“Compra locale e mangia locale”: la spesa a chilometri zero per salvaguardare portafogli e ambiente

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L’aumento senza freni del prezzo del petrolio rischia di avere effetti disastrosi sull’intero settore agroalimentare dove i costi logistici incidono notevolmente sul prezzo di frutta e verdura. Per fronteggiare questa situazione Coldiretti ha promosso la cosiddetta “spesa a chilometri zero”.

Si è tenuta, infatti, ieri 8 giugno, a Torino, la domenica ecologica a chilometri zero. L’iniziativa, ideata dalla Coldiretti in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente di Palazzo Civico, si è svolta in occasione della giornata mondiale dell’ambiente. Tra gli obiettivi dell’evento anche quello di mettere in guardia i consumatori dalle insidie del mercato e di indirizzarli verso acquisti che tengano conto dell’ambiente che li circonda.

Mangiare tartine di cimici, fagottini di termiti e bruchi fritti la soluzione alla fame nel mondo?

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Gustosi, ricchi di proteine ma poveri di grassi, gli insetti sono molto nutrienti e fanno bene alla salute.
E’ quanto dicono ricercatori americani dell’università statale dell’Ohio, criticando lo snobbismo occidentale nei confronti di ragni, cavallette e altri prelibati insetti.

Vincere il tabù alimentare dell’entomofagia non sarà facile, dal momento che sembra essere ben radicato nella nostra cultura culinaria.
Sull’argomento interviene anche la Fao, che in questi giorni sta cercando una soluzione alla crisi alimentare nel corso del vertice di Roma:
Ci vorrà del tempo, è solo una questione di abitudine.

Vertice Fao: tante parole, ma zero soluzioni

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Tutti d’accordo sul problema, ma nessuno sulla soluzione. Si potrebbe riassumere così l’incontro nella sede della Fao tenutosi ieri a Roma tra 40 capi di Stato e di Governo che aveva come obiettivo quello di capire e trovare una soluzione al problema dell’aumento della fame nel mondo.

Ognuno dice la sua, compreso il Papa che non sarebbe propriamente autorizzato a farlo, mentre attivisti di numerose associazioni umanitarie vengono messi a tacere all’esterno, a volte anche con la forza, dalla polizia. Nel corso del vertice si delineano coalizioni più o meno forti e durature, ma nessuna in grado di prendere una decisione definitiva sul problema. Tutti più o meno concordano sul fatto che non si può più sperare che il mercato si autoregoli in regime di concorrenza, come sostenuto dalla maggior parte degli economisti degli ultimi 50 anni, ma bisognerà creare un organismo superiore per gestire la crisi.

Fruttarismo:uno stile di vita in armonia con l’ambiente. Impariamo a conoscerlo.

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Nella società dei fast food dei take away e del mangiare fuori casa c’è ancora chi riesce a restarne fuori scegliendo di mangiare solamente frutta rigorosamente cruda. Sono i cosiddetti fruttariani la cui dieta consiste esclusivamente in frutta cruda e semi. Secondo l’ideologia del fruttarismo, l’uomo deve compiere un viaggio a ritroso nel tempo e tornare all’alimentazione delle origini composta di sola frutta.

La frutta è, quindi, per i fruttariani, un alimento completo in grado di nutrire l’organismo in modo equilibrato. Essa, inoltre è considerata un cibo sensuale e magico in grado di deliziare i sensi con il suo gusto, il suo odore e i suoi colori. Lo stile di vita fruttariano esclude il consumo dei cibi cotti considerati non salutari per l’uomo e nocivi per l’ambiente, causa di squilibri nutrizionali e di malattie, degli sbalzi d’umore e della perdita di bellezza e vitalità.

Dimagrire, pagare meno la benzina e rispettare l’ambiente in una sola mossa: ecologia del sovrappeso

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Un’interessante ricerca, realizzata da Phil Edwards e Ian Roberts della London School of Hygiene and Tropical Medicine, e pubblicata sulla rivista Lancet, mette in relazione risparmio energetico, rispetto dell’ambiente con la perdita di peso.

Benchè possa sembrare strano, il rapporto di causa/effetto tra questi fattori è abbastanza semplice, come spiegano gli autori della ricerca:
Il trasporto motorizzato è dipendente per oltre il 95 per cento dal petrolio e rende conto di circa metà dell’uso mondiale di petrolio. Poiché inoltre, il prezzo del petrolio influenza la produzione agricola, anche i prezzi delle derrate alimentari possono in definitiva aumentare in dipendenza dell’utilizzo delle automobili (anche per il ricorso ai biocombustibili). Ma l’uso dell’auto e la minore attività fisica favoriscono il sovrappeso, che a sua volta incrementa il fabbisogno calorico e di conseguenza la domanda globale di cibo.

