Difficoltà a portare il vostro cane in vacanza? E lui parte da solo con la Pet-Airways

petairways

In un periodo in cui gli aerei cadono nemmeno fossero di carta, gli americani risolvono (quasi) definitivamente il problema del trasporto degli animali in vacanza fondando una nuova compagnia aerea. Si chiama Pet-Airways, ed è stata inaugurata la scorsa settimana con un volo partito dall’aeroporto Farmingdale di New York.

Si tratterà del primo aereo in cui non è consentito l’ingresso agli esseri umani, equipaggio escluso, ma soltanto agli amici a quattro zampe. Per ora questi aerei viaggiano soltanto negli Stati Uniti e coprono le tratte di 5 città. Oltre a New York ci saranno anche Los Angeles, Chicago, Denver e Washington, ma assicurano dalla compagnia che l’iniziativa ha avuto così tanto successo che si sta pensando ad espanderla, anche al di fuori degli States. Ma in cosa consiste?

Gli elefanti marini si spostano a causa dei cambiamenti climatici

elefanti-marini-cambiamenti-climaticiGli elefanti marini si spostano sulla scia dei repentini cambiamenti climatici in corso, modificando velocemente abitudini e luoghi di riproduzione proprio sulla base degli attuali stravolgimenti ambientali.
Una recente ricerca ha individuato uno spostamento di decine di chilometri delle colonie di elefanti marini, riconducibile alle esigenze di adeguarsi al ritiro dei ghiacciai.

Un team internazionale di ricerca, tra cui il Dott. Marco de Bruyn e studiosi provenienti da Stati Uniti, Sud Africa e Italia, guidato dal professor Rus Hoelzel dell’Università di Durham, ha scoperto che quando il ghiaccio antartico del Mare di Ross si ritirò nel periodo Olocene 8.000 anni fa, gli elefanti marini (Mirounga Leonina), adottarono un nuovo habitat stabilendo una nuova colonia che prosperò abbastanza velocemente.

Animali in vacanza: ecco cosa dice la legge per le prossime ferie con Fido

cane-in-vacanza

Andare in vacanza con il proprio animale domestico, si sa, è complicato, non soltanto perché le varie strutture turistiche non sono sempre attrezzate ad ospitarlo. Ma a questo purtroppo si aggiunge un ulteriore ostacolo dovuto ad una legislazione rigida voluta dall’Unione Europea che non mancherà di creare qualche disagio ai padroni di cani, gatti, o qualsiasi altro animale domestico vogliate portare in vacanza insieme a voi.

Se dovete viaggiare all’interno dell’Unione Europea, per gli esseri umani non c’è più bisogno del passaporto, ma questo documento è indispensabile per il vostro animale. In particolare il passaporto viene rilasciato tramite veterinario, il quale deve indicare i dati di provenienza di Fido (codice dello Stato membro, codice della Regione, della Provincia ed un codice identificativo simile a quello fiscale), la dichiarazione di vaccinazione antirabbica e delle vaccinazioni di base obbligatorie più, se vi recate in Gran Bretagna o in Scandinavia, sarete costretti a sottoporre il vostro animale anche al test seriologico per certificare la titolazione degli anticorpi neutralizzati, al trattamento per le zecche e a quello echinococco. Ma i “disagi” non finiscono qui.

Solo 27 spiagge aperte ai cani in tutta Italia, come fare con Fido in vacanza?

cane-abbandonato

Da ogni parte tutti gli anni arrivano i soliti appelli a non abbandonare i cani quando si va in vacanza. Ma come sempre a parlare sono bravi tutti, ma all’atto pratico diventa un po’ un problema. L’Italia ha 8.000 km di costa, ma la cosa assurda è che quasi tutti sono diventati privati. Per questo motivo chi si “impossessa” del territorio demaniale, ha anche l’autorizzazione a decidere se far entrare i cani nel suo stabilimento o no. E nella maggior parte dei casi dice di no.

