Nei prossimi 60 anni il Mar Glaciale Artico sarà completamente inquinato

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Entro 60 anni l’Oceano Artico potrebbe essere una melma ristagnante e inquinata. Senza tagli drastici alle emissioni di gas serra, il Transpolar Drift, una delle più potenti correnti artiche ed un mezzo per disperdere le sostanze inquinanti, rischia di scomparire a causa del riscaldamento globale.

Il Transpolar Drift è una corrente fredda che viaggia in tutto il Mare Glaciale Artico dalla Groenlandia alla Siberia centrale e, infine, verso l’Atlantico. Insieme con la Gyre Beaufort, il Transpolar Drift mantiene le acque artiche ben miscelate, e garantisce che l’inquinamento non si soffermi a lungo.

Inventato metodo per purificare le acque reflue producendo elettricità

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Visto l’imminente problema dello scioglimento dei ghiacciai, e del conseguente aumento dei livello dei mari, accompagnato dalla crescente siccità, come mai non si pensa a sfruttare proprio questo fenomeno, cioè l’aumento dell’acqua salata, per girarlo a nostro favore? Ci ha pensato un team di scienziati americani e cinesi, che hanno messo a punto una tecnica che potrebbe rivoluzionare l’approvigionamento dell’acqua a livello mondiale.

Un processo che pulisce le acque reflue e genera l’elettricità può anche eliminare il 90% del sale dall’acqua salmastra o acqua di mare, rendendola talmente pulita da poterla bere, o almeno utilizzarla per usi industriali. Molte nazioni già dissalano l’acqua utilizzando un processo di osmosi inversa (si spinge l’acqua ad alta pressione attraverso le membrane che permettono all’acqua di passare, ma non al sale) o l’elettrodialisi (un processo che utilizza l’elettricità per filtrare gli ioni di sale nell’acqua attraverso una membrana). Entrambi i metodi richiedono grandi quantità di energia.

La dissalazione dell’acqua può essere realizzata senza un input di energia elettrica o acqua ad alta pressione utilizzando una fonte di materia organica come combustibile per dissalare l’acqua

spiegano i ricercatori in una recente relazione online su Environmental Science and Technology.

Acqua sarà a rischio in tutti i Paesi più ricchi

acqua-a-rischio-siccita-cambiamento-climaticoLa crescente carenza di acqua – un problema perenne nelle nazioni più povere di tutto il mondo – è prevista raggiungere le nazioni ricche nel mondo occidentale.
Gli Stati Uniti, la Spagna, l’Australia e i Paesi Bassi sono a rischio di far fronte alle conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici, compresa la siccità, le inondazioni, gli uragani e l’innalzamento del livello del mare. Come mette in guardia il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon:

Anche le nazioni più ricche del mondo non sono immuni.

Citando i dati ufficiali degli Stati Uniti, Ban Ki-moon ha dichiarato che lo stato della California, la quinta più grande economia del mondo, potrebbe assistere al declino delle aziende agricole e all’esaurimento dell’acqua nelle principali città già entro la fine di questo secolo.
Il responsabile di questi stravolgimenti è senza dubbio il riscaldamento globale.

Ideato nuovo metodo per la desalinizzazione delle acque marine

desalinizzazione-acque-marineLa mancanza di acqua potabile è uno dei deterrenti primari dello sviluppo di numerose aree povere della Terra. Porre fine a questa grave lacuna potrebbe significare un rapido miglioramento nella qualità della vita di molte popolazioni del Sud del mondo, rendere possibile e redditizia l’agricoltura e dare una speranza di un futuro migliore a milioni di persone.

I metodi per la desalinizzazione delle acque marine approntati fino ad ora sono costosi e richiedono un know how che molto spesso è difficile esportare nei Paesi meno sviluppati. Ecco perchè gli sforzi degli esperti del settore si stanno concentrando sullo sviluppo di nuove tecnologie meno esose e più efficienti.
Un sistema pilota mobile potrebbe presto fungere da test preliminare di fattibilità per una dissalazione più facile e meno costosa per i paesi in via di sviluppo.
Il sistema – noto come ‘M3’ – può verificare se l’acqua pura può essere estratta da qualsiasi sorgente idrica. A metterlo a punto un team di studiosi della University of California, Los Angeles (UCLA).

L’impatto dell’uomo sugli oceani

impatto-delluomo-sugli-oceaniLe attività umane danneggiano gli oceani in diversi modi, incidendo profondamente sugli equilibri degli ecosistemi, della flora e della fauna marina.
Secondo lo studio del professor Mike Kingsford dell’ARC Centre of Excellence for Coral Reef Studies che lavora alla James Cook University e del suo collega, Dr Andrew Brierley della St Andrews University, in Scozia:

Le emissioni di carbonio di cui è responsabile l’uomo stanno alterando i processi biologici marini sia quelli su piccola scala sia i meccanismi più vasti e complessi, con il risultato di minacciare la sicurezza alimentare e provocare profondi mutamenti e danni irreversibili.