Biolà: il distributore automatico di latte crudo, dalla mucca alla bottiglia

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Acquistare latte biologico, dalla mucca alla bottiglia, oggi è possibile grazie a Biolà, il latte crudo che potrete comprare semplicemente portandovi da casa il vostro contenitore di vetro.
Dalla mungitura al bicchiere, senza troppo passaggi che ne aumentano il costo, diminuendo anche le qualità nutritive, a causa degli elaborati processi di conservazione.

Ma cerchiamo di scoprirne di più sui vantaggi di questa iniziativa del commercio ecologico.
Innanzitutto per latte crudo si intende il latte munto non sottoposto ad alcun tipo di trattamento, ad eccezione della filtrazione e refrigerazione a 4°C. Ad eccezione di una filtratura grossolana e del raffreddamento, il latte non subisce dunque alcuna lavorazione.
La vendita avviene direttamente dal produttore al consumatore e tutte le fattorie autorizzate sono abilitate al commercio dal Servizio Sanitario Pubblico competente. Il biolatte è dunque a prova di norme di sicurezza e rispetta l’igiene e la profilassi.

I Natural Balancers: tra ecologia e città

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Lo stile urbano e le sue esigenze possono convivere con un’attenzione a tutto ciò che riguarda l’ambiente. Uno stile di vita che comprende l’ alimentazione , ma non tralascia l’arredamento e gli accessori per la casa, i tessuti utilizzati per i capi di abbigliamento e persino i gadgets di alta tecnologia. Sono i “Natural Balancers”, coloro che hanno deciso di coniugare gli elementi tipici della vita contemporanea con il benessere del corpo e della mente che viene dalla naturalità.

Chi appartiene a questa tribù metropolitana trascorre più tempo all’aria aperta rispetto alla media nazionale (54% contro il 49%), ama la cucina e il cucinare (58%, contro il 44%), si tiene in forma (34% contro il 30%). Oltre ad avere una spiccata sensibilità ecologica e per la sana alimentazione, i Natural Balancers, quando non possono realizzare il sogno di una full immersion nella natura, si accontentano anche di aree verdi all’interno della città (70%), avere animali domestici (55%) e circondarsi, quanto più è possibile di materiali e prodotti naturali: ad esempio con oggetti di arredo “natural style” (46%).

Coldiretti denuncia i cibi Ogm: aggravano dipendenza economica dei PVS

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Le coltivazioni Ogm nel mondo non solo non hanno risolto il problema della fame, ma hanno anche aggravato la dipendenza economica dall’estero di molti Paesi in via di sviluppo (PVS). E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento alla diffusione di prodotti agricoli geneticamente modificati (Ogm) e all’emergenza cibo. Una recente ricerca dell’Universita’ del Kansas realizzata dal Professor Barney Gordon del dipartimento di agronomia ha inoltre dimostrato dopo tre anni di sperimentazione che la soia geneticamente modificata, produce il 10 per cento in meno rispetto a quella convenzionale, evidenziando cosi’ la minore produttivita’ del prodotto Ogm anche nei paesi sviluppati.

Good Egg 2008: un premio per le galline libere

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Finito il tempo del pollaio della nonna e delle uova fresche, anche se in molti paesini negli hinterland, qualche gallina nostrana resiste ancora. Oggi le uova che giungono sulle nostre tavole provengono da galline allevate in batteria, e forse in pochi immaginano le gravi sofferenze a cui sono sottoposti questi volatili.
Ammassate una sull’altra per uno o due anni in piccole gabbie di ferro, poco più grandi di un foglio A4, in capannoni con fila infinite di gabbie, una uguale all’altra.
Eppure per ottenere le uova non è necessario uccidere, maltrattare, ma la legge del profitto governa ancora.

Emergenza Cibo, intervengono Onu e Fao

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Non solo più gli allarmi della Fao, adesso anche l’Onu interviene nel problema dell’elevato costo del grano e del riso che sta investendo tutto il mondo. A pagarne le conseguenze peggiori, come al solito, sono i Paesi del Terzo Mondo, quelli che a malapena riuscivano a garantirsi una minima parte di questi generi alimentari, sufficienti almeno per non morire di fame.

