L’orto-giardino di Valle Giulia, la mensa universitaria chilometri zero è a Roma

Si è concluso venerdì, nei locali della facoltà romana di Architettura a Valle Giulia, il workshop di progettazione che ha visto impegnati per quattro giorni venticinque studenti, selezionati tra un centinaio di aspiranti, nella progettazione dell’orto-giardino a servizio della nuova mensa di facoltà.
L’iniziativa nasce a seguito di una coinvolgente e appassionata conferenza tenuta nell’inverno scorso agli studenti di Valle Giulia da Carlo Petrini, Presidente di Slowfood, inneggiante alla necessità di ritornare localmente e capillarmente, alla terra, di riprendere a coltivare il cibo che si mangia, ed a “non farsi mangiare dal cibo” con le feconde conseguenze che ciò comporta.

Evidenti conseguenze ecologiche innanzitutto perchè gli ortaggi consumati quotidianamente da centinaia di studenti non percorreranno un solo chilometro su ruota, non porteranno nei loro tessuti la traccia di neanche una molecola di fitofarmaco e non saranno responsabili della loro immissione nell’ecosistema. Verranno prodotti, secondo natura e secondo stagione, eliminando gli imput energetici dovuti alla forzatura in serra dei cicli fenologici.

Festa dell’Equinozio d’Autunno a Spilamberto (MO) tra natura e tradizioni contadine

Ancora pochi giorni per la Festa dell’Equinozio a Spilamberto, che sceglie l’arrivo dell’autunno per riportare in auge le tradizioni contadine e la cultura agreste.

La provincia di Modena e tutta l’Emilia Romagna sono ricche di terreni e di aree verdi e l’occasione non poteva essere migliore per rievocare le antiche feste popolari, e rafforzare l’antica unione tra l’uomo e la natura. Il programma dei festeggiamenti prevede passeggiate nei boschi alla scoperta delle antiche usanze contadine, tavole rotonde a tema ed intrattenimenti musicali, per finire cene a base di prodotti biologici e danze popolari suonate all’organetto.

OGM, Conferenza Stato-Regioni rinvia decisione su linee guida coesistenza

La decisione relativa alle linee guida per la coesistenza tra coltivazioni tradizionali, biologiche e geneticamente modificate slitta al 30 settembre. La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome alle fine ha deciso per il rinvio. Dario Stefàno, coordinatore degli assessori regionali all’agricoltura, lo ha motivato

con la necessità di verificare il lavoro sin qui svolto con le recenti decisioni dell’UE.

Decisione accolta favorevolmente dalla Task Force per un’Italia libera da OGM, che legge la dilazione come un passo verso un’Italia OGM free,  che faccia chiarezza sull’ulteriore confusione generata dal Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 luglio 2010 che aveva modificato la direttiva 2001/18 Ce offrendo agli Stati membri la possibilità di scegliere se limitare o vietare completamente la coltivazione di OGM sul loro territorio.

Uva d’Oro, a Venezia l’agricoltura è eroica

Salvare dall’oblìo un antico vitigno è un’impresa eroica, in un momento di così grande crisi dell’agricoltura italiana, vessata dall’ingresso sul mercato di prodotti a basso costo, e diciamolo, spesso di pessima qualità, che primeggiano a scapito del made in Italy.
Siamo a Venezia, precisamente nella tenuta Venissa dell’isola lagunare di Mazzorbo, dove si è svolta ieri la prima vendemmia dell’Uva d’Oro o Dorona che, come anticipavamo, è un antico vitigno, veneziano e a bacca bianca, riportato alla vita dagli sforzi congiunti di Veneto Agricoltura, del Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano e da imprenditori privati che hanno scelto di investire, e di credere, nel vino di Venezia.

E di agricoltura eroica ha parlato il presidente del veneto, ex ministro delle politiche agricole, Luca Zaia, che ha partecipato alla vendemmia insieme, tra gli altri, al sindaco Giorgio Orsoni, al vignaiolo presidente della Biennale Paolo Baratta, ai produttori veneti di vino da uve autoctoni Gianluca Bisol e Giorgio Cecchetto delle omonime aziende e Raffaele Boscaini della Masi Agricola.

