Alla Garbatella nasce il primo orto comunitario di Roma, economia solidale km zero

orto in città RomaE’ stato inaugurato questa mattina, nell’ambito delle iniziative per la Festa delle cultura, il primo orto comunitario di Roma. Situato alla Garbatella nell’area verde compresa tra via Rosa Raimondi Garibaldi e via Cristoforo Colombo, fornirà ai cittadini romani prodotti rigorosamente biologici, a km zero, che potranno coltivare direttamente negli appezzamenti predisposti. I primi quindici sono stati assegnati già da qualche mese: due dei quali a scopo didattico, per un totale di 40 mq adibiti ad orto comunitario per i prossimi quattro anni.

Un’economia solidale, quella che ha ispirato la nascita dell’orto comunitario, che mira a rispettare l’ambiente e ad incentivare l’agricoltura biologica, perseguendo al contempo un fine ben più pratico: alleggerire le spese delle famiglie sempre più insostenibili per via delle conseguenze della crisi economica. In vista anche dei sacrifici previsti dalla recente manovra correttiva del governo, niente di meglio che puntare su frutta e verdura a buon mercato e di qualità, optando per un menù chilometri zero.

Nel nome della biodiversità Parigi si colora di verde

mucche champs elysees

I turisti che si sono trovati a passeggiare sugli Champs Elysees di Parigi in questo fine settimana si sono imbattuti in qualcosa di diverso dal solito caffè chic e negozi di lusso: mucche, pecore, maiali, erba, e gli agricoltori che vendono i loro prodotti. L’occupazione per due giorni di una delle vie più famose al mondo è stata effettuata durante la notte, ma non con un fine sovversivo. Piuttosto la finalità ultima era quella di diffondere la conoscenza del settore agricolo del Paese che sta passando un brutto periodo proprio in questo campo, peraltro nell’anno della Biodiversità.

Si tratta di ristabilire il contatto con il pubblico su ciò che la nostra professione è e che cosa vogliono da essa. Vogliono i prodotti meno cari del mondo o invece vogliono prodotti che ripaghino i produttori?

si domanda William Villeneuve, presidente dei giovani agricoltori francesi che ha organizzato l’evento da oltre 4 milioni di euro.

Ecosostenibilità, metodi antenati evergreen tornano alla ribalta

auto dei flinstonesAvi evergreen, dallo sguardo lungimirante, saggezza popolare, ed il caro vecchio principio del non si butta via niente. Benvenuti nel futuro. Un futuro che coniuga i più sofisticati ritrovati tecnologici alle tecniche più semplici per tutelare l’ambiente e risparmiare risorse tramandateci dai nostri antenati. Tutte rigorosamente green.

Insomma, dopo aver aspramente etichettato come obsoleti i rimedi della nonna ed i metodi contadini spiccioli, ed esserci avvicinati alle tecnologie più complesse persino per eseguire le operazioni più semplici, urge una sintesi per l’uomo moderno. Per ammettere che non tutto quello che viene del passato è primitivo e che non tutto ciò che è primitivo è da buttare. Tutt’altro. Dopo il salto vedremo le tecniche ecosostenibili, ampiamente usate dai nostri avi, oggi tornate alla ribaltà in virtù di una maggiore attenzione al rispetto dell’ambiente ed all’economizzazione delle risorse.

Risparmio idrico, nuove tecniche di irrigazione in Turchia

coltura turchia

Mentre la temperatura sale ad Istanbul, si ritorna sempre a parlare dell’acqua. In particolare, se vi sia stata pioggia e neve a sufficienza durante l’inverno per garantire l’acqua che esce dai rubinetti della città in modo affidabile durante l’estate, o se giorni di rubinetti a secco aspettano il popolo turco. Ma, secondo il WWF, il miglioramento delle pratiche di irrigazione in una sola regione agricola turca potrebbero eliminare gran parte di questa incertezza. Abbastanza risparmio idrico annuale potrebbe essere sufficiente per soddisfare le esigenze di Istanbul per un massimo di tre anni.

Questo mese, un progetto congiunto tra WWF e i produttori turchi ETI burcak inizieranno la formazione degli agricoltori a Konya, una fertile regione dell’Anatolia centrale nota come “granaio della Turchia”, per usare moderni metodi di irrigazione a goccia che riducono il consumo di acqua da un terzo alla metà.

Le fattorie diventano sempre più solari: inventato il pastorizzatore fotovoltaico

solare in perù

Un gruppo di studenti del Rensselaer Polytechnic ha elaborato un’idea geniale per rendere più sicuri il latte in posti poveri come il Perù. Attualmente, gli agricoltori con meno risorse non sono in grado di ottenere la certificazione di mercato per il loro latte e i prodotti lattiero-caseari perché non possono permettersi apparecchiature per la pastorizzazione.

Finché i loro impianti rimangono non-igienici, sono tenuti fuori del mercato. Tuttavia, John Cannarella, Ryan Lewis, Jared Stepanauskas, e Natalie Maslow hanno elaborato una soluzione con l’energia solare che è a buon mercato e potrebbe avere implicazioni globali per gli agricoltori nelle zone rurali o in via di sviluppo.

