Una casa del 1930… ecologica!

casa ecologicaUna casa costruita nel 1930 può essere ecologica? A quanto pare si. Accade nel Regno Unito, dove già nel 2008 è stato (ri)costruito un vecchio edificio, così come sarebbe stato messo su nel 1930, e che ha subito il primo dei tre aggiornamenti necessari per garantirne l’efficienza energetica e che, a missione compiuta, porterà alla conversione di un’abitazione inefficiente dal punto di vista energetico ad una casa a zero emissioni.

Proprio come quelle progettate oltremanica per soddisfare l’impegno assunto dal governo britannico di ridurre entro il 2016 le emissioni di CO2 prodotte dalle case. I risultati di questa ricerca sperimentale saranno utili per milioni di famiglie in tutto il Regno Unito.

Come vivere senza aria condizionata: la casa-alveare siriana

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Le case in Occidente si assomigliano tutte, sono altamente tecnologiche anche dove si potrebbe fare a meno, e cioè nella ventilazione. Ma prima dei termostati, come facevano le persone a non morire di caldo/freddo? Il sito internet eartharchitecture.org parla delle case-alveare siriane. Ma a guardarle bene assomigliano, e hanno una struttura simile, ai trulli di Alberobello.

Progettato per il clima del deserto, l’alveare mantiene il calore grazie allo spessore delle pareti fatte di mattoni di fango, i quali sono ottimi anche per intrappolare il freddo. L’alta cupola delle case serve a raccogliere l’aria calda, che si sposta durante la notte nella parte inferiore della casa. All’interno, la sua alta cupola serve a raccogliere l’aria ancora più calda, e lascia scivolare la pioggia prima che il mattone l’assorba e crolli. Il suo spessore è un ottimo scambiatore di calore a bassa velocità, e mantiene la temperatura interna tra 85  e 75 ° F (24-29 gradi Celsius), mentre al di fuori si passa, da mezzogiorno a mezzanotte, dai 140 a 60 ° F. (da 60 a 15 Celsius).

New York: nuovo progetto sfrutta l’energia del fiume e crea nuovi spazi verdi

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Un professore di architettura di New York ed un suo studente hanno progettato una rete di bacini galleggianti modulari per sfruttare l’energia pulita per la Grande Mela. Secondo Richard Garber, un professore di architettura presso il College di Architettura e Design NJIT, ed il suo allievo Brian Novello, l’azione della marea nella città di New York sarebbe abbastanza forte da far funzionare il sistema.

La stazione di approdo collega i moli convenzionali di New York City. Eventualmente, i moli sarebbero ulteriormente estesi nel fiume per ottimizzare la generazione di energia pulita, mentre sarebbe disponibile sempre più spazio verde pubblico e aree acquatiche per la fauna selvatica. Il sistema energetico incoraggia una maggiore visibilità del legame tra l’acqua e l’interno della città.

Toronto inaugura il tetto verde della stazione della metropolitana

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La stazione della metropolitana Eglinton West di Toronto è stata progettata dal grande Arthur Erickson, e dunque si supponeva dovesse essere spettacolare. Il risultato è stato meglio del previsto, perché verde, non solo inteso in senso ecologico. Il tetto è quasi completamente privo di colonne, perché serve come una sorta di spettacolare mensola collettiva che passa sopra la superstrada e taglia in due la città.

I dettagli più spettacolari sono spiegati da Terry McGlade, la quale ha piantato un giardino su tutti 9.000 piedi quadrati (836 metri quadrati) di tetto. Questo non è esattamente lo stesso progetto di Renzo Piano per il California Academy of Science, ma in quanto ad ambientalismo ci va vicino. Lo spazio verde è visibile agli utenti in transito (anche se attraverso il vetro) e a quei conducenti parcheggiati sulla superstrada

Museo Nazionale cinese di Ningbo, il primo museo letteralmente riciclato

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A prima vista, il nuovissimo Museo Storico di Ningbo, in Cina, sembra come è stato per secoli, modellato da forze naturali. Ma guardando bene le pratiche locali di costruzione ed i reperti archeologici che contiene, si nota come la facciata del museo è costruita da mattoni riciclati provenienti dalla zona, un residuo di ex zone agricole devastate dall’acceso sviluppo del quartiere alla periferia Sud della città di Ningbo in piena espansione.

