Bioedilizia: arriva la casa-uovo col 70% di efficienza energetica

Potrebbe sembrare di essere a Pasqua ogni mattina se si vivesse in una di queste case-uovo disegnate da Roberto Casati, i fratelli Marco e Matteo Puggelli e David Santangelo, un gruppo di ingegneri e architetti di Prato. Il nuovo progetto di abitazione ecologica è stato battezzato KasaUovo, e si tratta di edifici di 70 metri quadrati che soddisfano i criteri di abitabilità. Il primo aspetto che rende questa casa ecologica è che è costruita con un materiale composito proveniente da pneumatici per auto e scarti del legno.

Casati dice le case-uovo avranno quella forma di proposito, perché “ispirate alla natura”. E come tutte le forme naturali, possiede un’ottima efficienza energetica. Il progetto dell’ingegner Casati non è di costruire singole case-uovo su lotti vuoti, ma ha anche brevettato un concept che in un certo senso “ricicla” vecchi edifici abbandonati per realizzare un programma pilota di “uova multiple”.

Casa popolari ecologiche a Capannori in Toscana

L’edilizia sociale si sposa all’architettura sostenibile a Capannori, in Toscana, con l’inaugurazione, il 29 gennaio scorso, delle prime case popolari ecologiche, ovvero costruite secondo i dettami della bioedilizia basati essenzialmente su risparmio energetico, efficienza, produzione di energia da rinnovabili, princìpi antisismici, materiali altamente isolanti e, ovviamente, costruite utilizzando materiali atossici e puliti (la struttura antismica portante è costituita da pannelli in legno).

Il complesso si trova per l’esattezza a Marlia, una frazione del comune toscano, nel territorio della provincia di Lucca, e si compone di un edificio a schiera che conta cinque alloggi, due al piano terra, e tre tra piano terra  e primo piano.

Ecovillaggio solare, vivere felici senza inquinare

Gli Ecovillaggi sono una realtà in molti Paesi per centinaia di persone che da decenni vivono in condizioni ambientali notevolmente superiori alla media delle città e dei comuni dove lo smog e l’inquinamento acustico offrono una mediocre qualità della vita.

Oggi anche in Italia arriva la possibilità di vivere senza inquinare e senza “essere inquinati” dall’esterno. Nasce l’Ecovillaggio Solare di Alcatraz, uno dei più innovativi per risparmio energetico e per ecotecnologie. L’Ecovillaggio è inserito all’interno del parco Libera Repubblica di 470 ettari, a circa 30 Km da Umbertide, a meno di 40 da Perugia con l’Ospedale regionale e a circa 12 km da scuole e servizi, quali farmacia, banca e supermercato.

A Manila la prima scuola fatta di bottiglie di plastica

A San Pablo, provincia di Laguna, nelle Filippine, decine di muratori-volontari sono accorsi alla chiamata della MyShelter Foudation e si sono armati di malta iniziando ad erigere i muri di una nuova scuola. La malta e le cazzuole le metteva a disposizione l’organizzazione ma la materia prima la dovevano procurare loro: bottiglie di plastica da 1.5 e 2 litri.

E’ stata così eretta, nel dicembre scorso in brevissimo tempo, la prima scuola del continente asiatico fatta di bottiglie di plastica. Il progetto, che va ben oltre il riciclo creativosi chiama Bottle School Project, ed è nato dalla partnership tra My Shelter Foundation e Pepsi che, tramite la campagna di sensibilizzazione e volontariato sulla raccolta differenziata detta “Sarap Magbago”, ha fornito materia prima e forza lavoro.

Risparmio idrico e rinnovabili per le sanisettes, i nuovi servizi igienici pubblici di Parigi

Dopo il bike sharing, Vélib, ed il prossimo avvio del car sharing elettrico, Autolib, Parigi segna un ulteriore colpo a favore del risparmio energetico e della riduzione delle emissioni. Stavolta è il turno dei servizi igienici pubblici di far parlare di sé.

E a metterlo a segno è ancora una volta lui, il designer francese Patrick Jouin, già progettista della bicicletta Vélib, che ha spostato la sua attenzione dal trasporto ad un altro bisogno ancora più impellente per una città come Parigi, sempre affollatissima di turisti e visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
Spostandosi in lungo ed in largo per una delle capitali più affascinanti e suggestive del mondo, capita di dover aver bisogno di una sosta alla toilette. Per rispondere a queste esigenze in maniera più capillare ed efficiente, finalmente i servizi igienici pubblici si sono rifatti il look in chiave sostenibile, coprendo l’area urbana con 400 postazioni, denominate sanisettes.

