Un comune a cinque stelle Castellarano, promosso a pieni voti di recente dall’Associazione Comuni virtuosi che premia i centri che più si impegnano sul fronte della vivibilità e della sostenibilità ambientale, investendo nel rispetto del territorio e di una salute pubblica che coniughi le esigenze del vivere bene dei cittadini alla tutela delle risorse locali. Il comune, che si trova in provincia di Reggio Emilia, in Emilia Romagna, è risultato vincitore assoluto della competizione, giunta alla sua quinta edizione, Comuni a cinque stelle. Servizi da Utopia a Castellarano: fare la spesa online e vedersela recapitare a lavoro a fine orario, car pooling, gruppi di acquisto solidale non solo per la spesa ma anche per installare impianti fotovoltaici sui tetti, distributori alla spina di detersivi, latte fresco.
Il sindaco del centro, Gian Luca Rivi, si dice soddisfatto del premio ricevuto a riconoscimento di numerosi sforzi per migliorare la qualità della vita e dell’ambiente a Castellarano ma punta già ad altri ambiziosi obiettivi, in cima ai suoi pensieri ci sono le rinnovabili sulle quali vuole investire per un futuro autosufficiente ed a zero emissioni:
Sono felice e orgoglioso. Punteremo sulle energie rinnovabili, è in programma la trasformazione dell’ex discarica dei rifiuti urbani in polo fotovoltaico della provincia e stiamo lavorando affinché tutti gli edifici pubblici diventino autosufficienti dal punto di vista energetico, collaborando allo stesso scopo con i privati.
Eppure se pensate che il cammino verso la sostenibilità di Castellarano sia stato facile, in discesa, partendo da zero, sarete sorpresi di scoprire che sono partiti da sotto lo zero, ovvero da un degrado ambientale altissimo, causato dall’industria della ceramica sul territorio, altamente impattante. Lo ricorda lo stesso sindaco sottolineando come
il riconoscimento premi le varie amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo e che hanno lavorato in questa direzione a partire dagli anni Novanta. Ovvero, da quando si è cercato di arginare i danni dell’industria ceramica sul territorio, in parte compromesso dall’attività fortemente impattante tra gli anni Sessanta e Settanta.
[Fonte: Adnkronos]