell’Università del Wisconsin-Madison hanno notato che alcune specie di alberi, ed in particolare le betulle, negli ultimi anni hanno cominciato ad aumentare la quantità di CO2 assorbita. E proprio come avviene a noi umani quando aumentiamo il cibo ingurgitato, stanno ingrassando.

OGM o non OGM. Il mondo si divide tra favorevoli e contrari

pomodori ogm

Il principe Carlo li ha chiamati il “più grande disastro ambientale di tutti i tempi”, mentre gli industriali dell’agricoltura giurano che sono sicuri per il consumo umano e danno un vantaggio per l’ambiente. Gli alimenti geneticamente modificati non sono null’altro se non controversi, e le polemiche non mancano in tutto il mondo. Dagli Stati Uniti all’Unione europea, dall’Africa al Giappone, divieti vari, leggi ed etichette possono fare dell’OGM una difficile gatta da pelare.

Ecco una carrellata di come gli OGM sono regolarizzati nel mondo. Dove sono regolarizzati, visto che in molti Paesi, come l’Italia, regna la più completa confusione. L’Irlanda ha recentemente vietato la produzione di qualsiasi alimento geneticamente modificato, e il paese ha anche messo a disposizione un’etichetta OGM-free che può essere stampata sui prodotti di origine animale come carne, pollame, uova e latticini, pesce e crostacei, che vengono allevati con mangimi senza OGM.