Orti urbani: nuovi prototipi per serre hi-tech

Le riflessioni sulle opportunità fornite dall’agricoltura urbana e la tendenza universale al riconoscimento della sua importanza si traducono in una moltitudine di progetti che vanno dalla semplice messa a coltura di un orto sul prato condominiale, all’organizzazione di reti di orti didattici nelle scuole e nelle università, ai progetti di valorizzazione delle aziende agricole, un tempo periurbane ed ora intarsiate nello sprawl della città, come parchi agricoli di città.

L’orto-mania dilaga ovunque. Più è densa la città più si manifesta in maniera allegramente ossessiva, meno terreno disponibile c’è maggiore è il desiderio che suscita l’orto, è questo desiderio che ha fatto raddoppiare in un anno la vendita di semi da parte delle grandi produttrici americane di sementi da orticole, semi che sono germinati non in pieno campo ma nei vasi di tetti e terrazze dei palazzi cittadini, come accaduto di recente anche a Torino.

Rapporto ONRE sulla bioedilizia, aumentano i comuni virtuosi

Ben 705  comuni italiani hanno introdotto obiettivi di sostenibilità nei propri regolamenti edilizi. Trattasi di risparmiare energia, diminuire le emissioni inquinanti, recuperare acqua piovana e riciclare materiali da costruzione, l’eco-trend è in crescita.

Il quadro che emerge dal terzo rapporto ON-RE (Osservatorio nazionale regolamenti edilizi per il risparmio energetico), presentato ieri a Milano da Legambiente e Cresme, ed avente lo scopo di valutare le tendenze in atto verso la conversione in senso ecologico dei regolamenti edilizi adottati dai comuni, fa ben sperare.

BioEdilizia, il CNR presenta MaI, la casa di legno a risparmio energetico

IL CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) dopo aver progettato Sofie, la casa di legno alta fino a 7 piani, lancia ora un altro progetto di BioEdilizia e Design, MaI: il Modulo abitativo Ivalsa.
La ricerca è stata portata a termine dagli studiosi dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del CNR di San Michele all’Adige (Trento) in collaborazione con Habitech, Centro europeo di impresa e innovazione per l’energia e l’ambiente. Anche altre realtà imprenditoriali del Trentino hanno abbracciato l’idea di realizzare moduli abitativi in legno a risparmio energetico, per sostenere l’ambiente e la Green economy. Come spiega uno degli ideatori del progetto MaI, Paolo Simeone

Si tratta di una struttura composta da cinque moduli prefabbricati e trasportabili che vengono assemblati tra loro in modo da formare un unico edificio arredato, dotato di tutti i comfort e ad alto risparmio energetico. Gli involucri esterni per le pareti sono stati progettati per ottenere valori di trasmittanza e sfasamento termici da casa passiva, evitando così l’utilizzo di impianti di riscaldamento convenzionale. In copertura un modulo ospita un sistema integrato di solare termico, mentre due moduli sono coperti da un tetto verde in grado di controllare lo scarico a terra delle acque piovane.

Abu Dhabi, nasce la prima città ecologica del deserto

La prima oasi ecologica sta per essere fondata nel deserto. Questo accade ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti e dell’omonimo emirato. Masdar, la prima città a impatto zero occuperà un’area di 6 km quadrati e sarà in grado di ospitare 50.000 abitanti.

La città, nata per ridurre la dipendenza economica dal petrolio, sarà totalmente ecologica ed ecosostenibile. I pannelli fotovoltaici collocati sui tetti degli edifici produrranno l’80% del fabbisogno energetico, e il restante 20% sarà coperto dagli impianti eolici e da quelli geotermici. I rifiuti? Saranno riciclati per il 98% o convertiti in energia.

Eco-edilizia: l’albergo sostenibile eretto in 6 giorni


Costruire un albergo non è un gioco da ragazzi. Costruirlo con i principi dell’eco-edilizia è un’impresa da eroi. Farlo in meno di una settimana invece un’impresa impossibile. Per tutti forse, ma non per i cinesi. L’Hotel Ark a Changsha, è un incredibile hotel di 15 piani eretto in soli 6 giorni. Un evento eccezionale reso ancora più interessante dal fatto che è un esempio di architettura “sostenibile”.

L’impresa è servita per consegnare a Shanghai un altro “monumento” per l’Expo. Il Broad Pavillion Ark Hotel ha visto erigere addirittura sei piani in un solo giorno, e fornito 200 padiglioni “low carbon” per la fiera che tra 5 anni toccherà a Milano.

