Una casa passiva, per definizione, non ha bisogno di impianti di riscaldamento o raffreddamento in quanto, per ottenere il certificato di Passivhaus, deve garantire il benessere termico senza alcun tipo di impianto esterno. Eppure delle volte alcuni sistemi “tradizionali” sono ammessi, anche se in proporzioni ridotte. Teoricamente l’unico sistema di riscaldamento che si può usare in una casa passiva è un impianto ad energia rinnovabile, ma come vedremo, non sempre è così.
La fonte più sfruttata è il sole, in quanto questo tipo di abitazione deve necessariamente essere ben esposta per poter ottenere il riscaldamento “passivo”. Per questo motivo non capita di rado di vedere dei pannelli solari, utilizzati per il solare termico (riscaldamento dell’acqua) o fotovoltaico (elettricità) montati sul suo tetto. Ma siccome in molte zone di sole non ce n’è a sufficienza, come nei Paesi nordici in cui fa notte per 6 mesi all’anno, o comunque prima o poi la sera cala per tutti, qualche altra strategia è stata trovata.
Un metodo molto usato è la caldaia a pellet. Ma una stufa tradizionale, di quelle che conosciamo perché presenti in molte case oggi, irradia una quantità di calore eccessiva per una casa che già di per sé è calda. Per questo possiamo spesso trovare in una casa passiva delle stufe a pellet più piccole, commissionate per la giusta quantità di calore che serve per quella specifica abitazione. Anche in questo caso, si ritorna al certificato Passivhaus. Secondo i parametri stabiliti da 15 anni, il pellet non può irraggiare più del 20% del calore totale dell’abitazione, altrimenti significa che questa non è sufficientemente isolata, e dunque non merita di ottenere tale riconoscimento.
Un altro metodo di riscaldamento sono le pompe di calore, le quali possono essere usate anche nell’impianto di ventilazione e per il riscaldamento dell’acqua. Anche qui, una pompa di calore comune sarebbe esagerata per una casa termicamente autosufficiente, e così anche quest’impianto viene ridimensionato.
Infine, grazie alle sue capacità di trattenere il calore e di ventilazione durante la stagione estiva, anche dei sistemi meno potenti possono risultare più che sufficienti per riscaldare una casa passiva. Così metodi meno utilizzati, ma sempre installabili senza il rischio di perdere il certificato di Passivhaus, sono soffitti, pavimenti e pannelli radianti, generatori termici, caldaie murali e camini a bioetanolo.
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