Riscaldamento globale, rischio carestia in Cina

E se la Cina, lo abbiamo visto ieri, continua a mantenere il suo triste primato di Paese più inquinante al mondo, pare che paghi (pagherà) anche il prezzo più alto a causa del cambiamento climatico.
A dirlo è una ricerca compiuta dalla stessa Università di Pechino che lancia l’allarme, in questi giorni, sul rischio di una carestia nel Paese orientale dovuta proprio agli effetti del riscaldamento globale.

L’agricoltura è infatti il settore più penalizzato dalle temperature alte per via di siccità, aumento dei parassiti e di malattie delle piante favorite da climi caldi, e forti piogge, e l’équipe di ricercatori si spinge molto, forse troppo, in avanti con le previsioni, ipotizzando, per il 2050, uno scenario a dir poco disastroso, con una riduzione, in alcune aree, del 20% della produzione agricola. Si parla di perdite della resa fino al 22% per il grano, del 18% per il riso e fino al 30% per il mais.

Vino, nuove norme per la eco-gestione

L’Italia è uno dei maggiori produttori di vino al mondo, ma ovviamente, oltre a produrre quel buonissimo succo d’uva, ha anche come diretta conseguenza la presenza di una gran quantità di materiale di scarto. Fino ad oggi il suo utilizzo era poco disciplinato dalla legge, e doveva rispettare solo le normative riguardanti i divieti di inquinamento ma un Decreto Ministeriale che entrerà in vigore a breve, cambierà questo genere di attività.

I prodotti di scarto della vinificazione e i suoi sottoprodotti potranno essere utilizzati per un uso agronomico indiretto (fertilizzanti), per un uso energetico (biomasse e biogas), e addirittura per uno farmaceutico e cosmetico. L’uso agronomico diretto invece sarà limitato alle 3 tonnellate per ettaro di superficie agricola, e verrà utilizzato per la distribuzione dei sottoprodotti nei terreni agricoli.

Agricoltura sostenibile, in arrivo il calcolatore di emissioni gas serra

Nel Journal of Natural Resources and Life Science Education si legge che alcuni ricercatori americani hanno ideato un calcolatore di emissioni gas serra, rivolto agli agricoltori che vogliono aiutare l’ambiente e abbattere le emissioni dei gas nocivi per l’atmosfera terrestre, senza danneggiare la loro produzione.

Ricordiamo che l’agricoltura da sola è responsabile del 33% di emissioni gas serra. Il dato era stato reso note il 29 giugno nel convegno a Milano, Alimentazione e Ambiente; sano per te, sostenibile per il Pianeta.

Orti biologici a scuola, coltivare rende i bambini più intelligenti

Stanno avendo molto successo, in numerosi Paesi d’Europa e negli USA gli orti biologici didattici. Pensate che solo nel Regno Unito la Royal Horticultural Society ha avviato un progetto denominato Campaign for School Gardening che coinvolge 12.000 scuole, 4.500 già attive negli ultimi tre anni. Uno strumento per coltivare il rispetto dell’ambiente ed insegnare ai bambini i rudimenti del giardinaggio, nozioni sulla biologia vegetale e l’amore per i frutti della terra, nonché per un’alimentazione sana, composta principalmente da frutta, verdura e ortaggi.

Ebbene, pare che al di là del fine didattico e degli intenti educativi, il beneficio di coltivare un orto a scuola insieme agli alunni renda gli scolari più intelligenti. A dirlo è un recente rapporto diffuso dalla sopra citata Royal Horticultural Society che ha scoperto i molteplici benefici che derivano ai più piccoli dal contatto con la terra e dalla coltivazione dei prodotti agricoli.

OGM e colture convenzionali, dove i vantaggi?

