Le antenate delle balene avevano le zampe

Le prime balene una volta nuotavano non grazie alle pinne che hanno oggi, ma attraverso grandi zampe posteriori. Questa è la nuova scoperta che servirà a fare luce su uno dei misteri che affascinano gli scienziati da secoli, e cioè come facevano questi pachidermi a stare lontani dalla terra, nonostante ritrovamenti fossili.

Gli antenati delle balene odierne quindi camminavano sulla terra come fanno gli altri mammiferi. Nel corso del tempo quindi si sono evolute, abituandosi a stare nell’acqua, e quindi trasformando le loro zampe in pinne. La scoperta è avvenuta studiando la struttura ossea delle balene, che mostrava chiaramente come fossero presenti tracce pelviche lì dove sarebbero dovuti essere presenti gli arti posteriori.

Quel pittore è proprio un cane!

Gli animali hanno una vena artistica, non lo sapevate? Già nel lontano 1998 due artisti russi provarono ad aprire una scuola d’arte in cui i soli studenti erano gli elefanti.

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La mattanza delle balene alle isole Far Oer, fermiamo lo scempio


Di immagini crude che documentino la ferocia e la barbarie di cui è capace l’uomo contro le altre specie viventi ne abbiamo diffuse molte: dal massacro delle foche che si perpetua ogni anno in Canada, alla strage degli elefanti in Africa, alla mattanza delle tigri appese come maiali a testa in giù per rifornire il mercato alimentare esotico dei cinesi ricchi.
Oggi vogliamo denunciare un’altra efferata e insensata usanza che si ripete annualmente nelle isole Far Oer, in Danimarca: l’uccisione di centinaia di balene, arpionate e accoltellate in massa da decine di persone, accorse come per un rito, a quello che per loro è un giorno di festa, per i poveri mammiferi un giorno rosso di sangue, un eccidio brutale ed inspiegabile.

L’uomo nasce cacciatore, diranno alcuni, ed è normale che si pratichi la pesca, che si vada a caccia e che si cibi di altre specie viventi. Fin qua ci siamo. Ma come insegnavano gli indiani d’America, i primi veri ecologisti, non bisogna prendere più del necessario da Madre Natura, rispettando ogni animale, ogni pianta come fosse sacra, perché necessaria alla nostra sopravvivenza.
Uccidere gli elefanti per farne bacchette d’avorio, assassinare le tigri per servirle ad un nababbo in camera con la sua amante, massacrare tenerissimi cuccioli di foca per ricavarne pellicce per signore facoltose non è lo stesso che uccidere un orso, come facevano anticamente gli indiani, per ricavarne un cappotto per ripararsi dal gelido inverno.
Così come c’è un’enorme differenza tra pescare per la sussistenza di una popolazione e compiere un massacro scellerato per perpetuare una stupida tradizione.