Giardini verticali, la Francia li installa sugli edifici pubblici

Un esempio di cosa un Paese può fare per inculcare la mentalità verde ai suoi cittadini ci arriva dalla Francia, dove il ponte che attraversa il viale Max Juvénal ad Aix-en-Provence, nel Sud del Paese, è stato trasformato in giardino verticale. Come un vero e proprio Dr. Jekyll e Mr. Hyde, se si guarda il ponte dal lato Sud-Ovest, la sua facciata di cemento grigio, decorato solo da alcuni graffiti, assomiglia a tanti altri che si vedono un po’ ovunque.

Ma attraversando il ponte, ed osservando il suo lato Nord-Est, tutto potrete vedere tranne che una lastra di calcestruzzo. Questo perché nel 2008, Patrick Blanc, il padrino francese dei giardini verticali, ha aggiunto il ponte alla sua lista di conquiste.

Progettato il grattacielo ecologico più alto al mondo

Ancora siamo al livello progettuale, ma CREE (Creative & Renewable Energy Efficiency) ha annunciato di star mettendo a punto “un sistema ibrido di costruzione di grattacieli che si basa prevalentemente su una materia prima rinnovabile, il legno“, e che il suo primo progetto sarà a Dornbirn, in Austria. Si tratterà della torre di legno più alta al mondo, paragonabile all’altezza di un grattacielo.

La maggior parte dei prodotti che si ottengono dalle risorse della terra riguardano molte più materie di quanto non sembri il loro peso effettivo, grazie allo scavo, trasporto e trasformazione. Secondo il celebre chimico e ricercatore ambientale Prof. Friedrich Schmidt-Bleek, ogni materiale ha un “zaino ecologico”. In media, 8 kg di combustibili e rocce fossili devono essere rimosse dalla terra al fine di produrre un chilo di acciaio, 348 kg per un kg di rame, mentre un chilogrammo di alluminio “effettivamente” pesa 37 kg. Inoltre, la comunità industriale di oggi genera enormi emissioni di CO2.

Il Qatar si candida ad ospitare il primo eco-mondiale di calcio della storia

La Federazione calcistica del Qatar sta progettando con un design eco-friendly il nuovo stadio di calcio che servirà come spot per la candidatura del Paese arabo ad ospitare la Coppa del Mondo di calcio del 2022. Nei disegni rilasciati dagli architetti di Foster Partners, l’edificio appare certamente innovativo, con un sacco di qualifiche ambientali tra cui l’alta efficienza energetica, chiusura al transito delle automobili, alimentazione (in parte) ad energia solare. Ma i critici dicono c’è un grosso problema: non verrà mai costruito.

Secondo Designboom, la struttura da 86.250 posti di capacità che si dovrebbe chiamare “Lusail Iconic Stadium” è

progettata per essere altamente efficiente ed in grado di funzionare in condizioni climatiche estreme in estate, importante per un Paese in cui le temperature medie estive superano i 104 gradi Fahrenheit (40° C.). Il piano comprende collegamenti diretti con una nuova linea metropolitana e pensiline a collettori solari sulle aree di parcheggio e di servizio che produrranno energia per lo stadio quando è in uso, e daranno energia agli edifici vicini in altri momenti.

Jönköping by bike, nel 2050 la prima città a misura di bici

Immaginate un futuro dove i cortei di bici del Critical Mass sono la regola nelle strade. Immaginate una città a misura di ciclista, con linee metro e tram capillarmente diffuse nel tessuto urbano, dotate di parcheggi scambiatori di bike sharing o aperte al carico delle bici private, una città con poche, pochissimi strade carrabili di servizio.
Una città dall’aria pulita, con strade sgombre dai veicoli, in transito come da quelle parcheggiate, strade restituite al passo dell’uomo, alle attività collettive, attraversate dalla presenza silenziosa delle bici e quindi attrezzate con tettoie e piantate di alberi che offrano ombra a ciclisti e passanti in estate. Se non ci riuscite provate a leggervi l’ultimo saggio di Marc Augè “Il bello della bicicletta”, dove una situazione simile è ben descritta con un fiduciosissimo tempo futuro. Questo futuro è ancora più prossimo di quanto non riuscite ad immaginare.

Infatti sappiate che una cittadina svedese, sinora famosa per la sua industria di fiammiferi e per la vivace e cosmopolita vita universitaria, si è impegnata ad abolire tutti i flussi di macchine al suo interno entro il 2050 ed a plasmarsi in funzione dei pedoni e delle bici.
Il progetto, elaborato nell’ambito dei piani per lo sviluppo della città, si chiama Jönköping by bike, ve ne avevamo già accennato sulle pagine di Ecologiae, e nasce dalla collaborazione dello studio di architettura We Are con Super Sustenaible city. Per conseguire l’ambizioso obiettivo gli architetti hanno elaborato alcune semplici linee guida.