La forma, scolpita geologicamente tra le montagne circostanti, è un’idea dell’architetto Wang Shu, interessato all’antica pratica di costruire in modo da riflettere le impostazioni della natura. Spiega lo stesso architetto che:

Nella tradizione cinese, ogni volta che la natura è stata notevolmente danneggiata, le persone tendono a ricrearla in forme artificiali per soddisfare il loro desiderio di essere più vicini alla natura stessa. Io chiedo ai miei studenti di usare il minor numero possibile di “aggettivi” perché essi possono facilmente farli diventare troppo sentimentali.

Wang definisce la sua architettura essenziale, a volte lasciando i suoi edifici dissolversi nel loro ambiente circostante. Adagiato su un piccolo torrente, il museo richiama molto la tradizionale pittura ad inchiostro del paesaggio, un modulo, nota Wang, in cui le strutture umane sono quasi assenti.

High Line di Manhattan: comincia la trasformazione verde di New York

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Esiste un’antica strada sopraelevata nei cieli di Manhattan, famosa in tutto il mondo come la High Line, un percorso lungo 2,3 chilometri che taglia in due l’isola più famosa del mondo, viste tutte le riprese che hanno esportato questa sopraelevata in decine di film. Da qualche anno però questa strada è caduta in disuso.

Più precisamente non la si utilizza più dal 1980, da quando cioè vi è passato l’ultimo treno che riforniva la città di generi alimentari. Da allora, in controtendenza con il modo di fare americano, è stata abbandonata a sè stessa, permettendo alla natura di riappropriarsene, e non facendo nulla nemmeno quando un pezzo di essa crollò, tranciandola in due. Tutto ciò fino a cinque anni fa, quando il sindaco Bloomberg ha deciso di riqualificarla, ed anziché smontarla e rifarla nuova come accade con i grattacieli, ha deciso di farla diventare una macchia verde nel centro di New York.

La Dallas del futuro, la prima città 100% sostenibile

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Alcune aziende del campo ambientale evidentemente non stavano scherzando quando hanno annunciato la loro intenzione di costruire il “primo blocco pienamente sostenibile” d’America a Dallas, in Texas. Dopo aver consultato i designer di 14 Paesi diversi, sono stati scelti tre vincitori. Il progetto è del tutto nuovo perché non si tratta di qualche sporadico palazzo con qualche pannello solare o con il giardino sul tetto, ma di qualcosa immensamente più grande.

La base su cui si fondavano i progetti era che ogni alloggio auto-producesse sia la frutta e la verdura che serve per la sussistenza dell’intero insediamento, che l’energia elettrica, ovviamente da fonti rinnovabili. Anche altre caratteristiche verdi sono state progettate per lo stabilimento che sorgerà al posto del parcheggio di fronte al municipio. Dopo il salto analizzeremo i tre progetti vincitori.

I giardini pensili arrivano in Corea, anche lì è cominciata la rivoluzione ecologica

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Uno dei massimi architetti a livello mondiale, Zaha Hadid, era stato accusato di non seguire molto la moda del momento, e cioè di porre più attenzione alle preoccupazioni ambientali. Almeno fino ad ora. Hadid infatti ha iniziato la progettazione di un museo-biblioteca didattico a Seoul di 79 mila metri quadrati che appare molto attento all’ecologia. Secondo la rivista Archinnovations:

Un obiettivo fondamentale del programma è quello di portare gioia ed ispirazione per la gente di Seoul, con l’istituzione di un polo culturale nel centro di uno dei più attivi quartieri storici della città. La progettazione è stata regolata dalla convinzione che l’architettura deve consentire alle persone di pensare al di là dei confini esistenti per raggiungere innovative soluzioni progettuali. Questa combinazione di investimento nel settore dell’istruzione e della ricerca, insieme con i programmi culturali della città dovranno ispirare le nuove generazioni di designer, contribuendo a mantenere la reputazione dell’industria coreana in una posizione leader in materia di innovazione.

