Il caso Ilva è ben lungi dall’essersi concluso. Come tutti ricordano bene, la Procura non approvò per nulla la legge cosiddetta Salva-Ilva e promise di continuare la sua battaglia. Ieri la legge è entrata in vigore ma la richiesta del gruppo Riva di dissequestro dei prodotti è stata subito bocciata dalla Procura di Taranto.
Tornano ad accendersi gli animi nella faccenda Ilva: dopo l’entrata in vigore, ieri, della discutissima legge Salva-Ilva elaborata dal governo a dicembre, subito l’opposizione secca e dura della Procura di Taranto alla richiesta di dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati da parte del gruppo Riva. La legge del governo è passata sopra le decisioni della magistratura ma la Procura di Taranto non ci sta: la legge prevede che l’Ilva possa continuare l’attività e quindi porre in commercio i propri prodotti ma la Procura dice di no. I magistrati chiedono di sollevare, come già previsto da tempo, fin dal giorno dell’approvazione della legge, la questione di legittimità costituzionale in merito alla stessa.
Inutile dire che i legali del gruppo Riva, dal canto loro, promettono altrettanta battaglia: la prossima data rilevante sarà quella dell’8 gennaio. Più nello specifico la Procura, riguardo al caso Ilva, ha sollevato il conflitto di attribuzione tra diversi poteri dello stato (anche questa una mossa largamente anticipata dalle dichiarazioni rilasciate a dicembre). E adesso? Starà al gip Patrizia Todisco esaminare il materiale fornito dalla procura e quindi decidere per il dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati dell’Ilva oppure, nel caso valutasse come fondate le rivendicazioni della Procura, potrebbe decidere di portare avanti la questione della legittimità costituzionale proponendola alla Corte Costituzionale.
Come molti ricorderanno, il gip Patrizia Todisco si è già dimostrata assai contrariata per la legge Salva-Ilva messa su in fretta e furia dal governo, e ciò potrebbe fornire una chiara indicazione sulle sue intenzioni. Le schermaglie con ogni probabilità non si fermeranno.
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