Dunque cosa fare con le vacanze imminenti ed il nostro Fido che non si sa dove metterlo? Per chi si reca in case-vacanza, il problema non si pone. Il nostro cane rimarrà in casa, soffrirà un po’ il caldo, ma almeno rimane con noi. Per gli alberghi un poco la situazione si complica, perché non tutti sono attrezzati per ospitare animali. Se però lo vogliamo portare in spiaggia, le alternative sono due: andare in quella pubblica (e ce n’è sempre di meno) o portarlo in una delle 27 spiagge d’Italia attrezzate ad ospitarlo.

Una pecora si evolve a causa dei cambiamenti climatici

pecora-di-soay

Alcune pecore che vivono su una remota isola al largo della costa della Scozia stanno diminuendo da circa 20 anni. Sembra che gli inverni più brevi causati dai cambiamenti climatici siano i responsabili di questa estinzione.

Le pecore di Soay sono una razza primitiva di ovini domestici, che vivono sull’isola di pecore di Hirta, nell’arcipelago di St. Kilda, senza interferenze umane. Dal 1955 in poi, la popolazione è stata attentamente studiata. Negli ultimi 20 anni, la popolazione media delle pecore è diventata sempre più piccola, ma è stato chiaro che il motivo alla base di questo cambiamento è stata la selezione naturale che tende a guidare lo sviluppo di organismi più grandi.

Per studiare gli effetti dei cambiamenti ambientali e della selezione naturale, Timothy Coulson dell’Imperial College di Londra e colleghi hanno modificato il cosiddetto “Prezzo d’equazione”, che è utilizzato per descrivere come avvengono le modifiche della selezione naturale di una popolazione da una generazione a quella successiva.

Gran Bretagna: le attività militari provocano una strage di delfini

delfini-spiaggiati

Un’indagine nel Regno Unito sulla più grande massa di delfini mai arenatasi sulle coste britanniche ha individuato nell’attività militare la causa più probabile, anche se non unica, di questo fenomeno. Ventisei delfini comuni sono morti dopo essere bloccati nell’estuario Fal, in Cornovaglia, a sud-ovest dell’Inghilterra, il 9 giugno 2008, mentre un numero simile sono stati reimmessi nel mare dai volontari.

L’inchiesta sulla causa della loro morte, effettuata da Paul Jepson della Zoological Society di Londra e dai suoi colleghi, ha escluso un lungo elenco di possibili cause come le malattie infettive, l’inquinamento, qualche malattia da decompressione, un attacco da orche e delfini dal naso a bottiglia, e l’alta intensità acustica da input sismico o da fonti naturali.

Delocalizzazione gestita, un metodo per salvare gli animali in via d’estinzione

tartaruga-in-citta

Gli scienziati stanno per la prima volta valutando i modi per aiutare le specie di adattarsi al rapido cambiamento climatico e alle altre minacce ambientali attraverso strategie che sono state considerate troppo radicali solo cinque o dieci anni fa. Tra queste strategie attualmente in esame c’è la cosiddetta “delocalizzazione gestita“. Conosciuta anche come “migrazione assistita“, si tratta dello spostamento manuale delle specie in habitat migliori rispetto a quelli in cui attualmente si trovano.

Un nuovo strumento pionieristico per aiutare in questo compito è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). I ricercatori finora avevano evitato tale strumento per non causare l’estinzione di alcune specie locali, o intasare gli habitat. Allora perché adesso lo si sta prendendo in seria considerazione? Perchém secondo Jessica Hellmann, una delle autrici dello studio:

è evidente che la stragrande maggioranza degli animali sarà danneggiata dal cambiamento climatico molto velocemente. Le conseguenze le potremo rilevare all’interno di decenni, non secoli. Quindi, l’azione sembra molto più importante di quello che poteva sembrare 5 o 10 anni fa, quando le concentrazioni atmosferiche di gas ad effetto serra erano inferiori.