Un monastero inglese diventa ecologico

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The Guardian riporta oggi una notizia piuttosto curiosa: le monache benedettine del convento inglese di Nostra Signora della Consolazione sono andate in cerca di un nuovo monastero. Ma non un monastero qualsiasi. Quello che cercavano era un monastero ecologico.

Il costo di quello individuato dovrebbe essere di circa 4,7 milioni di sterline (5,3 milioni di euro), alimentato a pannelli solari per fornire acqua calda, una caldaia a cippato, alimentata da alberi di provenienza locale e un tetto coperto di erba per meglio isolare gli edifici e attirare la fauna locale. L’acqua piovana raccolta sui tetti sarà raccolta e utilizzata per i servizi igienici e vi sarà anche il trattamento delle acque reflue, direttamente per il sistema fognario.

In America nasce l’eco-religione, edifici religiosi ecologici

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Mai sentito parlare di religione ecologica? No? Bè, nemmeno noi. Da qualche tempo si sta tentando di far diventare verdi case e uffici in mezzo mondo, fino a ricostruire intere città in maniera ecologica. Ma c’è un nuovo spazio che abbraccia la eco-rivoluzione. Sembra che le chiese, sinagoghe e altri luoghi di culto stiano ascoltando le richieste dei loro eco-parrocchiani e sembra le vogliano prendere sul serio.

Una relazione dell’Associated Press pubblicata ieri sul msnbc.com indica la crescente tendenza dei luoghi di culto alla ricerca della certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design, una sorta di certificazione ambientale). Finora sono dieci le congregazioni che negli Stati Uniti hanno ottenuto tale certificato, ed altre 54 stanno tentando di ottenerla.

Progettato il palazzo più ecologico del mondo: ha orto, fattorie ed impianti ad energia rinnovabile

Qualche tempo fa vi parlavamo della “moda” dei giardini pensili nelle città moderne. Essi sono in grado, grazie a specifiche piante che si possono inserire sia sui terrazzi che sui muri esterni dei palazzi, di isolare l’intera casa, permettendo un minor consumo di energia per il riscaldamento o il raffreddamento degli interni, risparmiando così in emissioni di CO2 (oltre che nel portafoglio).

Cavalcando quest’onda, ma anche esagerandola un po’, gli architetti Romses recentemente hanno vinto un concorso che si è tenuto nella città di Vancouver dal tema “per affrontare il cambiamento climatico e per guidare un più denso sviluppo in maniera ecologica, riducendo le emissioni di anidride carbonica per il futuro”. Guardate un po’ che si sono inventati.

Energy globe award all’ecoedificio della Savno di Conegliano, interamente ricavato dai rifiuti

Un premio prestigioso quello aggiudicatosi dalla Savno di Conegliano, una ditta specializzata nello smaltimento di rifiuti che ha vinto l’Energy Globe Award grazie alla costruzione di un edificio interamente ricavato grazie al riciclo dei materiali. La consegna dell’ambito riconoscimento avverrà a Praga il prossimo 13 aprile, rendendo onor di merito ad un’azienda che ha puntato sull’eco-sostenibilità, cercando di dare il buon esempio proprio in quanto opera nel campo dei rifiuti. L’eco-edificio della Savno è infatti divenuto la sede principale della stessa azienda, dimostrando che esistono molti modi per liberarsi in maniera ecologica e anche utile dell’onere della spazzatura. Tutto si crea, nulla si distrugge.

Il commento soddisfatto del presidente della ditta non si è fatto attendere e alla notizia della vittoria dell’Energy Globe Award Riccardo Szumski ha rilasciato in una dichiarazione le motivazioni alla base della costruzione dell’eco-sede che gli è valsa il premio:

Quando abbiamo costruito la nostra eco-sede con materiali provenienti da raccolta differenziata abbiamo voluto fare una scommessa: se invitiamo i cittadini a riciclare dobbiamo dimostrare che la raccolta differenziata non è una cosa vana, e dare loro il buon esempio. E con i rifiuti raccolti siamo riusciti a creare non solo un palazzo, ma anche un simbolo della sostenibilità.