Lotta alla siccità, il know how israeliano

israele-lotta-siccitaL’acqua manca, ma di idee ne piovono in abbandonanza a sopperire alla naturale aridità del territorio israeliano, aggravata dalla costante diminuzione delle piogge. Per far fronte al problema, lo Stato ebraico oggi ricicla il 75% delle sue acque reflue e nel 2016 coprirà il 35% del suo fabbisogno grazie alla dissalazione dell’acqua di mare.

Il Paese sta investendo da anni in questo settore. Priorità numero uno: aumentare il volume d’acqua disponibile. Impianti di desalinizzazione, perforazione ancora più in profondità delle falde acquifere, aumento del volume della pioggia. Non c’è tecnologia che non sia stata esplorata e sulle quali non si sia investito per trovare un rimedio alla siccità.
A sessanta chilometri a sud di Tel Aviv, sul mar Mediterraneo, sorge Ashkelon, un gigantesco impianto di dissalazione dell’acqua di mare. Lanciato nel 2006, ha prodotto circa 100 milioni di metri cubi all’anno di acqua potabile

“per un prezzo competitivo di 0,53 centesimi per m³, “dice Erza Barkai, uno degli amministratori di IDE, la società che ha sviluppato la tecnologia alla base dell’impianto.

La morte serena del lago d’Aral

lago-aral-immagini-stellite-envisatIl lago d’Aral, erroneamente chiamato Mare d’Aral (è salato), è tristemente noto come oggetto di uno dei disastri ambientali più gravi della storia dell’umanità, se non il più grave in assoluto. Così lo descrive Al Gore nel suo libro Earth in balance. Così lo vediamo dalle immagini riprese dal satellite (foto sopra).
L’ampiezza originaria del lago era all’incirca di 68.000 km², ma dal 1960 il volume e la superficie lacustre hanno subito un calo del 75%. Nel 2007 dell’antico specchio d’acqua era rimasto solo il 10% dell’originale.

A causare l’inaridimento, il piano sovietico del dopo guerra che ha dirottato le acque dei due immissari, Amu Darya e Syr Darya, per sviluppare le colture intensive nei territori limitrofi. Nessuno dei responsabili di questo disastro era all’oscuro delle conseguenze del dirottamento delle acque dei due unici fiumi che alimentavano il lago. Al contrario, sentite cosa dichiarava il sovrintendente al piano di sfruttamento delle acque dei fiumi a scopo agricolo Grigory Voropaev:

Il nostro scopo è proprio quello di far morire serenamente il lago d’Aral.

Singapore diventa la prima città ad auto-sufficienza idrica pur non avendo fonti d’acqua

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Khoo Chye Teng, il capo dell’agenzia dell’acqua di Singapore si è finalmente svegliato dopo 5 anni dall’inizio del mandato, e ha impresso una svolta al sistema idrico della città asiatica. A differenza dei suoi predecessori alla Public Utilities Board, Khoo non vuole che il suo Paese dipenda dalle risorse di quelli ricchi, ma vuole raggiungere l’auto-sufficienza, almeno per quanto riguarda l’acqua, per la sopravvivenza a lungo termine e per lo sviluppo.

Grazie alla tecnologia, Singapore ha ora la capacità di generare gran parte della propria acqua e si prepara a svolgere un ruolo di primo piano nel riciclaggio delle acque usate, un settore emergente del valore di circa 100 miliardi di dollari a livello mondiale.

Questo processo si baserà sulla depurazione dell’acqua su larga scala e relativamente a buon mercato, visto che si finisce con il purificare gli scarichi delle lavorazioni chimiche. Con una superficie di soli 700 chilometri quadrati, Singapore non ha molti fiumi da cui trarre le risorse per sopravvivere, e così molto spesso, per stessa ammissione di Khoo, si deve fare affidamento alla sola acqua abbondante che c’è in quelle terre, quella che arriva dal cielo con la pioggia.

Calce nel mare per diminuire la CO2 nell’atmosfera

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Se finora il mondo non si è completamente “cotto” a causa dell’effetto serra provocato dall’inquinamento, non è perché l’uomo ha rilasciato poche emissioni, ma perché la natura, ancora una volta, ci ha salvati. Circa la metà delle emissioni di CO2 globali vengono recuperate dagli oceani ed assorbite nell’acqua, mentre un’altra grossa fetta viene assorbita dagli alberi.

Ma c’è sempre l’altro lato della medaglia. Infatti gli oceani, assorbendo CO2, aumentano la propria acidificazione, con conseguente danno ai propri ecosistemi. Dunque come fare per risolvere il problema delle emissioni e salvare al tempo stesso gli oceani? La soluzione arriva da Manchester e si chiama “Cquestrate“, e si basa sullo sversamento in acqua di 10 km cubici di calce.