I pesticidi favoriscono l’insorgere del melanoma

pesticidi

I lavoratori che utilizzano nei campi alcuni antiparassitari agricoli hanno il doppio delle probabilità di contrarre il melanoma, una forma mortale di cancro della pelle, rispetto al normale, secondo un nuovo studio americano.

I ricercatori dell’Università dell’Iowa, dell’Istituto Nazionale di Scienze della Salute Ambientale e dell’Istituto Nazionale Tumori hanno individuato 6 pesticidi che, con l’esposizione ripetuta, raddoppiano il rischio di cancro della pelle tra i contadini e altri lavoratori che li hanno applicati alle colture.

Fertilizzanti cinesi: 100 volte peggiori delle piogge acide

agricoltura cinese

Tra i tanti problemi della Cina, quello più vicino a noi, e forse anche più pressante in questo periodo, è l’inquinamento. Non si parla ovviamente solo di quello atmosferico, ma è molto diffuso, anche se se ne discute poco, quello che riguarda le acque. Il Governo cinese, tra i più conservatori al mondo, e di conseguenza anche molto protezionista, ha ammesso il problema. Soltanto che, piccolo particolare, alcune statistiche dicono che la situazione è almeno due volte peggiore delle cifre ufficiali.

Parte di questo problema è dovuto agli scarichi agricoli, fortemente contaminati da un uso eccessivo di fertilizzanti. Ma l’acqua non è l’unica cosa che viene inquinata dai troppi prodotti chimici. Mongabay evidenzia in un nuovo articolo su Science che specifici suoli della Cina sono acidificati a causa delle cattive pratiche agricole:

L’agricoltura cinese si è intensificata notevolmente dall’inizio degli anni ’80 in una zona limitata della terra con ingressi di enormi quantità di fertilizzanti chimici ed altre risorse

spiegano gli autori, sottolineando che il consumo dei fertilizzanti azotati in Cina ha raggiunto 32,6 milioni di tonnellate nel 2007, con un aumento del 191% rispetto ai livelli del 1981.

Agricoltura sostenibile, urge un cambiamento radicale per far fronte ai mutamenti climatici

colture geneticamente modificateLa resa di alcune delle colture più importanti comincia a diminuire sensibilmente, in concomitanza con l’aumento delle temperature globali. Quando la temperatura media supera i 30 gradi Celsius in molte regioni del mondo fondamentali per lo sfruttamento agricolo le piante fanno fatica ad adattarsi. Potrebbero certamente farlo con tempi più lunghi ma, secondo gli esperti, non è possibile che si adattino ai troppo repentini cambiamenti climatici in atto sul nostro pianeta.

Le proiezioni che si riferiscono alla fine di questo secolo, rilevano come gran parte delle zone tropicali e subtropicali vedranno sempre più aumentare le temperature stagionali al di sopra di tale livello e che ogni nuova estate potrebbe battere il record di di afosità rispetto a quella precedente.

Lo sviluppo rurale fa bene all’ambiente

azienda agricolaLa scoperta dell’acqua calda? Erano forse poi tanto primitivi i nostri avi a vivere principalmente di agricoltura?  O siamo noi quelli poco progrediti, che spostiamo una foglia di insalata da un capo all’altro del mondo? Chi può dirlo. Intanto arrivano conferme dal mondo accademico su quanto lo sviluppo rurale sia fondamentale per l’ecologia. E’ quanto sintetizzato in una relazione commissionata all’Istituto per la politica ambientale europea dalla DG Agricoltura e sviluppo rurale e volta proprio a individuare l’apporto benefico alla società fornito dai produttori agricoli. Chi decide di vivere d’agricoltura e gestisce un’azienda agricola, secondo quanto riportato da Ansa Ambiente, contribuisce alla:

conservazione di paesaggi di rilevanza culturale, dell’avifauna dell’habitat agricolo, quali l’otarda comune e l’aquila imperiale a rischio di estinzione in Europa, o dei prati a elevata diversità di specie, di cui è ricca l’Unione. I produttori agricoli contribuiscono a garantire inoltre i terreni in modo da salvaguardare gli stock di carbonio e aiutano a preservare l’elevata qualità di acque e suoli.

OGM o non OGM. Il mondo si divide tra favorevoli e contrari

pomodori ogm

Il principe Carlo li ha chiamati il “più grande disastro ambientale di tutti i tempi”, mentre gli industriali dell’agricoltura giurano che sono sicuri per il consumo umano e danno un vantaggio per l’ambiente. Gli alimenti geneticamente modificati non sono null’altro se non controversi, e le polemiche non mancano in tutto il mondo. Dagli Stati Uniti all’Unione europea, dall’Africa al Giappone, divieti vari, leggi ed etichette possono fare dell’OGM una difficile gatta da pelare.

