La scorsa settimana ci siamo occupati di un progetto innovativo, fiore all’occhiello del settore ecologico italiano, la Casa dell’Acqua. Un’iniziativa importante per abbattere le emissioni di CO2 dovute al trasporto dell’acqua in bottiglia perché fa giungere lo stesso bene direttamente attraverso l’acquedotto nei punti predisposti, in maniera completamente gratuita.
Per saperne di più abbiamo intervistato Achille Taverniti, presidente del TASM S.p.A., in modo da comprendere meglio l’attività e capire come si può sviluppare anche nel resto del Paese. Vediamo cosa ci ha risposto.
Casa dell’Acqua è un progetto per far giungere acqua minerale gratuita a tutti i cittadini. Ci vuol spiegare meglio in cosa consiste?
Per la verità è un progetto che promuove l’acqua pubblica dell’acquedotto. La particolarità sta nel fatto che l’acqua che viene distribuita ai cittadini è refrigerata e può essere naturale o frizzante, secondo i gusti. Siamo di fronte a un vero e proprio fenomeno che coinvolge migliaia di cittadini in tutt’Italia. Noi abbiamo contato circa 200 impianti attivi in tutte le regioni d’Italia e altri 50 impianti sono prossimi ad aprire. La loro diffusione è soprattutto al Nord, in particolare in Lombardia e nel Piemonte. Un fenomeno ancora a macchia di leopardo, ma che si va estendendo anche nel Centro e nel Sud. Il successo sta certo nella gratuità del servizio (la maggior parte dei Comuni non fa pagare nulla), ma anche nella comodità. Con le Case dell’acqua si raggiungono più obiettivi: economici e ambientali. Le famiglie infatti risparmiano sull’acquisto dell’acqua in bottiglia e l’ambiente ci guadagna. Meno bottiglie di plastica vengono prodotte, meno petrolio si brucia, meno CO2 viene immessa in atmosfera e meno automezzi pesanti circolano per il trasporto delle bottiglie, meno inquinamento dell’aria si ottiene.
Attualmente Casa dell’Acqua serve 24 Comuni in provincia di Milano, ma altri progetti sono stati avviati o sono in fase di partenza nel resto d’Italia, come intendete muovervi in futuro nelle altre Regioni, e dove pensate di impegnarvi maggiormente?
La maggior parte dei Comuni soci di Tasm sono dotati di una Casa dell’acqua. Un lavoro iniziato anni fa, che sta procedendo e che si svilupperà e completerà nei prossimi mesi. In Lombardia sono numerosi gli operatori pubblici che hanno colto il significato del progetto “Case dell’acqua” e che stanno rispondendo alle richieste dei Comuni e dei loro cittadini. La novità di queste settimane è che il progetto Case dell’acqua ha unito le proposte di ben quattro società che operano nel settore idrico. Infatti, Cap Holding, Ianomi, Tam e la nostra società hanno deciso di unire le forze e di operare, su questo tema, in maniera coordinata. Da qualche tempo infatti le nuove Case che ciascuna società realizzerà si fregeranno di un unico marchio.
Come valutate la recente proposta di privatizzare l’acqua?
Credo che su questo argomento sia necessario fare chiarezza. Una breve intervista non consente certo di approfondire i molteplici aspetti di questa vicenda. In ogni caso, a me preme sottolineare che: 1) totale deve rimanere il controllo pubblico della gestione del servizio idrico; 2) alta deve essere la qualità dell’acqua che dobbiamo far arrivare nelle case dei nostri cittadini e di quella depurata che finisce nei nostri fiumi. Per fare ciò, dobbiamo avere società di gestione ed erogazione efficaci ed efficienti. A questo proposito non basta definirsi privati o pubblici per corrispondere in pieno a questo obiettivo. Ciò che non convince della legge Ronchi, approvata nel novembre dello scorso anno dal Parlamento, riguarda l’obbligatorietà, posta in capo alle società pubbliche del settore, ad aprirsi alla presenza di soci privati. Questo credo sia il limite principale di quella legge. Poi, a mio giudizio, la presenza di soggetti privati nelle società idriche, a fronte di un forte controllo pubblico delle società stesse, credo sia compatibile.
Credete che la vostra attività potrebbe entrare in conflitto con gli interessi delle grandi aziende dell’acqua in bottiglia, o pensate che le due attività possano coesistere?
Le Case dell’acqua nascono come spinta all’utilizzo di acqua pubblica e come elemento di garanzia riguardo l’alta qualità dell’acqua erogata e trattata dalle nostre società. Credo sia sbagliato concepire tale iniziativa come competitiva al lavoro delle società minerali. Pensiamo infatti che la nostra iniziativa possa essere di stimolo per le società che producono acqua in bottiglia affinché vengano individuate nuove strategie commerciali finalizzate alla riduzione delle plastiche e il livello dei controlli sul prodotto imbottigliato.
Avremo un giorno acqua minerale gratuita che esce dai rubinetti di tutte le case d’Italia?
Può darsi. Alcuni soggetti pubblici stanno pensando di creare dei point condominiali, in grado di servire con acqua refrigerata, naturale o frizzante, tutte le abitazioni di un condominio. E’ un’idea che sta maturando proprio in questa fase. Ma a noi interessa prima di tutto far uscire dai rubinetti acqua di grande qualità. Le bollicine sono uno sfizio.
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