Le associazioni umanitarie hanno lanciato un appello qualche giorno fa: raccogliere due miliardi e mezzo di dollari per fronteggiare l’emergenza e far abbassare il prezzo del cibo. Una task force dell’Onu invece si occuperà di capire il perchè di questo aumento sproporzionato dei prezzi, e di tentare di bloccarlo.

Cibus 2008: a Parma scenari futuri del mondo alimentare

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Nei giorni scorsi a Milano alla presentazione di Cibus 2008, Edi Sommariva, direttore generale Fipe ha spiegato

Sono ormai un terzo dei consumi alimentari complessivi quelli fuori casa e per i quali si spende il 15% della spesa complessiva”. É indispensabile non abbassare la qualita offerta dai pubblici esercizi, per cui e’ necessario che il tema della ristorazione rientri a pieno titolo nell’agenda politica del Paese e dell’intera filiera agroalimentare.

Cibus 2008 è una manifestazione organizzata a Parma da Fiere di Parma e Federalimentare dal 5 all’8 maggio. La manifestazione sara’ anche l’occasione per presentare i dati della ricerca condotta da Nielsen “I mercati food & beverage piu’ dinamici a livello internazionale” da cui emerge che gli italiani si orientano nelle loro scelte alimentari seguendo una valenza salutistica (62%) del prodotto, mentre il 46% e’ fedele alla marca ed il 44% e’ sensibile al prezzo. Quattro giorni di fiera, 2.400 marchi del Made in Italy, 450 buyer esteri in rappresentanza di 59 Paesi, una fitta serie di convegni, incontri e workshop professionali pensati e organizzati per includere tutte le esperienze del settore.

Il Gelato artigianale riduce l’inquinamento?

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Il gelato è un alimento ottenuto incorporando aria all’interno di una miscela liquida durante la gelatura della miscela stessa. I diversi tipi di gelato si differenziano a seconda dei metodi di produzione e degli ingredienti utilizzati. In questo senso, il gelato viene definito dal tipo di produzione che può essere, a seconda delle scelte imprenditoriali, Artigianale o Industriale. Il gelato artigianale di qualità è composto da materie prime fresche e la fase di incorporatura dell’aria è frutto di un processo piuttosto lento il cui risultato indica nella componente aria il 30 – 50% del volume del composto. Non è possibile produrre gelato di qualità senza utilizzare alcuni additivi (peraltro innocui), prima fra tutte la farina di semi di carrube come addensante. Il gelato industriale contiene latte in polvere, oli vegetali, e additivi come coloranti, emulsionanti, stabilizzanti e aromi. Solitamente è più soffice e voluminoso, perchè contiene più aria, la cui percentuale nel prodotto finito però, dipende dall’Azienda produttrice.

La Cina è la maggior produttrice di olii contraffatti

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Da anni la Cia Puglia denuncia le sofisticazioni e le contraffazioni di olio extravergine di oliva. Il presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Puglia, Antonio Barile, ricorda in una nota che

già da inizio anno denunciammo come in Italia su 9 bottiglie che dichiarano di contenere olio extravergine solo 7 lo contengono veramente e 2 non dicono la verità, cioè non contengono extravergine. Delle 7 bottiglie, poi, 4 soltanto sono di olio extravergine italiano e 3 di olio extravergine estero. Il tutto viene venduto per italiano. Il danno per l’economia pugliese è immane.

Sono importanti i controlli come è importante l’etichettatura che di certo se non attuata impedirebbe la trasparenza ed agevolerebbe le lobby che contrastano gli interessi generali dei cittadini consumatori. In contrasto con la sicurezza alimentare, la tutela del prodotto e con la garanzia di qualità dell’olio di oliva pugliese.

Vegetariani per un giorno e il gas serra diminuisce

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La carne rossa torna sul banco degli imputati, e questa volta non c’entrano colesterolo e grassi saturi, le si addebita il ben più globale crimine di aumentare i gas serra.
A quanto pare non basta più consumare cibi locali, che abbiano compiuto il minor numero di chilometri possibili per ridurre le emissioni. Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Environmental and Science and Technology il risparmio di inquinanti del consumare prodotti locali viene di gran lunga superato da un solo giorno da vegetariani.

Lo studio è stato effettuato da Cristopher Weber dell’università americana Carnegie Mellon che ha esaminato l’intero ciclo di vita dei cibi, dalla produzione alla tavola ed i rispettivi consumi di ogni fase del processo.