22 maggio: giornata mondiale della biodiversità

aquila

Oggi si celebra anche in Italia, nel silenzio più assoluto, la giornata mondiale della biodiversità. Una giornata voluta fortemente dal WWF e da Legambiente per ricordare a tutti quanto importante sia questa parola che per molti è sconosciuta, e quanto sia fondamentale per il futuro dell’umanità.

Biodiversità non significa soltanto varietà animale. Comprende anche il mondo vegetale, e sotto accusa quindi è il fenomeno della deforestazione, che lentamente sta facendo sparire dal mondo alcune delle specie vegetali più rare. Un esempio? Un secolo fa in Italia avevamo 8.000 tipi diversi di frutta, oggi solo duemila. E non si può stare di certo allegri visto che, secondo Biodiversity international, sono a rischio le famose arance di Catania, le ciliege di Pavia, ma anche delle razze di anguria, limoni, e addirittura anche pere e mele, i frutti più comuni che rischiano di sparire dalle nostre campagne.

Da non dimenticare però anche il rischio che corrono gli animali. Sono circa un centinaio le specie che in Italia rischiano di sparire, e non si tratta di animali rari, ma di aquile, orsi, stambecchi e lupi, fino anche alla famosa tartaruga caretta caretta, la foca monaca, il muflone e tanti altri.

Foche salve, l’Unione Europea ne vieta la commercializzazione dei derivati

Quei piccoli cuccioli di foca che hanno commosso il mondo, con i loro sguardi innocenti e spauriti prima di ricevere quella bastonata fatale, hanno ottenuto una grande vittoria. Al fine di fermare la strage di questi bellissimi animali, l’Unione Europea ha approvato a larga maggioranza, 550 voti favorevoli, 49 contrari e 41 astensioni, un regolamento che vieta, all’interno di tutti i Paesi dell’Unione, di commercializzare i derivati delle foche, come le pellicce e la carne. Con le dovute eccezioni.

Esistono infatti delle popolazioni, chiamate eschimesi o inuit, che hanno come fonte principale per il loro sostentamento la commercializzazione di questi prodotti. In questo caso, l’Unione Europea prevede la possibilità di farlo. Infatti i prodotti importati potranno entrare soltanto in tre casi: se provenienti dalle attività inuit per la loro sussistenza, se i fini della caccia avranno una gestione sostenibile delle risorse marine, oppure se le merci importate saranno souvenir di viaggi in quelle zone.

La buona notizia: le api tornano a popolare l’Italia

Il mondo stava andando verso una tragedia senza precedenti. A causa dell’utilizzo smodato dei pesticidi la popolazione delle api in tutto il mondo stava crollando a vista d’occhio. Secondo gli ultimi rapporti delle associazioni ambientaliste, in Europa nell’anno 2007 il numero delle api si era ridotto tra il 30 ed il 50%, per poi stabilirsi al 50% durante il 2008, mentre negli Stati Uniti il numero delle perdite saliva fino al 60-70%.

Una tragedia non solo limitata agli amanti del miele. Le api reggono da sole l’intero ecosistema. Garantiscono l’impollinazione, e di conseguenza l’alimentazione umana e di migliaia di specie animali, le quali senza api rischierebbero di estinguersi. Secondo una frase attribuita ad Einstein, se le api sulla Terra si fossero estinte, alla razza umana sarebbero rimasti solo 4 anni di vita. I provvedimenti presi in tempo però, hanno salvato la situazione.

Tutti al mare, tranne i cani

Si avvicina l’estate, e come tutte le estati i cani cominciano a tremare. Le partenze dei loro padroni spesso coincidono con gli abbandoni, peggio ancora se questi avvengono sulle autostrade, molto trafficate in quel periodo, le quali mettono in pericolo la sopravvivenza di quell’animale che per tutto l’inverno ci ha tenuto compagnia, ma anche delle persone che si trovano a transitare in quel momento sulla strada.