7 semplici modi per diminuire lo spreco d’acqua

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Anche se i tre quarti del nostro pianeta sono occupati dall’acqua, questo materiale vitale diventa sempre più scarseggiante nel mondo civilizzato. Questo perché in realtà si può usare solo l’1-2% di tutta l’acqua del globo, ed è per questo che da anni si chiede di non sprecarla, e di tenere d’occhio il proprio consumo. Di mezzi per farlo disponibili ce ne sono veramente tanti, dalla doccia a basso flusso, agli aeratori di rubinetto, dai barili per la pioggia, alle lavatrici e lavastoviglie efficienti. Insomma, non ci sono scusanti per non essere più coscienti. Ma i metodi per risparmiare acqua (e denaro) non finiscono qui.

Ci sono alcuni modi per ridurre il consumo d’acqua a cui spesso non si pensa con delle piccole attenzioni nella nostra vita quotidiana. Di seguito è riportato un elenco di misure creative che si possono prendere per conservare l’acqua e sappiamo che ce ne sono molte di più, basta pensarci.

1. Al ristorante, evitare di riempire diversi bicchieri si vuole effettivamente bere solo l’acqua.
Quante volte avete visto riempire bicchieri di acqua a clienti che hanno ordinato un tè freddo o del vino? La prossima volta chiedete al cameriere di non portare anche l’acqua se poi non dovete berla.

Nuova lavatrice usa il 90% di acqua in meno rispetto a quelle classiche

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Xeros sta lavorando su una nuova generazione di lavatrici che utilizzerà solo un bicchiere d’acqua per ogni carico di lavaggio, a base di sfere di nylon riutilizzabili, le quali intrappolano le sporco e le macchie. Non sono usa e getta come le tecnologie sprecone odierne perché tali sfere saranno utilizzabili per centinaia di lavaggi.

Il nuovo prodotto della Xeros è stato sperimentato per la prima volta nel Regno Unito per un periodo di prova di tre anni. Attraverso una partnership con GreenEarth Cleaning, le macchine saranno presto in vendita in Nord America e nel resto d’Europa. L’obiettivo iniziale sarà esportare queste macchine per le attività commerciali che utilizzano tanto le lavatrici come le tintorie e le lavanderie.

Risparmio idrico, è possibile con poche attenzioni

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E’ sempre importante risparmiare, di qualsiasi cosa si tratti. A livello economico, gli italiani sono i campioni del mondo, ma a livello energetico non tanto. Si parla spesso di risparmio di energia, e di consigli su queste pagine su come farlo ce ne sono tanti. Ma si parla troppo poco di un bene, il più prezioso di tutti, che però rischia di scarseggiare, e per questo va protetto: l’acqua.

I problemi sono innumerevoli, dai ghiacciai che si vanno sciogliendo all’inaridimento del territorio, ma la linea di fondo è che l’acqua va conservata il più possibile. Quindi, questa volta vogliamo mostrarvi soltanto alcuni dei centinaia di modi per conservare l’acqua, i più semplici, in modo che voi potreste applicarli senza sforzi nella vostra vita quotidiana.

Semina delle nuvole, scoperto ghiaccio pentagonale che può modificare i modelli meteorologici futuri

Gli scienziati dell’Università di Liverpool hanno scoperto un singolare tipo di ghiaccio con una struttura a catena composta da cinque lati che potrebbe essere utilizzato per modificare i modelli meteorologici futuri.
I ricercatori, in collaborazione con lo University College di Londra e il Fritz-Haber Institut di Berlino, hanno ricreato i primi stadi in cui l’acqua si condensa in materia – un processo fondamentale per la formazione delle nubi nell’atmosfera – analizzando come i due elementi, quello liquido e quello solido, interagiscano su una superficie piana in rame.

Il ghiaccio è stato raramente analizzato su scala nanometrica prima d’ora e gli scienziati hanno scoperto una catena di struttura dimensionale costituita da un pentagono a forma di anelli, piuttosto che le più comuni e diffuse formazioni di ghiaccio a strutture esagonali, come quelle che si possono osservare anche nei fiocchi di neve.
Questa scoperta potrebbe portare gli studiosi allo sviluppo di nuovi materiali per la semina delle nuvole, causando la pioggia laddove e qualora si riveli necessario per contrastare i cambiamenti climatici ed il surriscaldamento terrestre, nonchè il fenomeno conseguente della desertificazione sempre più esteso.

Aquaring, un portale europeo tutto incentrato sul mondo marino

Un progetto che va avanti dal 2006, quello di Aquaring, il primo portale semantico multilinguistico europeo incentrato sull’acqua e sul mondo marino. Presentato nei giorni scorsi all’Acquario di Genova, finalmente www.aquaringweb.eu è operativo e pronto ad accogliere curiosi, studenti, o semplicemente utenti affascinati dal regno delle acque.

A coordinare i lavori negli ultimi tre anni è stata Bruna Valettini che lavora proprio all’Acquario di Genova e che, in quanto esperto scientifico, ha fornito anche un prezioso apporto ai contenuti. Contenuti che spaziano nella vastità dei mari e degli oceani, con percorsi multimediali che permettono un’interazione diretta con i visitatori, video, immagini, approfondimenti, dossier.