Ecco una carrellata di come gli OGM sono regolarizzati nel mondo. Dove sono regolarizzati, visto che in molti Paesi, come l’Italia, regna la più completa confusione. L’Irlanda ha recentemente vietato la produzione di qualsiasi alimento geneticamente modificato, e il paese ha anche messo a disposizione un’etichetta OGM-free che può essere stampata sui prodotti di origine animale come carne, pollame, uova e latticini, pesce e crostacei, che vengono allevati con mangimi senza OGM.

Recupero CO2 possibile grazie all’agricoltura biologica

agricoltura biologica

Si può anche non essere dei fan del biologico, ma certo è che l’agricoltura può dare una grossa mano per combattere i cambiamenti climatici. I britannici della Soil Association sono stati un sostenitori instancabili dell’energia sostenibile, e così ora, per cercare di tirare l’acqua al proprio mulino, stanno sostenendo che la conversione del Regno Unito all’agricoltura biologica potrebbe comportare tagli massicci del carbonio atmosferico.

Appena prima del summmit di Copenaghen, l’organizzazione ha pubblicato una nuova relazione che descrive come l’agricoltura biologica sia “l’anello mancante” al COP15. La relazione sostiene che fino all’86% del potenziale agricolo possa mitigare il cambiamento climatico grazie al recupero del carbonio nel suolo. Le fattorie biologiche possono recuperare dal 20 al 28% in più di carbonio nel suolo, rispetto a quelle non-biologiche, e una conversione globale all’agricoltura biologica potrebbe erecuperare fino all’11% delle emissioni globali di gas a effetto serra.

La soluzione alla fame nel mondo: la mela che non va a male. Sareste disposti a provarla?

mela rs 103-130

Fin da quando qualcuno ha suggerito che mangiare una mela al giorno toglie il medico di torno, i benefici sulla salute di questo frutto sono stati pubblicizzati da nonne e scienziati. La mela è anche buona ma ha come unico inconveniente una tendenza a perdere la sua lucentezza e la consistenza croccante entro pochi giorni. Un problema che un team di scienziati in Australia ora sostiene di aver risolto.

Negli ultimi 20 anni, i ricercatori delle Queensland Primary Industries and Fisheries (QPIF), un dipartimento del Governo del Queensland, hanno sviluppato una nuova varietà di mela che essi affermano può rimanere fresca per mesi. Il suo nome, RS103-130, potrebbe non avere abbastanza legami con le varietà popolari come Golden Delicious, Braeburn e Pink Lady, ma gli scienziati l’hanno descritta come la “mela migliore al mondo” grazie al suo sapore dolce, la longevità e alla capacità di resistere alle malattie.

La soluzione per risolvere il riscaldamento globale: piantare foreste nei deserti

Sahara

Alcuni parlano di lanciare specchi nello spazio per riflettere la luce del sole, mentre altri vogliono nubi alte nell’atmosfera con milioni di tonnellate di polvere di zolfo lucido. Ora, gli scienziati potrebbero realizzare il piano più ambizioso della geoingegneria per affrontare il cambiamento climatico: la conversione del deserto del Sahara secco in una lussureggiante foresta. Secondo gli scienziati che hanno ideato il piano, questo potrebbe significare la “fine riscaldamento globale“.

Il programma è stato ideato da Leonard Ornstein, un biologo cellulare del Mount Sinai School of Medicine di New York, insieme a Igor Aleinov e David Rind, modellisti del clima della NASA. Il trio ha illustrato il piano in un nuovo documento pubblicato sul Journal of Climatic Change. Secondo il gruppo, i campi coltivati con alberi a crescita rapida come l’eucalipto coprirebbero i deserti del Sahara ed i suoi “cugini”, innaffiati da acqua di mare trattata da una serie di impianti di desalinizzazione costieri e convogliata attraverso una vasta rete di irrigazione. Il nuovo manto di copertura degli alberi potrebbe così portare il sistema meteo a fornire delle proprie precipitazioni, mentre assorbe anidride carbonica nell’atmosfera da tutto il mondo.

Agricoltori e industria forestale uniti per uno standard di gestione delle emissioni

foresta

Un gruppo di imprese che si occupano di fornitura di legname e di carta, insieme ad alcune organizzazioni ambientaliste, hanno annunciato giovedì scorso un progetto pilota per consentire ai proprietari terrieri di registrare le proprie foreste per guadagnare crediti di carbonio da commerciare sul mercato aperto. Un tale sistema di scambio è una possibilità della legislazione allo studio del Congresso, che metterebbe un tetto al gas a effetto serra a livello nazionale negli Stati Uniti.

La coalizione mira a verificare come i proprietari terrieri nel Sud del Paese siano in grado di ricevere i benefici economici derivanti da negoziati sul carbonio nelle loro foreste. Il 90% delle foreste del Sud, che si collocano tra le più grandi per quanto riguarda l’industria della carta e del legno al mondo, è di proprietà privata. Alcuni agricoltori della regione hanno ancora intenzione di tagliare le foreste, o convertirle in piantagioni di pini che sono a rapida crescita, ma meno rispettosi dell’ambiente.