La nuova stagione balneare quindi si apre con luci ed ombre. Secondo i primi dati che cominciano ad arrivare (la stagione si è ufficialmente aperta due giorni fa, con i relativi regolamenti autonomi), il numero degli stabilimenti che permettono il transito di animali, e di quelli che riservano loro almeno una piccola porzione di spiaggia, sono in aumento. Ma attenzione, non c’è da cantar vittoria.

Alla Casa Bianca arriva Bo, in Abruzzo si festeggia Pasqualina ritrovata sotto le macerie: storie di first dog

Due storie di cani molto diverse tra loro, ma entrambe inteneriscono per ragioni differenti l’opinione pubblica. La prima è quella di Bo (nella foto a lato), il cagnolino della Casa Bianca, promesso da Obama alle due figlie durante la campagna elettorale: Se vinco le elezioni vi prendo un cane. Ed il quattro zampe a stelle e strisce è arrivato (domani è previsto l’ingresso ufficiale alla Casa Bianca), finalmente, facendo la felicità di Sasha e Malia. Un cao de agua portoghese di sei mesi, nero (sarà un caso?), regalato alle figlie di Obama dai Kennedy, già ammaestrato ad essere un perfetto first dog in precedenza in un luogo segreto a Washington.

Ma come non parlare oggi di un altro cane, di una cagnetta per la precisione, ribattezzata Pasqualina, ritrovata viva sotto le macerie a distanza di più di una settimana dal terribile terremoto che ha mietuto più di 290 vittime.

17.000 foche uccise in due giorni, il primo bilancio della mattanza canadese

La Primavera è iniziata da pochi giorni, e già si traccia un primo tragico bilancio dopo la riapertura della caccia alla foca in Canada, mattanza che si ripete ciclicamente ogni anno, toccando soprattutto i cuccioli della specie per via del pregiato mantello di alto valore commerciale che li rende prede più appetibili per i cacciatori.
Un’economia come al solito senza scrupoli è alla base del bagno di sangue di un’intera specie animale, con cifre impressionanti diffuse in questi giorni dall’International Fund for Animal Welfare che parlano di 17.000 esemplari sterminati in Canada soltanto nei primi due giorni di caccia.

La mattanza ha preso il via nei giorni scorsi nell’area della Magdalen Island, per poi estendersi al territorio delle vicine Maritime Islands. Clare Sterling, che fa parte dell’IFAW Stop the Seal Hunt, è riuscita ad ottenere alcune immagini della recente strage a Charlottetown, foto che hanno fatto il giro dei blog di tutto il  mondo, con l’intento di sensibilizzare e diffondere purtroppo anche quest’anno quanto accade in Canada.

Cambiamenti climatici, spostamento degli uccelli verso Nord ne conferma l’azione

C’è chi si ostina a vedere nei cambiamenti climatici in corso una fase naturale della storia della Terra, senza alcuna colpa o incidenza da parte dell’uomo o dell’inquinamento. C’è chi invece questi cambiamenti si ostina addirittura a non vederli, affermando che il panorama e gli ecosistemi terrestri non sono affatto mutati e che l’estinzione delle specie, così come la osserviamo ora, c’è sempre stata nel corso delle ere.
Una verità oggettiva è difficile da raggiungere e da stabilire, ammesso che ne esista una e che i cambiamenti climatici in atto non siano in realtà una somma di tutti questi fattori sopracitati: un po’ fenomeni naturali ed inevitabili, un po’ colpa delle emissioni di gas serra umane.

Tuttavia che ci siano cambiamenti climatici in atto, qualunque ne sia poi l’effettiva causa, non sembra più fuori discussione. L’ultima prova viene dallo spostamento di molte specie di uccelli verso Nord, osservato da molti studiosi ma segnalato anche da migliaia di cittadini nord-americani.
Le vie di circolazione verso nord degli uccelli del Nord America, confermate da migliaia di osservazioni hanno fornito nuovi e potenti elementi di prova che il cambiamento climatico sta avendo un forte impatto sui sistemi naturali, secondo una nuova relazione stilata da Audubon (BirdLife negli Stati Uniti).