Qualche giorno prima dell’allarme Ogm in Friuli Venezia Giulia, dove è stata individuata una coltivazione illegale di mais geneticamente modificato, e della lettera inviata dalle associazioni della “Task force per un’Italia libera da Ogm” al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Greenpeace pubblicava il dossier su “Il vero costo degli Ogm“.

Il rapporto degli attivisti di Greenpeace analizza dal punto di vista economico il fallimento degli investimenti nella coltivazione di Ogm, e va a rafforzare la presa di posizione dell’associazione internazionale dopo le decisioni della Commissione europea in fatto di Ogm e non Ogm.

Patate dai rifiuti, arrivano le riciclelle

La Cia (Confederazione italiana agricoltori) e l’Università di Salerno hanno messo in campo, nel vero senso della parola, delle patate di qualità cresciute con il compost derivato dai rifiuti domestici. Il nome delle patate ecosostenibili sarà riciclelle, perché ottenute dal riciclo della spazzatura.

La sperimentazione dei tuberi ricavati dal compostaggio dei rifiuti è stata sostenuta dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, che non hanno avuto dubbi sull’esito della sperimentazione dei tuberi ottenuti dalla spazzatura, dopo il successo della “insalata riciclata“.

Emissioni gas serra, il 33% proviene dall’agricoltura

Emissioni gas serra, causa agricoltura per il 33%

La coltivazione agricola è responsabile di circa il 33% delle emissioni dei gas serra presenti nell’atmosfera terrestre e responsabili del surriscaldamento globale. Il dato è emerso nel convegno “Alimentazione e Ambiente; sano per te, sostenibile per il Pianeta” che si è tenuto a Milano il 29 giugno 2010, presso il Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia.

Il convegno è stato organizzato da Barilla Center for Food & Nutrition, del gruppo Barilla, per promuovere l’informazione e la ricerca nel campo alimentare e nutrizionale, tenendo conto della tutela e della salvaguardia del Pianeta.

Pesticidi nel piatto, Ddt nell’insalata nel rapporto di Legambiente

pesticidi nel piattoPesticidi nel piatto, il rapporto realizzato da Legambiente in collaborazione con il Movimento Difesa del Cittadino (Mdc), evidenzia un aumento dei prodotti contaminati da uno o più residui di pesticidi (da 27,5 a 32,7%). Addirittura in un campione di insalata analizzato in Friuli sono state riscontrate tracce di Ddt, malgrado siano trascorsi ormai 32 anni dalla sua messa al bando. Solo il 50% della frutta risulta incontaminata.

Allarme anche per la contaminazione dei prodotti derivati come miele, pane, vino: si segnalano irregolarità nel 2,7% dei campioni. Meno allarmista la Coldiretti così come la posizione di Agrofarma, l’associazione dei produttori di anticrittogamici, che non ci stanno a vedere il bicchiere mezzo vuoto e ribattono ai dati diffusi da Legambiente diffondendo cifre decisamente più incoraggianti. Per la Coldiretti il campione di insalata contenente tracce di Ddt non sarebbe di provenienza italiana:

Il Ddt non si usa da anni. L’insalata contaminata sicuramente proviene dall’estero.

Dal seme alla lampadina, energia pulita dalla terra per 350 mila abitazioni

girasoli

L’Italia è il Paese dei mini-progetti rinnovabili, ma finalmente qualcosa sta cambiando. Se fino ad oggi la gran parte dei progetti riguardanti le energie pulite erano di piccole dimensioni tanto da alimentare solo una quantità molto limitata di abitazioni, un nuovo progetto promosso dal Ministero dell’Agricoltura potrebbe farci fare il salto di qualità.

Si chiama “dal seme alla lampadina” e si basa sulla produzione di energia elettrica proveniente  dai biocombustibili che sarà in grado di dare energia a 350 mila case. Il progetto, che ha ottenuto l’autorizzazione dal neoministro Giancarlo Galan, è stato ideato da Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, PowerCrop e il gruppo Maccaferri, con un principio di base molto importante: non alimentare il conflitto tra le colture per la biocombustione e quelle alimentari.